Per essere «popolare» quanto contano le cose che non si vedono e quanto conta essere se stessi?

Le persone popolari o quello che lo vogliono essere spesso danno di se un'immagine di una persona forte, sicura di se; quando in realtà sentono il bisogno di essere appagate dalle attenzioni delle altre persone perché provano un senso di insicurezza e vogliono coprirlo apparendo come persone determinate e appunto popolari.
Quello che si mostra agli altri spesso non è ciò che si prova realmente e ciò che gli altri vedono in noi spesso non corrisponde a ciò che noi vediamo in noi stessi.
A ciò che noi vediamo in noi stessi.
Spesso io mostro agli altri ciò che credo gli altri vogliano vedere in me così facendo “copro” come sono veramente e questo comporta uno stato di infelicità in me, in quanto so che le persone con cui sto non mi conoscono veramente.
Anonimo

Anastasia Sicorschi
Istituto Melloni

Unicità


A volte facciamo vedere le nostre emozioni, o una parte di noi stessi per essere accettati da un gruppo che può essere inteso come la società, per non essere giudicati dagli altri.
Dovremmo però sapere che i nostri pensieri sono unici, che fanno parte di noi e che ci descrivono per quello che siamo.
La popolarità alla fine è una delle tante tappe per essere accettati, per non essere giudicati.
La persona popolare spesso è quella persona che vuole nascondere una parte di sé.
La popolarità però non è indispensabile per essere accettati e non essere giudicati, quello che è importante è il modo con cui una persona ragiona, la fragilità delle persone, le paure, le conquiste e le sconfitte, perché sono queste cose che fanno unica una persona.

Anastasia Sicorschi - Istituto Melloni

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