La mia vita è sempre vera? Il senso delle mie tante maschere!

[...] E sono qui davanti ad uno specchio, a pensare alla mia vita, a quante volte mi son dovuta nascondere dietro una bugia ed a quante volte la sincerità non mi ha aiutata. Non sono pentita di tutte le cose che ho fatto perchè so che in quel momento ero felice. Penso al futuro: come sarà? Con tutte quelle maschere che indossiamo, rimarrà la sincerità? [...]

Biondina
Liceo Scientifico “G. Ulivi”

Tutto è buio

Tutto è buio, le luci sono spente, solo un lungo tendone rosso divide il pubblico da ciò che si nasconde su quel palco... un forte rumore, le luci abbaglianti e il tendone rosso che si apre e svela ciò che si nasconde...

Tutto è buio, le luci sono spente, solo un lungo tendone rosso divide il pubblico da ciò che si nasconde su quel palco... un forte rumore, le luci abbaglianti e il tendone rosso che si apre e svela ciò che si nasconde: una figura esile, un paio di occhiali sul viso, i capelli neri legati in una treccia, un vestito lungo quasi fino alle ginocchia color prugna, una cartella sulle spalle e alcuni libri sotto il braccio, cammina lenta quasi impaurita e il pubblico applaude, un pubblico composto da genitori, vecchi insegnanti. La ragazza si siede su di un banco e comincia a scrivere su di un foglio che prende dallo zaino latino! Fa i compiti, legge, pensa e scrive. Quando finisce di scrivere prende i suoi libri, si alza e va via e il pubblico applaude, fischia, urla incitando la ragazza che intanto esce di scena, il sipario si richiude e le luci tornano a spegnersi; passano ancora alcuni minuti e poi tutto come prima: un forte rumore, le luci abbaglianti e il tendone rosso che si apre ed in scena sempre la stessa ragazza. Questa volta con una coda di cavallo, un vestito rosso che a mala pena copre il fondoschiena, un paio di decoltè nere con un tacco vertiginoso e una borsetta del colore delle scarpe. Il pubblico questa volta composto da ragazzi pressappoco della sua età o poco più grandi applaude. La musica si accende, la ragazza sale su di un tavolo e comincia a ballare a tempo di musica: il pubblico è in subbuglio, applaude e incita la ragazza. Mentre la musica continua il sipario si chiude, poi le luci si spengono e di nuovo silenzio per alcuni minuti, poi di nuovo un forte rumore, le luci abbaglianti e di nuovo la ragazza. Indossa un paio di jeans e una felpa, ha una cartella sulle spalle, i capelli neri sciolti che cadono sulle spalle, ma questa volta i posti sono vuoti, nessun applauso, nessun urlo! Solo la ragazza che questa volta non aspetta la chiusura del sipario e non esce dalle quinte, ma scende dal palco ed esce dal teatro con un sorriso in volto, orgogliosa di essere se stessa sempre perché nella vita non contano applausi e lodi, ma conta il sorriso e la felicità!

Biondina - Liceo Scientifico “G. Ulivi” - Anni 15

Commenti:

ikAlyacXhO

Trovo che l’esempio postato da Lestat sia, come al sitloo, devo dire, assolutamente fuori luogo e in linea con il suo modo di pensare. Avrebbe potuto scegliere mille esempi molto pif9 calzanti, Totf2 Riina, Giovanni Brusca (peraltro in odore di liberte0 in quanto collaboratore di giustizia), Bernardo Provenzano, oppure che so, Valerio Fioravanti, reo confesso di dieci omicidi al netto della strage di Bologna per la quale lui si dichiara innocente anche se per la giustizia italiana e8 colpevole (Fioravanti e8 gie0 uscito di galera da un bel po’ ed era gie0 in permesso esterno da diversi anni). Non solo, avrebbe potuto citare Licio Gelli, grande capo della loggia massonica segreta P2,oppure un “brav’uomo” come Poggiolini.E invece il “nostro” chi ti va a pescare? Vallanzasca, cioe8 un bandito della vecchia “mala” milanese, uno che “lavorava” in proprio, per capirci, che si e8 fatto 35 anni di carcere a tempo pieno e solo da pochi mesi esce il giorno in permesso esterno per andare a lavorare e per tornare la notte in carcere. Credo che sia uno dei pochi che abbia trascorso tutto questo tempo, praticamente una vita intera, in carcere. Non me ne risultano altri. La sua domanda di grazia e8 stata respinta per l’ennesima volta da Napolitano.Nessuno nega che sia stato un criminale, sia chiaro, perf2 siamo sempre lec, due pesi e due misure. Lui e8 uno che non conta nulla, alla fin fine era ed e8 un emarginato, un sottoproletario, di fatto, anche se lo hanno fatto diventare un personaggio.Naturalmente e8 del tutto superfluo tentare di spiegare ad uno come Lestat il risvolto di classe dell’istituzione carceraria. Spiegargli che molto raramente i ricchi e i potenti ci finiscono e se anche ci finiscono escono prima, o perche9 pagano o la cauzione, o perche9 corrompono i giudici, oppure semplicemente perche9 sono potenti e i potenti se la cavano sempre. Anche dalla sedia elettrica, sulla quale, come al sitloo, ci finiscono sempre i poveracci, guarda caso, sempre o quasi sempre maschi, specie se “abbronzati”, a quanto mi risulta. Poi si potre0 discutere all’infinito sulle ragioni di questa mattanza di maschi e di maschi poveri negli stati in cui e8 in vigore la pena di morte, ma tant’e8. E’ un fatto.A Lestat viene subito in soccorso Retiarus che ci ricorda che nel carcere non ci finiscono solo quelli di quarta classe. Sicuramente perf2 sono quelli che ci muoiono, per lo pif9 suicidi ma non sempre: tossicodipendenti, immigrati, sottoproletari, emarginati. Chisse0 se un giorno ci finiranno pure i mandanti delle stragi che hanno insanguinato l’Italia per decenni, quelli che hanno gettato sul lastrico migliaia di famiglie, che hanno ordito trame contro lo Stato democratico. Ma per rimanerci, non per uscire dopo poco tempo con un escamotage o un altro.Io sono pessimista e credo di no.Fabrizio

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borei i hrisi aygi na min efthinete gia ola ta kaka pou ehoun sivmei sti hwra, alla auto kai mono den apotelei logw gia na tous valoume kai na mas kyvernisoune... Min to hasoume kai teleiws! Vasika boroun na mas afisoune hsyhous oloi? Ade giati poso koutohorto na faei enas anthrwpos se mia zwi... Kai legame ti ma**kia na kanoume twra?.. Den vazoume kai ti x.a. Panw sto kefali mas... An kai vgazei poli gelio, kanonika einai gia klamata i katastasi an to skefteis...

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Nick
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