INDICE
Spigolature
1.124
Che fatica!
[anonimo]
1.125
Strano ma vero
[anonimo]
1.126
L'ottava fatica d'Ercole
[anonimo]
1.127
Amanti
[di Carmine Ricci]
1.128
A Mezzogiorno
[anonimo]
1.129
Complicato questo rapporto
[di Michela Mentisi]
1.130
E' notte
[di Carmine Ricci]
1.131
A Capodanno
[di Carmine Ricci]
Racconti
1.132
In Paradiso
[anonimo]
1.133
La mia storia
[anonimo]
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1.124
Che fatica!
14 Febbraio
ore 6.00 la dolce e soave voce della mamma (ti alzi o no! Muoviti
che perdi la corriera!) mi avverte con garbo che devo andare in
quel luogo felice che è la scuola (1 ora e 15 minuti di viaggio
in corriera e la strada che sembra le montagne russe).
Mi alzo e mi preparo mentre ascolto il costante ritornello: è
tardi, è tardi (mia madre sembra il bianconiglio). Finalmente
sono pronta, mentre tra me e me penso: "ma perché non
scende qualche metro di neve"
ora che esco di casa la
mamma ha un improvviso attacco di nostalgia e mi si attacca addosso
come un chewing-gum per il bacino (quanto odio il bacino
)
in tutto questo mio padre russa amabilmente il sonno del giusto
visto che ieri sera ha dovuto perdere ben 2 minuti per ascoltarmi
e dirmi che sabato non posso tornare mezz'ora più tardi (è
davvero un record di solito non ascolta dice solo no così
impiega solo 5 secondi).
Finalmente sono fuori e sapete qual è la cosa più
bella? Domani sarà di nuovo così: "essere figli
che fatica"
Anonimo - Toschi
1.125
Strano ma vero
Strano, ma
vero
appartengo a quella minoranza di figli, minoranza molto
mini, taglia xxxs, che si definisce in armonia con i propri genitori.
Sono l'esempio vivente della perfetta figlia unica, quella DOC.
Viziata, coccolata, ma anche riconoscente e innamoratissima dei
suoi genitori: una mamma di 41 anni (e lei si che porta i pantaloni!)
e un papà che deve sorbirsi ogni giorno le fisse della moglie
casalinga e i capricci di una figlia nel pieno dei suoi 17anni.
Così più il tempo passa, più mi rendo conto
di quanto sono fortunata e ogni giorno scoprire e confrontarsi col
complicato e affascinante mondo degli adulti, è un'avventura
bellissima. L'avventura di cui noi tre siamo i protagonisti.
PS: papà prepara il portafoglio!
Anonimo - Liceo Galilei di Macomer
1.126
L'ottava fatica d'Ercole
Sapevate che
le leggendarie fatiche di Ercole non furono 7 ma ben 8! Già
è proprio così, non è noto a nessuno ma il
grande personaggio mitologico cadde proprio nella fatica che accomuna
tutti gli esseri viventi
SOPPORTARE I GENITORI.
Sembreremo pur esagerati, ma è garantito che fare i figli
non è cosa facile, e per far fronte ai nostri vecchi, dobbiamo
armarci di Santa Pazienza e stringere i denti, perché loro
hanno la straordinaria capacità di diventare, a seconda delle
occasioni le persone più irritanti del mondo.
Noi figli dal canto nostro, nei loro confronti, siamo particolarmente
suscettibili e impulsivi pronti a far valere la nostra parola e
cercare di snellire qualche limitazione imposta da quegli orchi.
Però è doveroso ricordarci che questi orchi senza
"scrupoli", sono coloro che agiscono solo ed esclusivamente
per il nostro bene e quindi è opportuno ogni tanto seppellire
l'ascia di guerra e far capire loro che siamo loro grati ogni giorno
per ciò che fanno per noi.
Anonimo - Liceo Galilei di Macomer
1.127
Amanti
Noi amanti,
perduti nella tempesta,
noi amanti, battuti nel vento,
noi amanti, frustati dall'uragano,
amore
vai a cagare te e il pic-nic
Carmine Ricci
- Bodoni - 1B - 14 anni
1.128
A mezzogiorno
Avete mai fatto
un giro d'ispezione nelle case italiane a mezzogiorno? Noterete
non soltanto un ottimo profumino di sugo ai funghi ma anche uno
strano silenzio. Infatti ciò su cui ci si concentra non è
il dialogo tra figli e genitori ma sulle strane forme assunte dai
fusilli dopo un oltremodo prolungata cottura (mai visto un serpentello
che nuota nel sugo ai funghi?). I pochi sprazzi di originalità
vengono dai genitori: "che cosa hai fatto oggi a scuola? Oops
ho detto originalità! Me ne viene in mente un'altra, ti hanno
interrogato oggi? Che tutti rispondono abbassando gli occhi "la
prof era ammalata" nascondendo sotto i baffi un sorriso malizioso
o per i più sensibili dei grandi lacrimoni. E lo spettacolo
si ripete anche a cena e dopo stressanti terzi gradi la verità
faticosamente verrà a galla.
Anonimo - Ulivi
1.129
Complicato questo rapporto
Dove vai? Cosa fai? Con chi vai? Quando torni, e con chi? Mille
domande
Una sola risposta: ciao mamma, modo semplice per evitare
di rispondere, ma poi
quando torni a casa, come apri la porta,
sono li
come due gufi e cominciano a riempirti di domande,
e tu non puoi non rispondere! Uffa, come stancano!!
Anche loro hanno avuto la nostra età, eppure continuano a
stressarci, non si fidano, hanno paura
ma di cosa? Si fanno
mille paure e preoccupazioni. Con il risultato che si fanno solo
odiare da noi!
Che fatica essere figli, sopportare, solo sopportare e per ottenere
cosa? Prima o poi cresceremo anche noi, allora si che ci divertiremo
nei loro panni, e chi può saperlo, magari diventeremo noiosi
come loro, non oso pensarci!!
Loro non sopportano noi quando pretendiamo troppo, e noi loro perché
sono ostili nel concedere le cose, com'è complicato questo
rapporto.
Michela Mentisi
- Bodoni - 1B - 14 anni
1.130
E' notte
E' notte,
un gufo mi guarda
la luna mi sorride
le stelle mi parlano
. devo smetterla di farmi le canne.
Carmine Ricci
- Bodoni - 1B - 14 anni
1.131
A Capodanno
A Capodanno
5
4
3
2
1
che pagella del cavolo.
Carmine Ricci
- Bodoni - 1B - 14 anni
1.132
In Paradiso
Due persone
si incontrano nel percorso di un sentiero che porta in paradiso,
ma non sapevano che il sentiero va in paradiso allora insieme si
chiedono "ma la strada che porta in paradiso è questa?"
ancora insieme risposero "non ho la minima idea!" poi
insieme dicono "che bei momenti." Tutti e due lontani
da ogni realtà si chiedono "ma perché dicono
le stesse parole?! Rispondono "forse abbiamo lo stesso problema".
Presi da un'estrema curiosità cominciarono a chiedersi a
vicenda perché vogliono andare in paradiso; il primo dice
"io non sopporto mio figlio" il secondo dice "io
non sopporto mia mamma", un'altra domanda; si chiedono perché;
il primo risponde "essere genitore che fatica!" In seguito
alle chiacchiere i due si dirigono verso il paradiso per farsi amare
da Dio! Una volta arrivati in paradiso all'entrata il cancelliere
domanda a loro "perché siete venuti qui. Voi siete ancora
vivi" loro rispondono "essere genitore che fatica!",
"essere figlio che fatica". Subito ad un tratto il cancelliere
scoppiò a ridere dicendogli di dirigersi verso sinistra dove
trovano una fila di gente che vogliono anche loro chiedere. Così
una volta arrivati si mettono in fila ad aspettare il loro turno
piano piano, la fila diminuisce, però aumenta il volume di
una voce da lontano; quando il loro turno giunge Dio era diventato
arrabbiatissimo, perché una marea di gente gli chiedeva le
stesse identiche cose allora le loro orecchie non sentono più
niente dal rumore. Dio gli chiede "che problemi avete?"
loro non sentono niente, allora Dio aumenta il volume della sua
voce "che cosa aveteeeeeeeeeeee
!" Solo che appena
dicono il loro problema Dio alzò ancora più alta la
voce dicendo "essere Dio che faticaaaaaaaa!"
Anonimo - Giordani
1.133
La mia storia
Questa è la mia storia. Mi fa male, parlarne ma spero che
qualcuno ascoltandola reagisca per non soffrire come ho fatto io.
"Ci sono tanti motivi per i quali mi permetto di dire che la
famiglia deve essere una cosa solida. Ho usato la parola "deve"
proprio come forma d'obbligo. Si perché quando due persone
si amano e fanno una scelta, una scelta come quella di sposarsi
o di vivere insieme, devono entrambi essere consapevoli che deve
essere per tutta la vita, a maggior ragione se ci sono dei figli
in mezzo. I figli. Gioia o dolore? Orgoglio o vergogna? Amarli od
odiarli?
Io spero che per me sia per tutta la vita ma è anche vero
che il futuro o il destino non si possono programmare ma posso stare
sicura che io personalmente ce la metterò tutta perché
i miei figli non passino mai quello che ho passato io e perché
non soffrano o non si sentano abbandonati come mi sono sentita io.
Io vengo da una famiglia di divorziati. A distanza di circa sei
anni non so il vero motivo di questo divorzio ma sinceramente saperlo
o non saperlo non mi cambierebbe la vita più di quel tanto.
Io ho sofferto e forse sapere tutta la verità mi spingerebbe
a farmi giustizia da sola. So che ho sofferto e questo mi basta.
Sono dovuta crescere da sola, sentendomi rinfacciare i soldi, il
tempo che spendevo fuori con gli amici e gli studi che ho deciso
si portare a termine. Mi sono sentita rinfacciare da mia mamma di
aver abbandonato la mia famiglia quando avevo deciso di non soffrire
più e cercare di vivere la mia vita. Io ho abbandonato la
mia famiglia e questo me lo ha detto mia madre. La stessa madre
che quando mio padre se ne è andato ha sofferto e questo
non lo nego, ma la stessa madre che ha reagito e che se non tutte
le sere due sì e una no era fuori fino a tardi, la stessa
madre che ha perso anni della crescita di sua figlia per questo.
La stessa madre che alcuni mesi fa mi ha sbattuto fuori di casa
urlandomi che sono solo una puttana, che non sono degna d'essere
sua figlia, che ero la sua vergogna e che avrebbe voluto uccidermi.
Da circa 2 anni convive con un altro uomo. Una famiglia alla quale
io non mi rendevo partecipe, quella non era la mia famiglia. La
mia famiglia era andata distrutta il giorno che mio padre se n'è
andato. Quella era la mia famiglia: io, mia madre e mio padre. Quella
era una famiglia perché era la mia famiglia.
Nessuno, se non chi ci è passato, può capire i tuoi
stati d'animo.
Sei costretta ad indossare maschere su maschere per non far vedere
a nessuno la tua tristezza e il tuo disagio in mezzo a tante persone
false che guardandoti e parlandoti non fanno altro che giudicarti
considerandoti un rottame, un ferro vecchio, quasi peggio della
spazzatura che ogni giorno una famiglia normale produce.
La tua armatura è ormai fracassata, il tuo cuore non riesce
più a reagire, le tue ferite sono troppo gravi per essere
curate, senti che la fine è vicina e che nulla in questo
momento ti potrebbe essere più utile che una morte indolore,
addormentarti una sera e non risvegliarti mai più in questo
mondo.
Nemmeno un ricordo piacevole come il dolce rumore del mare che a
piccole onde in lontananza sbatteva contro gli scogli di quella
spiaggia vuota, silenziosa e dorata durante quel tramonto roseo
che faceva da sfondo ad una piattaforma blu e il caldo vento che
ti sfiorava le guance arrossate dal sole picchiante del pomeriggio
riescono a consolarti.
Troppi pensieri e rancori ti affollano la mente, ti mancano emozioni,
sensazioni e brividi, hai solo la voglia di urlare al mondo intero
il tuo dolore. Sei stufa di essere stufa e vuoi uscirne anche se
ciò sarà un incendio nella tua vita perché
il tuo stato d'animo è causato da persone ignobili e senza
un muscolo vitale di nome cuore. In quelle notti ti senti sola come
il cielo stellato e come lui vorresti essere libera nell'infinito
Sai che in un mondo come quello in cui vivi, l'erba del vicino è
sempre la più verde e che la pioggia è sempre la stessa
ma fa crescere le spine nelle paludi e i fiori nei giardini. Sai
che sei padrona del tuo destino e che sino all'ultimo giorno della
tua vita hai la possibilità di cambiarlo, ma non ne hai la
forza o meglio non la vuoi.
Nella mia vita, o meglio alcuni mesi fa, quando mia madre mi ha
sbattuta fuori di casa come si fa con un servizio di bicchieri vecchi,
ho avuto la fortuna di riconoscere mio padre. Riconoscere perché
dal giorno in cui se n'era andato mi ero rifiutata di avere un rapporto
con lui e ho scoperto che è la persona migliore del mondo,
una persona che sa ascoltarmi e consigliarmi sinceramente, una persona
che ha molto da darmi e soprattutto che mi vuole bene. E' stato
lui a darmi la forza per reagire e per continuare ad andare avanti
per la mia strada cercando sempre di migliorarmi; lui mi ha dato
la possibilità di sbagliare e di capire i miei errori, lui
c'è sempre quando ho bisogno, E' diventato la persona più
importante e il mio punto di riferimento. Da quando vivo con lui
sono cambiate molte cose nella mia vita ma sono felice, finalmente
sono felice ed il merito della mia felicità va solo a mio
padre. Grazie papà!
E' per questo che mi sento di dire a tutti i miei coetanei, che
più o meno abbiano vissuto la mia esperienza, di non mollare
mai, di non pensare che la sventura si sia abbattuta su di loro.
Se cercherete bene troverete sempre una persona come mio papà
che saprà riportarvi la felicità e, soprattutto, il
sorriso. Il sorriso è la cosa più importante del mondo:
è capace di mettere di buon umore anche le persone più
tristi"
Anonimo - Giordani
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