Nella vita in quale specchio si riflette la fiducia in me stesso?

È difficile trovare lo specchio di me stessa, se io per prima non credo nemmeno esista.
Forse dovrei spiegarmi meglio, non credo in me stessa e di conseguenza, penso che nessuno ci creda. Ho molte persone attorno a me, però non mi bastano per poter trovare uno specchio, anzi, a volte ho perfino paura a guardarmi in quel magico vetro che rispecchia qualcosa che io non voglio vedere [...]

Olha Poroknonchuk
Oratorio di Gaiano

Lo specchio della fiducia

“Sto tremando...Cosa mi succede?” se lo chiede una ragazza totalmente forte di carattere e d'un tratto le cade l'occhio sull'orsacchiotto, che ricevette il giorno prima da un suo amico. “Strano le sensazioni sono forti oppure oggi non mi va di uscire

“Sto tremando...Cosa mi succede?” se lo chiede una ragazza totalmente forte di carattere e d'un tratto le cade l'occhio sull'orsacchiotto, che ricevette il giorno prima da un suo amico. “Strano le sensazioni sono forti oppure oggi non mi va di uscire. Sono più sicura con la porta chiusa, poi guarda...piove...” Prende l'orsacchiotto lo guarda per qualche secondo e lo appoggia accanto allo specchietto appeso sulla porta. Poi si ferma a guardarsi...I capelli neri luccicanti, occhi grigi senza espressione e quell'odore della pelle che lascia a bocca aperta. “Cosa hai perso? Perchè ti trattieni nei tuoi pensieri?” si chiede silenziosamente. Forse è meglio chiamare qualche amica e uscire. Prese il telefono e digitò il numero. L'amica rispose quasi subito e decisero di uscire al parco. Il suo sesto senso non la inganna mai e sapeva che sarebbe successo qualcosa e rispose con un “si” tremante. Lei aveva pochi amici. Cominciò a prepararsi. Prese l'ombrello e si mise la giacca e uscì prendendo il cellulare. Passando per il corridoio vide le foto che le fecero ricordare la sua precedente amicizia con un ragazzo fantastico. Ma finì. Si mise gli auricolari e accese l'MP3. Suonava la canzone di Rammstein. Uscì di casa e si diresse verso il parco. Attraversando la strada sentì suonare il clacson di una macchina. Fece in tempo solo a vedere il colore, un verde acqua, e rotolava per terra. Si voltò e accanto a lei giaceva un viso familiare. Quello che era per lei il migliore amico diventò un salvatore. Il respiro cominciò a essere più uniforme e il cuore cominciò a batterle forte. Lui si alzò e le tese la mano. “Ero venuto a salutarti. Sai che non ti avrei mai lasciata sola in un giorno così.” Lei lo guardò e si sentì più sicura che mai. “Grazie per prima” “Sono sicuro che tu avresti fatto lo stesso per me.”

Olha Poroknonchuk - Oratorio di Gaiano - Anni 15

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