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 Solo ma felice

Ma non vide nulla. Ritornò spaventato nel suo buco e vide un grazioso bambino. Quel piccolo fanciullo aveva un’aria importante, era piccolo, tondo e la luce dorata dei capelli illuminava il suo viso. Il bambino prese per mano l’uomo e insieme volarono in cielo.
Il bambino portò l’uomo in un mondo magico, il sole splendeva e i campi dorati profumavano di libertà.
L’uomo cominciò a correre solo allegramente e così fece per tutta la vita.
Era solo ma era felice.
Classe I G

 

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L’incontro con vegeta

Ad un certo punto sbucò dalla foresta Vegeta, appena ritornato dalla battaglia per salvare la terra. L’omino si diede alla fuga, ma Vegeta col suo teletrasporto lo raggiunse subito e gli diede una serie di pugni e l’omino rimase a terra ormai sconfitto.
Ormai consapevole di morire, l’omino chiese a Vegeta: “Perché mi hai picchiato?” e Vegeta rispose: “tu sei Freezer nemico della terra, io ti devo distruggere!”. L’omino che non aveva neanche la forza di lanciare un sasso a dieci metri di distanza, rispose: “Ma io sono Grilin, un povero rimbambito pelato che vive in una caverna!”.
Vegeta, accortosi della debolezza di Grilin, si scuso e ritornò alla ricerca del nemico. Ad un tratto Grilin sentì un boato potentissimo in direzione di Vegeta. Attorno al paladino si era formata una nube densissima. Freezer aveva attaccato Vegeta, ma fortunatamente senza gravi conseguenze. Vegeta si riprese subito e con un big attack e un final flash distrusse Freezer.

Classe I G

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Scarpette 

Tantissime persone che come lui indossavano un paio di scarpe come le sue. Aveva tutti gli occhi addosso ed era imbarazzatissimo. Notò però che non era l’unico, infatti dopo di lui ne arrivò un altro e un altro e un altro ancora. Piano piano quel grande prato si riempì di piccoli uomini. Era spettacolare come nel giro di pochi minuti si fossero riuniti così tanti individui e per di più con le stesse identiche scarpe. Si guardarono tutti ammutoliti negli occhi come se nessuno sapesse cosa stesse succedendo.
All’improvviso alla fine del campo si alzò un cartello con scritto: Meeting.
Era l’incontro mondiale di tutti i piccoli uomini, molto piccoli che trascorrevano le loro giornate scrivendo i loro pensieri su di un diario nelle loro grandi montagne con un piccolo buco.

Classe I G

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L’amicizia

Lì vicino c’era una festa. Il piccolo uomo un po’ spaventato si avvicina e comincia a conoscere e a fare amicizia con alcuni ragazzi.
Tra questi ragazzi conosce anche Alessandro B. che molto gentilmente gli dice che è stato lui a mettere le scarpe da tennis davanti alla porta della sua abitazione perché voleva che anche lui conoscesse l’amicizia.
Al piccolo uomo piacquero molto le parole di quel bellissimo ragazzo.
Da quel giorno in poi l’uomo fu sempre grato a quel misterioso ragazzo che sembrava un angelo che gli fece conoscere la cosa più bella del mondo: l’amicizia.

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Le scarpe da Tennis

Si mise a correre e correre con le sue scarpe velocissime e giunse in una città. Qui vide come gli umani avevano sempre una gran fretta e pensavano più ai valori astratti che concreti. Inoltre apprese il consumismo e tutte le guerre e le cose brutte esistenti al mondo. Allora rifiutò le scarpe, che pensava fossero fonte di male, se le tirò via e nel tentativo di tornare a casa  calpestò una punta avvelenata e morì angosciato.

Classe I G

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L’importanza dell'amicizia

Un campo secco e spoglio. Lui si trovava al centro su di una roccia e doveva decidere se camminare fra i fiori o fra l’arida terra. Andare a destra significava entrare nella vita normale, a sinistra ritornare a quella di sempre. Non sapeva cosa fare, non sapeva le novità che lo aspettavano, i cambiamenti di cui aveva paura. Dopo un attimo di esitazione sentì una voce: “sono Al Bi, sono io che ho messo le scarpe davanti alla tua porta, voglio che la tua vita cambi, che tu conosca nuove persone, scendi dalla roccia e cammina verso destra, verso di me”. Così l’uomo si voltò e vide un bellissimo ragazzo con un’aria magica e con una luce che gli illuminava il viso. Attorno a lui vi era una gran folla di gente che lo esortava di raggiungerli. Così fece l’uomo e da quel momento capì l’importanza dell’amicizia, di avere persone accanto e fu sempre grato al suo misterioso salvatore Al Bi che non si fece più vedere.

Classe I G

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L’uomo nano

La botta era stata violenta, tanto violenta che il piccolo uomo senza accorgersene era morto e quei prati pieni di fiori in cui si era ritrovato erano i Campi Elisi. L’uomo si guardò le gambe e le scarpe che all’improvviso scomparvero per lasciar posto ad un prolungamento simile ad una proboscide di un elefante. Dopo molti tentativi di muoversi, risultati vani, il piccolo uomo, strisciando come un serpente si recò in un una grotta su di una montagna, proprio ai limiti dei Campi Elisi e qui trovò un gruppo di uomini nani come lui con i quali socializzò e diventò amico, e trascorse una felice “vita”.

Atride Agamennone – classe I G

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Aveva un piccolo mondo a pochi minuti da casa e non lo sapeva

  …gli alberi erano così tanti e belli che non riusciva a contarli, si sentiva il gradevole suono del canto degli uccellini, gli animali selvatici saltellavano di qua e là attorno a lui. Per questo egli cominciava a sentire un tepore dentro al suo cuore, un tepore che cancellava la sua vecchia e brutta solitudine, in quel buco, su quel monte, solo come nessun’altro al mondo, la sua compagnia era un diario in cui scriveva ciò che sognava e immaginava ma nulla di sicuramente reale neanche per lui. Subito si spaventò così tanto che se fosse tornato indietro non avrebbe sicuramente aperto quella che viene definita la “porta” di casa sua. Ma adesso cominciava a ringraziare quelle scarpe, perché prima pensava di essere solo e felice, ma adesso anche con il solo contatto con la natura e gli animali che ha sempre avuto a due passi da “casa” e a cui non ha mai dato importanza, si sente in compagnia e molto felice. Poi guardandosi attorno si accorse che il prato era recintato e che gli animali non avevano contatto con nessun altro essere tranne che con il compagno di recinto. Così pensandoli in solitudine e volendo evitare che diventassero un po’ come lui decise di liberarli. Era l’uomo più felice del mondo.

Classe I G

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Solitudine: "The End"

Cercò di capire cos’era successo e apprese che in testa aveva un’aureola. Egli era morto, sì, era proprio morto.
Ora si trovava in paradiso. Pensò che la sua morte era dovuta alla solitudine e così pensò bene di trascorrere le sue giornate non più scrivendo ma trascorrendole insieme alle persone che avevano avuto la sua stessa morte. Così la solitudine scomparve per sempre dalla terra.

Peppino Emergency – classe I G

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Una inutile solitudine

Un paesaggio fantastico. L’uomo si alzò e cominciò a girovagare. Da ogni parte andasse vedeva fiori e paesaggi bellissimi. Ad un tratto notò, dopo un boschetto, un paesino. Entrato nel paese, tutte le persone lo salutarono, gli offrirono da mangiare e gli diedero un buon letto per riposarsi. L’uomo rimase stupefatto da quella accoglienza. Passò delle giornate indimenticabili, divertendosi e conoscendo tutte le persone.
Si sentiva realizzato, felice.
Ad un tratto si svegliò e capì che era stato solo un sogno. Ma questo sogno gli aveva fatto capire che la solitudine non serviva a niente, che aveva passato tanti anni da solo, triste, ma senza motivo. Così prese una decisione: abbandonò la caverna e si avviò in un paese in cerca della tanto aspettata felicità.

Classe I G

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The secret garden

Appena vide l’erba, provò a mangiarla, perché se no sarebbe morto di fame, in quanto era senza cibo. Subito dopo entrò in uno stato di estasi. Sognò di essere con altri uomini e donne e capì come ci si poteva sentire in compagnia. Uscito da questo stato indossò le sue mitiche scarpe “Nike super plus air max R9 Jordan” e pensò che se con quelle era volato fino lì, poteva visitare tutto il pianeta in pochissimo tempo e così iniziò a correre fino a trovare una compagnia dove fu accettato dagli altri, inizio a breakkare, a rappeggiare, a skateare insomma a diventare uno di noi.

Classe I G

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Neon Genesis Evangelion

Vide che c’era una misteriosa metropoli con un cartello di benvenuto. Era arrivato, senza neanche accorgersene, nel futuro, precisamente nel 2050, nella città fortezza di difesa: Neo Tokyo 3.
In questa città c’era la sede della NERV, una base che costruiva robot alimentati da energia elettrica, i così detti Evangelion 01, 02 e 03. Questi erano stati costruiti per difendere la città da mostruose entità chiamati Angeli perché venivano dal cielo. La sede di questa organizzazione era a circa 50 chilometri sotto il livello della città e quando arrivavano gli Angeli i palazzi scendevano sotto terra e uscivano gli Eva 01, 02 e 03 (i robot). Un giorno però mancava, a causa di una malattia, il pilota dell’Eva 01 così il piccolo uomo, nome in codice Freedragon decise di pilotarlo e divenne il capo del piano d’emergenza Project Eden e difese sempre la città.

Pelide Achille – classe I G

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Una nuova vita

Vide tantissimi alberi, e tra questi scorse un enorme sentiero. Lui decise di percorrerlo.
Dopo circa 10 giorni l’uomo arrivò in una città, dove c’erano circa due centinaia di persone che lo aspettavano. Appena lui si avvicinò a loro, lo accolsero, e quel giorno si divertì talmente tanto che capì che la solitudine non serviva più a niente.
Ad un tratto sentì un malore, aprì gli occhi e si svegliò, era tutto un sogno ma quel sogno gli era veramente servito a capire che la solitudine non serviva, era meglio vivere in una città, farsi grandi amici e confidare a loro i suoi pensieri senza doverli scrivere su un diario. Appena si alzò dal letto, decise di trasferirsi e cambiare vita.

Classe I G

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Da una grande solitudine una grande amicizia

Quelli però non erano i soliti fiori, avevano un profumo diverso, inebriante. Il piccolo uomo indifeso svenne. Dopo un po’ si riprese impaurito anche perché fino a quel momento era stato sempre rinchiuso in quella caverna. Venne trovato da alcuni ragazzi che lo curarono. Dopo un po’ di timidezza iniziale si fece amico con loro e tutti i giorni si ritrovavano per giocare. Finalmente aveva capito che c’era un  buon motivo per non stare più rinchiuso là dentro, che da una grande solitudine era passata ad una grande amicizia. Abbandonò definitivamente quella caverna lasciandosi alle spalle tutti i neri ricordi. Un giorno si sposò, ebbe due figli e andò a vivere in una grande città. Non raccontò mai nulla né a sua moglie, né ai suoi figli ma ringraziò per sempre quei vecchi compagni che lo avevano fatto felice.

Classe I G

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La sconfitta della solitudine

Sempre nello stesso prato c’erano sei piccoli uomini che lo notarono subito e lo invitarono a vivere con loro. Il piccolo uomo, un po’ pensieroso, poi accettò e con gli altri uomini si diresse verso la sua nuova casa. Là il piccolo uomo passava il suo tempo a giocare a carte, a pulire, a cucinare, a bere (anche alcolici), in poche parole cominciò a vivere una sua vita dopo tanti anni di vita solitaria, e fu così che nacquero i 7 nani. E dopo un po’ di tempo trovò anche una piccola donna con cui avrebbe passato tutta la vita finché la morte non li avrebbe separati.

Classe I G 

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Il sapore della vita

Vedeva fiori e campi che si estendevano per miglia e miglia. Il vecchietto all’inizio era spaventato e disorientato, ma da lì a poco iniziò ad assaporare quella situazione che ora pareva ai suoi occhi un magnifico sogno… vide qualche cosa muoversi nel prato e senza paura si avvicinò, da lì iniziarono a volare farfalle blu, rosse, bianche e scostando un fiore ne vide una piccola e impaurita, la prese e la tenne con sé. Ora capì che il mondo fuori era bellissimo e che doveva ringraziare chiunque avesse messo quelle scarpe da tennis fuori dalla sua porta.

Classe I G

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Scarpette magiche

Era finito in una prateria con moltissimi fiori che circondavano una grande casa. Il piccolo uomo abitò questa enorme casa per tutta la sua vita con il ricordo dei giorni vissuti nel piccolo buco della montagna.

Simone Arsicci – classe I G

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Non è poi così male

Un grande mare infinto e, lungo la spiaggia, grattaceli di acciaio e vetro. Spaventato dal caso si nascose. Poi si tuffò nel mare e vide diverse varietà di pesci e di uccelli. Riaffiorò e poi volò nello spazio tra i pianeti e le stelle.
Guardo fuori dalla mia finestra, fuori la nebbia, il tè sul comodino è diventato freddo. Ora la finestra è appannata dalla pioggia ed io sto piangendo. Però so che potrò volare, già, con le scarpe da tennis ai piedi. Non è poi così male, già, per sognare non è poi così male.

Luca Cappellazzi – classe I G

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Le scarpe dei desideri

Era arrivato in un paradiso. Si diede un pizzicotto sulla guancia. No, non stava dormendo, non era mai stato così sveglio in tutta la sua vita. Ad un certo punto però si accorse che qualcuno lo stava osservando, ombre scure si muovevano tra gli alberi e l’inquietudine si impossessò di lui. Ed ecco che con sua grande sorpresa si accorse che i mostri che tanto lo spaventavano non erano altro che degli innocui elfi. Erano tutti vestiti uguali ma, cosa più strana, avevano tutti quanti scarpe da tennis come le sue. Gli elfi gli fecero cenno di fare un passo verso di loro ma appena questo fu fatto, l’uomo riprese a volare. Ma questa volta riuscì a controllare il volo. Nel frattempo gli elfi lo raggiunsero e gli dissero che quelle non erano semplici scarpe da tennis. Erano scarpe magiche che oltre ad andare veloce potevano realizzare qualunque desiderio. L’uomo che aveva sempre vissuto da solo e in mezzo alla natura desiderò vivere in una bella città con tanti amici. Aperto gli occhi si accorse che il suo desiderio era stato esaudito. Si scostò che le coperte di dosso. Aveva sognato ma con sua grande sorpresa trovò le scarpette ai piedi.

Luca Alessi – classe I G

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L’omino solitario

Vide un gruppo di persone che si dirigeva correndo verso di lui. Raggiuntolo gli chiesero come stesse e gli dissero che erano accorsi perché lo avevano visto cadere. Erano ragazzi e ragazze erano felici di vederlo incolume. L’omino si rialzò e pensò di tornare al suo buco, era molto emozionato di vedere delle persone e le invitò a seguirlo nel suo buco. L’omino era felice di avere degli sopiti. Quei ragazzi erano cordiali e simpatici. Venuta sera lo invitarono a seguirlo in città. L’omino scoprì quanto fosse inutile vivere sempre da soli. Si fece una nuova vita: sposò una donnina piccola come lui e visse contento. Ogni tanto però, torno al suo buco solitario, per pensare e godersi un po’ di solitudine. 

Classe II A 

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Boris Boris

E anche al centro.
Immediatamente si tolse le scarpe convinto che fossero quelle la causa della sua sventura, ma in realtà non era così. Il piccolo uomo era in grado di viaggiare e le scarpe erano il suo velivolo. Qualcuno da lassù gli aveva dato in dono quelle scarpe per permettergli di osservare e visitare i meravigliosi posti di cui era composto il mondo. Comparve accanto a lui un uomo, un angelo e gli spiegò come si erano svolti i fatti. Quest’angelo lo aveva prescelto, gli era apparso in sogno e gli fece quel dono. Boris, il piccolo uomo, cominciò a viaggiare scoprendo posti magnifici, paesi dell’Asia, le praterie in America. Un giorno però si accorse di quanta tristezza circolava nel mondo: i bambini dell’Africa le ingiustizie verso i più deboli, e capendo che nulla poteva contro quel mondo decise con grande tristezza che quello non era ciò che immaginava, e alla fine preferì la solitudine a quello che tutti definivano mondo.

Classe II A

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Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco

Degli animali ed altri elementi della natura. Inoltre vide arrivare della gente che calorosa lo accolse socievolmente. Tutti intorno a lui gli sembravano familiari ed ognuno lo trattava con affetto. Non era mai stato così bene e in quegli attimi capì che doveva conoscere il mondo in quanto la idea che aveva era sbagliata. Divenne così un uomo felice e conobbe tante persone. Purtroppo arrivo Rambo, che non era così amichevole come gli altri, lo picchiò e lo derubò così l’uomo tornò al buco di montagna. La montagna era stata distrutta così decise di porre fine alla sua vita.

Classe II A

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Il piccolo ladro 

Una piccola orfanella. Subito gli disse: “e tu chi sei?” Ella rispondette: “L’orfanella!” Poi pensò un attimo e le chiese: “Ma che c’entri tu nella storia?” L’orfanella rispose: “No, niente. Passavo di qui!” Allora il nano dopo aver riflettuto per ore le chiese: “Senti orfanella, vuoi diventare mia amica?” Restò deluso mentre vedeva l’orfanella scappare e disse: “E’ un’ingiustizia! Solo perché sono piccolo e nero! E che maniere!” così il nano si incamminò verso casa e dopo trentadue ore di cammino massacrante ci arrivò e ci trovò anche la polizia che lo arrestò per il furto delle scarpe da tennis: così, mentre la polizia lo portava via, disse: “e che maniere! Solo perché sono piccolo, nero e ladro! E’ un’ingiustizia!” Così quando uscì dal carcere si inserì nella criminalità organizzata e uccise l’orfanella. E visse solo, felice e contento…

The Real Slim Shady - Classe II A

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Allegro o felice?

In alto e in basso, ma era solo un’illusione, niente era vero.
In realtà si trovava nel fiume ai piedi della montagna. L’acqua era tiepida, si sentiva protetto mentre guardava intorno il paesaggio vide le sue scarpe che venivano trascinate dall’acqua. Allora cominciò a inseguirle, ad un certo punto le scarpe si fermarono…accanto a un campo da tennis. L’omino iniziò a giocare da solo, poi arrivò l’altro concorrente, un tifoso, un altro e un altro ancora, in pochi minuti il campo da tennis era pieno di spettatori e tifosi. L’omino si cominciò a sentire in compagnia, ad un certo unto un signore vecchio e sorridente cominciò a  presentarsi e disse “Ciao, io mi chiamo felice e tu?” L’omino rispose “Felice?! Che nome è?” “E’ un nome come il tuo, cioè?””non lo so…allegro!” Ok! Benvenuto, amico nostro!

Classe II A

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La tua armonia

L’uomo non si era mai reso conto di quanta meraviglia offrisse il mondo e cominciò ad osservare i fiori ed ogni cosa una ad una con attenzione.
Ad un certo punto incontrò persone ed osservò attentamene anche loro. Incuriosito, dopo aver provato l’esperienza di conoscenze della natura, mise da parte la timidezza e cominciò a farsi tanti amici tra questi amici c’ero io, abituata a stare in mezzo alla gente e stando insieme io imparai ad apprezzare qualche momento di solitudine mentre lui di compagnia.

Classe II A