251  

Una grande scoperta

Visto il potere di quelle scarpe decise di imparare ad usarle nel migliore dei modi, così partì per un lungo viaggio.
Durante il viaggio incontrò una famiglia che era molto triste perchè non riusciva a prendere i frutti che crescevano su un albero e che erano gli unici che avevano trovato.
Allora il piccolo uomo decise di aiutarli e con dei salti altissimi recuperò il maggior numero di frutti possibile, così la famiglia era di nuovo felice e lo invitarono a cena. Il piccolo uomo scoprì così una cosa nuova, che lui nella sua solitudine non aveva mai provato: l'amicizia. Il giorno seguente le scarpe erano sparite e l'uomo capì che erano un dono divino, tuttavia non era più solo come prima, ora aveva degli amici e con loro passò dei bellissimi giorni.

Classe I F

 252  

Paura del mondo?

Vedendo questo coloratissimo prato e annusando i fiori, comincia a saltellare da una parte all'altra, felicissimo poichè non aveva mai visto queste cose ed era rimasto nel suo buco nella montagna da molto tempo, per scrivere ciò che non avrebbe mai immaginato di vedere. Egli non voleva uscire poichè aveva paura del mondo esterno e preferiva immaginarle sul suo diario. Vedendo però quei prati, quei fiori, gli alberi e gli scoiattoli e gli uccellini sopra di essi si rese conto che non si poteva avere paura di queste cose. Egli si sentì felicissimo ma ad un tratto si fermò e si chiese chi potesse avergli donato quelle scarpe magiche. Egli cominciò a cercare qualcuno, ma non sapeva chi. Ad un tratto sentì una voce sopra di lui e vide un omino piccolino come lui. Questo omino scese dalla roccia su cui era seduto e si avvicinò camminando all'altro omino. Ci misero un po' a riconoscersi ma dopo qualche minuto si abbracciarono e si ricordarono di quei felici giorni in cui giocavano insieme felici. Erano grandi amici prima che uno dei due crescesse, si rendesse conto delle cattiverie del mondo e prima di finirci in mezzo, si rinchiuse a scrivere in una caverna. Ora, vedendo il suo amico d'infanzia capì che aveva fatto male e così andò con il suo amico alla ricerca del mondo e delle sue meraviglie.

Classe I F

 253

 Il viaggio dell'uomo solitario

Vide un grande fiume.
Decise di proseguire per questa via, costruendosi una barca. Dopo alcune ore di viaggio l'acqua divenne sempre più scura finchè il fiume non sfociò in un lago completamente nero. Intorno al lago sorgeva una  grande città avvolta dalla nebbia, con il cielo rosso con alti grattacieli . Migliaia di persone lavoravano senza parlarsi, altri discutevano animatamente giungendo sino a picchiarsi. L'uomo corse subito via da quella maledetta città; non smise di correre finchè non vide il cielo rischiararsi e diventare azzurro. Su una verde collina c'era un villaggio, con case colorate e parchi giochi e persone che si parlavano e si aiutavano. Il piccolo uomo così, vedendo le due facce del mondo, decise di tornare nella sua montagna e scrivere sul suo diario.  

Classe I F

 254  

L'omino

Aveva alcune fratture a causa della caduta ma era troppo curioso di sapere chi fosse stato il misterioso personaggio che aveva bussato alla sua porta un'attimo prima, e che gli aveva regalato quelle strane scarpe da tennis che lo avevano fatto decollare come un aereoplano. Aveva fatto un bel ruzzolone giù per la montagna; e ora si trovava in questa brughiera circondato da questi fiori e da quell'aria di primavera. Si incamminò lungo la piccola valle seguendo attentamente le orme del forestiero. Qui lo trovò: appoggiato ad un albero di mango mentre cercava il suo cavallo. Aveva paura ad avvicinarsi; era un uomo alto tre volte lui, con una scure tagliente appoggiato dietro la schiena,sguardo infuocato e vestiti rossi di pelle di capre selvatiche. Sembrava impossibile che un personaggio del genere gli avesse regalato le prodigiose scarpe; era deluso e voleva tornare a casa. Ma l'orco dallo "sguardo infuocato" lo guardò e gli disse: "Che cosa cerchi?" e lui gli rispose "La felicità, l'amicizia e l'altezza." Detto questo il terribile orco lo distese in un letto e lo tirò finchè non fu diventato come lui, dopo tirò via le parti in eccesso tagliandole con la scure. "Solo ora potremo essere amici" disse.

Classe I F

 255  

 Il piccolo uomo e la bambina

Vide una grande casa, molto grande da dove uscì una bambina. La bambina guardò il piccolo uomo e gli si avvicinò. Il piccolo uomo, siccome era molto tempo che non parlava con qualcuno, era molto intimidito e tremava come una foglia. La bambina capì le paure del piccolo uomo, cercò di tranquillizzarlo dicendogli il suo nome e invitandolo ad entrare nella grande casa; il piccolo uomo però non riusciva a rispondere anche se sarebbe voluto andare con la bimba nella casa. Allora la bambina lo prese per mano e lo fece entrare nella grande casa: c'erano tanti giochi e tanti tanti tanti bambini che venivano da tutto il mondo. Tutti fecero una grande festa al piccolo uomo che da quel giorno non tornò più nella montagna dove c'era il suo piccolo buco perchè così capì che LA VITA VISSUTA IN SOLITUDINE NON HA SENSO.

Classe I F

 256

L'ultimo uomo (quando solo un uomo può salvare la terra)

Non aveva mai visto tanta bellezza, e così, piano piano si accorse che il mondo fuori  dal buco incominciava a piacergli, e roteò cantando felice, fino a che non giunse nei  pressi di un villaggio. Cercò a lungo qualcuno con cui parlare, ma non trovò altro che desolazione. Si accorse infine di alcune piccole impronte. Così le seguì e si trovò di fronte a un magazzino. Aprì le porte e vide l'orribile scena dei corpi straziati degli abitanti del villaggio. Ad un tratto, vide gli artefici di tutta questa strage: erano piccoli esseri, verde scuro, con occhi fiammeggianti e dalla prestanza di cacciatori; appena lo videro cominciarono a inseguirlo: lui corse verso la capitale, la città principale: la vide fumante. Si fermò dopo aver seminato gli esserini, davanti alle porte della città, entrò; e non vide altro che distruzione e solitudine. Non c'era anima viva; solo dopo comprese che erano stati tutti rapiti o uccisi da quegli esseri brutali. Riflettè, e capì, per una volta nella sua vita, che aveva sbagliato sempre, che aveva avuto sempre torto: se fosse rimasto con i suoi compagni, forse, si sarebbero salvati. Poi, comprese che le scarpe avevano un significato particolare: lui era il prescelto, lui era l'uomo che doveva salvare la Terra, ma ancora una volta la solitudine aveva portato solo infelicità.

Classe I F

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 L'uomo della montagna

Vi erano tanti bambini che giocavano in un immenso parco, molto diverso dal suo piccolo buco. Seguendo una strada si ritrovò davanti un immensa città. "Che meraviglia" esclamò. All'ingresso c'era un comitato di benvenuto li ad aspettarlo. "Che meraviglia" esclamò ancora; vi erano molte persone amichevoli che socializzarono subito con lui. Il vecchio pensò "che bel posto questo". Egli però era frastornato da tutta quella confusione, non capiva più niente, e decise di tornare nel suo piccolo e scomodo, ma comunque accogliente buco nella montagna, dove non aveva amici, ma comunque un posto in cui riflettere.

Classe I F

 258

Ritorno alla civiltà

C'era un prato bellissimo che lo stupì a tal punto che non riuscì più a parlare. Non si riusciva a spiegare come era arrivato in quel posto bellissimo, ma aveva paura, molta paura. Ad un certo punto vede una ragazza bellissima che si avvicina a lui. Era stupenda: bionda, occhi azzurri, un sorriso da favola e un corpo fenomenale. Pian piano si avvicinò a lui e gli chiese il suo nome. Egli rispose che il suo nome era Ace  Ventura; lei  disse che si chiamava  Sara e che lo avrebbe riportato alla civiltà della città. Così  Ace seguì la donna e andarono a vivere in città, si sposarono ed ebbero una bambina, Jessica. Il nostro protagonista visse felice e contento dimenticandosi completamente della sua solitudine passata. Non si riuscì mai a spiegare chi gli portò le scarpe.

Classe I F

 259  

L'uomo che visse sempre solo

Ancora fiori ed erba verde. Forse a causa della caduta forse perchè ormai era lontano da casa decise di proseguire nel bosco a grandi balzi con le sue nuove e bellissime scarpe da tennis, finchè arrivò alle porte in una città, un luogo strano per lui che aveva sempre vissuto solo nel suo buco nella montagna. Ormai si è fatta notte e lui non sa dove stare e trova un enorme palla pelosa (un gatto) dove con molta cautela ci si infila e si mette a dormire. L'indomani si sveglia per terra infreddolito e solo, quindi decide che quel giorno avrebbe trovato il suo primo amico ma girando in città non trova nessuno alla sua altezza (in tutti i sensi). Allora decide di tornare al suo buco in montagna ma mentre camminava verso casa una grossa palla di pelo (un gatto) lo scambia per un topo, lo afferra e se lo mangia e prima ancora che lui si renda conto che stava per morire, viene sbranato (il gatto però no si è saziato con lui).

Classe I F

 260  

L'amicizia

Un posto che non aveva mai visto ma che gli piaceva molto ma si sentiva solo; come dal nulla apparve un uomo vestito di rosso con il volto coperto. Si avvicinò e allungò e prese per mano l'uomo che non oppose resistenza. Insieme si teletrasportarono  in vari luoghi dove non esisteva la solitudine e dove l'odio non era conosciuto. Vide che tutti si divertivano così l'uomo chiese di rimanere con loro e l'uomo vestito di rosso lentamente scomparì.

Classe I F

 261

Un piccolo uomo per un grande impero (la potenza non è nulla senza controllo) 

Poi si tolse le scarpe e cominciò a vagare senza meta, si nutrì dei frutti che raccoglieva dagli alberi; per giorni camminò in un bosco dove incontrò un altro omino solo come lui, impaurito tanto quanto lui ma alla fine divennero amici e i due nani continuarono il viaggio insieme. Man mano che si  addentravano nel bosco  incontrarono altri  nani, molti e si unirono; insieme sconfissero le bestie e sfidarono i mostri. Dopo qualche tempo fondarono un villaggio, erano migliaia gli omini che vi andarono ad abitare; costruirono armi, svilupparono tecnologie, riuscirono a controllare gli animali e a sottometterli. Un giorno il capo, quello che aveva le scarpe da tennis, decise di provare a stabilire collegamenti con la città più vicina, ma questa aveva intenzioni ostili. Allora i nani impugnarono le armi e, dopo aver pianificato le strategie, attaccarono all'improvviso. Gli abitanti della città non erano preparati e vennero sterminati, uno dopo l'altro, senza pietà, la città venne depredata di tutte le sue ricchezze e alla fine  distrutta. Ciò perchè non vollero stabilire legami di alleanza e solidarietà.

Classe I F

 262  

La foresta nera

Vide la sua montagna che era diventata un vulcano infuocato e davanti a lui un sentiero che conduceva ad un bosco. Proseguendo per questo sentiero si lasciò alle  spalle i fiori e si addentrò nella foresta. Più ci si addentrava, più la foresta diventava scura, fino a quando i fiori e i prati non si vedevano più. Nella foresta il sentiero si divideva in due altri sentieri . L'uomo decise di prendere il sentiero di colore azzurro che conduceva ad un campo sterminato con fiori, erba e un gruppo di misteriosi uomini con delle scarpe da tennis bellissime, uguali a quelle che aveva lui. Questi misteriosi uomini fecero un buco in un'altra montagna e vissero tutti in questa nuova casa nella montagna.

Classe I F

 263

L'uomo solitario

Era circondato dalla natura e questo gli piaceva, ma ad un tratto le scarpe cominciarono a muoversi da sole e lo portarono sempre più lontano da casa sua fino ad arrivare in una grande, bellissima città. L'uomo restò colpito dalla maestosità e dall'eleganza degli enormi grattacieli. La gente era calorosa e ospitale, l'uomo si sentiva bene nella città, più comoda e accogliente del suo rifugio in montagna. Nonostante tutto, dopo pochi giorni l'uomo preferì tornare nel suo rifugio: non era abituato a vivere così bene e preferiva restare solo a scrivere pensieri che restare in città con molta gente.

Classe I F

 264  

La riscoperta felicità

Dopo qualche secondo intorno a lui si riunirono molte persone. L'uomo che osservò non capendo cosa volessero da lui. Lo portarono nel loro villaggio, gli regalarono vestiti nuovi e lo ospitarono nelle loro abitazioni. L'uomo divenne felice ed intorno a lui c'erano molte persone che gli volevano bene, erano diventati suoi amici. Era amato da tutto il villaggio. Un giorno dei ragazzi gli fecero una sorpresa, gli costruirono una magnifica casa molto grande, con tutte le comodità che non aveva mai avuto. Da quel momento capì che il suo posto era in una comunità, non in montagna solo. L'uomo decise di aiutare tutte le persone che vivevano in solitudine perchè, stando insieme agli altri, si diventa felici e la felicità è una cosa molto molto preziosa.

 265  

La giusta decisione

Si alzava invece maestosa una grande città. Sulle prime il piccolo uomo era un po' spaesato ma quando si rese conto della situazione in cui si trovava, si mise a piangere. Mentre scendevano le lacrime, si accorse che le sue scarpe si stavano muovendo. La scarpa destra cercava di tirarlo a destra verso il bosco, per tornare sulla montagna; la scarpa sinistra invece saltellava a sinistra, per andare verso la città. L'uomo cercò di togliersi  le scarpe ma scoprì che era impossibile poichè esse erano magiche: una scarpa rappresentava la solitudine e l'altra l'amicizia. Il piccolo uomo non aveva scelta: era costretto a restare dov'era. zoppicando talvolta con il piede destro, quando voleva restare solo, mentre altre volte si lasciava guidare dal sinistro, andando verso il caos della città. E adesso è ancora là che salta a alterna momenti di compagnia a momenti  in cui  rimane solo con se stesso.

Classe I F

  266

Morto per delle scarpe da tennis.

Vide qualcosa che lo fece sobbalzare per lo spavento: era un’ombra coperta di stracci, seminascosta tra le ombre del vicino bosco, ma non poteva sfuggire ad un occhio attento come il suo. La creatura venne avanti e il nostro piccolo uomo era pronto a fuggire in ogni momento grazie all’adrenalina che arrivava alle stelle e alle scarpe nuove di quella mattina. Non era sicuro andare in giro a quell’epoca: dopo la Grande Guerra erano rimasti solo gli stregoni a fronteggiare il male ed i suoi servitori erano sempre in agguato. “chi sei?” chiese alla creatura. Questa si scoprì il volto  e rispose una voce: “sono Gildur della coalizione del Nord, e sono stato io questa mattina a bussare alla tua porta.” L’uomo capì dal nome che quello era un alleato degli stregoni: non vi era pericolo. La creatura continuò: “sono qui per chiedere il tuo aiuto.” Ma in quell’istante un potere tale da imprigionare il mondo intero lo prese e lo trascinò nel suo corpo. Allora riprese le sembianze originarie: “dovevi stare più attento uomo, se volevi salva la vita. Il male sarà contento.”

Classe I H

 267  

Il torneo.

Notò che vi era un’enorme ape che stava volando contro di lui perciò colto dal terrore cercò di rifugiarsi sotto una foglia, ma l’insetto continuava ad inseguirlo; il piccolo uomo non sapendo più cosa fare si coprì gli occhi con le mani e cominciò a tremare. L’ape si avvicinò, portava con se un messaggio e lo appoggiò a terra; l’ometto lo prese con aria diffidente, poi lesse: “recati al secondo albero a sinistra”. Perciò grazie alle nuove scarpette si alzò in volo guidato dall’ape. Arrivato a destinazione vide che vi era un grosso alveare e davanti all’entrata due api facevano la guardia. Entrò e venne condotto in una grande stanza, poco dopo entrò una grandissima ape: “sono la regina, le scarpe sono un mio dono: devi aiutarmi. È stato organizzato un torneo di tennis tra api e vespe e chi vincerà avrà questo alveare.” L’ometto ribatté: “ma io non sono in grado” poi ci rifletté “ok, accetto, ma in premio voglio una casa più grande.” Il torneo si svolse qualche giorno dopo e a stento le api riuscirono a vincere, perciò l’ometto ottenne una bellissima casa in cui visse per il resto della vita.

Classe I H

 268  

Chissà la città…?

Scoprì allora che le scarpe erano magiche, in grado di farlo volare dovunque egli volesse, se ovviamente sarebbe stato in grado di usarle. Infatti erano molto difficili da maneggiare, bisognava essere cauti ogni volta che si faceva un passo, infatti ci si trovava in posti stranissimi. Dopo un po’ di esperienza cominciò a sfruttarle a dovere, cosi ogni giorno visitava posti nuovi. Gira e rigira un bel giorno si trova in una città enorme, piena di grattacieli, piena di gente, ma non gente qualsiasi, gente enorme ovviamente rispetto a lui. E questi non lo vedevano nemmeno. Però la città, i rumori gli piacevano, a lui che era sempre abituato a star solo, decise cosi di rimanere e di proporre per un po’ le sue scarpe. Chissà magari un giorno gli sarebbe venuta voglia di riutilizzarle e… chissà magari avrebbe trovato una città della sua grandezza.

Kaori - Classe I H

 269  

L’aiuto dell’amico.

Vide tantissima gente che giocava e scherzava. L’uomo in mezzo a tutte quelle persone si sentiva molto spaesato e non sapeva come comportarsi. Poi una di quelle persone andò da lui, lo prese e lo portò in mezzo agli altri a giocare. A organizzare l’incontro era stato l’unico suo amico, che conosceva il suo carattere e pensava che non poteva viver tutta la vita da solo in quel buco. L’amico andò dall’uomo e gli spiegò cosa era successo; allora l’uomo si calmò e cominciò a socializzare con le altre persone. Da quel giorno l’uomo capì che era più bello vivere assieme ad altre persone e si trasferì in quel paese, assieme al suo amico. L’uomo continuò a scrivere il diario, ma capì che l’amicizia è la cosa più importante della vita.

Classe I H

 270  

La solitudine fa brutti scherzi.

Un grande tronco, abbattuto, appoggiato tra i fili d’erba aveva una cavità dalla quale si poteva vedere dall’altra parte. Dentro vi erano appostati numerosi animaletti e insetti che provocavano un rumore assordante per il povero omino che spaventato da tutto quel movimento si alzò e si mise a correre. Aveva paura di qualsiasi essere animato e per questo viveva solo dalla nascita. Infatti continuava a correre e ad un tratto i suoi piccolissimi piedini si staccarono da terra e cominciò a volare nel cielo. L’omino dopo un attimo di esitazione iniziò a prenderci gusto, gli piaceva volare, si sentiva superiore a tutti. Ma all’improvviso uno stormo di uccelli lo sfiorò e gli fece perdere l’equilibrio. Girò su se stesso per tre volte e infine precipitò su un manto erboso. Il piccolo uomo si svegliò e si accorse che era stato tutto frutto della sua fantasia, era solo un sogno. Alla fine l’omino si sentì triste perché si accorse che stare troppo solo provocava brutti scherzi e cosi decise di partire alla scoperta di nuova gente.

Moglia Federica - Classe I H

 271  

L’incontro con l’essere supremo.

E si accorse di essere in un mondo incantevole. Infatti dopo qualche minuto esplorò il paesaggio che non era l’unico a essere lì. C’erano uomini, animali di tutte le specie e perfino donne bellissime ed erano tutti nudi, allora il piccolo uomo trovandosi spaesato cercò di coprirsi ma improvvisamente gli si avvicinò un uomo anziano dalla lunga barba che con un gesto gli fece segno di seguirli. Quest’uomo lo portò presso un ruscello dove l’acqua era cosi limpida che si cedevano i pesci nuotare in profondità e lì l’uomo barbuto gli consegnò un cofanetto con dentro perle preziosissime. Il piccolo uomo era contentissimo e con un sottile filo di voce chiese all’uomo barbuto il perché di tutto questo, ma l’anziano rimase impassibile e ad un tratto si trovò davanti alla porta della sua piccola abitazione con il cofanetto. Dopo quel viaggio ancora ignoto per lui l’omignolo era cambiato, infatti corse subito in città e vendendo tutte le perle ricavò un capitale con cui si comprò tutto il necessario per costruirsi una bella casetta nel bosco vicino alla sua vecchia abitazione. Dopo aver fatto tutto questo l’omignolo decise di godersi la vita e si trovò una compagna che andò a vivere con lui e alcuni amici con cui viaggiare insieme.

Classe I H

 272  

Ahh,Ahh,… la morte per mano di un robot.

Ad un tratto vide in lontananza un uomo armato sino ai denti che gli sparò qualche colpo di avvertimento, l’omuncolo non capendo cosa stava accadendo aspettò l’omone ramato. Quest’uomo però non era umano era un robot che avanzava a gran velocità. Allora il piccolo ometto decise di scappare velocemente grazie alle scarpe da tennis, purtroppo il robot aveva dei potenti razzi ai piedi che gli consentirono di raggiungere il piccolo uomo che con destrezza evitava tutti i proiettili. Il robot ovunque passasse portava morte e distruzione, ma non riusciva a colpire l’omino che sembrava un vero e proprio missile. Ad un tratto quando le cose sembravano andare bene una granata raggiunse il piccolo uomo che si disintegrò in un fumo verdastro e il robot avendo raggiunto il proprio obbiettivo si autodistrusse.

Air canada. - Classe I H

 273  

La gioia dell’amicizia.

L’uomo osservò con attenzione tutto quello che lo circondava, ad un tratto vide un ombra dietro ad un albero. Pieno di curiosità andò a vedere cosa fosse e con molto stupore notò un uomo come lui che indossava anch’ egli delle scarpe da tennis. I due cominciarono a parlare, a scherzare. Dopo insieme decisero di andare a vedere cos’altro c’era nel prato e cos’altro c’era nel mondo. I due corsero velocissime ad un tratto si fermarono e videro un altro uomo, decisero così, di portarlo con loro nel loro viaggio. L’uomo era molto felice perché viaggiando aveva scoperto posti nuovi, gente nuova. I tre durante il loro viaggio incontrarono altre persone e pian piano tutti diventarono molto amici. Il piccolo uomo della montagna capì che le scarpe gli erano servite per cambiare vita, adesso non era più solo sulla montagna, con lui c’erano anche altre persone. Adesso che era felice si tolse le scarpe e cominciò a vivere una vita meravigliosa.

Classe I H

 274  

La felicità perduta.

E in alto il cielo azzurro. Rimase a terra perplesso, non sapeva cosa fare, aveva paura di alzarsi, ma un senso di curiosità stava nascendo dentro di lui. Ad un certo punto vide una farfalla che gli passò davanti e decise di seguirla mentre volteggiava sui fiori. Poi ecco che se ne accostò un’altra e un’altra ancora, contemplò per un po’ l’armonia che le univa e si sentì oppresso da un senso di vuoto. Pensò all’unico suo amico, il suo diario, e cominciò a scrivere ciò che provava per sfogarsi, in un certo senso, ma non ci riusciva, voleva parlare, parlare e ascoltare qualcuno parlare, voleva un po’ di compagnia, così con le sue scarpette e il suo diario lasciò la sua casetta e andò a esplorare il mondo per trovare un posto accogliente, ma la gente che lo vedeva si spaventava vedendo un uomo volante. Così era cacciato da tutti e ovunque andava tutti scappavano terrorizzati. Allora decise di continuare il suo viaggio a piedi, conobbe tante persone e si fece degli amici, trovò un lavoro, un casa, una moglie e si fece una famiglia, ma continuava a scrivere le pagine del suo diario che sembravano infinite e di tanto in tanto indossava di nuovo quelle scarpette che gli avevano fatto trovare la felicità.

Classe I H

 275  

Una nuova vita.

Spaventatissimo e preoccupatissimo non capiva dove fosse arrivato. Si sentiva triste e più solo del solito, spaesato, perché non era più nella sua piccola casetta. Iniziò subito a correre senza fermarsi, voleva assolutamente tornare a casa. Ad un tratto si fermò, guardò il bellissimo paesaggio, gli uccellini e udì il loro canto melodioso e odorò il profumo dell’aria fresca tipica della montagna. Si sdraiò sul prato e si mise a guardare le nuvole, fantasticava mentre le osservava. Era stato così bene, era così felice che decise di abbandonare quel piccolo buco di montagna e di costruire una piccola casetta in mezzo a quel prato, in mezzo alla natura e da quel giorno non si sentì più abbandonato.

Lara - Classe I H