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L’uomo solitario.

In lontananza un piccolo villaggio di una decina di piccole case, tutte molto colorate e piene di vita, tutto il contrario della sua  piccola e buia caverna alla quale era molto affezionato. Anche se era molto spaventato, spinto dalla curiosità si diresse verso il paesino. Sulla via principale di questo paesino vi erano tutti gli abitanti in festa pronti ad accoglierlo. Lui fu molto entusiasta di questo, accettò tutti i regali che gli abitanti gli fecero senza nemmeno domandarsi il perché di tutto ciò. Per ultimo arrivò un grosso e buffo uomo probabilmente il “capo” di tutte queste persone che gli si avvicinò con un grosso sorriso e lo invitò gentilmente a vivere con loro in questo fantastico paese dove vi era una casetta pronta ad accoglierlo. Il piccolo omino rimase commosso di questo, ma senza esitare un secondo rifiutò cortesemente l’offerta, salutò cordialmente tutti e con il potere delle sue scarpe ritornò alla sua modesta caverna dove era vissuto tutta la vita da solo e in cui si sentiva a suo agio…

Jessy - Classe II G

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Camminando, camminando.

Dopo di che si mise in piedi, e dopo qualche istante che si era rimesso le scarpe, esse gli fecero fare un altro grande scatto. Continuò così per qualche tempo fino a quando non arrivò in città e le scarpe si quietarono; solitario e introverso si trovò inizialmente a disagio in città, ma piano piano si abituò e si accorse che era molto più divertente avere rapporti sociali con altre persone che rimanere solitario sulla sua montagna. Dopo qualche tempo in quella città sentì il bisogno di cominciare a viaggiare sempre con le sue splendide scarpe da tennis. Da questo giorno in poi il nostro protagonista diventò un poderoso corridore e una persona socievole, infatti passò tutta la sua vita correndo e scoprendo e conoscendo mille persone diverse.

Classe II G

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Un paio di scarpe per scoprire.

Cominciò così a camminare lungo quest’enorme distesa verde fino a quando giunse ad un’enorme quercia. Questa era lì sola come un ago in un pagliaio ma non sembrava triste. Continuò il suo cammino fino a quando arrivò in una grande città; era piena di luci, di negozi, palazzi enormi, persone che correvano in tutte le direzioni senza mai guardarsi attorno, cercò di chiedere informazioni ma nessuno lo degnava del minimo sguardo e capì che non era un posto adatto per fare amicizia. Mentre camminava pensò spaventato e avvilito che tutte le persone fossero così e che lui che non aveva mai vissuto nel mondo non avrebbe mai potuto vivere in mezzo a tanta gente che non l’aveva neanche in nota. Allora cominciò a correre con le sue scarpe speciali e non volendo tornare nella solitudine della sua caverna andò dalla grande quercia nella quale pensava di aver trovato una buona ma silenziosa amica e buttò via le scarpette che gli avevano fatto conoscere il caos del mondo esterno.

Classe II G

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Meglio della caverna.

Tanti alberi e di fronte un campo sportivo dove c’era anche un campo da tennis libero. Allora, mosso dalla curiosità di provare le sue nuove scarpe, prese una racchetta che si trovava accanto al campo e cominciò a giocare. Ma si accorse che da soli non si giocava molto bene e così tentò di chiamare un ragazzo vicino al campo per invitarlo a giocare. Ma quello facendo finta di non sentire se ne andò da un’altra parte. Allora l’uomo sconsolato e avvilito afferrò la racchetta, tirò un colpo e colpì la testa del ragazzo che cadde a terra. A quel punto l’uomo facendo finta di niente si allontanò dal campo e ritornò a casa sua. Una volta lì si tolse le scarpe e le buttò in un dirupo pensando che era meglio stare da soli che con persone antipatiche e poco socievoli.

Classe II G

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La fine di una vita passata nella solitudine.

C’erano due ragazzi che stavano parlando vicino ad un albero di ciliegie; davanti all’uomo due cerbiatti stavano mangiando una lepre quando un cacciatore munito di fucile e coltello si avvicina e colpisce i due poveri animali uccidendoli. L’uomo, impaurito dopo quello che vide, decise di vendicare i due cerbiatti e colpì il cacciatore con un sasso, ferendolo gravemente. L’uomo, consapevole di aver commesso una brutale azione, si ritira definitivamente nella caverna e in preda all’angoscia si taglia le vene. E vissero felici e contenti.

Classe II G

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Un inaspettato destino.

Un campo da tennis con un ragazzo in mezzo che teneva una racchetta in mano. Il ragazzo si avvicinò al piccolo uomo e li porse una racchetta per giocare. Il piccolo uomo timoroso accettò, anche se non conosceva le regole di quel gioco. Ma appena la partita iniziò le scarpe si cominciarono a muovere in direzione della palla; così il piccolo uomo riuscì a prendere per ogni lancio la palla vincendo alla fine la partita. Così iniziò la sua carriera di tennista professionista e da uomo solo e timoroso diventò famoso e ricco.

Ascanio kurkumelis - Classe II G

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Un triste giorno felice.

Il paesaggio era almeno per lui insolito, guardava cose mai viste e immaginava cose nuove, perché è difficile capire cosa pensava quel piccolo uomo, non saprei se piangeva o rideva, forse entrambi, poi uno sguardo basso, un camminare veloce, raggiunse il buco, entrò, scrisse cosa non so, quei fogli li bruciò e le ceneri volarono dove io non so solo una cosa o così mi hanno detto, quel piccolo uomo morì lo stesso giorno per aver visto troppo o troppo in fretta, per aver visto fiori e fili d’erba, per aver scritto pensieri diversi, per aver vissuto il sempre desiderato, forse morì per aver sognato quel giorno.

Classe II G

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Grandi scarpe per un piccolo uomo.

Continuava il prato che terminava con un piccolo specchio d’acqua. Il piccolo uomo era ancora scosso dallo straordinario volo e camminando si portò verso lo stagno. Era poco profondo e l’acqua era molto limpida, cosi decise di farsi il bagno. Il primo approccio fu abbastanza traumatico perché l’acqua era fredda, ma poi si abituò. Si divertiva con i pesci dello stagno e sguazzava nell’acqua.  Però non sapeva nuotare ed era abbastanza timoroso. Ma le scarpe da tennis che indossava ancora iniziarono e riprendere vita e lo portarono nel punto più al centro dello stagno dove non si tocca. Agitato il piccolo uomo cercò di dimenarsi, ma le scarpe lo aiutarono a galleggiare e a prendere confidenza con il nuoto. Imparò a nuotare e lo praticò nello stagno per varie ore; oramai stremato si addormentò sulla riva ed essendo sera le scarpe lo riportarono a casa e dentro al letto. La mattina del giorno dopo quando si selciò non trovò più le scarpe ne fuori ne dentro e capì che se ne erano andate. Era triste, ma felice di quello che aveva fatto il giorno prima.

Classe II G

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Un giorno speciale.

Un mondo arido e pieno di desolazione. Le persone che abitavano la parte destra sono piene di gioia e amore verso gli altri, mentre gli altri sono tristi e chiusi in se stessi. Qualcuno colpì la sua spalla, era un piccolo gnomo. Gli disse che quelli erano i mondi della solitudine e della gioia. Il nostro amico si accorse che lui non aveva amici e non conosceva nessuno e guardò come erano felici gli abitanti della parte destra. Allora salutò lo gnomo ritornò nel suo buco. Da quel giorno in poi avrebbe vissuto in una casetta con gli abitanti del villaggio, avrebbe avuto un lavoro e tanti amici con cui parlare e divertirsi.

Anna - Classe II G

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Maxicono

Un maxicono big usto si avvicinava minaccioso per inghiottirlo; capì che quella volta non avrebbe dovuto calpestare le caramelle, ma senza pensarci due volte facendo affidamento alle sue nuove scarpe corse a perdifiato, finchè non si ricordò che aveva l’asma e a quel punto cadde morente. Quando si riprese si trovava sulla riva del mare ad osservare il tramonto, improvvisamente vide un calamaro che si avvicinava e nuovamente fuggì nuotando con tutte le sue forze. Si risvegliò tutto bagnato nella sua cavernetta ancora solo: gli unici suoi compagni che aveva avuto erano stati i suoi assalitori, ma chissà se volevano veramente inseguirlo? Forse l’ometto era solo perché aveva paura di rapportarsi con gli altri.

Classe II G

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Il piccolo uomo di mondo.

Questo nuovo spazio gli pareva strano e irreale e pian piano questo spavento si trasformò in curiosità. Cominciò quindi a camminare avanti e indietro cominciando ad apprezzare questa nuova realtà, non aveva più paura, non gli interessava tornare indietro, voleva continuare questa nuova avventura. Venne a contatto con diversi tipi di fiori, tante varietà di animali prima sconosciuti, imparò ad amare questo nuovo mondo, si sentiva finalmente libero. Continuò sempre a scrivere sul suo diario le meraviglie con cui trascorreva il suo tempo, questa solitudine era uno stato piacevole di serenità e tranquillità, non gli mancava niente, si sentiva pienamente realizzato. Fu cosi che il nostro piccolo uomo col tempo divenuto grande esplorò numerosi posti in tutto il mondo, traendo dalla bellezza della natura e dei paesaggi la sua salute e la sua felicità.

Cd - Classe II G

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Overdose poveretto.

Oppio e cocaina. Si trovò cosi ad un bivio. Poteva scegliere o la bellezza dei fiori o le sensazioni dell’oppio e della cocaina. Scelse la sinistra. Imparò in breve tempo a fabbricare con queste strane sostanze. Qualche anno dopo morì per cause allora sconosciute. Si chiamava Overdose. Si chiamava Overdose Poveretto. Cosi ogni volta che un uomo muore nello stesso modo si dice che è colpa di Overdose perché aveva dato il cattivo esempio. Poveretto.

Narci. - Classe II G

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L’uomo della montagna e la felicità.

Guardandosi intorno e non vedendo nessuno incominciò ad osservare ogni minimo particolare di quel luogo sconosciuto. Vedeva cose mai viste: fiori colorati, insetti, alberi e dopo un primo momento di paura incominciò a sentirsi a casa, ma ad un tratto arrivarono tanti bambini vivaci e gioiosi. Egli intimorito si nascose, però uno di loro lo vide e gli chiese se volesse giocare con loro e lui rispose di si- in quella giornata si divertì come non aveva mai fatto prima e capì che era meglio stare in compagnia anziché rimanere da soli. Ritornato a casa pensò di ritornare l’indomani in quel luogo, la mattina seguente aperta la porta di casa venne nuovamente portato la dalle sue scarpe, ma alla sera invece di tornare a casa partì con quei bambini e iniziò una nuova vita non più da solo, ma insieme a tutta la gente del suo nuovo paese. Diventò scrittore facendo conoscere alla gente quello che aveva provato stando da solo; inoltre insieme a quei bambini fece tanti viaggi in montagna, al mare, nelle città di tutto il mondo.

Classe II G

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L'omino e il suo diario

Ma lui era abituato ai boschi fitti e semibui della sua montagna e in tutta quella luce si sentiva quasi a disagio, gli dava fastidio agli occhi… iniziò a camminare e vide che in quel grande prato c’era gente di ogni tipo, ed erano tutti impegnati a fare qualcosa; qualcuno disteso al sole, qualche bambino giocava con l’erba, gruppi di ragazzi che discutevano fra loro. E nel grande prato c’erano panchine e fontane ed alberi, e sulle panchine più nascoste c’erano persone che nascoste si guardavano intorno sole senza pensare a nulla e altre che si fumavano una canna tirando lunghe boccate in santa pace e coppiette impegnate a dimostrarsi affetto reciproco al riparo da occhi indiscreti, l’omino pensò che il diario da lui scritto non serviva a nulla perché non parlava di vita ma dei suoi pensieri sulla vita, pensò che non sapeva abbastanza del mondo per poterne parlare, conosceva bene solo il suo buco nella montagna ma si rincuorò pensando che forse quel buco poteva ispirarlo a lavorare di cervello. Faceva caldo quel giorno, un caldo afoso da togliere il fiato. Il cielo si oscurò e ad un tratto iniziò a diluviare e con quella pioggia forte lo fece rabbrividire violentemente, scoprì che in realtà si era solo addormentato sotto la doccia e l’acqua ormai fredda l’aveva svegliato. Le scarpe erano li. Il ricordo del sogno del grande prato lo fece decidere di metterle e camminare… con il suo diario in mano scriveva tutto ciò che vedeva e quando un giorno morì i suoi pensieri furono letti da gruppetti di ragazzi che discutevano fra loro, e qualche pagina fu usata per i filtri di qualche canna. Quello che poi se la fumò, stranamente, iniziò ad immaginare di montagne e buchi e omini; ma poi venne a piovere, e il prato rimase deserto.

Classe III B 

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Le scarpe dell’amicizia.

Vide un bambino che stava giocando ad altri bambini, lui sempre solo nel piccolo buco si avvicinò a loro ma essendo troppo piccolo non veniva visto. Mosse qualche passo ed arrivò in una strada dove passavo migliaia di uomini e si aggrappò al laccio di una scarpa di uno di essi e venne portato a casa sua, molto diversa dalla sua perché non era solo, ma insieme ad altri. Vide che insieme e non da solo l’uomo si divertiva e lui stesso provava piacere che mai aveva provato, perciò capì che la sua vita passata trascorsa in solitudine era stata senza divertimento. Si buttò dalla finestra per raggiungere la sua casa e mentre correva sentì che qualcosa stava cambiando in lui; stava crescendo e diventando un uomo ad altezza normale perché aveva capito che nella vita non bisognava stare da solo, ma in compagnia. Ritornò nel prato dove c’erano i bambini e fece amicizia con loro. Ogni giorni ritornava li e passava ore, felici senza aver nemmeno bisogno del suo diario perché i suoi pensieri gli diceva ai suoi nuovi amici: i bambini e i loro genitori.

Classe III B 

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Un bellissimo sogno.

Intorno persone contente, bambini che giocano insieme. Un sole stupendo, la luce contrapposta al buio della sua piccola casa; l’aria fresca, l’uomo è sconvolto, ma nello stesso tempo è contento, si sente veramente bene in mezzo a tutta quella gente, dopo aver passato tanto tempo da solo, immaginando ciò che poteva esserci al di fuori di quella caverna, al di fuori di se stesso. E adesso può vederlo realmente, può comunicare con altre persone che gli parlano e lo ascoltano a loro volta, quando prima l’unica cosa con cui dialogava era il suo diario; prova nuove emozioni, intense, sa di non essere più solo. A un certo punto il suono della sveglia… un sogno, ecco che cos’era, un sogno. Bellissimo. Ma adesso incomincia per lui una nuova vita: ciò che era un sogno diventerà realtà.

Classe III B 

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Addio solitudine.

Non aveva mai visto il mondo, era sempre vissuto da solo in quel buco. Rimase per qualche minuto nel prato a guardarsi intorno: il cielo era azzurro con poche nuvole e il sole brillava in cielo. A un certo punto decise di alzarsi per provare le sue bellissime scarpe da tennis. Cominciò a camminare nel prato finché non arrivò ad un sentiero di campagna; seguendolo cominciò a sentire suoni e musiche strane, tante voci che urlavano e vide tante case ammassate, era arrivato in una città. Cominciò allora a camminare per le strade, e la gente lo guardava male perché era vestito male. Stufo dell’asfalto e dei rumori voleva un prato ma non riusciva a trovare la strada per tornare indietro, sicché non vide un parco e decise di entrarvi. Girando vide una bellissima fontana e si fermò ad osservarla. Ad un tratto una donna, una bellissima donna, li rivolse la parola e cominciarono a parlare, a vedersi spesso e si innamorarono, si sposarono e l’uomo decise di dimenticare il buco e la sua solitudine per sempre. Ora aveva un amore.

Classe III B 

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Come si immaginava il mondo cosi lo scrisse nel suo libro.

Un grosso telone bianco, curioso ma nello stesso tempo pauroso decise di avvicinarsi. Tutto normale, pareva vuoto, cosi messa da parte la folle paura decise di aprire la porta di quel grande telone bianco. Appena l aprì una forte onda di musica, di risate, di urli, lo spazzò fuori, colpito da tanto schiamazzo decise di guardare dal buco della porta e vide tanta gente, tanta gente che si divertiva ballando, mangiando, ridendo; cosi si soffermò a pensare al da farsi. Conoscendo il suo animo cosi solitario decise di recarsi verso casa. Appena si rivolse indietro le scarpe lo rivoltavano. Solo una cosa gli era rimasta da fare: entrare. Entrato tutta la folla lo avvolse e magicamente si trovò a ballare e a cantare. Poté conoscere tanta gente, gente buona, gente cattiva. Capì che il mondo era fatto da tante persone diverse e di tanti caratteri; capì inoltre che la solitudine non era una cosa bella e decise cosi di invitare tutta quella gente nella sua piccola casetta e iniziarono cosi a far parte anche loro dei suoi pensieri nel suo libro.

Classe III B 

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Se le scarpe ti fanno schifo buttale via.

Il Parma sport. Si avvicinò alla vetrina e vide le sue scarpe esposte. Quando entrò il commesso si ricordò che quelle calzature erano appena state rubate così lo bastonò. Ma all’improvviso si svegliò e si trovò nel suo letto e si accorse che era un sogno. Un po’ dopo mentre scriveva i suoi pensieri sul diario qualcuno bussò alla porta. Davanti alla porta c’erano due scarpe da bowling. Facevano schifo, così le prese e le buttò nel rudo.

Tungsteno argon - Classe III B 

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Un piccolo uomo in città.

Inoltre vide la gente e si spaventò inizialmente per quello che vide; stette ad osservare per molto tempo gli atteggiamenti e le azioni che questi strani suoi simili assumevano. Non sapendo cosa fare imitò i loro atteggiamenti e si comportò come una persona quasi normale, si era abituato a quelle persone che giocavano nel prato che probabilmente era di un parco naturale. L’ambientamento fu difficile infatti riuscì ad imitare i loro gesti, ma la solitudine che lo aveva imprigionato nella caverna non riuscì ad aprirsi alla gente, fu accompagnato da una persona in città. Il piccolo uomo la seguì perché non sapeva cosa fare per tornare al suo buco sulla montagna e quindi decise di passare il tempo con questa persona. Quando entrò in città però il traffico, lo smog, le persone agitate che vanno in fretta da un posto all’altro e il ritmo frenetico della metropoli lo uccisero. Il suo cuore batté troppo forte e scoppiò per le troppe emozioni.

Matrix - Classe III B 

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Il dono di re Cobal.

Cercò di capire il perché e dove si trovava, ma nulla sembrava dargli una risposta, così si alzò e cominciò a camminare verso il bosco che vedeva in lontananza e dove credeva fosse la via per tornare a casa. Mentre camminava nel bosco una voce lo chiamò, si girò e vide un vecchio folletto con la gobba, gli occhiali e un mistico pizzetto da saggio che disse: “ ragazzo inchinati ai piedi di Re Cobal che sta davanti a te; sono stato io a darti le scarpe perché tu possa allenarti e arrivare sulla luna con un salto per portarmi il dono del saggio elfo dei lunari con il quale ho stretto alleanze.” Il ragazzo disse:” ma perché proprio io tra tutti?” e il saggio rispose: “non lo so.” Così il ragazzo fece il suo viaggio e con un immenso pacco,  ma l’elfo non si fece trovare, così aprì il pacco e trovò una splendida ragazza con la quale si sposò, ma dovette trasferirsi in una caverna più grossa e poi vissero felici e contenti.

Mugs - Classe III B 

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Warrior.

In alto e in basso. Ma riguardando la sua montagna era sinistra e spoglia. Ora in quel nuovo mondo così bello rispetto al suo capì la sua vera vocazione: la guerra. Infatti li si presentarono davanti i dieci guerrieri più forti del mondo. Lui con le sue scarpette da tenni iniziò a sferrare calci nelle parti vitali dei combattenti e li sconfisse immediatamente. Così diventò il guerriero più forte della terra.

Classe III B 

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Rumore rancido.

Fiori ed erba in posizione simmetrica come in uno specchio che non esisteva, per quanto camminasse in una direzione sapeva che avrebbe visto lo stesso dalla parte opposta. Alle estremità del prato notò un buco grande quanto la sua casa, con l’unica differenza di avere due aperture una opposta all’altra. Vi entrò ed uscì dalla parte opposta e si trovò nello stesso prato con gli stessi fiori e la stessa erba. Per quanto corresse non cambiava nulla, era prigioniero di se stesso e della propria esperienza. Era l’unico prigioniero della propria libertà, anche in cielo le nuvole erano uguali, poi qualcosa cambiò nel suo sguardo con quella faccia di chi non sa dove andare, c’erano cose che aveva già visto, cercava di cambiare mentre invecchiava. Tutto era uguale a se stesso, maledettamente uguale a quello che aveva cercato e cosi maledettamente sporco e ipocrita. Dove sono gli alieni?

Fucicingncise - Classe III B 

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Vola con la mente!!

Degli alberi. Guardò in basso e si vide le scarpe ai piedi. Erano state loro a farlo volare cosi in alto, erano talmente belle che non gli sembravano vere. Era felice perché era sempre stato solo e non aveva mai posseduto un oggetto cosi prezioso. Contento per quello che gli era successo tornò nel suo piccolo buco e la sua coscienza iniziò a farlo pensare; “non hai mai volato per qualche minuto a dieci metri da terra; è tutto frutto della tua immaginazione. Hai visto che se appena esci dal tuo buco, e guardi il mondo all’esterno vedi solamente cose belle. Non sono le tue scarpe che ti fanno volare, ma solo la tua speranza di volare. Prova ad uscire e vedrai quante esperienze fantastiche ti aspettano.

Moni - Classe III B 

 400

Le scarpe dell’amicizia.

In alto e in basso. Era arrivato nel giardino della casa del re del bosco. Egli era una persona sulla cinquantina, barba folta e bianca, altezza media e pancia grossa. Il re viveva solo ormai da 20 anni da quando cioè gli erano morti moglie e figli. Aveva cosi deciso di farsi nuovi amici ed era andato a chiamare l’uomo del buco. Essi passarono cosi piacevoli giornate e diventarono molto amici. Adesso erano finalmente felici.

Classe III B