[...] Ridere e piangere non sono altro che impulsi elettronici legati a bisogni fisici ma a pensarla così non ci darebbero le emozioni che generalmente proviamo. Un abbraccio, una carezza, un bacio ma anche un semplice sguardo possono scatenare un’emozione intensa dentro di noi facendoci reagire in maniera differente gli uni dagli altri.
Rido e piango perché voglio solo sfogarmi, voglio essere libera dall’odio, dal giudizio, dalla paura.
Rido e piango perché emozionarsi fa bene all’anima, rido e piango per vivere una vita piena di vari colori, rido e piango per essere finalmente libero [...]
Rido perché penso sia tutto irreale, immaginario... Mi pento di non averti detto quello che ho scritto, solo per paura di vedere le tue lacrime o forse per non farti vedere le mie. Piango la sera accanto ad una stella come quando dicesti che saresti sempre stato lì a guardarci dall'alto. Piango perché il nuovo vento mi appare un uragano... Rido per non piangere e ti aspetterò sempre nel mio cuore... sarò forte e serena come tu mi vuoi.
Caro nonno, ieri sono andata alla visita medica e ti pensavo mentre ero seduta su un seggiolino dell'autobus e non più su quello della tua macchina. Da quando ti ho visto su quel letto bianco, l'ultima volta, sono cambiate tante cose, sai? In un breve arco di tempo la mia vita è stata stravolta, quasi non la riconosco più. Ad essere sincera le cose si sono trasformate da molto prima di trovarti lì, fermo, inerme, forse da quando la chimica ha avuto il sopravvento sull'anima. Rido perché penso sia tutto irreale, immaginario... a volte entro in casa tua e ti vedo ancora lì, sulla poltrona verde del salotto, da te tanto amata. Ti vedo con la solita aria spenta, triste o arrabbiata. Ti devo dire una cosa a proposito, nonno. Appena trascorso Natale mi ci sono seduta, mai fatto prima! Nella stanza illuminata dalle luci natalizie mi sentivo una regina sul tuo trono, avevo la completa visione del complesso e forse adesso capisco perché sostavi lì a lungo, credo che fosse un modo per sentirti un leone, quando eri debole e stanco. Poi ti vedo davanti a me, quando mi preparavi quelle enormi e sostanziose merende che finivo a stento, senza accorgermi di quanto mi sarebbero mancate. È strano pensare come la vita delle persone muti da un momento all'altro e come cenere venga spazzata via dalla quotidianità. Arriva un'aria nuova, sconosciuta che non mi appartiene... ho paura. Vedo ancora le tue mani grandi, rese sottili dal tempo e dalla malattia, ma pur sempre vigorose. Ricordo la tua severa e rigida persona far emergere la sua dolcezza con il semplice gesto di prendermi per mano, anche se ormai le tue mani erano fredde e spente. Ora nonno è tutto cambiato, anche la nonna non è più la stessa, è più fragile di me. Sono sincera quando dico che due persone insieme sono tutto e da sole il nulla. E poi c'è che... mi manchi. L'ultima lettera che ti scrissi fu quando eri attaccato ad una flebo con di fronte un ciotolino di mele cotte e piangevi, non ti facevi sentire ma i tuoi occhi parlavano. Mi pento sai? Mi pento di non averti detto quello che ho scritto, solo per paura di vedere le tue lacrime o forse per non farti vedere le mie. E piango, piango la sera accanto ad una stella come quando dicesti che saresti sempre stato lì a guardarci dall'alto* piango davanti alla poltrona vuota, davanti ad una tazza di the, nel mio cuscino quando litigo con la mamma e piango per te, piango per non poter guardarti negli occhi, per non poter più ascoltare i tuoi consigli, piango perché il nuovo vento mi appare un uragano. Rido per non piangere e ti aspetterò sempre nel mio cuore, con dolore ma senza lacrime, sarò forte e serena come tu mi vuoi, solo per te. Ciao nonno, La tua nipotina
Erica Di Nola - Istituto d'arte "P. Toschi" - 17
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