LA COMUNICAZIONE OGGI [di Gigio]
   IL SILENZIO [di Benedetta]
   NEL MONDO DI CAOS IN CUI VIVIAMO [di Cristina Iaschi]
   VENTUNESIMO SECOLO [anonimo]
   QUANTI MOMENTI DI SILENZIO? [di Luca Xulli]
   SI E' VISTO [anonimo]
   COMUNICARE CON GLI ALTRI [anonimo]
   ATTIMI DI SILENZIO NEL XXI SECOLO [di Elisa Gorrara]

    SCORRENDO [di Corbax]
    LABIRINTO [di Corbax]
    CONOSCENZA [di Corbax]
  

    IL SILENZIO DELLA TELEVISIONE AL POSTO DEL NOSTRO [di Elisa Mora]
    FORME DI COMUNICAZIONE INDIRETTA [di Giampaz]


LA COMUNICAZIONE OGGI

Oggigiorno la società occidentale vive immersa in un universo di immagini, miti e suoni. Continuamente create da “fabbriche di sogni” quali Hollywood, il cinema, le televisioni; queste forme di comunicazione bombardano ogni giorno tutte le persone con una comunicazione di bassa qualità, sia per la grande quantità di informazioni inutili che fornisce, sia per la scarsa attenzione che gli spettatori vi prestano proprio per questo motivo.
In questo contesto assordante sussistono però forme di comunicazione artistica, quali ad esempio il moderno teatro d’avanguardia, che volendo comunicare un messaggio oltre a perseguire un fine commerciale, cercano di emergere trovando un giusto equilibrio fra il parlato e il silenzio, l’azione e la riflessione.
Cercando di guidare lo spettatore in un percorso acculturante, queste forme artistiche pungolano l’uomo mostrandogli i pensieri dolorosi dell’autore e spingendolo, nei lunghi momenti di silenzio dell’opera, a riflettere profondamente sugli spunti dati.
In generale, comunque, qualunque uomo oggigiorno sente sempre di più il bisogno di valorizzare il silenzio, tralasciando per un momento le parole e cercando di trovare un che di razionale nel fluire caotico e solo apparentemente logico della frenetica vita moderna.

Gigio – Liceo Ulivi – classe III F – 16 anni

 

IL SILENZIO

Il silenzio: detto così può sembrare una parte noiosa della nostra vita ma pensando al mondo che ci circonda questo silenzio, considerato da molti una noia tremenda, è forse essenziale. In questo mondo soffocato dalle continue sollecitazioni dei mass media, della pubblicità e di conseguenza influenzato a certi modi di vita il silenzio diventa arma di pensiero e riflessione, un momento per ritrovare il nostro vero essere.

Benedetta dell'ITC Melloni - classe 3 B ERICA - 16 anni

NEL MONDO DI CAOS IN CUI VIVIAMO

Nel mondo di caos in cui viviamo oggi, le persone, prese da mille impegni e dal tempo che incalza, sembrano aver dimenticato l’importanza del silenzio.
Fiumi di parole che ci martellano quotidianamente le orecchie, spesso parole inutili, prive di significato, cose dette tanto per parlare.
La televisione ne è il primo esempio: tanti giri di parole per arrivare a dire cosa? Nulla di profondo o importante, nulla che ci possa arricchire così accade spesso anche a noi nel rapporto con gli altri. E la cosa più grave è che siamo talmente presi dal lavoro, dalla scuola, dai mille problemi che ci circondano e ci opprimono che non ce ne rendiamo nemmeno conto.
E’ qui che il silenzio assume un significato particolare, è qui che il silenzio ci permette di fare un viaggio dentro a noi stessi, di riflettere, di fermarci a fare una pausa come un punto alla fine di un capitolo di un libro che stai leggendo.
Silenzio inteso anche come grande emozione vissuta insieme ad una persona cara lasciando fuori tutto il resto del mondo perché a volte quello che c’è dietro a questo silenzio vale più di mille parole. Così tutto viene detto in silenzio perché l’emozione che è dietro a quello che vorremmo dire è troppo coinvolgente.

Cristina Iaschi dell'ITC MELLONI - classe 3B ERICA - 16 anni

VENTUNESIMO SECOLO

Ventunesimo secolo, il “multimedia” invade la terra!
Ma che cos’è questo “multimedia”? Tecnologie avanzata e che permettono di avere informazioni audiovisive a portata di mano, ma la cosa ancor più sconvolgente è che con un cellulare, un computer o un altro derivato HI-tech è possibile comunicare con altre persone indirettamente nascondendo la propria identità. Ma le vecchie chiacchierate tra amici e persone dove sono finite? Sono state sommerse dall’odierno mondo caotico dove per comunicare basta un tasto e la vita è sempre più esigente.
Le sensazioni e sentimenti sono stati messi da parte per quei momenti nei quali il ritmo frenetico della vita rallenta e ormai “stremati” dal caos l’unico modo per trasmettere questa sensazione non è più il parlare ma il silenzio insieme ad una serie di sguardi.

Anonimo del Liceo Ulivi

 

QUANTI MOMENTI DI SILENZIO?

Proviamo a fare mente locale: quanti momenti di silenzio ci concediamo ogni giorno?
Certo il silenzio… è inutile stare in silenzio, perché non ti giunge nessuna informazione: qualche momento di (finto) silenzio alla mattina quando nessuno ti parla, ma già si sente sulla strada il camion dei netturbini…pochi istanti alla sera prima di addormentarsi, quando si è troppo stanchi per sentire il brusio che non si è ancora spento.
In ogni caso c’è sempre una legge di mercato, che poi si più considerare valida in tutti gli ambienti: è la legge della domanda e dell’offerta. In pratica, quando un articolo è molto richiesto, meno ce n’è in giro e più costa…quanta richiesta di silenzio c’è in questa epoca, l’epoca della comunicazione, l’epoca dell’informazione e, insomma, l’epoca delle parole?
Personalmente penso che, adesso come adesso, ci sia una sorta di paura per il silenzio, forse perché richiama alla solitudine; ma anche con questo si spiega poco perché non sempre la solitudine è negativa.

Luca Xulli del Liceo ULIVI - classe 3F - 16 anni

SI E' VISTO

Recentemente si è visto come sempre più spesso il linguaggio dei giovani sia regolato e diretto da ciò che i mass-media impongono dettando mode, usi e costumi. L’interpretazione personale, l’utilizzo dell’immaginazione nel mediare nuove forme di comunicazione sono subordinate all’uso di sottocodici che hanno come unico fine quello di “apparire”, invece di “essere”. Il lessico dei giovani si sta progressivamente riducendo, arrivando a includere nuove forme abbreviate, neologismi e forse isterismi che si sostituiscono ai vocaboli tradizionali, conducendo tra l’altro a un impoverimento e a una catacresi della lingua italiana.
In questo contesto il silenzio può assumere un nuovo ruolo comunicativo, ma non più come diario del nuovo e del parlato, ma proprio come mezzo per comunicare sensazioni, sentimenti e suggestioni che la nostra lingua non è più accorta a descrivere (forse anche per incapacità di chi vuole comunicare). Anche se una soluzione radicale come l’eliminazione totale dell’elemento “parole”può sembrare inutile e forse controproducente per ovviare al problema dell’impoverimento linguistico, il silenzio potrà condurre anche alla ricerca di un nuovo modo di comunicare.
E poi a volte è meglio tacere che esprimersi in modo sbagliato: il silenzio può dire molto più di mille parole.

Anonimo del Liceo Ulivi

COMUNICARE CON GLI ALTRI

Comunicare con gli altri è una necessità dell’uomo, alla quale non può rinunciare.
Ma non è meno importante il silenzio, che  ci permette di comunicare con noi stessi per riflettere e ripensare agli avvenimenti che hanno segnato la nostra vita.
Soltanto così possiamo crearci una memoria che dia significato alla nostra vita, perché il presente è un attimo, il futuro è il mistero, e tutto ciò che ci rimane è il passato, che possiamo conservare solo se ne conserviamo il ricordo.
Il silenzio ci permette anche di pensare e trovare i significati degli avvenimenti, di creare quindi una coscienza di ciò che è la vita.

Anonimo dell'ITIS - 17 anni

ATTIMI DI SILENZIO NEL XXI SECOLO

Nella nostra società moderna, invasa da televisione, radio, Internet e telefonini cellulari, si tende sempre di più ad isolarsi dal mondo esterno soprattutto dalle amicizie.
Le scelte delle persone sono condizionate dalla pubblicità e le allegre chiacchierate tra amici sono sostituite da e-mail o SMS.
In una giornata ci sono pochi momenti di silenzio in cui si può pensare.
Spesso, con attimi di silenzio, si riflette su avvenimenti che accadono nel mondo, a volte molto spiacevoli.
Bisognerebbe spegnere la televisione, la radio e il computer qualche volta di più, per poter ragionare liberamente senza schemi prestabiliti che ci vengono “imposti” dai mezzi di comunicazione.

Elisa Gorrara del Paciolo - classe 3A IGEA - 16 anni

 

SCORRENDO

Parole scritte e rilette,
che ti portano a riflettere;
il tempo cambia e riflette
l’incapacità di esistere.

Guardare e non avere
cercare di capire
perché non si può riavere
tutto quello che quel maledetto
schermo ci ha fatto perdere
ci siamo fatti rapire

Andiamo, andiamo, andiamo,
scriviamo, scriviamo, scriviamo
tacciamo.

CORBAX del Liceo Ulivi - classe 3 F

LABIRINTO

Le parole stanno perdendo
un’epoca sta finendo
cosa sarà
tra poco tempo si saprà

Rifugiarsi in una tastiera
per cercare di evitare di scegliere una bandiera
è comune in questa primavera
di un nuovo millennio
in cui il silenzio è il padrone

Il regno è pronto,
sua maestà il silenzio
sarà presto incoronato.

CORBAX del Liceo Ulivi - classe 3 F

CONOSCENZA

Hai paura, non sai
se puoi
fare ciò che vuoi
ti aspetti
che qualcuno ti rispetti
se taci e
non ti comprometti.

Ma ciò che pensi
è un’illusione
frutto dell’abitudine
maledetta di tacere

Confusione di idee
che ti stringono
e non ti lasciano
ti senti perso?
Stai tacendo!

CORBAX del Liceo Ulivi - classe 3 F

IL SILENZIO DELLA TELEVISIONE AL POSTO DEL NOSTRO

Ed eccoci arrivati nel tanto tecnologico e moderno XXI secolo.
Abbiamo tanto desiderato e ancora ricerchiamo le comodità e il progresso per avere la vita facilitata, ma ci rendiamo conto di cosa sta succedendo? Ormai la televisione ci dice cosa pensare e il computer ci permette di fare tutto quello che vogliamo con un solo click! Comodo si, ma ognuno è sempre più chiuso dentro casa sua e le parole perdono sempre di più la loro importanza. Spesso si preferisce guardare la televisione per ore rintronandosi la testa piuttosto che fare una passeggiata o uscire con gli amici e avere degli utili e ormai un po’ trascurati rapporti umani!
Certo modernizzare la vita può essere utile, le comunicazioni si velocizzano, ma tutto questo non ci deve impedire di avere le nostre idee; ognuno è una persona diversa dalle altre e, per questo, particolare e unica.
La televisione con le pubblicità e i suoi ideali e schemi di bellezza ci influenza e ci condiziona nella vita di tutti i giorni diffondendo un determinato modo di pensare e parlare. Le chat, molto diffuse soprattutto tra i giovani, sono un modo divertente per fare nove conoscenze, ma bisogna sempre rendersi conto che questo non può sostituire le chiacchierate con gli amici o in famiglia. Il silenzio è un “bene” molto prezioso, ci aiuta a pensare. A riflettere su di noi, ma in un’epoca in cui da ogni parte ci vengono inculcati nella mente degli ideali spesso futili, sarebbe molto più importante del nostro silenzio quello dei mezzi di comunicazione e dei computer spesso usati in modo sconsiderato. In questo modo forse faremmo più attenzione al mondo intorno a noi e alle parole che diciamo o che ci vengono dette, imparando ad ascoltare, capire gli altri e magari anche crescere dando loro ascolto.

Elisa Mora dell’Istituto Paciolo – classe III A IGEA – 17 anni

FORME DI COMUNICAZIONE INDIRETTA

Tutta la nostra vita attuale è basata spesso su forme di comunicazione indiretta. Televisione e radio telefoni cellulari sempre più tecnologici, uniti al divario intergenerazionale contribuiscono a rendere la comunicazione diretta sempre più sporadica. Ma in una società in cui spesso la televisione e i computer sostituiscono spesso le Baby sitter, che ruolo assumono la parola e il silenzio?
Per quanto riguarda la parola tra i giovani, è diffusa la tendenza a diminuire progressivamente il patrimonio lessicale per utilizzare prevalentemente forme stereotipate, spesso senza conoscere il vero significato. L’interpretazione personale, il pensiero, sono ormai cose rare. Come può il silenzio assumere un valore in questo tipo di società? Una società in cui la comunicazione ha solo un valore di immediata utilità, in cui i giovani si esprimono solo con catacresi, neologismi, forme abbreviate e forestiere. Cosa ne penseranno di tutto ciò gli insegnanti di italiano? Ora il silenzio corrisponde alla mancanza di argomenti da esporre, il silenzio ha però tutte le sue caratterizzazioni (esprimere sensazioni per esempio).
Naturalmente questa visione pessimistica della società e delle forme di comunicazione non rappresenta la totalità dei casi, esistono infatti i molti ambienti in cui il linguaggio e il silenzio assumono ancora le loro caratteristiche originarie.

Giampaz del Liceo Ulivi - classe 3 F - 17 anni