Essere unico è una conquista faticosa o un talento innato?

Essere unico è sicuramente una conquista faticosa.
Al giorno d'oggi la cosa più importante non è distinguersi dagli altri ma seguire la massa cioè: la moda del momento, il nuovo cellulare ecc..
In questa generazione ciò che è diverso viene lasciato da parte e preso in giro.
Io mi sento diversa (e quindi unica) dagli altri in tutto ciò che faccio perché credo che non bisogna vivere la vita non essendo se stessi.
Ogni persona ha la sua particolarità nascosta, qualcosa di speciale che fa lo differenzia ma la gente debole si fa trasportare dagli altri.. e sapete perché? Perché la gente non ha più fiducia in sé stessa, hanno tutti paura dell'opinione degli altri [...]

Willy
Istituto Giordani

Rimango e fingo


Io vorrei essere un romanziere per poter parlare d'amore e non vergognarmene oppure parlare di morte e non rimanerci male.
Vorrei poter dire quello che sono veramente e non nascondermi dietro a qualcosa che non sono, voglio poter dire a te quello che penso di noi, di te, di loro e del mondo, di ciò che è giusto e sbagliato.
Voglio poter raccontare di ricchezze e povertà, di amore e dolore, vorrei poter stare su un palco a raccontarti tutto ciò, però ho paura della gente, di quello che pensa e quanto ti può far male, anche se hanno torto e sbagliano a pensare che essere diverso sia un limite.
E lo so, rimango sempre nel dubbio e nell'ombra, o meglio, tengo nascosto questo mio lato di cui forse un giorno o forse mai dirò, e finalmente parlerò di quello che l'amore è per il mondo e per la vita.
Vorrei essere diverso e non averne paura.
Vorrei avere paura e non vergognarmi, ma questo mondo ci insegna che tutta questa diversità è segno di debolezza, è sbagliato e lo so, però rimango ancora un po' nascosto in attesa che arrivi il momento giusto.
Rimango e fingo la mia indifferenza davanti a qualcosa di sbagliato.


Willy - Istituto Giordani - Anni 16

Commenti:

ikAlyacXhO

Trovo che l’esempio postato da Lestat sia, come al sitloo, devo dire, assolutamente fuori luogo e in linea con il suo modo di pensare. Avrebbe potuto scegliere mille esempi molto pif9 calzanti, Totf2 Riina, Giovanni Brusca (peraltro in odore di liberte0 in quanto collaboratore di giustizia), Bernardo Provenzano, oppure che so, Valerio Fioravanti, reo confesso di dieci omicidi al netto della strage di Bologna per la quale lui si dichiara innocente anche se per la giustizia italiana e8 colpevole (Fioravanti e8 gie0 uscito di galera da un bel po’ ed era gie0 in permesso esterno da diversi anni). Non solo, avrebbe potuto citare Licio Gelli, grande capo della loggia massonica segreta P2,oppure un “brav’uomo” come Poggiolini.E invece il “nostro” chi ti va a pescare? Vallanzasca, cioe8 un bandito della vecchia “mala” milanese, uno che “lavorava” in proprio, per capirci, che si e8 fatto 35 anni di carcere a tempo pieno e solo da pochi mesi esce il giorno in permesso esterno per andare a lavorare e per tornare la notte in carcere. Credo che sia uno dei pochi che abbia trascorso tutto questo tempo, praticamente una vita intera, in carcere. Non me ne risultano altri. La sua domanda di grazia e8 stata respinta per l’ennesima volta da Napolitano.Nessuno nega che sia stato un criminale, sia chiaro, perf2 siamo sempre lec, due pesi e due misure. Lui e8 uno che non conta nulla, alla fin fine era ed e8 un emarginato, un sottoproletario, di fatto, anche se lo hanno fatto diventare un personaggio.Naturalmente e8 del tutto superfluo tentare di spiegare ad uno come Lestat il risvolto di classe dell’istituzione carceraria. Spiegargli che molto raramente i ricchi e i potenti ci finiscono e se anche ci finiscono escono prima, o perche9 pagano o la cauzione, o perche9 corrompono i giudici, oppure semplicemente perche9 sono potenti e i potenti se la cavano sempre. Anche dalla sedia elettrica, sulla quale, come al sitloo, ci finiscono sempre i poveracci, guarda caso, sempre o quasi sempre maschi, specie se “abbronzati”, a quanto mi risulta. Poi si potre0 discutere all’infinito sulle ragioni di questa mattanza di maschi e di maschi poveri negli stati in cui e8 in vigore la pena di morte, ma tant’e8. E’ un fatto.A Lestat viene subito in soccorso Retiarus che ci ricorda che nel carcere non ci finiscono solo quelli di quarta classe. Sicuramente perf2 sono quelli che ci muoiono, per lo pif9 suicidi ma non sempre: tossicodipendenti, immigrati, sottoproletari, emarginati. Chisse0 se un giorno ci finiranno pure i mandanti delle stragi che hanno insanguinato l’Italia per decenni, quelli che hanno gettato sul lastrico migliaia di famiglie, che hanno ordito trame contro lo Stato democratico. Ma per rimanerci, non per uscire dopo poco tempo con un escamotage o un altro.Io sono pessimista e credo di no.Fabrizio

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borei i hrisi aygi na min efthinete gia ola ta kaka pou ehoun sivmei sti hwra, alla auto kai mono den apotelei logw gia na tous valoume kai na mas kyvernisoune... Min to hasoume kai teleiws! Vasika boroun na mas afisoune hsyhous oloi? Ade giati poso koutohorto na faei enas anthrwpos se mia zwi... Kai legame ti ma**kia na kanoume twra?.. Den vazoume kai ti x.a. Panw sto kefali mas... An kai vgazei poli gelio, kanonika einai gia klamata i katastasi an to skefteis...

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