Personalmente io vedo il futuro come una strada di notte: sai dove vuoi andare ma non sei mai completamente certo di cosa ti aspetta alla curva dopo, vai avanti con una sorta di incertezza rassicurante, perché ormai sei già in viaggio e non puoi far altro che andare avanti, aiutato di tanto in tanto da qualcuno e a volte brancolante andando completamente alla cieca e preso dalla paura di aver sbagliato direzione.
Quello che spesso non si apprezza abbastanza di questo viaggio è il viaggio in sé, con i suoi profumi, colori, sogni e imprevisti perché tutti cercano disperatamente un senso, una meta o una ricompensa. [...]
Penso al mio futuro come una meta da raggiungere con molte sfide, ma anche con molte soddisfazioni. Tipo di sfide come: il lavoro, la crisi, la patente e la paura del futuro. Le soddisfazioni sono: i bambini e l'auto/moto. Per paura del futuro intendo dire di non pensare di non riuscire nelle proprie imprese e di deludere i propri cari e le persone che ti hanno aiutato. Il lavoro è una sfida perché è diventato sempre più difficile sopravvivere nel suo mondo. La crisi è una sfida perché hai sempre il problema e la paura di non riuscire a passare e di essere sfrattato. La patente perché devi riuscire a capire come è fatto un motore e basta un piccolo sbaglio per fallire.
Come meta del futuro ho la famiglia, perché è bellissimo avere famiglia e quindi avere dei figli.
Alessandro Pacchiosi - Scuola Media San Polo di Torrile
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