All’improvviso accade una cosa e tutto sembra un incubo: quando gli imprevisti e le sfortune alla fine si sono rivelate una risorsa?

Una mattina come tutte le altre

Una mattina come tutte le altre mi alzai presto perché dovevo andare con i miei genitori a Roma per delle viste che faccio ogni anno, data la malattia di mio padre.
Un giorno come tutti gli altri, che non avrei mai immaginato mi avrebbe portato così tanto dolore. Presi il treno con i miei genitori e arrivammo all’ospedale dove fui sottoposto ai soliti esami era una cosa abituale. Uscimmo dall’ospedale e, scendendo la rampa di scale, mio padre mi disse:”Giò, i medici hanno detto che probabilmente non potrai più fare sport” da quel momento non fu più uno dei giorno come tutti gli altri, [...]

Giovanni De Nardis – 5° ita – Scuola per l’Europa

Martina Scauri
2K, Liceo Marconi

Quanto sono dolci le pene alla nostra età


Cara Carolina,
quanto sono dolci le pene alla nostra età, e quante sofferenze allo stesso tempo riusciamo a sopportare. Parlo d'amore e amicizia come se fossi una vecchia donna vissuta, parlo di gioia e dolore come se ne avessi vissuti a centinaia, e le avessi superate tutte, tanto da riuscire a definirle "dolci". Sì, forse sembrano "dolci" adesso, ma ripensando agli ostacoli incontrati, alle mete lontane, ai desideri che parevano irraggiungibili, più che un "dolce patimento", potrei definirlo un orrendo incubo da rimuovere dalla mente. Ma quest'incubo dopo tante lotte, tanti sacrifici, si é trasformato in un sogno e poi esso in realtà. E sì, é proprio quando raggiungiamo la meta che rivedi il percorso effettuato, e puoi permetterti di donargli un aggettivo, il mio percorso é stato dolce. Tutto iniziò casualmente, come tutti gli eventi dallo sviluppo tortuoso hanno inizio. Incrociare lo sguardo di uno sconosciuto può sembrare una cosa banale, in particolare per chi non crede al cosiddetto "colpo di fulmine"; poi però gli occhi si fissano, si scrutano, si cercano caratteristiche della persona simili alle nostre: si é insomma incuriositi e nasce la voglia di conoscersi. Sono proprio quelle banalità a cambiare, e tempo e forma a trasformarsi in bene o in male: ciò, si trasformò in male. Quest'amicizia era diventata quasi ossessione, la mia vita sociale era diventata altamente compromessa: l'unico amico che mi era concesso era lui. Ma io non ero disposta nè a lasciarlo, nè a lasciare gli altri, e di conseguenza me stessa. Come cambiano i pensieri quando ci si affeziona a qualcuno, tanto da diventare capaci di abbandonare il proprio "io". Ero sola, al di fuori di lui, ma proprio in quel corpo stava ora il mio problema fondamentale. Mi lasciai andare, evitati tutti, richiesta dopo richiesta, un male assurdo, che non ha niente a che vedere con l'aggettivo "dolce". Poi il buio. Più tentava di allontanarmi dagli altri, meno si accorgeva che si stava allontanando da me e, di conseguenza, io da tutti. Poi scoppiai letteralmente. Gli dissi tutto, che mi stava perdendo. Credi, é bastata quella frase per cambiarlo, per fargli capire che non potevo essere felice, e di conseguenza la mia felicità non sarebbe potuta confluire in lui. Così, piano piano, gli amici veri che per quel periodo avevo abbandonato mi hanno perdonata. E' stato dolce capire chi in realtà tenesse a me, oltre a non perdere colui che mi ha permesso di percorrere questa strada tortuosa, ma dal finale tanto dolce.

Martina Scauri - 2K, Liceo Marconi

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