Quello che mostro agli altri corrisponde alle emozioni che ho dentro? E quello che gli altri vedono in me è quello che sento?

In una società come la nostra che si basa sull'apparire, è purtroppo fondamentale (soprattutto nei giovani) avere caratteristiche in linea con gli altri simili.
Tendiamo spesso a non essere autentici e a nascondere quello che proviamo.
Tendiamo ad annullare e a nascondere quello che siamo e quello che proviamo.
Per essere popolari poi conta solo apparire, contano solo le cose che si vedono.
Penso che sia difficile essere popolare in quanto devi essere sempre all'altezza e devi nascondere i sentimenti negativi che provi, devi mostrarti sicuro e far vedere che stai bene con te stesso.
Quindi chi è che prenderebbe come punto di riferimento una persona insicura e che sta male?
Anonimo, Istituto Mainetti

anonimo
Liceo Marconi

Io e te


Caro essere,
anche se quando leggerai questa lettera sarò già lontano, vorrei dirti che nonostante tutto abbiamo dei punti in comune, delle somiglianze.
Per esempio viviamo nello stesso corpo, ma conosciamo parti opposte della stessa persona.
Spesso abbiamo opinioni contrarie e da questi litigi nasce un forte dissidio nella nostra "casa".
Non so chi dei due sia più importante, anzi credo che entrambi siamo fondamentali per la vita, l'esistenza dell'altro.
Cosa sarei io senza te? E tu senza me?
Ci condizioniamo a vicenda e insieme diamo vita all'anima del corpo che ci ospita.
Io e te siamo molto diversi: io sono più "esterno", sono quello che tutti vedono.
Le persone giudicano l'intero sistema per come mi comporto.
E' una grande responsabilità in base a quello che faccio suscito l'interesse per conoscere quello che ho dietro.
Tu sei più timido e talvolta ciò che offri non viene accettato, quindi ti tiri indietro e lasci parlare me.
A volte devo mentire e mi dispiace perché la conseguenza di queste bugie è che non sei più originale, sei esattamente come tutti gli altri.
Il mio compito è quello di proteggerti e di farti accettare, ma non sempre ci riesco.
Da questo mio fallimento deriva una grande tristezza e così io e te restiamo soli.
Non possiamo più metterci in gioco e relazionarci con gli altri "io" e altri "te", così si crea uno scudo, che rende tutto chiuso e buio.
Io e te non possiamo finire così, devi farti coraggio.
Non sarà facile, ma se ce l'hanno fatta in molti prima di te non vedo il motivo per cui non ce la puoi fare anche tu.
Tu hai le carte in regola per riuscire a mostrare quello che sei veramente e non dovranno non accettarti, perché sei unico e speciale.
Il mio lavoro qui è finito.
Da adesso tu dovrai fare anche quello che facevo io, ma sono sicuro che svolgerai questo compito ancora meglio di me, perché esattamente come il sole brilla più della luna che invece splende di luce riflessa, tu saprai raccontarti meglio di come io ho fatto, perché solo tu puoi mostrarti come sei, nessuno potrà mai sostituirti.
Quindi adesso vai, con questa consapevolezza: tutti vorrebbero avere il coraggio di mostrare "te", quello vero e non "io", una copia idealizzata, modificata, perfetta ma fredda, falsa io ho fiducia in te.
Scusami per tutte le volte che ho detto, mostrato cose che non ti rispecchiavano per niente, ma avevo paura che non fossi accettato, non capivo che ti avrebbero accettato comunque se fossi stato te stesso.
Spero che un giorno ci rincontreremo e scopriremo di avere molte più somiglianze di quante non ne abbiamo già.
Buona Fortuna!
Io, L'apparire.

anonimo - Liceo Marconi

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