401  

Il passante.

Si alzò e cominciò a correre e trovò per terra un pallone e cominciò a giocare con questo, ma dopo breve era stufo di questo gioco e iniziò a camminare in cerca di un compagno di gioco, ma dopo un’ora, un giorno, una settimana tornò alla caverna con le sue scarpe e il suo pallone, ma non era bello giocare da soli. Dopo un po’ tornarono a bussare aprì subito: era un passante; chiedeva ospitalità. Rimasero insieme tutto il giorno e quello seguente e quello dopo ancora sino alla fine delle loro vite: il 15.3.2030.

Jjfateddj - Classe III B 

 402  

Il volo.

Uomini. Si trovavano da qualche parte dove tutti vivevano insieme e collaboravano; era una comunità. E a destra, e dire che c’era a destra? Uno spazio immenso costellato da fiori, monti, fiumi. Era come se si trovasse nel bel mezzo ai due mondi diversi; l’uno popolato, e l’altro fantastico, quasi fiabesco nel quale regnava solamente la natura in tutti i suoi aspetti. Questi due mondi erano però collegati infatti ogni tanto qualche persona passeggiava in quel mondo fantastico, a volte ritornando nel mondo da cui era venuto, a volte no. Il nostro uomo non seppe scegliere quale direzione intraprendere e si tolse le scarpe.

Classe III B 

 403  

L’uomo della montagna solitaria.

Uno specchio nel quale vede un’immagine che non conosce; dallo specchio l’immagine esce e si tramuta in realtà: è una persona. L’uomo è contento e raccoglie un fiore e lo dona all’altra persona, l’altro lo prende per mano e insieme spiccano il volo. Sotto di loro il campo di fiori non finisce mai fino a quando ritornano sulla montagna e i due pur non capendosi tramite i gesti comunicano e si sentono estremamente felici.

Francesco - Classe III B 

 404

La mente umana.

Deserto, nubi, neve, vento gelido, un paesaggio spoglio e freddo. Lui era proprio nel mezzo di questi due diversi paesaggi. Stava per dirigersi verso la sua destra quando come un fulmine un pensiero gli affollò la mente di atroci dubbi. Dove andare, cosa fare, sono degno di vivere in un posto simile oppure devo passare la mia esistenza in questo deserto senza fine. Fino ad ora ho sempre vissuto bene, ho solo scritto di tutto quello che mi circondava; ho mai contribuito a rendere una vita migliore all’umanità? Senza nemmeno pensarci un attimo rispose: ma che cazzo di domande! Chi se ne frega. E si diresse verso destra, nel prato fiorito lasciandosi alle spalle quella merda di posto.

Classe III C

 405  

Le due calze rosse.

Altra erba e altri splendidi fiori, ma notò anche qualcosa di insolito: due strani oggetti che spuntavano dall’immenso mare verde. Il piccolo uomo incuriosito si avvicinò cautamente e iniziò a distinguere i due elementi estranei. Erano di color rosso e si muovevano timidamente. Egli avanzò ulteriormente e capì: erano due calze e naturalmente ricoprivano due piedi. Vi doveva essere quindi anche un uomo, probabilmente sdraiato sull’erba. L’omino però non ebbe il coraggio di verificare ciò e appena sentì un fruscio proveniente da dietro i piedi scappò. Riuscì dopo un lungo viaggio a ritornare nel suo buco. Si addormentò, ma nel mezzo della notte, si svegliò all’improvviso. Si alzò frettolosamente, prese il suo amato diario e ritornò nel prato. Vi erano ancora le due calze rosse. Posò li il diario e tornò a casa. Il mattino seguente qualcuno bussò alla porta. Aprì e sul suo volto spuntò un magnifico sorriso. Da quel giorno iniziò per lui una nuova vita.

Classe III C

 406  

Corsa verso un nuovo mondo.

Un piccolo fiumiciattolo e tanti alberi. Lo spavento lasciò cosi il posto alla felicità: si sentì improvvisamente felice, gioioso, gli venne voglia di correre e di saltare con le sue bellissime scarpe da tennis. E corse e corse finché giunse ad un piccolo boschetto dove uccelli colorati cinguettavano felici. Udì qualcuno che lo chiamava, si voltò, ma non c’era nessuno. Dopo poco saltò fuori da un cespuglio un piccolo essere, una specie di gnomo. Il piccolo uomo non si lasciò intimorire poiché in un luogo cosi bello pensò nessuno poteva spaventarlo o fargli del male. Lo gnomo lo condusse al suo villaggio chiamato “amicizia” dove tutti gli abitanti stavano felici insieme, chiacchieravano, si aiutavano, si scambiavano idee. Lo gnomo spiegò al piccolo uomo che le scarpe erano un suo dono: con esse sarebbe potuto correre via dal mondo buio e pieno di solitudine e raggiungere una nuova terra, fatta di amici e allegria.

Classe III C

 407  

L’origine di una specie.

In alto e in basso. Cos’erano mai quelle scarpe? Scarpe comuni? No, non riusciva proprio a capire. Ah si! Poteva essere cosi! Ma certo! Erano i calzari alati del dio mercurio. Ne aveva sentito parlare da piccolo, ma aveva sempre creduto che fosse una leggenda. Ad un tratto come per incantesimo gli venne una voglia irrefrenabile di girare il mondo, di conoscere tanta gente, lui che da moltissimo tempo se ne stava chiuso nella caverna. Purtroppo però era troppo piccolo ed una volta arrivato in città nemmeno lo vide. Si sentì sempre più solo, tanto che cadde in depressione. Decise perciò di bruciare le scarpe. Ma proprio mentre stava per accendere il rogo, qualcuno bussò alla porta. Questa volta però non si fece prendere dal panico. Aprì la porta e davanti a lui apparve una ragazza splendida. Fecero conoscenza e capirono di essere fatti l’uno per l’altro. Si sposarono e vissero felici e contenti nella caverna. Poi si trasferirono nel bosco e diedero origine alla stirpe dei puffi.

Classe III C

 408  

Il piccolo uomo e la grande dea.

Vide una piccola casa un po’ nascosta dagli alberi che sembrava quasi disabitata, ma racchiudeva in se qualcosa di magico e misterioso; ad un certo punto decise di dirigersi verso la casa e incuriosito decise di bussare. Continuò per 5 minuti ma nessuno rispose; però il piccolo uomo essendo molto incuriosito decise di entrare da una finestra a piano terra e appena entrò vide un piccolo divanetto su cui sedeva una bellissima piccola ragazza che sembrava una dea, che gli disse che era stata lei a regalargli le scarpe poiché provò pietà per lui sempre solo e triste. Gli spiegò che si trovava in un mondo dal quale non poteva tornare indietro e gli disse se era contento di vivere con lei per sempre e il piccolo uomo rimase con lei e non si sentì più triste e solo, ma ritrovò tutta la sua felicità…

Classe III C

 409  

Una giornata diversa.

Vide un meraviglioso cavallo bianco, non aveva mai visto un cavallo, ma voleva avvicinarsi, e cosi fece. Il cavallo inizialmente si discostò e l’uomo spaventato decise di tornarsene a casa, ma non sapeva dove si trovava, non sapeva cosa fare, era disperato, ma dopo qualche minuto il cavallo si avvicinò e si chinò, voleva portarlo con se, magari a casa. Dopo varie esitazioni l’uomo si decise e salì sul dorso del cavallo; si sentiva diverso, libero! Il cavallo improvvisamente iniziò a volare e portò l’uomo in posti straordinari, vide cose che non aveva mai visto e che neanche aveva mai sognato di vedere. Poi il cavallo si fermò in un grandissimo prato colorato dove vi erano tantissime persone. L’uomo scese da cavallo, ma non essendo abituato a stare con altra gente si mise in disparte. Una giovane, vedendolo tutto solo si avvicinò e gli disse che era stata lei a regalarle le scarpe; l’uomo la ringraziò di cuore e la donna le disse che poteva tornare in quel luogo magico quando voleva, bastava pensarlo. L’uomo allora tornò a casa e scrisse sul suo diario della bellissima giornata passata.

Classe III C

 410  

Divertimento

Un grande campo da calcio pieno zeppo di ragazzi che giocavano. Tutti erano contenti e si divertivano un mondo. Il piccolo uomo li guardava affascinato, scorgeva i loro sorrisi e la loro gioia che trapelava dagli occhi. C’era un tempo stupendo e il sole illuminava tutti i giocatori. Le altre persone guardavano la partita e facevano un gran tifo. (tra gli spettatori vi erano anche Molder e Scully che si godevano una giornata di riposo). Il piccolo uomo non sapeva cosa fare, si chiedeva chi gli avesse portato davanti alla sua casa quelle bellissime scarpe da tennis, ma dentro di se sentiva soprattutto la voglia di partecipare a quella grande festa. Cosi si fece coraggio e si avvicinò agli spettatori, chiese informazioni e conobbe un sacco di persone (anche Molder e Scully). Molti gli fecero i complimenti per le sue scarpe e lui si sentì finalmente felice. Alla fine non tornò più nella caverna e diventò un grande calciatore.

Classe III C

 411  

Le scarpe magiche.

E davanti a se vide un bel rifugio pieno di persone piccole come lui che ridevano e scherzavano davanti a una scatola che mostrava piccoli omini parlanti. Si avvicinò e cercò di socializzare con quelle persone che a prima vista gli ispiravano fiducia; scoprì che una si chiamava Samantah. Il nostro piccolo uomo si trovò bene con lei e dopo aver parlato per un po’ decisero insieme di andare a casa di lei perché conoscesse i suoi genitori. Una volta  a casa di lei il piccolo uomo si impressionò di fronte a esseri cosi grandi che non aveva mai visto, si spaventò cosi tanto che scappò e non si fece più vedere. Qualche tempo dopo le scarpe da tennis misteriosamente scomparvero perché lui aveva rifiutato l’opportunità di vivere in compagnia.

Classe III C

 412  

Le misteriose scarpe.

Tutto era bellissimo e molto inaspettato. L’uomo non credeva che potesse esistere un posto cosi allegro e pieno di vita. I colori dei fiori illuminavano il paesaggio e suscitavano tanta tranquillità e armonia. Tutto ad un tratto sentì un rumore provenire da poco lontano. Qualcosa si muoveva dietro ad un cespuglio. L’uomo era ancora spaventato perché credeva che se avesse fatto un solo passo avrebbe cominciato a volare. Ma questo non accadde; probabilmente le scarpe facevano si che l’uomo potesse andare nei luoghi da lui desiderati. Cosi si avvicinò furtivamente al cespuglio dietro il quale scorse un piccolo cagnolino. Era cosi adorabile che decise di portarlo con se ad esplorare il luogo sconosciuto. Poco più avanti qualcosa di straordinario lo attendeva. Un paesino abitato da tanti piccoli uomini come lui. Presto fece amicizia con molti di loro e si rese conto di quanto si sentiva solo nella montagna solitaria. E cosi sotto una fitta e soffice neve riuscì a capire quanto fosse stato fortunato a trovare le scarpe magiche.

Classe III C

 413  

Alla scoperta di un nuovo mondo.

Il suo spavento però si tramutò presto in sorpresa: cos'erano tutti quei colori intorno a lui che conosceva solo il buio del buco? Iniziò ad osservare tutte quelle nuove cose che lo circondavano, a fiutare incuriosito i fiori e ad esplorare quel nuovo mondo. Dov’era finito? E come fare a tornare a casa? Una certa inquietudine iniziava ad unirsi allo stupore: era abbandonato in un campo sconosciuto, non sapeva dove andare ne come tornare al suo buco. Riflettendo però capì che la sua solitudine era la stessa, qua o nella caverna. Allora mentre la luce iniziava ad illuminare la notte iniziò a camminare. Una pallida luce si rifletteva sulle sue scarpe che lo portavano alla scoperta di un nuovo mondo.

Classe III C

 414  

Ah… il tennis!

Vide uno sfigato coricato per terra che si fumava l’erba del prato, noncurante di essere visto da altri. L’omino non capisce cosa stava facendo il flippato e rimase un po’ sconvolto. Decise quindi di andare altrove. Fu poco più distante che intravide un fantastico campo da tennis, che ricollegò alle sue magnifiche scarpe. Trovò per caso una racchetta e tante palline e iniziò a tirare pallinate a destra e a manca come un pazzo, testando la comodità delle scarpe. Ma si stanca subito di giocare da solo e va a chiamare il flippato per andare a giocare con lui. E cosi spuntando dal nulla un’altra racchetta anche per lui, giocarono per sempre felici e contenti… passò per caso un aereo con uno striscione pubblicitario che diceva: attenzione ragazzi, la vita può essere meglio di cosi!

Puzzy - Classe III C

 415  

Mondo delle tue dimensioni.

Si trovava in un immenso prato verde dove c’erano tanti alberelli e tante casine, fatte apposta per omini di bassa statura. Era spaventato, ma nello stesso tempo contento. Chissà chi ci abitava?! Ad un certo punto uscì da una di quelle casine una ragazza molto piccola, ma carina, gli andò incontro sorridendo e gli disse: “benvenuto nel mondo degli gnomi”. Finalmente lui era contento: aveva trovato un mondo fatto apposta per lui.

Classe III C

 416  

Ritorno alle origini.

Vide una distesa di piccole case, proprio della sua misura. Era molto indeciso, ma alla fine facendosi coraggio optò di andare a sinistra. Le scarpe lo portarono velocemente in questa affollata città; l’omino iniziò a conoscere nuova gente, a farsi nuove amicizie e tante belle esperienze. Scoprì la vita insieme agli altri e con molte facilitazioni tecnologiche. Passarono alcuni anni e cominciò a sentire il bisogno di uscire da questo mondo costruito, pieno di problemi e di gente ormai condizionata da ciò che la circonda e con pochi valori. Per l’omino ormai era diventata una vita monotona e sola; allora decise di lasciare le sue scarpe ad un uomo che ne aveva più bisogno e anche perché gli ricordavano un mondo e una vita non sua e pian pianino ricominciò a incamminarsi verso la sua casa per ritornare alla sua vita che gli mancava tanto.

Classe III C

 417  

L’angelo perduto.

Il paesaggio era molto bello, ma affollato e quest’ultimo elemento lo terrorizzò e gli tolse sicurezza poiché c’era tanta gente con cui poteva parlare e confrontarsi. In verità egli non voleva confortarsi con nessuno perché non voleva affrontare il dolore che portava dentro di se da molto tempo provocato dalla solitudine, il dolore provocato da una persona che l’aveva accompagnato per una parte della sua vita e che ora lo aveva abbandonato. Preferiva non pensare al suo dolore e quell’uscire allo scoperto, riaprire un dialogo con le persone lo spaventava, egli non si sentiva pronto, gli sembrava di perdere il controllo della situazione, non voleva riaprire quell’antica ferita che l’aveva fatto stare tanto male. Quella persona era il suo angelo che gli aveva promesso che non l’avrebbe abbandonato mai e invece l’aveva fatto e senza un perché. Cosi decise di ritornare nel suo  buco, dopo essersi tolto le magiche scarpe e non affrontare il suo dolore, con la consapevolezza che il suo angelo era volato via e non sarebbe mai più ritornato.

Giorgia - Classe III C

 418  

La solitudine ha il sapore delle nuvole.

C’era una strada di cui non si poteva arrivare alla fine ad occhio nudo, “finiva” entrando in una montagna. Quella montagna non faceva vedere il suo volto, una nube nera e cattiva lo copriva e cosi nessuno ne conosceva nemmeno il suo nome. Quell’omino viveva cosi bene in quel mondo alla sua destra, ma ogni tanto era cosi solo che chiedeva al sole di cantare insieme a lui. Un giorno questo lo ascoltò e per aiutarlo gli disse che doveva superare quella grande montagna e tante difficoltà, tante cattiverie… ma poteva anche decidere di continuare a vivere in quel paradiso terrestre senza alcuna sofferenza o dolore, ma in compagnia della solitudine. Quel piccolo uomo preferì vivere momenti difficili e patire sofferenze per superare quella montagna cattiva, ma poi incontrò tanta tanta gioia, infinito amore, felicità… e tutti questi straordinari sentimenti poteva condividergli con altri piccoli omini.

Classe III C

 419  

Viaggio nell’immaginazione.

Un lago, un laghetto di montagna, con tante paperette e animali. Fece per avvicinarsi al laghetto, ma si ritrovò di nuovo a volare e scoprì che agitando i piedi poteva volare come un vero e proprio uccellino. Era sempre stato il suo sogno, poter volare, osservare tutto il paesaggio tutto dall’alto, senza essere notato. Cosi passò giorni e giorni a vagare instancabilmente nel cielo azzurrino, potendo visitare tutti i luoghi che prima aveva solo potuto immaginare e dei quali aveva solamente sentito parlare. Dopo alcuni giorni però si sentì invaso da uno strano senso di nostalgia, nostalgia di casa. Cosi tornò ala sua casetta nel buco della montagna, scoprendo che non c’era nessun posto migliore della sua casetta.

Classe III C

 420  

Supernano vs. superman.

Vide delle altre persone più grandi di lui. Quando lo videro si spaventarono e scapparono via, sentendosi escluso, da prima volle tornare sulla montagna, poi decise di vendicarsi usando i suoi superpoteri. Iniziò a seminare il terrore in molte città finché non arrivò superman e i due iniziarono a combattere. Durante il combattimento si slacciarono le scarpe del nano che cadde e morì. Ricordatevi la solitudine può portare alla pazzia e alla morte.

Classe III C

 421  

L’omino della caverna.

Si alzò stordito e dopo aver camminato per un po’ di metri ritrovò di fronte ad uno stagno. Si specchiò, era bellissimo, alto con due occhi verdi che somigliavano a due smeraldi, un sorriso candido come l’aurora. Si svegliò purtroppo di soprassalto e si rese conto di aver solo sognato. Si alzò, andò verso il bagno e dopo essersi specchiato constatò di essere brutto come sempre.

July - Classe III C

 422  

I cani e l’altro mondo.

Un piccolo cane con un lecca-lecca in bocca. Il piccolo uomo pensò che dovesse essere di un bambino, quindi si avvicinò cautamente alla bestia per toglierglielo di bocca; il cane si impaurì ed iniziò a correre via, il piccolo uomo lo inseguiva e cercava di seguirlo. Arrivò in un bosco e cosi non riuscì più a vedere il cane, pensando che fosse entrato decise di inoltrarsi per cercarlo. Era quasi buio quando il piccolo uomo scorse da lontano una piccola casa; era stanco ed affamato e decise perciò di bussare alla porta: gli venne ad aprire un cane grosso e vecchio con una pipa in bocca; l’omino prese paura, ma decise comunque di entrare. Diede un’occhiata in giro, capì di trovarsi in un mondo fantastico, solo quando vide altri tre cani adagiati su un divano, uno di essi aveva in bocca un lecca-lecca.

Classe III C

 423  

L’omino della caverna.

Erano le nuove e bellissime nike travelers che tutti volevano. Ma l’omino non le conosceva perché abitava in un buco isolato dal mondo. Non conosceva quindi nemmeno i poteri eccezionali di queste scarpe, le quali erano state create apposta per l’uomo più pigro del mondo; le nuove nike camminavano da sole! Cosi quando si chinò per terra iniziò a correre e correre senza mai fermarsi anche perché non faceva la minima fatica. Fu cosi che l’omino iniziò a viaggiare e a scoprire tutti quei fantastici luoghi che vivendo in una caverna non aveva mai visto.

Classe III C

 424  

Un nuovo amico.

Un piccolo cagnolino che correva velocemente e scodinzolava per la gioia e, davanti a lui vide una persona grande, molto più grande di lui che lo guardava e gli sorrideva. Il piccolo omino arrossì imbarazzato, e, con un filo di voce, disse: “ciao!” La bambina tutta con tanta cercò di prenderlo in mano per guardalo e parlargli meglio, ma impaurito l’omino scappò via. Si nascose dietro un fiore e lì rimase fino a quando il cagnolino lo trovò e iniziò ad abbaiare per richiamare l’attenzione della sua padroncina. Quella, con tanta dolcezza, gli si avvicinò e iniziò a parlargli, dicendogli che non voleva fargli del male e desiderava solo conoscerlo per avere un nuovo amico. Infatti quella bambina era sola, l’unico amico era il suo inseparabile cagnolino e il suo sogno più grande era avere tanti amici con cui confidarsi, giocare e trascorrere le giornate. Sentiva che poteva aiutare gli altri e voleva farlo. L’omino sentendo quelle parole capì, si diresse verso di lei e le disse: “ora non sei più sola, da oggi sarò il tuo inseparabile amico, non ti lascerò mai.” La bambina lo prese e lo strinse forte e, senza accorgersene, lasciò cadere una lacrima per la gioia.

Classe III C

 425

L’uomo solitudine.

Era confuso, spaventato, ma emozionato perché vedendosi finalmente parte di quel mondo che aveva visto solo da lontano sentì il bisogno, il desiderio irrefrenabile di conoscere il resto e soprattutto di conoscere le persone che vi vivevano. Purtroppo però venne profondamente deluso, perché scoprì che gli uomini si uccidono, si tradiscono, si fanno soffrire a vicenda. Si sentì più solo di quello che era prima, ma pensò che forse c’era qualcuno come lui che soffriva la solitudine. Per trovare quelle persone e comunicare con loro inventò la musica, il più bel mezzo di comunicazione del mondo. Non fu più solo e da piccolo che era divenne grande… grandissimo.

Matteo - Classe III C