Non avere paura

Caro Matteo, oggi voglio scriverti perché io non sono fortunato quanto te: a scuola sei sempre andato meglio di me e nella squadra di calcio tu hai un posto, io, invece, no. Non voglio polemizzare con te, so che hai sudato tanto per ottenere quella porta, non lo nego, hai lottato per avere il tuo spazio e adesso ce l'hai. Ti reputo fortunato perché hai avuto gente che ha creduto in te, non solo nella scuola, ma anche in altre cose. Riguardo a me, devo ammettere di non essere un fenomeno, ma non ho avuto, almeno fino ad ora, persone che mi abbiano dimostrato la loro fiducia, ossia i miei genitori, i quali quando ho detto loro che volevo provare a giocare a calcio mi hanno guardato come per dire che non ce l'avrei mai fatta, non hanno mai creduto in me all'infuori della scuola. A dire la verità l'unico che forse credeva veramente nelle mie possibilità fuori dall'ambito scolastico, è stato mio fratello, che tu conosci molto bene. Pensa che a volte lui pensava che potessi ottenere quel posto che tanto vorrei. Non mi interessa essere titolare o vice di qualcuno, il mio obiettivo è entrare in squadra e potermi anche solo allenare con i compagni. La cosa che mi fa più arrabbiare è quando alcuni arrivano dove vogliono senza sudarsela, ad esempio un mio compagno di classe è entrato in un'altra squadra, a Fiorenzuola, ma senza aver prima provato o senza esserselo guadagnato. A maggio mi vorranno rivedere, avrò un'altra possibilità e spero tanto che sia quella buona. Del resto, come dice una canzone di Nesli: 'non avere paura e non sentirti mai il più piccolo, perché ciò che sogni puoi prendere, perché non c'è niente da perdere'.

Andrea T. - Liceo Canossa - Anni 14

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