Stare soli. Scelta consapevole o condizione obbligata.

Poesie

  1.1    Solitudine [di Valentina Guardino]
  1.2    Dividendo una stella [di Ambra De Francesco]
  1.3    Il silenzio [di Elena Maroli]
  1.4    Bianco sole [di Elena Barosio]
  1.5    Ho scritto al mio cuore [di Elena Barosio]
  1.6    Sto tremando [di Elena Barosio]
  1.7    Giorno [di Elena Barosio]
  1.8    Bianco [di Ale]
  1.9    Solitudine vestita di bianco [di Valentina]
  1.10  Il volto [di Gemelli]
  1.11  Impara a restare in silenzio [di Annalisa Cantarelli]
  1.12  Mi raggomitolo [di Luana]
  1.13  Il camino acceso [anonimo]
  1.14  Camminavo [di Sony]
  1.15  Immensità [di Fra]
  1.16  Quando [di Simone Giuliani]
  1.17  Spiaggia [di Michele Stecconi]
  1.18  Pagliaccio [di Federica Daccò]
  1.19  Oggi [di Erica]
  1.20  Solitudine [di Luana Arcangeli]
  1.21  Stare con gli altri [di Daniela Belli]
  1.22  Essere soli [di Vale]
  1.23  In silenzio [di Bleach]
  1.24  ...E poi... [di Francesca Ruggiero]
  1.25  Solitudine [di Francesca Ruggiero]
  1.26  Parole [di Alessia Rossi]
  1.27  Soli [di Alessia Rossi]
  1.28  Il Silenzio [di Cesca '84]

Saggi Brevi

  2.1    Capita a volte [di Sonia Gigli]
  2.2    Solitamente non mi trovo da sola [di Micky Colacino]
  2.3    Stare soli [di Adriana Torelli]
  2.4    La solitudine [di Federica Bettin]
  2.5    La solitudine è uno stato d'animo [di Isotta Moretti]
  2.6    Quando sto da sola è per mia scelta [di Fleb]
  2.7
    Se penso alla parola solitudine [di Nord]
  2.8    Stare soli. Scelta consapevole o condizione obbligata [di Travis Pastrana]
  2.9    Ragazzi [anonimo]
  2.10  Non sono d'accordo [anonimo]
  2.11  Stare soli [anonimo]
  2.12  La solitudine come scoperta del nostro io [anonimo]
  2.13  Per me [di Francesca]
  2.14  La solitudine [di Pantalea]
  2.15  Penso [di Serena]
  2.16  Un momento in cui puoi fermarti [di Giulia]
  2.17  La cosa più brutta [di Fede Betta]
  2.18  Non mi piace stare sola [di Luna]
  2.19  Riflessione [di Laura Montali]
  2.20  Capita [di Davine Manuli]
  2.21  A volte [di Alessia Rossi]
  2.22  Solitudine interiore [di Manuela O.]
  2.23  A volte [di Monica]
  2.24  Quando sono sola [anonimo]
  2.25  La solitudine [di Matteo]
  2.26  Un momento [di Carole Ruch]
  2.27  Prendere un po' di tempo [di Manuela Onesti]
  2.28  Solitudine [di xxx '83]

Articoli Giornalistici

  3.1    Arrivederci e grazie [di Massimo Veneri]
  3.2    La solitudine [di Laura Bocchi, Alessia De Crescenzo, Francesca Merighi]
  3.3    La solitudine dei giovani d'oggi [di Susanna Loffi]

Racconti

  4.1    E' successo [di Pamela Copellotti]


1.1  SOLITUDINE

Solitudine è rinchiudersi
in se stessi, isolata dalle
difficoltà, dai sentimenti,
dai pensieri.
E’ bello vivere di illusioni!
Ma poi quando ti accorgi
di essere sola, tutti i tuoi
sogni si distruggono come
sabbia nel vento.
Preferisci rinchiuderti in
una scatola nera; prigioniera
del destino.
Esci bambina, esci dalla
tua scatola nera, guardati attorno, vedrai che
 il mondo avrà più colore
e non sarai mai più sola.

Valentina Guardino – Istituto Giordani – IV C tga – 18 anni

1.2  DIVIDENDO UNA STELLA

Dividendo una stella ho scoperto un
sogno,
che la solitudine mi ha tolto dentro.
Mentre guardo al futuro, vedo il moto
che nei miei occhi si riflette.
Solo e amareggiato penso, alla solitudine,
mio unico amico in questo cosmo di
illusioni.

Solo, tra le stelle del pianeta navigo
in cerca di una speranza, che la
solitudine velata del silenzio, mi disarma
il cuore, l’organo che ama l’amato e
che io non capace d’amare, soffoco in
una morsa di dolore.

Nessuno accanto a te,
il mondo così grande non capisce,
la gente così intelligente ti stupisce
il fatto è
che pur in tanti, siamo soli,
soli come l’anima alla ricerca del
corpo smarrito e di un’identità persa.

Ambra De Francesco – Istituto Giordani – classe IV C tga

1.3  IL SILENZIO

Il silenzio, il buio, il vuoto che sento intorno a me,
è sintomo di solitudine.
La solitudine è una sensazione che ti fa sentire
inutile e ti avvolge,
ti spinge in un tunnel
senza uscita.

Elena Maroli – Istituto Toschi – classe III A arch. mich. – 17 anni

1.4  BIANCO SOLE

Bianco sole del mattino
che sempre a sinistra di me
riscaldi i miei innumerevoli pensieri.
Tutto è bianco grazie alla tua luce;
persino nelle ombre,
nelle loro varie tinte
c’è una punta di bianco tempera
un po’ di creta, argilla e marmo
un po’ d’olio e…
un po’ d’acquarello… nel mio cuore
molto diluito dall’acqua salata dei miei occhi.

Elena Barosio – Istituto d’Arte Guidizzolo (Mn) – classe V A – 18 anni

1.5  HO SCRITTO AL MIO CUORE

Ho scritto al mio cuore,
al mio corpo la nostra foto.
Ho pianto fino a non respirare più,
ho pianto fino a non vederci più.
Ho bisogno di noi,
ne ho bisogno
ho bisogno di una nostra identità,
di una nostra vita,
ho bisogno di Amare
di sicurezza,
ma ti sto perdendo…
o forse…
ti ho perso da tempo.

Elena Barosio – Istituto d’Arte Guidizzolo (Mn) – classe V A – 18 anni

1.6  STO TREMANDO

Sto tremando mentre piango per…
piango per…
piango per la mia vita,
non ce la faccio più
a risalire
da questo baratro blu,
gli angeli neri
mi stanno togliendo l’anima.
Tanti anni di finzione,
di paure, di sofferenze,
per questo amaro sentimento
che sento mio,
nel profondo di me stessa;
questa sensazione
di sentirmi eternamente… sola!

Elena Barosio – Istituto d’Arte Guidizzolo (Mn) – classe V A – 18 anni

1.7  GIORNO

Giorno dopo giorno
mi accorgo come il tempo vola
e si abbatte su di noi mortali
mi accorgo della non volontà di
conoscerti, ascoltarti e crederti
di alcuni "esseri viventi",
mi accorgo dell’ignoranza che regna
in menti confuse dalla bugia,
dal tradimento, dall’invidia,
dalla stupidità e dall’incapacità di risolvere
i loro problemi nel modo
più coerente con la loro vita,
invece di scegliere la via
che porta al vicolo cieco
dell’autodistruzione.
Mi accorgo come
di giorno in giorno
mentre il tempo vola
il mondo si dirige
verso questo vicolo cieco.

Elena Barosio – Istituto d’Arte Guidizzolo (Mn) – classe V A – 18 anni

1.8  BIANCO

… bianco, tutto bianco.
Una leggerezza mi accoglie
nel suo bianco mondo…
e i suoni si sciolgono…
… come me.
E’ piacevole, quasi un volo…
… e dolcemente mi acceca.
Visi, mani, bocche, occhi…
parole, amici, baci, carezze…
mi sfiorano nella mia debolezza ma non cado…
… sono nella bocca movente
di un pensiero, e mi cullo di questo lieve
vivere…

Ale – Istituto d’Arte Guidizzolo (Mn)

 

1.9  SOLITUDINE VESTITA DI BIANCO

La solitudine è vestita di bianco, con mille veli avvolgenti, che mi nascondono.
Arriva leggera e di corsa, accompagnata dal vento, cantando una aria lirica, “Casta Diva” forse.
Quando la vedo arrivare mi lascio trascinare da lei, sulle ali della sua musica, oppure trasformo la melodia in un ritmo sfrenato un po’ selvaggio che non lasci posto alla malinconia, o ancora le chiedo di tacere, e sulle pareti bianche si confondono e drappi del suo vestito e attorno a me e in me sento Dio.
La solitudine è un cavallo che al galoppo ti porta via verso il sole morente, è forte, armonioso, leggero sulla sabbia dorata, verso il mare.
A volte la solitudine mi spaventa, è così potente, straniante, se mi colpisse, rendendomi incapace di nascondere i miei pensieri più cupi, permettendo loro di aleggiare intorno a me?
Mi accorgo, allora, di essere attorniata da persone che credevo note, se non altro in quanto esseri umani, ma che non posso riconoscere, né raggiungere, mentre la splendida musica di cui non sento ormai che suoni sprezzati, di una tristezza lancinante, mi circonda e mi impedisce di gettare ponti verso l’esterno e, tagliente come una lama, tronca il ponte d’argento verso la parte migliore di me.

Valentina - Scuola di danza Era Acquario

 

1.10  IL VOLTO 

Con il volto tirato in esasperazione
con spasmi alle labbra piango.
Non esiste rimedio, ma
il tempo aiuterà.

Sto correndo su questo filo che più di una
volta mi ha scaraventato a terra, corro e
vedo che anche questo nodo si scioglierà.
Sto per perdere anche l’ultima cosa che conta veramente
per me e per questo ti odierò e ti amerò.

Gemelli – Istituto Toschi – classe III A arc. mich. – 17 anni

 

1.11  IMPARA A RESTARE IN SILENZIO

Impara a restare in silenzio per poter
ascoltare il suono di ciò che c’è di più
autentico in te stesso, potrai così
udirlo anche negli altri.

Annalisa Cantarelli - Istituto Toschi – classe III A dec. mich. – 16 anni

1.12  MI RAGGOMITOLO

Mi raggomitolo in me stessa. Al punto
d’aver smarrito la sensazione del mondo…
Il nastro dei ricordi si piega nella vischiosità
della mia camera… solitudine notturna,
innumerevoli perversioni saccheggiano
la coscienza, come una tachicardia fuori posto,
si spezzano, poi si rispezzano in mille segmenti.
Si diffrangono. Si dissolvono. Si formano
nuovamente con ritmo allucinato
dentro di me abissi insondabili, fermentano
parole, anche quelle che ho cancellato.
Coesione e armonia, armonia e disarmonia…

Luana - Istituto Toschi – classe III A dec. mich. – 17 anni

1.13  IL CAMINO ACCESO

Il camino è ancora acceso
nell’aria non risuona alcuna voce
un’eco lontana, mi fa, per un istante,
rivivere i momenti trascorsi con voi.

Non è poesia ma nostalgia.

La casa è grande, non è rimasto nessuno
ed i fantasmi di allora,
che erano solo mere fantasie
oggi sono divenute realtà.

Anonimo - Istituto Toschi – classe III A dec. mich. – 16 anni

1.14  CAMMINAVO

Camminavo per la strada vuota: nessuno, il nulla… l’unico rumore erano quelle tristi foglie che si abbandonano al loro destino anche se la loro vita è un continuo rinnovarsi, un continuo vivere insieme e morire insieme.
Quei fari, quelle luci intense dei lampioni che ti aprono gli occhi su quella cruda realtà… soli in mezzo al vuoto…
E poi accade che nel tuo lungo tragitto incontri la persona giusta, comprensiva e tutto ti appare meraviglioso, la tristezza, la solitudine ti abbandona per lasciare posto alla felicità trasmessa da lui…

Sony – Istituto Toschi – classe III A arch. – 16 anni

1.15  IMMENSITA'   

La solitudine, nella sua immensità, è
qualcosa di incredibilmente grande
che insegna tante cose…
Benché dolorosa a volte, non
ti abbandona mai, non ti lascia
solo, bensì ti lascia solo con te stesso,
una persona misteriosa
tutta da scoprire… e la
compagnia di qualcuno
insegna altrettante cose importanti
indispensabili per capirci e
conoscerci a vicenda. 

Fra - Istituto Toschi – classe III B – 17 anni

1.16  QUANDO

Solo quando noi ci appoggeremo su quella panchina, 
ella si risveglierà 
e nella solitudine dove era rinchiusa e che aveva in corpo, 
riscoprirà la voglia di star con gli altri e prenderà confidenza con noi, 
con le nostre emozioni, con i nostri sentimenti. 
A volte la solitudine è utile, ma gli amici lo sono di più…

Simone Giuliani - ITIS di Parma - classe IV A Mec. - 17 anni

1.17  SPIAGGIA

Una spiaggia desolata, 
un uomo che con le braccia alzate 
urla tutto il suo disprezzo ad un cielo 
troppo luminoso e diverso, 
un uomo accompagnato solo dal suo 
fuoco che rischiara la sua buia notte

Michele Stecconi - Istituto Paciolo V A - 20 anni

1.18  PAGLIACCIO

Perché continui
se ogni minuto l’incubo peggiora?
Senti l’acqua alla gola
mentre la solitudine dilaga.
Tanti occhi che ti guardano
ma sai che lo spettacolo è finito.
I tendoni del circo si chiudono
sei al buio
con le lacrime che spogliano il trucco.
Vedi solo un’immagine
vedi solo un pagliaccio che non fa
più ridere
con il volto nel fango
ed una ferita sul petto:
perché la consapevolezza
che morirai solo
ti toglie la voglia di ridere.

Federica Daccò – ITSOS Langhirano – classe IV A – 17 anni

1.19  OGGI

Oggi mi sento sola 
a combattere contro una vita che non voglio mi appartenga 
perché non mi sa capire. 
Sono sola contro una felicità che non vuole arrivare 
e che sono stanca di aspettare, 
sola contro questo corpo in cui non vorrei essere intrappolata, 
sola contro una famiglia che a volte non mi sa capire, 
sola contro sogni che non si vogliono avverare… 
vorrei scappare, fuggire lontano, 
in un mondo che sia come lo voglio io, 
ma qualcosa mi spinge a restare: un' amica speciale. 
Lu ti voglio tanto bene.

Erica – ITSOS Langhirano – classe IV A – 18 anni

1.20  SOLITUDINE

Il silenzio mi attraversa e mi
circonda del vuoto più assoluto.
I miei pensieri diventano i
protagonisti della mia solitudine.

Luana Arcangeli – ITSOS Langhirano – classe IV A – 18 anni

1.21 STARE CON GLI ALTRI

Siamo l’anticamera dell’inferno
o le porte del paradiso; non
importa ciò che siamo, l’importante
è che esistiamo.

Daniela Belli - IPSIA di Bedonia - classe IV MEL - 17 anni

1.22  ESSERE SOLI

Essere soli è ascoltare il rumore
della pioggia che batte sui vetri della
tua camera, mentre aspetti che arrivi
qualcuno che ti porti con
sé strappandoti dai tuoi pensieri.

Vale - Liceo Maria Luigia - classe II

1.23  IN SILENZIO

Ricordi di ieri...
sorrisi misti a ipocrisia,
frasi stupide e sconnesse,
lacrime trattenute a stento,
pensieri orrendi
ora basta,
voglio stare da sola,
soffrire in silenzio,
sciogliermi come ghiaccio nel fuoco di questa passione,
vedere il mio dolore brillare come una stella.
Voglio liberare la sua follia.
Se sono sola con me stessa
il dolore è più intenso,
ma posso esternarlo senza vergognarmene.
E in questa zona deserta
piena di buchi grandi come tombe
penso e capisco...
So, dentro di me, che la luce della gioia
non esploderà nella solitudine,
ma forse, su quest’anima
inzuppata di lacrime,
ci potrà essere almeno un bagliore.
Voglio essere sola
quando saprò sorridere ancora,
voglio assaporare quel momento,
voglio amarmi, capirmi...
e conoscermi così bene da recitarmi come una preghiera.
Grazie buio di avvolgermi.
Grazie vento di proteggermi.
Grazie solitudine di cullarmi.

Bleach – Itis G. Galilei – classe IV D – 17 anni

1.24 ... E POI...

Feroce turbamento
che ceco rende l’animo.
Nessuno,
volgendosi intorno
il sofferente avverte.
Piangendo
con gli occhi confusi, lui
scorge nell’ombra
un lume tremante che avanza.
Una mano
lieve si poggia
sulla sua spalla.
Dal prima sofferente
un’ultima lacrima cade,
inondata di dolcezza
ora
un debole sorriso
la sua bocca accenna.

Francesca Ruggiero – Liceo Sociopedagogico – classe IV A – 17 anni

 

1.25  SOLITUDINE

Dormivo
ma poi, mi svegliai.
Vidi il cielo
intorno a me nessuno.
Vidi i fiori,
gli alberi,
gli uccelli
e tutte le altre cose che
potevo vedere.
Ma
intorno a me nessuno, con cui
poterle contemplare.
Allora
dormii.

Francesca Ruggiero – Liceo Sociopedagogico – classe IV A – 17 anni

1.26  PAROLE

P
arole che scorrono
E
leganti nuvole su cui volo
N
avi cariche vicine al porto
S
entieri che percorro
I
dee colorate che sogno
E
nergie interminabili su cui conto
R
eminescenze inaspettate che custodisco come dono
I
ncalcolabili oggetti preziosi che io nascondo.

Alessia Rossi – Liceo Sociopedagocico – classe III C – 16 anni

 

1.27  SOLI   

S
iamo sempre stati soli
O
volontariamente o perché non accettati
L
e persone ci appaiono amiche o nemiche a secondi
I
valori in cui credi ti sembrano lontani
T
ieni duro ma in certi momenti scappi
U
nisci corpo e anima che fino ad allora sembravano separati
D
ai delle spiegazioni che con altri non trovi
I
nfierisci su te stesso ma in realtà sono loro a non apprezzarti
N
on devi fare altro che separarti dai tuoi rancori
E
dare vita ai tuoi sentimenti più celati.

Alessia Rossi – Liceo Sociopedagocico – classe III C – 16 anni

1.28  IL SILENZIO

Struggente quando si desidera
il conforto di una parola.
Struggente quando si nasconde
l'ardore di un sentimento.
Struggente quando ti perdi
nell'immensità della solitudine
struggente come un tuono che rimbomba
nella profondità del tuo cuore.
Struggente come un’onda che si frantuma
contro uno scoglio. Il silenzio!

CESCA ‘84

2.1  CAPITA A VOLTE

Capita, a volte, di svegliarsi una mattina, guardarsi intorno, vedere le piccole ed indispensabili cose che ci circondano da sempre e capire, improvvisamente, che ci sono rimaste soltanto loro…
Tutte le persone che fino a ieri stavano con te, ti capivano, ti aiutavano e ti sostenevano nelle tue difficili decisioni ti hanno voltato le spalle… Allora comincia la lista infinita di domande, "ma è colpa mia?, che cosa ho fatto?, che cosa ho che non va?. E le passi in rassegna una per una cercando un solo motivo valido perché tutto ciò sia accaduto trovando una spiegazione coerente e razionale.
In alcuni casi ti accorgi che la colpa è soltanto tua: ti sei chiusa "a riccio" dentro te stessa, lasciando trapelare dal tuo ermetismo un messaggio sbagliato, cioè di quella persona che non vuole parlare con nessuno e che può fare a meno degli altri escludendosi totalmente dal gruppo. Probabilmente in questo caso si può parlare di scelta consapevole, ma credo che non esista una decisione conscia in questa situazione perché nessuno può fare a meno degli altri.
Sono proprio questo tipo di persone che hanno bisogno di molto, molto aiuto ma non hanno il coraggio di chiederlo; in certi casi è tutto ciò che ti circonda che ti fa prendere la decisione di escluderti dalle persone: ti senti inadatta a tutte le situazioni, hai paura di "atteggiarti" scorrettamente, di parlare in modo improprio o di vestire in modo inadeguato e piuttosto di vincere questi timori preferisci non avere rapporti con le altre persone.
Forse c’è proprio lo sgomento del confronto e del giudizio della gente, perché in qualunque luogo tu vai sei sempre sottoposto ad una "sentenza" che ti "marchierà" a vita che ti porta all’isolamento.
Frequentemente la condizione di solitudine si viene a creare inconsciamente come metodo di denuncia nei confronti di una società speculatrice e perbenista, che "schiaccia", i più deboli.
L’ansia della solitudine credo che l’abbiamo provata tutti e per superarla bisogna credere profondamente in se stessi perché finché una persona non ha imparato ad accettarsi per quella che è e a volersi bene, non riuscirà mai ad intrattenere rapporti con chi la circonda.
In conclusione, penso che la solitudine non sia né una "scelta consapevole" né una "condizione obbligata", ma piuttosto un "meccanismo" che tutti quanti possiedono, il quale inizia a funzionare soprattutto nelle persone più deboli e sensibili "oppresse" da un mondo menefreghista ed indifferente.

Sonia Gigli – Toschi – Classe III A Arch. Mich.l – 17 anni

2.2  SOLITAMENTE NON MI TROVO DA SOLA

Solitamente non mi trovo da sola, perché ho tanti amici soprattutto a scuola; anche a casa ci sono: i miei genitori e le mie due sorelle. In questo periodo però mi sento sola, perché la mia migliore amica ha trovato un ragazzo e io mi sento trascurata da lei; spesso soffro per questo, ma sono felice per lei perché ha trovato qualcuno che le vuole bene.
Quando penso a questo un po’ mi rattristo, ma spero che un giorno quello che è accaduto alla mia amica succeda anche a me.
Ora è solo questo pensiero che mi rende sola e infelice, perché di solito non sono sola come ho già detto, e non mi sento neanche sola. Sono certa che la solitudine non è una bella cosa, rende tristi, fa pensare che nessuno più ti voglia bene; a volte, però si cerca un momento per rimanere da soli e per riflettere.

Micky Colacino – Istituto Toschi – classe III arch. – 17 anni

2.3  STARE SOLI

Stare soli. Si può stare soli per scelta o per costrizione, per orgoglio o per disperazione, o persino per punizione, per castigo; ma cos’è la solitudine?
Uno stato temporaneo, uno stato d’intimità tra sé e sé, uno stato odioso o piacevole, uno stato abituale, talvolta indispensabile. E c’è differenza tra lo stare soli e lo stare con se stessi? Si può essere in mezzo a tanta gente e sentirsi ugualmente soli con se stessi, oppure essere soli negando se stessi… in una stanza, in una strada, nella mente sgombra dalla visione degli altri, che sono "di troppo".
Ognuno di noi convive quotidianamente con la solitudine, nei modi e nei momenti più svariati e ognuno la odia o la ama, avendo una propria opinione su di lei, lei personificata.
Sono infiniti i momenti in cui si ha bisogno di lei, da quando si è tristi a quando si ha il desiderio di guardare la propria anima, il proprio essere… e altrettanto innumerevoli sono i momenti in cui l’isolamento diventa condizione obbligata a cui non si trova alternativa, solo un modo per deviarla. Quando si è soli si può scegliere di pensare o non pensare e cosa pensare, di fare o non fare e cosa fare; di parlare o non parlare e di cosa parlare, ma si è soli: si pensa, si fa, si parla da soli e spesso troppa solitudine diviene avvilente, deprimente, estenuante. E lo stesso è la collettività: è utile un confronto con gli altri in ogni campo, l’uomo vive grazie al sostengo, all’aiuto, al rapporto, alla competizione con gli altri e la sua opera è importante per qualcun altro, ma spesso è proprio da questo che vuole fuggire, disertare, nascondersi, per ottenere pace, calma, tregua.
Non so cosa sia meglio, se stare con l’altro o con me; certo è che io capisco quel che capisco, imparo quel che imparo, dico quel dico perché c’è un altro che mi insegna, mi ascolta… e senza la voce degli altri non ci sarebbe la mia, non ci sarebbe mondo.

Adriana Torelli – Istituto Toschi – Classe III A Arch. Mich. – 16 anni.

2.4  LA SOLITUDINE

La solitudine è un tema a cui si possono affiancare molte ragioni per far sì che si manifesti. Essa può essere una scelta della persona o un obbligo.
La scelta di stare soli il più delle volte è consapevole all’individuo e la si fa per motivi personali o causati da qualcuno, per esempio il non essere accettati per quello che si è, o perché ci si veste in modo "diverso" o perché si ha un’economia bassa. La comunità pertanto ti mette davanti a una scelta che molte volte non la si condivide, ma la si accetta. Ci si chiude in se stessi, cercando di capire un perché e ci si isola da tutti e da tutto.
La solitudine diventa un obbligo familiare e sociale. Molti sono i genitori che non ascoltano i figli, ma li considerano essere totalmente inferiori, come se non potessero avere sentimenti o opinioni varie. In questo modo un ragazzo/a non parla, si isola da quello che lo circonda perché pensa di essere "diverso".
La stessa cosa può succedere nella società. All’interno della classe c’è sempre un alunno più bravo degli altri, e si fa di questo una persona da evitare e isolare dagli altri. Lo si prende in giro e gli si sparla dietro, gli si trova il più assurdo errore.
Sono tante cose che messe insieme formano la solitudine, soprattutto se si ha un carattere fragile che porta all’isolamento, oppure fa le stesse cose che fanno gli altri per farsi accettare.
La solitudine è diventata da tempo una fascia della vita che tutti prima o poi affrontano. Bisogna viverla giorno dopo giorno senza lasciarsi andare ma lottando per il tuo ideale di persona e pensare che c’è sempre qualcuno che ti accetta per quello che sei.

Federica Bettin – Istituto Toschi – classe III A mecc. Arch.

2.5  LA SOLITUDINE E' UNO STATO D'ANIMO

La solitudine è uno stato d’animo che affligge molte persone, la cui conseguenza è l’isolarsi e rinchiudersi in se stessi non comunicando il disagio ad integrasi nella società.
Fortunatamente esistono molti volontari che lavorano in centri o gruppi specializzati (anche parrocchiali) che aiutano queste persone in difficoltà.
La solitudine è soprattutto diffusa molto tra gli adolescenti che tendono ad isolarsi, parlando poco dei problemi che li affliggono, tipo: scarso interesse per lo studio, insoddisfazioni e delusioni amorose.
A volte basterebbe provare a dialogare di più con i genitori sperando di essere compresi e aiutati.
La solitudine è anche dovuta ad alcune condizioni familiari: molti ragazzi e ragazze, anche di età relativamente piccola, sono costrette alla solitudine perché i genitori non si curano molto di loro.
La scelta di stare da soli si presenta anche come un modo per vivere la propria intimità senza interferenze e senza varie preoccupazioni.
Anche nei gruppi di amici si può presentare la solitudine e questo si verifica quando non si è accettati dal gruppo, sia per motivi che riguardano il carattere della persona, sia per motivi riguardanti il modo di vestire o la musica che si ascolta.
Anche nella scuola si può incontrare la solitudine, questo quando non si è propriamente degli "assi" nello studio, così una persona si può scoraggiare e chiudersi conseguentemente in se stesso.
C’è un periodo nella vita, soprattutto nell’adolescenza, in cui i ragazzi e le ragazze attraversano uno stato di insofferenza costante verso tutto e tutti e ciò li porta a chiudersi e a non volere o cercare consigli e aiuti da nessuno.

Isotta Amoretti – Istituto Toschi – classe III arch. mich. – 17 anni

2.6  QUANDO STO DA SOLA E' PER MIA SCELTA

Personalmente, quando sto da sola è per mia scelta, non è la spiacevole conseguenza dell’esclusione dagli amici.
Credo che sia molto importante trovare del tempo da trascorrere con se stessi. Quando sto da sola riesco a valutare il modo in cui mi comporto con gli altri, le scelte che faccio, cerco di capire quello che sento veramente, quello che voglio.
A volte, scende qualche lacrima, perché è duro ammettere che non riesco ad ottenere quello che provo a conquistare… Ma di solito cerco di non pensarci, e tendo a nascondere i motivi delle mie preoccupazioni.
Quando sono sola, però le delusioni e i problemi tornano a galla, e fare finta di niente è troppo difficile.
Decidendo di stare da soli, ci si guarda dentro, cercando di capire le difficoltà e affrontandole, ci si sente più forti, e ci si conosce sempre di più.

Fleb – Istituto Toschi – classe III A arch. mich. – 16 anni

2.7   SE PENSO ALLA PAROLA SOLITUDINE

Se penso alla parola Solitudine non mi vengono in mente delle cose belle. Solitudine è quando sei sdraiata nel letto e ascolti gli Smaskin Pumpkins e guardi le ombre sulle pareti e dalla gola ti sale la pura che non sia cambiato nulla; la tua immagine che cammina per strada e la gente, le parole ti scorrono addosso, senza mai rimanere, senza riuscire ad arrivare in posto strano che hai dentro, dove riusciresti a sentire qualcosa. Oppure è quando torni a casa in autobus alle sette e mezza di sera, e guardi la tua faccia tutta ombrosa riflessa nel finestrino e non vedi gli occhi! E ti sembra quasi che sia una vita che sogni, cioè dormi sognando di vivere e ti ripeti di pensare a qualcosa di bello, e chiudi gli occhi, e non sai da che parte cominciare.
Solitudine è non riuscire a ricambiare uno sguardo. Bisognerebbe davvero tanto trovare un altro nome che parli di quando ti sdrai sul tappeto della tua stanza con la testa appena sotto la finestra, in modo da vedere solo cielo, e pensi a un sacco di cose, belle e anche brutte, e anche un sacco di cazzate, e alla fine ti trovi a ridere come una deficiente, e sai che sei quasi felice, e che quel quasi non ha nessuna importanza. Una parola per tutte le volte che ti metti davanti allo specchio ed è come se riconoscessi ogni volta una persona con cui stai bene. O la mattina, se ti sei svegliata abbastanza presto e ti restano cinque minuti per sederti sul letto prima di uscire, e ascoltare qualunque cosa a caso che quella mattina ti becca bene a pensare a nulla.
Scendere dall’autobus e fumarti una sigaretta in pace, mentre cammini piano per dovunque devi andare. Le sigarette ora, soli, sono le migliori.
Un nome per lo stare da sola con te stessa che non ha paura di cercare…
Perfino quando sei fuori come un balcone, e non hai nulla da dimenticare o da rifiutare, ma lo sei semplicemente per galleggiare da sola nel bianco e nel calore…
Quando la notte vai a letto e ti addormenti serena scivolando piano nel sonno.
Ci sarà un nome per questo?

Nord – Istituto Toschi – 17 anni

2.8  STARE SOLI SCELTA CONSAPEVOLE O CONDIZIONE OBBLIGATA

Secondo me questo titolo è molto azzeccato in quanto capita spesso di essere soli senza volerlo oppure volere essere soli in modo volontario. Il problema è che molte volte quando si vuole stare in compagnia, ci si ritrova da soli e quando si vuole stare da soli ci si ritrova in compagnia.
Sicuramente la solitudine molte volte può essere deprimente, ma sicuramente sono per me di più le volte in cui stando da solo posso riflettere e fare i miei comodi e tutto ciò che preferisco fare da solo.
Io ho molti amici e molti interessi, e quindi mi ritrovo spesso assieme alle persone, ma molte volte non mi trovo con chi vorrei veramente stare, perché sono poche le volte in cui sto in compagnia con chi voglio.
Una cosa sicuramente molto brutta è essere escluso dal gruppo di amici in cui ci si trova, e questo perché ci si sente soli senza volerlo, ed è difficile lasciare una compagnia per cercarne un’altra. Anche quando trovi un altro gruppo, è difficile legare con loro in modo solido, ed è difficile trovare persone di cui ci si fida come dei fratelli.

Travis Pastrana – ITIS Parma – classe III A mecc. – 18 anni

2.9  RAGAZZI

Molti ragazzi della mia età pensano che sia meglio stare in compagnia piuttosto che stare in solitudine e vedono la scelta di passare un po’ di tempo con se stessi una scelta noiosa e sbagliata. Non tutti però la pensano allo stesso modo, per alcuni lo stare da soli è un momento di riflessione per isolarsi dagli altri, mentre per altri è solo un periodo in ci si rilassa senza doversi confrontare con i propri amici.
Si possono anche verificare casi in cui una persona è sola non per scelta sua ma della gente che la circonda che non la accetta.

Anonimo – ITIS Parma – classe III A mecc.

2.10  NON SONO D'ACCORDO 

Io non sono d’accordo con alcuni miei compagni che dicono che è spiacevole stare da soli. A me sinceramente piace di più stare in compagnia, ma ci sono momenti particolari in cui preferisco stare da solo. Questi momenti non sono tanti, però io gli do notevole importanza. Molte volte mi è capitato di recarmi nella mia stanza e chiudere la porta per stare da solo e riflettere; riflettere su quello che sta succedendo, su quello che ci circonda e soprattutto, se ci sono dei miei problemi. Io infatti, se ho dei problemi, preferisco cercare di risolverli da solo, senza l’aiuto degli altri, perché penso che nessuno meglio di me possa conoscermi.   

Anonimo – ITIS Parma – classe III A mecc.

2.11  STARE SOLI   

Secondo me stare soli è sia una scelta consapevole che una condizione obbligata.
Spesso si sceglie di stare da soli perché vi è bisogno di riflettere su una cosa; si sta da soli anche per capire i propri problemi o semplicemente per avere uno spazio libero.
Tutte queste sono delle scelte consapevoli.
Si sta da soli per condizione obbligata quando si è in punizione o per un motivo più grave che è quello dell’esclusione dal proprio gruppo.
Quando io decido di stare solo è per scelta consapevole e lo faccio soprattutto per pensare ai problemi che magari ho avuto in una giornata.
Se invece mi metto a riflettere insieme agli altri, forse non riseco a capire bene i miei problemi, proprio perché quando si è tranquilli e soli i problemi possono venire a galla più facilmente.

Anonimo – ITIS Parma – classe III A mecc.

 

2.12  LA SOLITUDINE COME SCOPERTA DEL NOSTRO IO

La solitudine, anche se usualmente questa parola viene usata con un tono dispregiativo, svolge una importante funzione di scoperta delle proprie varie sfaccettature del carattere che possano essere ancora sommerse nel mare del nostro io.
Lo stare insieme, o in gruppo, svolge sicuramente un ruolo fondamentale nel relazionarsi con gli altri, ma soprattutto in un gruppo in cui sono presenti dei caratteri forti e autoritari, la propria individualità può essere assorbita, confusa con quella collettiva così forte e decisa.

Anonimo – ITIS Parma – classe III A mecc.

2.13  PER ME

Per me la solitudine è: stare da soli, io la mamma papà la nonna perché con loro mi trovo bene e poi non mi sento sola.
A me la cosa che mi dà fastidio è quando papà e mamma si mettono a litigare e questa cosa mi dà fastidio invece la nonna è sempre gentile molto e anche a volte affettuosa.

Francesca - Scuola Bottega

2.14  LA SOLITUDINE 

La solitudine è anche stare in camera circondata da tutte le cose che fanno parte di me e della mia storia, e fare qualcosa che mi piace, da non condividere con nessuno. Fare qualcosa per se stessi che pochi, forse nessuno, potrebbero capire e parteciparvi.
Avere davanti un foglio bianco e dovervi scrivere qualcosa senza alcun aiuto.
Suonare una melodia o crearne una propria.
Essere in un luogo pieno di gente e non condividere niente con esse, sentirsi a disagio.
Quando si è tristi.
Riuscire ad avere un momento per sé dove poter fare ciò che si vuole, anche senza finire. Avere un momento di silenzio per ascoltarsi.
Non riuscire a comunicare e a farsi capire.
Osservare la natura, un grande prato per esempio, e sentirsene parte.
Camminare nelle vie di un’altra città.
Nuotare sott’acqua ed osservare i pesci fotografandoli, prendere il sole in spiaggia.

Pantalea - Scuola di danza Era Acquario

 

 2.15  PENSO

Appena penso alla parola “solitudine” do a questa un’eccezione negativa. Per me la solitudine è sofferenza, pianto, non sentirsi amata ma al contrario esclusa. E’ il dover essere sola ad affrontare i problemi, le difficoltà, a dover lottare per guadagnarmi una vita piena di emozioni, gioie, sentimenti dei quali non dovrò pentirmi mai e dei quali conserverò sempre uno splendido ricordo. Solitudine è sentirmi diversa dagli altri, non normale in base a come è la massa, è il sentire il cuore che si spezza con un gran rumore che però, oltre a me, nessuno ode. Essere sola è non aver nessuno che mi porga una mano in aiuto, o che semplicemente mi tenga in considerazione soprattutto in senso positivo ma avere un senso negativo: la solitudine è brutta!
A pensarci bene però ci sono dei momenti di solitudine durante i quali sto bene: come stare accoccolata tra i cuscini e piumoni del mio “nenè” (letto) al calduccio, oppure quando mi faccio una bella doccia bollente e ci siamo solo io e l’acqua che mi scalda e nient’altro.
Oppure quando sono in cucina da sola con davanti la mia tazza di latte e tanti biscotti diversi e non c’è nessuno che mi dice se ciò è giusto o sbagliato.
Non so bene il perché comunque anche questi momenti positivi di solitudine non riesco a godermeli fino in fondo forse perché il fatto di stare pensando solo a me stessa senza interagire con nessuna persona lo reputo negativo, non costruttivo, non interessante, divertente ecc…
Ovviamente, razionalmente, so che non è così…

Serena -   Scuola di danza Era Acquario

2.16  UN MOMENTO IN CUI PUOI FERMARTI

La solitudine è uno di quei momenti in cui puoi fermarti a riflettere su te stesso, sugli altri, su qualsiasi cosa tu voglia.
E’ importante fermarsi per prendere respiro, riflettere ed avere più forza ad andare avanti.
La solitudine può essere un buon rifugio per poter parlare con se stessi e capirsi, per nasconderti dalle cose che ti fanno paura o che ti feriscono.
E’ un nostro spazio che non bisogna perdere…è come quando cammini e sei stanco e allora decidi di fermarti per riposarti, rinfrescarti, rigenerarti e riflettere sul resto del cammino che ancora ti aspetta.
Può anche essere un posto terribile dove l’ansia di essere sola e di rimanere sola ti assale per poi divorarti; per potere assaporare i dolci benefici della solitudine bisogna affrontarla quando sei felice e ti senti di poter stare sola con te stessa perché ti fa stare bene…TI SENTI IN PACE CON TE STESSA.

Giulia - Scuola di Danza Era Acquario

2.17  LA COSA PIU' BRUTTA

La solitudine è la cosa più brutta, è un elemento che ti sa far male, ma che nello stesso tempo ti fa riflettere sulla tua vita, i tuoi sentimenti, i tuoi problemi familiari ecc… La solitudine ti può portare a una vita insensata, con momenti di depressione e confusione, non sai quello che vuoi e come lo vuoi.
Più volte mi è capitato di essere sola, ma so che non mi devo buttare giù col morale, so di avere amici, il mio ragazzo, parenti che mi vogliono bene, quindi non serve a niente deprimersi. Con gli altri la solitudine può cambiare, puoi stare appartato ma non sarai mai veramente da solo. Questa è la mia considerazione che ho provato di persona due anni fa, ma che con l’aiuto di amici sono riuscita a capire quello che voglio dalla VITA!!!

Fede Betta – Istituto Toschi – classe III A arch. – 16 anni

2.18  NON MI PIACE STARE SOLA

Non mi piace stare da sola, quindi per me la solitudine è molto brutta!
In genere sto da sole so lo voglio io non perché lo decidono gli altri, è deprimente vivere soli senza potersi fidare di nessuno, io ho bisogno di qualcuno che mi capisca.
Stare insieme agli altri mi riempie di gioia e voglia di fare, mi piace confidarmi e confrontarmi con qualcuno. E avere una persona alla quale voglio bene e mi vuole bene, senza amici non saprei come fare, sono una cosa essenziale insieme ai miei genitori, con i quali ho un rapporto abbastanza aperto e quindi ci sto bene anche se spesso litighiamo.

Luna – Istituto Toschi – classe III A arch. – 16 anni

2.19  RIFLESSIONE

La mia è soltanto una riflessione che mi pongo spesso. Io sono stata molte volte in solitudine e forse questo è un lato negativo, ma fa parte del mio carattere.
Lo stare con gli altri, per me è sempre stato un grande problema, cercavo di mostrare me stessa come mi volevano gli altri. Quando ho scoperto che la mia vera persona non era quella, allora mi sono guardata dentro e ho trovato una persona sensibile, abbastanza introversa, ma nello stesso tempo molto socievole.
Ho una grande voglia di conoscere nuove persone. Quindi, per me la solitudine e lo stare insieme sono due cose apparentemente diverse, ma in fondo molto simili.

Laura Montali - Istituto Toschi – classe III B – 17 anni

2.20  CAPITA

Capita che tutto non basta e abbiamo voglia di star soli! Alcune volte siamo insoddisfatti di come sono andate le cose e non ci sentiamo di parlarne con nessuno, ma vogliamo star soli e riflettere su quel che è successo.
Capita che non riusciamo a vedere in nessuno un vero amico e allora preferiamo star soli.
Capita che nessuno ci vuole perché ci vedono come degli sfigati e allora ci isolano.
Capita che non siamo capaci di farci degli amici sono davvero tanti i motivi che ci inducono a star soli! La solitudine alcune volte può essere benefica, ma non sempre!
Sto con gli altri perché non mi piace star sempre solo ho bisogno di confrontarmi con gli altri e capire se davvero sono la persona che ho sempre sognato di essere in quei momenti di solitudine dove riflettevo su cosa volevo essere!

Davide Manuli - ITIS di Parma - Classe IV A Mec. - 18 anni  

2.21  A VOLTE

A volte ci si sente soli anche se si è in mezzo agli altri…è come se si fosse in mezzo al mare e tu stai annegando, gli altri ti sono intorno e qualcuno capisce che c’è qualcosa che non va, ti tende la mano, ti vuole aiutare…ma tu sei bloccato e non riesci a farti salvare…
…per fortuna dopo poco arriva una persona come tutti gli altri ma con quel qualcosa in più…ed esci dai casini…
Stare con gli altri è puro divertimento (è sotto inteso che per altri non intendo i miei parenti…) mi viene in mente quando fai il “cretino” e canti “o sole mio” in mezzo agli inglesi che ti guardano male ma tu te ne freghi e li “insulti” tanto non ti capiscono…oppure quando stai per entrare ad un concerto e ripassi mentalmente le canzoni e sei agitata/to e troppo felice…hai voglia di urlare! AAHH…

Alessia Rossi - Istituto Paciolo V A IGEA - 18 anni

2.22  SOLITUDINE INTERIORE

Quella che sto provando adesso, è una solitudine interiore.
Mi è successo qualche tempo fa di isolarmi dalla mia compagnia di amici. Tra di noi stavamo bene, ci divertivamo e scherzavamo insieme… ma col passare del tempo non riuscivamo più a divertirci come prima, ma uscivamo comunque insieme.
Era uno stare insieme falso, però ognuno di noi sapeva che non sarebbe durato più a lungo. Ognuno agiva e pensava da solo e le “incomprensioni” erano alla portata del giorno. E così avvenne la rottura!! Purtroppo è successa la stessa cosa con la mia migliore amica e questa è stata la ferita più grande. Tante volte sento il bisogno di confidarmi con lei come facevamo prima…e mi manca tanto la sua presenza nella mia vita! Le emozioni che sto provando in questo periodo avrei voluto confrontare con lei e insieme parlare, ridere e farla far parte di noi 2…e di noi 2 solo. E’ questa la mia solitudine, anche se sono circondata da persone e da amici!!
SOLITUDINE INTESA COME PERDITA DI UNA AMICA DEL CUORE

Manuela O. - Istituto Paciolo - classe V - 18 anni

2.23  A VOLTE

Alcune volte confidiamo le nostre emozioni a gente che non sa ascoltare, che dei nostri segreti non ne fa un grande tesoro da custodire dentro allo scrigno dell’anima e allora ci capita di cercare la solitudine proprio quando se ne ha meno bisogno, spesso ci si chiude in se stessi e non si permette a nessuno di guardare dentro di noi, scansiamo le parole come se ne avessimo paura…paura di essere ancora feriti dai falsi amici, per questo non bisogna confondere lo stare con gli altri come divertimento e lo stare con gli altri che si chiamano “amici”.

Monica - Liceo Maria Luigia - classe II -15 anni

2.24 QUANDO SONO SOLA

Quando io sono sola a riflettere su ogni cosa, divento subito triste, perché “lo stare da sola a riflettere”, mi porta malinconia e solitudine, è per questo che col tempo ho sempre cercato di stare in compagnia con gli altri.
Con altre persone, mi sento a mio agio e con molti di loro mi confido su ogni mio “segreto” e su ogni cosa per me importante!
A volte sbaglio perché la mia smania di far sapere a tutti ciò che mi passa per la testa, spesso mi ha portato a commettere grossi sbagli!!!
Ma per me, tenermi dentro quello che penso è troppo difficile, devo confidarmi sempre e con più persone, di cui mi fido però!

Anonimo - Liceo Maria Luigia

2.25  LA SOLITUDINE

La solitudine a volte può essere molto utile oppure può intristire; lo stare con gli altri può risultare molto rilassante: è nella natura dell’essere umano però, cercare anche dei momenti durante i quali si pensa oppure si fanno progetti o così via. Stare soli serve; basta non “abusarne”. Non si può stare troppo soli, perché potrebbe rovinare i rapporti interpersonali.
Lo stare con gli altri è una parte fondamentale della vita di una persona, al pari di stare da soli. Stare con gli altri aiuta a dialogare, a stringere amicizie ed anche a confidarsi. E’ fonte di gioia, di collaborazione, rende felici.
Molte persone stanno sole: con qualcuno vicino forse si sentirebbero più felici e “leggeri”.

Matteo - Liceo Maria Luigia - classe I - 14 anni

2.26  UN MOMENTO

La solitudine per me rappresenta un momento di contatto con me stessa, di riflessione sia nei miei confronti, sia in quella degli altri, ed è anche un momento di libertà e di riposo.
Però prima di tutto questo, di questo contatto con me stessa, devo stare in compagnia, con gli altri, sennò se non ho contatto con altre persone non posso riflettere su quello che è accaduto, o cose varie.
A me, piace tantissimo stare in compagnia, però a volte devo evitare per colpa del mio pessimo carattere per non rischiare di rendermi antipatica agli altri.
Mi accorgo però che anche stando in compagnia mi sento sempre sola…

Carole Ruch - Liceo Maria Luigia - classe I - 15 anni

2.27 PRENDERE UN PO' DI TEMPO

Nel corso della vita di qualunque persona, può accadere che si voglia prendere un po’ di tempo solamente per se stessi. Questo “stato temporaneo di solitudine” non necessariamente deve avvenire nel periodo adolescenziale (anche se in questa circostanza è più frequente) spesso accade che un “bel giorno” ci si alza e si prova già fastidio nel pensare alla giornata che ci aspetta e di vedere sempre le solite facce. Si arriva addirittura a vedere quelle persone amiche, che fino al giorno prima si consideravano le migliori, come nemiche; e che tutto quello che facciano o dicano oppure del modo con cui ti guardano o parlano…tutto sia contro di noi.
La loro compagnia o vicinanza comincia ad essere esasperante e fastidiosa, tanto da chiuderci in noi stessi e non partecipare più ai lunghi discorsi o risate insieme. A poco, a poco ci si allontana sempre di più a queste persone, ma non ci si rende conto che anche loro si stanno piano, piano allontanando da noi, escludendoci da ogni loro iniziativa o divertimento e quando si esce da questa “temporanea situazione di solitudine” ci si ritrova da soli. Allora si che la cosa comincia a diventare preoccupante. Gli “amici” non hanno capito il nostro stato e ci hanno abbandonati. In quei giorni lontani da loro, sembra che siano successe un sacco di cose, delle quali noi non ne siamo ovviamente a conoscenza…e ci si allontana sempre di più dai loro discorsi, questa volta però, non per volontà nostra, per una nostra scelta, ma per una condizione obbligata.
A questo punto non ci rimane altro da fare che riconquistare la loro amicizia, ma molto raramente ciò avviene, e se accade, non sarà più come prima.

Manuela Onesti - Istituto Paciolo - Classe V A IGEA - 18 ANNI              

2.28  SOLITUDINE

La solitudine per me è stare in casa da sola e cantare una canzone, stare scalza per la casa, che nessuno mi senta. Certe volte quando sono in casa da sola … 
Mi piace girare per i negozi e guardare le vetrine dei ragazzi o i vestiti. Certe volte quando la solitudine è troppa cerco di trovare dei miei amici per parlare, per chiacchierare, o per girare insieme. Qualche volta quando sono sola in casa mi viene voglia di fare tante cose, per esempio fare i lavori di casa, disegnare, leggere, correre con il mio cane, ascoltare la musica, sedermi a guardare la TV senza che nessuno sia lì con me; oppure mi metto a scrivere sul diario poesie e lettere, insomma sto lì a pensare per scrivere qualcosa. 
Ma la cosa che mi piace di più sarebbe stare vicino alla radio e sentire la musica e ballare con la cuffia addosso. Mi piace molto e mi fa sentire bene perché è bello e ballabile. Quindi è bello stare da soli però allo stesso tempo ci vuole un po’ di compagnia perché la solitudine se c’è sempre fa male.

XXX ’83

 

3.1  ARRIVEDERCI E GRAZIE

Arrivederci e grazie. Grazie e arrivederci. A voi stabilire l’ordine delle due formule. Nel primo caso è la speranza a prevalere; la speranza che massacri come quello di Novi Ligure siano solo casi circoscritti. Nel secondo vince invece la rassegnazione e una certa amarezza; la rassegnazione davanti all’incredibile… Davanti alla pecorella che, come in un macabro gioco, ha sbranato il lupo.
Per una volta ancora dobbiamo accontentarci del peggio: un altro giorno un’altra morte, come se un’enorme televisione avesse inglobato questo nostro patetico mondo.
In questi giorni penso frequentemente al padre di Erika e lo vedo come un misero uomo che sta cercando il fondo di un bicchiere.
Tutta spazzatura, insomma… e pensare che questo avviene solo perché non c’è comunicazione tra ragazzi ed adulti.
Una famiglia uccisa per il troppo distacco è inammissibile nel ventesimo secolo: il secolo della comunicazione!
Penso che il demone carnivoro che chiamiamo "televisione" sia il responsabile di tanto orrore gratuito…
Ecco la mia domanda: "Il progresso tecnologico corrisponde al regresso spirituale?"
Ho portato l’esempio del massacro di Novi Ligure perché mi è sembrata la conseguenza più vistosa di una vita troppo scontata, una vita dettata dalla tecnologia e dal mostro con un occhio solo: internet.
Lo chiamo "mostro con un occhio solo" perché è forte ma non intelligente o per lo meno: non lo è ancora abbastanza. Il suo cervello fatto di dati non compete con la nostra anima… Semmai cerca di farlo ma con scarsi risultati.
I giovani crescono a pane e computer o a pane e soap-opera, parlano dettati da idoli irraggiungibili e si identificano nel "no future" (che letteralmente in italiano significa "senza futuro").
Non ci sarà domani se si continuerà a vivere attraverso gli stereotipi dei media, questo è sicuro, ma nessuno sembra preoccupato.
Intanto dilaga la violenza insensata: i giovani disprezzano gli adulti e ognuno si costruisce un muro personale e non permette agli altri di oltrepassarlo.
Sapete cosa significa questo? Le persone hanno bisogno di silenzio perché non ne conoscono più il giusto prezzo… Con l’avvento della tecnologia si è parlato troppo e troppo inutilmente.
Ora ci stupiamo se un bambino guardando un film poliziesco spara al padre per rivivere le gesta del suo eroe preferito o se un altro si butta dal quinto piano perché ha visto Peter Pan volare…
Volevamo più divertimento e abbiamo usato l’arma della "tecnologia" accecati dall’ignoranza.
Dobbiamo prepararci ad avvenimenti sempre più spiacevoli… Questo è il verdetto.
Oramai è tardi per fare retro-front; siamo corrotti dentro e viviamo dipendendo dal piccolo schermo.
Non ritengo di aver torto quando affermo che alla fin fine siamo in ugual modo predatori e prede sul confine traballante della ragione.
Rincorriamo sempre una novità e quando la raggiungiamo scopriamo che non ci piace. Siamo solo minuscoli esseri viziati; parliamo di riciclaggio, ibernazione, clonazione e di chi sa cos’altro ma non conosciamo noi stessi.
Siamo capaci di risolvere equazioni impossibili ma quando ci chiediamo chi è la persona riflessa nello specchio davanti a noi non siamo capaci di rispondere.
Come la natura ci insegna 3 x 0 = 3 e non 3 x 0 = 0… Se ho tre mele e le moltiplico per zero me ne rimarranno tre.
Questa affermazione ha l’intento di dimostrare quanto sia pilotata la nostra ragione, anche se lo teniamo ben nascosto proveniamo dal fango primordiale.
Le conseguenze che si stanno riversando contro di noi sono racchiuse nel paragrafo precedente: abbiamo cercato di innalzarci e visto che siamo solo pedine di passaggio non ci siamo riusciti. L’uomo è pur sempre un animale… Aveva dalla sua parte tante armi ma alla fine è riuscito a rovinarle!
La teoria che sta dietro ai fatti citati è la seguente: un passo avanti due indietro.
Grazie e arrivederci.

Massimo Veneri – Istituto Giordani – Classe II C .

3.2 LA SOLITUDINE

La solitudine è, oggi, molto diffusa tra gli adolescenti come conseguenza di un isolamento volontario o dovuto a determinati comportamenti assunti dagli altri.
Il primo caso evidenzia l’emarginazione consapevole della persona, che può derivare dalla paura o dalla stessa timidezza.
Lo stesso Pascoli trova rifugio nel "nido", simbolo della casa, degli affetti, così come mostra nella poesia "Nebbia" nella quale essa è vista come il simbolo della separazione tra il poeta e la realtà, la storia, la relazione con gli altri, la capacità di confrontarsi, di dialogare con gli altri.
Come già detto in precedenza, "gli altri" possono, attraverso l’indifferenza, divenire una delle cause dell’emarginazione: un esempio è rappresentato dal singolo che non accetta le scelte o gli atteggiamenti del gruppo che non prende in considerazione le sue proposte.
Non sempre, però, lo stare soli è sinonimo di negatività, a volte può aiutare a riflettere e, quindi, a crescere. Questo non significa che ci si debba isolare completamente perché è necessario lasciare spazio al confronto ed alla "fusione" con gli altri in modo da equilibrare solitudine e collettività.

Laura Bocchi – 18 anni –, Alessia De Crescenzo – 18 anni – Francesca Merighi – 19 anni – Istituto Giordani – classe V B tga

3.3  LA SOLITUDINE DEI GIOVANI D’OGGI

La solitudine dei giovani d’oggi, non è più solitudine in senso letterale, quindi della condizione di rimanere da soli in camera, ma è uno stato d’animo interno che, molto spesso, non si esteriorizza ma rimane nascosto nel proprio io.
Questo cambiamento, che ha portato ad un isolamento più psichico che fisico, è dovuto all’evoluzione della società che da un sistema rigido e autoritario, è passato ad un sistema più aperto e dinamico; tutto questo è da mettere in relazione con lo sviluppo di nuove tecnologie e nuovi modi di stare insieme.
Molto spesso, sono proprio i giovani che hanno tutto (e per tutto intendiamo: cellulare, vestiti firmati, computers, videogiochi, macchina…) che si sentono più soli proprio perché, avendo una famiglia non più "all’antica" ma moderna e permissiva, non hanno più aspirazioni a comportarsi educatamente per ottenere quel qualcosa che si desidera tanto. Spinti dalla necessità di far parte di un gruppo e di misurarsi con gli altri (rimane da fare solo questo!), i ragazzi d’oggi vivono una solitudine interna che non coincide più con l’escludersi dalla società, ma diventa piuttosto noia o, d’accordo con Eugenio Montale, un male di vivere che porta con sé la ricerca disperata di avere quello che non si ha, anche se non conforme ai buoni principi. Riagganciandomi ai fatti di cronaca quotidiana di questi giorni, l’esempio più eclatante è quello di Erica e Omar che, ancora adolescenti, hanno ucciso forse perché annoiati da una vita troppo per bene, la quale anche se li vedeva superimpegnati, non aveva tenuto conto della profonda solitudine che probabilmente avevano dentro.
In un mondo così frenetico e "tecnologico", non si ha tempo di rimanere soli, di restare a pensare qualche minuto in più sulla propria vita e sulle proprie aspirazioni, perché altrimenti si viene esclusi e si diventa "antichi".
E’ meglio la solitudine di ieri o quella di oggi?

Susanna Loffi – Toschi – Classe III A Arch. Michelangelo – 16 anni.


4.1  E' SUCCESSO

E’ successo all’inizio di quest’anno. Eravamo in compagnia a casa di un amico, stavamo cenando e alla fine. Dopo esserci preparati per andare via, ci siamo accorti che nel frattempo era nevicato tantissimo, nessuno aveva le catene per la macchina e in realtà tutti avevamo voglia di rimanere lì, passare una notte tutti insieme, E così abbiamo passato la notte tra pallate di neve e risate fino alle 2.00/3.00 quando, nonostante fossero passati a pulire la strada e si potesse tornare a casa, siamo rimasti li e siamo andati a dormire un po’. La mattina abbiamo messo a scaldare un pentolone di latte e ci siamo preparati i panini con la nutella e poi siamo tornati a casa, E’ stata un’esperienza bellissima, avere la possibilità di poter stare insieme così tanto tempo, preparare la colazione insieme sono stati momenti belli da poter condividere.

Pamela Copellotti - Istituto Paciolo - Classe V A IGEA - 18 anni