276  

Le scarpe da ginnastica sono reali?

Montagne innevate e davanti a lui non vedeva altro che fiori di ogni tipo: gerani, rose, papaveri e tutte le specie di piante che si possono trovare in quel piccolo mondo chiamato terra. Il piccolo uomo quando vide il meraviglioso posto in cui si trovava capì che le scarpe erano state un dono del cielo. A tarda sera decise di tornare a casa e aprì il suo diario. Lesse ciò che aveva scritto il giorno prima e si accorse che ciò che aveva visto era la stessa cosa che aveva scritto sul suo quaderno nella voce: “i miei sogni”. L’omino andò a dormire e il giorno seguente si allacciò le scarpe e uscì di nuovo per volare come gli uccelli più veloce della luce. Ad un certo momento il piccolo uomo si tolse una scarpa e non appena alzò gli occhi si accorse che tutto era sparito e che si trovava nella sua piccola cameretta. Sul tavolo vide un paio di scarpe da ginnastica. Le mise fuori dalla porta e le ripose nella scatola. Capì che tutto ciò che era accaduto era solo frutto della sua fantasia. Bussarono alla porta: aprì e c’era un altro paio di scarpe. Non le toccò nemmeno, sapeva che avrebbero portato solo guai. La campanella era suonata, l’insegnante congedò gli alunni assegnando come compito per casa di trovare una morale al racconto.

Classe I H

 277  

La brutta giornata dell’uomo.

C’erano fiori da tutte le parti; lui subito rimase stupito, a bocca aperta, perché non aveva mai visto un simile paesaggio cosi luminoso e profumato. Ad un certo punto le scarpe incominciarono a muoversi e volò sino ad arrivare in un ruscello pieno di pesci e ai bordi c’erano degli animali che giocavano tra di loro. A lui piaceva questo nuovo mondo e quindi continuò ad esplorarlo, ma, purtroppo, lui non sapeva a cosa andava incontro, infatti si tolse le scarpe per stare più libere e incominciò a vagare in mezzo ai boschi. Infine arrivò in una palude, piena di serpenti, e altri animali pericolosi, cosi lui cercò di vederli da vicino visto che non gli aveva mai visti non sapendo che erano pericolosi. Cosi gli si avvicinò e loro lo assalirono, cosi il povero uomo morì e nessuno lo andò ad aiutare perché non aveva amici.

Jonah lomu - Classe I H

 278  

La prova della vita.

Una ripidissima montagna. Si volse indietro cercando di tornare verso la sua abitazione, ma qualcosa di magico lo tratteneva. Dopo qualche minuto tuonò una voce profonda: “sei stato portato qui con i calzari alati per affrontare una durissima prova” disse la voce e l’omino tutto spaventato rispose: “tenterò”. “scegli una delle due strade, sarà la tua vita futura.” Lui deciso si girò a destra e cominciò a percorrere il campo fiorito. Camminò per dieci giorni, non era mai riuscito a volare una volta, ma tutto gli sembrò facile. Alla fine della prova la voce disse: “hai scelto la via più comoda non tentando l’altra. Per questo non avrai più niente dalla vita!” le scarpe svanirono, lui tornò nel suo buco sicuro che quello che la voce aveva detto fosse falso. Quando vi fu non trovò il diario su cui scrivere, nemmeno lo cercò più, finì la propria vita in solitudine senza un amico, vivendo nell’indifferenza, senza nessuno che lo consolava quando ne aveva bisogno.

Reverendo Dawnbringer - Classe I H

  279

 L’omino e la lacrima magica.

Uomini, neanche a parlarne: era solo davanti a una miriade di colori e piante di ogni genere quando ad un tratto gli si avvicinò un cerbiatto, che gli disse: “gli uomini sono stati catturati dal perfido stregone Kadur: è cosi crudele che niente è in grado di commuoverlo, neanche la più triste delle storia. Ha detto che presto ucciderà tutti. Solo una sua lacrima può liberarli. Ma farlo piangere è impossibile.” E se ne andò. Il piccolo uomo decise se non altro di tentare e si mise in cammino, anzi in volo: dopo giorni e giorni di viaggio giunse in una buia e silenziosa grotta; li viveva Kadur. Lo stregone lo cacciò, ma l’omino iniziò la sua storia: gli parlò di quanto fosse solo e abbandonato, e di quanto avesse desiderato un amico. Kadur pianse e la sua lacrima cadendo annullò il sortilegio: gli uomini uscirono dalla gabbia e l’omino divenne una celebrità. Era amato da tutti: il suo sogno si era finalmente avverato.

Classe I H

 280  

Il piccolo grande uomo.

Si trovava in mezzo ad un campo a molti km dalla sua casa. Decise di fare un altro passo verso la direzione da cui era venuto e in pochi secondi ritornò nel suo buco nella montagna. Quelle erano scarpe magiche. Il piccolo uomo decise di sfruttare il potere delle scarpe a suo vantaggio. Si iscrisse ad un corso di atletica, e in poco tempo si qualificò per le olimpiadi di Sydney di salto in lungo. Il piccolo uomo divenne famoso, stabilì il nuovo record del mondo e diventò ricco. Cosi si trasferì a Los Angeles, dove non visse più in completa solitudine ma circondato da fans, amici e tante belle ragazze. Il piccolo uomo diventò grande.

R K - Classe I H

 281   

Quelle bellissime scarpe da tennis.

Non molto lontano, la sua cara vecchia casa, la montagna, dove aveva trascorso la sua giovane vita in solitudine. Ora come aveva sempre sognato poteva passare il suo tempo a correre e divertirsi giocando spensieratamente con gli animali e alla sera ritornare a casa per ricordare tutto sul suo diario. Non gli sembrava possibile, aveva sempre tentato di discendere nei prati in cui si trovava, ma senza mai farcela. Era tutto merito di quelle bellissime scarpe da tennis, non sapeva da dove fossero arrivate e chi le avesse portate, ma sicuramente era stato qualcosa di magnifico nel quale aveva sempre sperato e che ora poteva dire esistesse veramente.

Mj, his airness - Classe I H

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Le scarpe della solitudine.

Un ruscello con tanti pesci che nuotavano. Il piccolo uomo riprovò ad alzarsi; le scarpe da tennis che indossava erano come morte. Allora pensò alla solitudine e le scarpe si rianimarono d’incanto. Queste lo stavano portando verso un villaggio non molto distante da quel prato. C’erano enormi case e giardini con fontane. L’ometto pensò di essere capitato in una città meravigliosa, ma in realtà era tutto un miraggio: la città scomparì e al suo posto apparvero delle dune sabbiose con alcuni beduini del deserto. L’uomo che non era abituato a parlare con nessuno all’inizio cercò di scappare, ma non poté; le scarpe lo stavano trascinando verso quegli strani uomini. Giunto davanti a loro incominciò a tremare, però gli uomini lo tranquillizzarono e lui cominciò a fare alcune domande. Essi risposero a tutto e l’ometto capì che la solitudine a volta può aiutare, ma a volta può danneggiare perché non avendo amici con cui confidarti continui a farti delle domande senza sapere nessuna delle risposte. Allora lasciò le scarpe che aveva in dono ai beduini e lui si trasferì in città, dove si ambientò benissimo e tuttora vive.

Classe I H

 283   

Il sorriso del fiore.

Un fiore molto piccolo, solitario, ma molto luminoso… era strano, non ne aveva mai visto uno simile. Si avvicinò per guardarlo meglio e si accorse che al suo interno vi era la sua faccia, ma aveva uno strano sorriso, quasi insolito. Rimase parecchio a contemplarlo, non riusciva a distogliere lo sguardo… stava volando sul mondo col fiore in mano, vedeva gli uomini e il gran traffico della città; non desiderava affatto lasciare la sua dimora se pur piccola, o perdere la propria intimità, soprattutto dopo aver visto le facce tristi della gente, anzi quasi la rimpiangeva. All’improvviso si accorse che il sorriso del fiore stava svanendo, proprio come la sua luminosità; divenne poi un fiore uguale agli altri, ma nel frattempo si accorse di essere arrivato in luogo solitario, dove vi era una ragazza chiusa nella sua camera, non sembrava turbata anche se da sola, sembrava anzi averci fatto l’abitudine, non ne soffriva… poi si ritrovò di nuovo nel campo, il fiore sorridente, luminoso, sempre al suo posto,… si tolse le scarpe e si accorse di essere tornato a casa, nel suo letto. Pensò al suo sogno perché si stava sognando cosa significava quel fiore, cosa il suo viaggio,… una rapida occhiata a terra e si accorse delle scarpe da tennis: tutto questo cosa significava?

Nami ‘86 - Classe I H

 284   

Povero ignorante.

Poi vide un grande albero, si avvicinò e dietro a quell’albero vide un boschetto e quattro vitelli. C’era il vitello dai piedi di balsa, dai piedi di spugna, dai piedi  di cobalto e dai piedi tonnati. Si avvicinò il vitello dai piedi di balsa e disse: “non ti vogliamo fare del male, qui ci sono tanti alberi che ti daranno del cibo.” L’uomo il primo giorno mangiò poco, poi iniziò a mangiare a dismisura. Dopo poco più di un mese aveva finito tutti i frutti e affamato pensò di mangiare il vitello dai piedi tonnati, ma il vitello dai piedi di balsa gli disse: “mangialo e te ne tornerai nella caverna da cui vieni”. Tutto sconsolato il povero uomo iniziò a nutrirsi di radici e di bacche selvatiche che trovava nei cespugli. Andò avanti cosi per due giorni poi iniziò ad imprecare perché aveva fame e allora spuntò fuori il vitello dai piedi di balsa: tra poco farà buio e utilizzando le tue scarpe devi andare verso la seconda stella a destra e poi dritto sino al mattino.” Ma l’uomo non sapeva qual’era la destra e quindi morì di fame.

Classe I H 

 285  

Peace & love.

L’omino si alzò in piedi e fece vagare lo sguardo sulla zona circostante. Vide una donna bellissima, dai lunghi capelli neri e dagli occhi verdi. Era vestita come una hyppie ed in mano un grosso telecomando. L’uomo la fissò inebetito colpito dalla sua grande bellezza. La donna si presentò: “sono la morte” come se si incontrasse una morte ogni giorno andando sull’autobus. L’omino era confuso e terrorizzato. Morte premette un pulsante sul telecomando e le scarpe partirono a razzo. Ora l’uomo si trovava in una stanza completamente piena di persone che alcune venivano schiacciate sotto le altre. Tutti avevano un’aria sofferente. La morte spiegò che quello era l’inferno dei misantropi. L’uomo era impressionato: quello era ciò che lo aspettava? Ma in quel momento si svegliò: si era addormentato sul diario. Da quel giorno cominciò ad uscire regolarmente dal suo buco. Cosi scoprì l’odio, l’indifferenza, ma anche l'amore, l’amicizia. Ora aveva veramente qualcosa da scrivere sul suo diario.

Jackall Van Grainsbourg - Classe I H

 286   

La solitudine e i sogni.

Alberi in fiore, coniglietti che saltellavano, uccellini che volavano da un ramo all’altro in cerca di qualche insetto. Era tutto stupendo. Da molto tempo non vedeva nulla del genere. Si era ritirato nella sua caverna perché si vergognava di essere piccolo e bruttino. Diceva di odiare la gente perché lo derideva. Nel frattempo la fata era entrata nella caverna: poteva avverare i sogni delle persone che si comportavano bene. Si guardò in giro e cercò il diario dell’omino. Ad un tratto lo vide sotto un cuscino: lo aprì e lo lesse. Il piccolo uomo intanto era rimasto seduto al centro del prato, porse lo sguardo oltre una collina e come per magia vide i suoi amici più cari. Gli tornarono in mente i bei momenti. Corse da loro. “è incredibile – pensò – il mio sogno si è avverato.” Abbracciò gli amici e tornò a casa con loro.

Classe I H

 287   

Il mondo è salvo.

Era arrivato in un posto dove non era mai stato prima, un posto bellissimo, quasi irreale. Quando l’uomo si rialzò cominciò a volare di nuovo, ma questa volta capì che le scarpe magiche stavano seguendo un percorso ben preciso. L’ometto data la velocità non vedeva molto, ma riuscì a capire che le zone che stava sorvolando non gli erano sconosciute: erano i luoghi più poveri del mondo e lui scriveva di questi luoghi nel diario. Alla fine del viaggio il piccolo uomo arrivò sulla cime di un altro monte, dove viveva una altro eremita, uno stregone! Questo stregone aveva chiamato lo gnomo perché gli sembrava la persona giusta per… salvare il mondo!! Dopo le varie spiegazioni lo gnomo un po’ incredulo accettò. Lo stregone gli diede delle altre scarpette ancora più magiche: mentre sorvolavano gli stati poveri sprigionavano una polverina luccicante che misteriosamente risanava la Terra e le condizioni di vita in modo da eliminare ogni diversità tra stati ricchi e quelli poveri. Finito il suo fantastico compito l’ometto tornò nella sua casa a scrivere le meraviglie del mondo che lui stesso ha reso possibile.

Classe I H

 288

La grande avventura senza paura.

Inizia a saltare, a ballare, a cantare, era felice! Improvvisamente trovò davanti una mucca a chiazze viola come quella della Milka, anche se quest'uomo non aveva mai visto una mucca rimase meravigliato nel sentirla parlare, gli sembrò un po' pazza anche perché parlava in rima. La mucca Carolina che parla sempre in rima disse: "Io so tutto di te, vivi in un buco grande come un bidet, sei sempre solo e per questo voglio che tu vada al polo, devi salvare la principessa che è stata rapita da una leonessa. Le scarpe ti aiuteranno ad arrivarci in un anno. Bye bye e vai." Dopo un lungo viaggio andò all'arrembaggio nel piccolo villaggio e sconfisse la leonessa con l'aiuto di una badessa amica della principessa. La principessa lo ringraziò e alla fine lo sposò.

Camilla Mineo - Classe 1 I

 289  

M'illumino d'immenso.

Quel paesaggio gli piacque molto anche perché passando le sue giornate nel suo piccolo buco non era abituato a vedere la natura. Egli non capiva come mai quelle scarpe lo avevano scaraventato fuori. Riprovò a camminare, ma volò di nuovo cosi decise di toglierle e di ritornare a casa, ma non trovò la strada. Poco distante dal prato incontrò degli strani personaggi che lo condissero al loro villaggio. In questo villaggio i colori delle cose cambiano continuamente tanto che non era possibile definirli con precisione. Qui il piccolo uomo passò il resto della sua vita, anche scrivendo sul diario che aveva portato con se; non sentì mai la nostalgia della sua vecchia casa.

Lunapop - classe 1 I

 290  

Il buco della montagna

Erba e fiori sconosciuti tutt'intorno a lui. Si rizzò in piedi e decise di salire su di un fiore per vedere dove si trovava. Sopra di lui si ergeva un magnifico fiore dai lunghi petali blu. Ricordandosi dell'incredibile balzo di poco prima accennò un piccolo saltello e in un attimo si trovò in aria, mentre il fiore che dal basso sembrava tanto grande era sotto di lui. Chiuse gli occhi e gli aprì solo quando si accorse che era notte e che si trovava sdraiato su un petalo del grande fiore; richiuse gli occhi. Quando si svegliò la nebbia umida del giorno precedente si era diradata ed ai suoi occhi apparve uno spettacolo stupendo. Oltre il prato dove si trovava c'era una grande roccia, piena di buchi come il suo e tutto intorno tante persone; non era un villaggio come quello dei grandi uomini che osservava dalla sua casa, ma un villaggio e sua misura, con persone e bambini come lui che scorrazzavano tra i fiori. Il sole splendeva e l'uomo pensava di non aver mai visto nulla di più bello, e si tolse le scarpe per scendere e si ritrovò nella sua caverna. Si guardò intorno e osservò il luogo dive aveva vissuto tutta la sua vita, ma gli sembrò tutto diverso come se qualcuno fosse stato li nel frattempo. Doveva prendere una decisione: tornare alla sua vita solitaria e tranquilla o affrontare il nuovo mondo che si apriva a lui? L'uomo si mise le scarpe e non lo si vide mai più nel buco della montagna.

Mithrandir - Classe 1 I

 291  

La storia indefinita.

Questo omino di nome Serge cominciò a pensare a chi gli avesse recapitato quelle scarpe. Alla fine capì che non poteva essere stato che il suo più accanito fan! Quello che tutte le mattine gli recapitava la colazione. Allora si ricordo che tempo fa gli aveva detto: "non ricevere più ragli se no morirai". E cosi fu: morì! Ma siccome aveva condotto una vita felice arrivato a una specie di sala d'attesa gli chiesero: "cosa vuoi fare? Ricominciare la vita e una volta finita -game over- oppure restare qui con tre desideri a disposizione?" Purtroppo non sapremo mai cosa scelse perché è suonata la campanella e non c'è più tempo. Della serie voglia di lavorare saltami addosso!

Xx86 - Classe 1 I

 292

Un piccolo grande uomo.

Un grande fiume pieno di pesci. Pensò di tornare al suo buco, ma la curiosità lo spinse ad esplorare quel posto fantastico di cui non aveva mai sentito parlare. Felice e spensierato giocò con gli animali che popolavano quel posto. Non credeva che potesse sentirsi cosi libero dopo tanti anni passati in clausura gli sembrava di essere cambiato totalmente. All'improvviso si accorse di quelle scarpe che gli avevano permesso di scoprire questo posto a allora tornò al suo buco per vedere se riusciva a trovare l'omino donatore di quelle scarpe magiche. Scoprì se stesso fuori dal buco sdraiato sull'erba senza vita: era morto e paese dove si trovava era quello dove avrebbe voluto passare la sua vita.

Fungo xxx - Classe 1 I

 293  

Il paese dei piccoli uomini.

Era un po' strano ma fantastico, molto diverso dalla terra arida e secca della grande montagna dove abitava. Tremolante dalla paura e dallo stupore si raddrizzò, si sistemò un po' e poi cercò di togliersi le bellissime scarpe da tennis che lo avevano scaraventato lontano dalla sua terra, ma risultò inutile: le scarpette sembravano incollate ai piedi. Ad ogni passo faceva lunghi balzi; all'inizio era spaventato, ma poi ciò lo divertì molto. Dopo pochi minuti di marcia giunse in un paesino dove tutti gli abitanti erano piccoli come lui, indossavano scarpe da ginnastica coloratissime, tremante dall'emozione rimase pochi minuti immobile incantato dalla quantità di persone, poi si fece coraggio e andò nel paesino. Qui le persone con grande cortesia e ospitalità lo invitarono a restare e visse felice e contento.

Classe 1 I

 294  

Sam e le scarpe magiche.

Un profumo inebriane lo invadeva, una brezza leggera gli sfiorava il volto, il sole alto nel cielo lo riscaldava... tutto era in silenzio, sembrava un posto deserto, proprio come la sua casa e invece ad un certo punto sentì un rumore lontano lontano che però diventava sempre più forte e nitido. Improvvisamente gli apparve davanti un bellissimo pony bianco, alato; il piccolo uomo, di nome Sam, ne fu sbalordito e voleva scappare, ma non poteva, le scarpe non volevano. Il pony si fermò qualche minuto a fissarlo intensamente; Sam era impaurito da lui, ma nello stesso tempo gli trasmetteva serenità e sicurezza. All'improvviso il piccolo pony si mise a correre e magicamente le scarpe di Sam lo seguirono. Corsero e corsero e dopo alcune ore arrivarono in un piccolo villaggio; Sam si guardò intorno e vide piccole case come la sua, tantissimi fiori, tanti pony alati proprio come quello che lo aveva accompagnato in quello strano posto, ma la cosa più incredibile di tutte è che c'erano tante piccole persone come lui. Cosi Sam fu molto felice, ora non doveva più vivere in solitudine e le scarpe sparirono magicamente.

Classe 1 I

 295  

La vita può essere meglio di cosi.

E c'era tanta gente, tanta gente... per un attimo l'uomo rimase sconcertato e si agitò: non aveva mai visto tanta gente. Preso dal panico cercò di scappare, corse di qua e di là senza una meta, ma poco a poco quell'aria nuova cominciò a piacergli, capendo che quelle persone erano come lui e non doveva temerle. Vicino a lui c'erano tanti bambini che giocavano allegramente a rincorrersi con la palla. Per lui era tutto cosi strano, nuovo... ma piacevole. Capì che trascorrere una vita solitaria poteva essere si tranquilla, ma gli impediva di fare esperienze con gli altri, vivere momenti gioiosi e divertenti, mentre la solitudine è cosi noiosa. Da quel giorno decise di cambiare la propria vita. Si trasferì in una casa in città, conobbe nuove persone e incominciò a capire che la vita non può essere spesa in modo cosi monotono, ma bisogna spenderla diversamente, condividendola con gli altri.

Classe 1 I

 296  

In volo...

Invece vide un uomo alto, ma molto alto; lo guardava e rideva con aria beffarda e maliziosa. Il piccolo uomo non riusciva a fermarsi e rotolava per i prati, saltava, faceva capriole. Allora l'omino gli disse che anche lui era sempre solo e gli chiese se le scarpe erano state di suo gradimento. Il piccolo uomo tutto spaventato ed eccitato per la visita dell'estraneo non rispose, ma lo prese per il collo con l'atto di fermarsi e toccare finalmente terra. Improvvisamente le scarpe incominciarono a tremare e il piccolo uomo e l'altro presero il volo uno in braccio all'altro. Ancor oggi i due uomini stanno volando sparsi per il mondo guardandosi negli occhi e riflettendo su come fermarsi e ritornare a casa, soli, come in passato.

Classe 1 I

 297  

La scoperta della compagnia.

Un gruppo di persone, persone allegre, felici, che giocavano, scherzavano, ridevano tra loro. Sam rimase stupito da tutto ciò che vedeva, perché lui non aveva mai visto niente di simile, era impaurito, ma facendosi coraggio andò verso quelle persone. Loro molto amichevolmente lo presero nel gruppo, lo fecero giocare, parlare e Sam si sentiva parte del gruppo, come se conoscesse quelle persone da sempre. Decide di non tornare più nel suo buco, ma di abitare in una casa vicino ai suoi amici; anche sul suo diario non scriverà più pensieri solitari, ma le sue avventure quotidiane.

Classe 1 I

 298   

Utopia.

Degli immensi prati in cui pascolavano gli animali di ogni specie , tutt'intorno era limpido, candido, il sole brillava e le nuvole con il leggero movimento del vento formavano grandi forme che stuzzicavano la sua straordinaria fantasia e volò nei suoi pensieri come un uccello in cerca dell'irrealizzabile. In questo mondo spettacolare pur essendo solo non era triste o depresso, ma felice, giulivo, era in armonia con se stesso e rifletteva della sua vita trascorsa in quel piccolo buco e capì che la vita non bisogna sprecarla e che è un bene fondamentale. Però questa straordinaria sensazione di libertà svanì molto presto nel nulla, si accorse che era solo un sogno che gli fece capire ce il suo passato era cupo, senza senso, uno strazio, come essere rinchiusi in un tunnel senza via di scampo, senza uscite che gli impedivano di aprirsi al mondo e vivere la vita a pieno. Senza sprecare un attimo cambiò casa e viaggiò all'infinito con tanti altri ragazzi/e alla ricerca della felicità materiale e nell'amore... yeah!!

Toni Filosa - Classe 1 I

 299  

Le scarpe della fata!!

Anche; si alzò e guardò quelle strane scarpe poi decise di toglierle ma non ci riuscì. Vide un legnetto e ci provò anche con quello, ma niente; le scarpe erano lì come incollate e ogni volta che cercava di muoversi veniva scalzato qua e là per il prato. Non sapeva cosa fare, era solo, piccolo, in mezzo a quel prato immenso che non si vedeva neanche la fine. Cominciò a riflettere sul da farsi, ma la mente gli pareva vuota. Non restava che andare alla ricerca di qualcuno che lo potesse aiutare. Vagò per il prato a una velocità altissima senza trovare nessuno. Per tutto il giorno rimase lì come un naufrago in mezzo al mare. Stanco per la fatica si sdraiò sul prato e cominciò ad osservare il cielo pensando al suo futuro. Ad un certo punto il cielo si oscurò e cominciò a piovere. L'acqua salive e il piccolo uomo rimase a galla grazie alle scarpe. Poco dopo si trovò davanti al suo buco e lì vide come una fata che lo aspettava. Lui si spaventò, ma lei lo ringraziò per avergli ritrovato le sue scarpe e cosi la fata gliele tolse e una volta rimesse volò lasciando il piccolo uomo solo come sempre.

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La casa delle dimensioni.

Vide una montagna simile alla sua; non l'aveva mai notato prima d'ora; credeva di vivere in un mondo suo. La prima cose che fece fu quella di togliersi le scarpe "ribelli" e poi, seppur impaurito, decise di andare a bussare preso dalla curiosità. Con sua grande sorpresa la porta era aperta come se qualcuno lo stesse aspettando. Dentro era buio, per terra c'erano strani tappeti, sulle pareti quadri con paesaggi meravigliosi. Percorse un lungo corridoio ed arrivò davanti ad una porta da cui filtrava della luce. Rimase con la mano sulla maniglia per un po' indeciso se entrare o no. Alla fine si decise e con sua grande sorpresa trovò una ragazza bellissima, era la seconda che vedeva nella sua vita. Parlarono per un anno intero senza accorgersi del tempo che passava. Lui scoprì che le scarpe erano volate via da sole per cercare un compagno alla loro padrona perché si erano accorte che stava soffrendo. Decisero cosi di vivere insieme per sempre viaggiando in altre dimensioni senza mai stancarsi, perché ogni posto della casa portava in diverse dimensioni esistenziali.

Anonimo 17 - Classe 1 I