La solitudine vissuta come stato temporaneo per vivere la propria intimità senza interferenze.

Poesie

  1.1  Fiorire dal Tormento [di Cristopher Modena]
  1.2  Silenzio [di Ginny]
  1.3  Pensieri e Parole [di Simone Bettosi]
  1.4  Dopo ho aperto gli occhi e ho visto questo [di Bleach]


Saggi Brevi

  2.1  Quando vuoi staccare [di Giuly]

 

1.1  FIORIRE DAL TORMENTO

Avevo troppa paura di te,
pensavo di rimanere al sicuro
nella mia scelta.
Un giorno come tanti nella nebbia
non vedo un’anima, non voglio vederne.
Giorno nuovo, ore 7:00 di mattina,
mi si mostra una scelta nuova,
la prenderò per cambiare.
L’accetterò per reagire.
Le mie prospettive si innalzano,
qualcuno ha capito che io vivo
e vivrò per quel qualcuno.
Nell’anno di un futuro io vivrò meglio
sapendo che tu avrai
in mano il mio amore.

Cristopher Modena – Istituto Toschi – classe I B mich. – 16 anni

1.2  SILENZIO

I colori impalpabili dei miei pensieri
fluttuano nell’aria trasparente
vagando per paesaggi meravigliosi.
Al loro ritorno… silenzio.

Ginny – Istituto Toschi – classe III A arch. mich. – 17 anni

1.3  PENSIERI E PAROLE

Ma dove vanno le parole
quando parlo con me stesso?
Ma dove vanno i pensieri
che io faccio così spesso?

Non mi importa della gente,
voglio solo star da solo
e passeggiare nella mia mente.

Non è solitudine
il rapporto con me stesso,
che mi stacca dalla gente,
ma una grand’emozione,
che io vivo minuto per minuto,
giorno per giorno,
sempre.

Le parole vanno al vento,
i pensieri quelli no,
i più belli li scrivo,
altri invece trovan spazio dentro me.

Smetterò di pensare e sognare,
soltanto quando le parole,
prederanno il posto dei miei pensieri,
ed essi svaniranno nell’aria,
come nuvole nel cielo.

Spero che non accada mai!

Simone Bettosi – Istituto Toschi – III A arch. mich. – 16 anni

1.4 Dopo ho aperto gli occhi e ho visto questo

Un occhio sgranato sul mondo
Mi fornisce l’immagine distorta di questo.
Chiudo gli occhi per vedere dentro me.
Fuori da tutti, sono sola.
Qui non valgono giustificazioni apparenze, difese, offese... solo io!
Nuotare dentro di me, leggera.
Chiudo gli occhi, silenzio da fuori
Il sangue scorre, io respiro... esisto
Sento la pienezza di me stessa
Tutto il corpo è vivo,
la mente ne governa le funzioni
sono lontana, ma immersa in un mondo.
Fuori mentono, dentro è confortante essere se stessi.

Bleach – Itis G. Galilei – classe IV D – 17 anni

2.1  QUANDO VUOI STACCARE

Quando vuoi staccare la spina, quando sei incazzata, quando odi tutti, quando devi studiare o riflettere, leggere, rilassarti: la solitudine ti serve per fare un sacco di cose e il tempo si ferma per poter analizzare a fondo i problemi e cercare una soluzione.
Potrei andare avanti per ore ed ore…mi piace stare da sola perché riesco a comunicare con me stessa!!!
La mia solitudine si svolge in camera mia mi faccio trasportare dai ricordi di ogni oggetto e fantastico sul futuro.
Mi piace molto passeggiare sola per le vie della città, questo mi stimola ad analizzare a fondo le cose, a prendere coscienza ed andare avanti.
La solitudine per me è ballare su un palco con le luci così luminose che ti abbagliano,e tu non vedi niente, attorno a te è tutto buio, il teatro ti appare vuoto, le sedie e i muri neri, solo tu, nemmeno un rumore ti interrompe, e tu continui a ballare…che “solitudine” pensi.
Ha il colore del bianco, anche se il teatro è nero perché non è l’essenza di nessuno colore.
E’ stare tra una folla di gente, ma nessuno ti conosce, nessuno si interessa di te, non esisti. Cammini sperando di riconoscere qualcuno, o che qualcuno si ricordi di te, ma invano.
La solitudine è stare in una grande aula, con grandi specchi, la musica è rilassante, quasi ti addormenta.
Una candela che tra poco sarà da buttare via, l’hai usata tanto, nei momenti di sconforto.
Un colpo dall’altra parte del muro, fa eco, non arriva mai, è irraggiungibile.

Giuly - Scuola di Danza Era Acquario