Breve storia del Meeting, di Paolo
Cundo
L'iniziativa, ormai denominata Meeting con i giovani: le
mie domande non solo mie, è nata quasi per caso come conseguenza
dell'atteggiamento di ascolto, con cui gli operatori dello
"Spazio/Giovani" cercano di caratterizzare la loro attività.
L'occasione si è presentata nove anni fa, quando si pensò
di organizzare un convegno per approfondire i temi dell'adolescenza
e consolidare, nei rapporti con la città e le istituzioni,
l'esperienza del consultorio per adolescenti.
La nostra équipe, dopo anni di ricerche, riflessioni e aggiornamento
professionale, voleva cimentarsi in un confronto pubblico
per raccogliere suggerimenti, approfondire collaborazioni,
proporre progetti nell'ambito delle attività rivolte alla
promozione della salute e alla prevenzione del disagio.
Ci accorgemmo ben presto che nessuno di noi voleva imbarcarsi
nella programmazione di uno dei soliti convegni formali, celebrativi,
teorici, noiosissimi. E soprattutto ci rendemmo conto che
la qualità diversa del nostro lavoro doveva esprimersi anche
in questa circostanza: come dare ancora una volta la parola
i giovani per ascoltarli? Come sentire il loro parere rispetto
al nostro lavoro e al nostro servizio?
Stabilito l'argomento - "Come costruire uno spazio adulto
capace di ricevere le domande degli adolescenti" -, chiedemmo
la collaborazione di insegnanti e operatori culturali - coreografi,
danzatori, registi, musicisti, grafici, ecc. - perché aiutassero
gruppi di adolescenti a riflettere insieme sul tema, ad elaborarne
qualche aspetto attraverso le modalità che ogni gruppo avrebbe
scelto e a portarne l'esito al convegno.
Nell'organizzazione dei lavori emerse ben presto che i ragazzi
non volevano portare i loro lavori a un'assemblea di adulti:
erano molto più interessati a ritrovarsi con altri coetanei,
per confrontarsi e - perché no? - divertirsi con loro, nella
certezza che gli altri giovani avrebbero compreso meglio il
loro percorso e il loro prodotto.
Un fitto dialogo si è avviato tra Spazio/Giovani, Amministrazione
Comunale e Provinciale, Provveditorato agli Studi, Università,
il Teatro delle Briciole ed altre Compagnie di teatro e di
danza, singole scuole ed istituti: la sinergia di sforzi ha
promosso una rete di iniziative, che da allora si è progressivamente
dilatata con significative ricadute in altri settori di intervento
per l'adolescenza. Così quel convegno si è trasformato in
un meeting di giovani, il primo di una serie che, da allora,
grazie all'impegno di insegnanti e operatori, si replica ogni
anno verso la conclusione di ciascun anno scolastico. L'esperienza
è diventata oggetto di studio di sociologi e psicologi di
comunità e si è progressivamente consolidata, grazie anche
al sostegno decisivo di sponsor.
Il Meeting è la testimonianza di un percorso, in cui ai ragazzi
ogni anno si offre l'opportunità di
- fare ricerca su tematiche che riguardano
la loro salute fisica, psicologica, interpersonale e sociale;
- sperimentare un lavoro di gruppo che promuova
la capacità di relazione nel gruppo dei pari e nella collaborazione
con gli adulti;
- coniugare esperienze di studio e di ricerca
con esperienze che valorizzino la creatività e le forme
espressive tipiche del mondo adolescenziale;
- condividere gli esiti della ricerca con
altri giovani che tale ricerca non hanno svolto o hanno
sviluppato in modo diverso.
All'inizio di ciascun Anno Scolastico lo Spazio/Giovani
propone un tema e raccoglie le adesioni delle Scuole e delle
Agenzie interessate (Centri Studi, Scuole di Danza e Compagnie
Teatrali con una tradizione di lavoro con i ragazzi), che
vi lavorano dall'autunno alla primavera per portare gli esiti
al Convegno conclusivo di tre giornate, il Meeting, appunto.
Nell'organizzazione dei Gruppi di lavoro - di solito gruppo/classe
o interclasse -, mirati ad approfondire temi specifici rispetto
all'argomento del Meeting, gli adulti si impegnano nel ruolo
di facilitatori della ricerca e promotori delle attitudini
dei ragazzi, piuttosto che come conduttori dell'esperienza.
Il facilitatore, infatti, ha il compito di promuovere uno
spazio in cui i ragazzi possano confrontarsi tra loro, portando
ciascuno il proprio contributo - le risorse interne -, e al
tempo stesso deve segnalare i luoghi dove ottenere supporti
per la realizzazione dei progetti - le risorse esterne -.
Il contributo di ciascun Gruppo deve essere attinente al tema,
perché il Meeting non sia un semplice contenitore di proposte
eterogenee, ma occasione di confronto: e tuttavia si ritiene
fondamentale che l'argomento specifico da trattare e le modalità
con cui proporlo siano decisi dai ragazzi.
Gli insegnanti e gli operatori che aderiscono possono partecipare
al Corso d'aggiornamento, intitolato L'insegnante come facilitatore,
inserito nei Corsi previsti dal Piano Provinciale d'Aggiornamento
del Provveditorato agli Studi.
Tutto ciò ha significato uno sforzo singolare della sanità
pubblica nel rompere gli schemi consueti di intervento per
adattarsi a un'utenza inquieta e imprevedibile, qual è l'adolescenza:
vengono mobilitate le istituzioni e il territorio in un intervento
di rete per aprire uno spazio di riflessione e confronto,
in cui gli adolescenti, in collaborazione con gli adulti,
possono lavorare insieme sulle loro problematiche e promuovere
una metodologia di lavoro, in cui si facilita la libera espressione
di sé.
E' convinzione ormai consolidata che la prevenzione più efficace
consiste nella promozione della salute e che tale compito,
anche nell'attuale fase di crisi del Welfare State, resti
fondamentale per il Servizio Sanitario. A maggior ragione
la funzione preventiva deve essere assolta quando la personalità
è ancora in costruzione e il futuro ancora da realizzare,
come è il caso, appunto, dell'adolescenza.
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