Quando la fatica e l’impegno come scelta per raggiungere i miei obiettivi mi provocano anche dolore?

Accettare un “no”

Quel fatidico “no”che, quel sabato sera, esce dalla bocca dei tuoi genitori è un duro colpo da accettare, ma è questo il prezzo da pagare. Già, poiché i nostri errori costano e non sono mai scontati.

Molto spesso è difficile riuscire ad accettare un “no” come risposta, e lo è anche rinunciare ad una magnifica serata con gli amici e le amiche a causa di una stupida bravata fatta poco prima…
Tornare indietro nel tempo. Però, è impossibile e purtroppo l’unico modo per risolvere il tutto è tentare di rimediare ai nostri errori, nonostante questo possa essere molto, molto difficile [...]

Anonimo – Liceo linguistico Marconi, 2R.

Riccardo Curti
5A, Scuola per l'Europa

Ormai due anni fa


Ormai due anni fa, stavo prendendo seriamente in considerazione di smettere di praticare nuoto a casa di un infortunio persistente a entrambe le spalle, questo mi impediva di nuotare serenamente come mi piace fare mi consente di pensare alla giornata e alle cose che mi sono accadute o alle cose che devo fare più avanti nella giornata, addirittura ogni tanto ripassavo a mente le lezioni a cui avevo partecipato qualche ora prima così da ricordare meglio le cose più importanti per la verifica. Sentendo la versione di alcuni esperti, la mia idea di aver esagerato con gli allenamenti e con la loro intensità non era stata confermata, loro attribuivano questo problema ad una predisposizione delle mie articolazioni essendo molto "lasse", ma non mi convinceva, secondo me in fondo era stata colpa mia mi sentivo colpevole per quello che dovevo affrontare, perchè, pur sentendo un dolore lieve, ma sempre un dolore io continuai ad allenarmi anche più duramente pensando fosse un piccolo prezzo da pagare per arrivare al successo infatti era così: nelle ultime gare riuscii a battere il mio ultimo record personale arrivando primo in regione solo che non potevo sapere cosa sarebbe successo dopo… Una notte dopo il solito allenamento mi svegliai con un dolore molto forte alla spalla, talmente forte che non dormii per tutta la notte, anche prendendo una buona dose di tachipirina, il giorno dopo io e i miei genitori andammo a Milano per vedere cosa ci avrebbe detto il dottore che mi seguiva dopo analisi di accertamento il problema sembrava evidente, la soluzione, purtroppo, lo sembrava ancora di più, un'operazione chirurgica con due mesi di riposo e per di più fasciato. Dopo questi due mesi (estate) passati sul divano o in ospedale, finalmente ora posso godermi "la mia nuova spalla" e ora sto riprendendo a piccoli passi, molto lentamente a nuotare e questa domenica, 13 marzo, competerò nella mia prima gara dopo quasi due anni di "convalescenza".

Riccardo Curti - 5A, Scuola per l'Europa

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