INDICE
SAGGI
3.1
Un genitore non smette mai di
essere figlio
[di Elena]
3.2
La famiglia si allarga
[di Monica Barezzi]
3.3
Si è figli per sempre
e genitori da sempre
[di Guido
Alexandro]
3.4
Essere figli è una condizione
permanente
[anonimo]
3.5
Essere figli è un privilegio[anonimo]
3.6
Gallina vecchia fa buon brodo?
[anonimo]
3.7
Un riferimento
[di Stefano Vurchio]
3.8
Si
rimane figli
[anonimo]
- POESIE
-
3.9
Ricordo[di
Gianna]
3.10
Ieri,
oggi e domani
[di Alessandra]
3.11
Padre
e Figlio
[di Emanuele Raggio]
-
- ARTICOLI
3.12
Figli
e dipendenti
[di Ilaria Barilla]
-
- SPIGOLATURE
-
3.13
Il manuale del perfetto genitore
[anonimo]
-
- RACCONTI
-
-
3.14
Il Figliol Prodigo
[anonimo]
-
-
-
3.1
Un genitore non smette mai di essere figlio
Io penso che anche i nostri genitori non smettano mai di essere figli.
Per loro il momento più triste è proprio quando vedono
i propri genitori invecchiare, e in quel momento sentono in loro la
responsabilità più grande da figlio.
I miei genitori sono molto giovani di conseguenza con loro ho un rapporto
molto confidenziale, per questo riescono a capire ogni mio problema
cercando di aiutarmi e consigliarmi nei migliori modi.
Quando sarò madre penso che mi sarà difficile non sentirmi
figlia, perché anche da adulti non si smette mai di imparare
cose nuove.
Infatti sento i miei genitori che molto spesso ancora oggi quando
sono in difficoltà chiedono aiuto ai propri genitori che come
sempre hanno una soluzione per aiutarli
Concludendo io penso che un genitore anche pur maturo che sia non
smetterà mai di essere un figlio.
Anonimo - Ulivi
3.2
La famiglia si allarga
Penso che essere giovani sia una condizione temporanea ma non inteso
come essere anche figli. Credo che il rapporto genitori - figlio/a
duri per sempre; forse questo potrà essere meno stretto,
nel senso che quando il figlio decide di farsi la propria famiglia
è chiaro che non dovrà più dipendere dai genitori;
anzi secondo me dovrebbe comportarsi da tale, seguendo anche l'educazione
che gli è stata insegnata e tramandandola quindi al figlio.
Penso sia impossibile mantenere lo stesso rapporto del tempo adolescenziale
con i genitori per sempre, secondo me il rapporto è destinato
a cambiare ma sicuramente in meglio.
Penso non sia del tutto preciso dire che il figlio si fa una propria
famiglia, io credo sia meglio dire che la famiglia si allarga.
Personalmente in un futuro non vorrò mai evitare consigli
dai miei genitori, credo che un figlio non abbia mai smesso di imparare
da un genitore e per questo credo che sia sbagliato escludere, dopo
essere andato a vivere in un'altra casa, i genitori.
Monica Barezzi - Melloni - 4 B Erica - 17 anni
3.3
Si è figli per sempre e genitori da sempre
Il rapporto tra genitori e figli risulta essere molto forte, forse
perché entrambi si aspettano molto reciprocamente, o forse
perché più che un rapporto risulta essere un legame,
il quale nonostante le difficoltà, è pieno di amore.
Questo per la maggior parte delle volte, ovviamente non sempre.
Solitamente si considerano "figli" i bambini e i ragazzi
giovani, non si associa mai il sostantivo figlio ad un adulto, eppure
tutti i genitori sono figli. Come è anche vero che tutti
i figli prima o poi almeno una volta si sentiranno anche genitori.
Denoto, nel mio piccolo ambiente familiare, che come i miei genitori
cercano di consigliarmi (o influenzarmi bonariamente?) così
hanno fatto i miei nonni con loro, e tuttora la loro presenza è
molto incidente nelle loro vite.
Questo mi porta a riflettere. E, riflettendo mi accorgo che noi
tutti siamo figli, e che sempre nella nostra vita lo saremo.
Con questo non voglio portare a pensare che l'essere figli debba
in un qualche modo implicare la dipendenza da qualcuno ma piuttosto,
porta ad avere un punto di riferimento, che potrà variare
nel tempo, ma che sempre però potrà essere considerato
tale: un punto di riferimento.
Talvolta il rapporto con i propri genitori non è semplice,
anzi è molto complesso lo si può vivere anche come
una sorte di rivalità, di "fatica", di difficoltà,
come qualcosa che ci comprime senza lasciarci i nostri spazi.
A volte, può effettivamente essere così, quando si
hanno genitori che vivono loro per primi la difficoltà di
essere genitori, e quindi la difficoltà di rapportarsi con
noi, questo non sminuisce e non toglie il fatto che ci possano amare.
Altre volte invece crescendo e consolidando il rapporto con loro
ci si accorge che è stata una "fatica" amorevole
e che ne è valsa la pena di farla.
Anonimo - ITIS "L. Da Vinci" - III C informatica - 17
anni
3.4
Essere figli è una condizione permanente
Essere figli è una condizione permanente perché sino
a quando si abita in famiglia ci sono i genitori che ci aiutano,
ci guidano, ci rimproverano e cercano di educarci al meglio; ma
anche quando si decide di andare a vivere da soli, si è sempre
consapevoli di poter contare sull'aiuto dei propri genitori, anche
se sono più lontani. E' invece diversa la condizione di essere
giovani perché, con il passare del tempo, cambia sia il modo
di pensare che quello di essere di una persona; infatti cose che
si possono fare o pensare quando si è giovani, non vengono
neanche in mente dopo che si è maturati. Essere giovani è
una condizione, temporanea che termina quando ci si devono assumere
delle responsabilità nella vita di tutti i giorni.
Anonimo - ITIS - III Informatica
3.5
Essere figli è un privilegio
Ho 17 anni, e per ora sto vivendo la sola esistenza da figlia.
Essere figli è un privilegio: meno preoccupazioni, meno responsabilità,
tante comodità, tante coccole e allo stesso tempo tanti consigli,
troppe raccomandazioni.. e le liti, le discussioni per la concessione
di qualche libertà in più non vanno certo ad intaccare
questa splendida condizione di benessere.
E per chi è ormai adulto, magari sposato con a sua volta
dei figli? che dire di queste persone? Sono ancora figli? O sono
semplicemente passati dall'altra parte della barricata?
Diventare genitori è una cosa importante: tante nuove responsabilità,
nuove preoccupazioni.. Ma ecco che puntale ogni giorno arriva la
telefonata della mamma: "Ciao tesoro, come va? Come sta la
mia nipotina?". Ed ecco che parte la sfilza quotidiana di raccomandazioni,
di consigli
Ma come, non ero io ero io da giovane diciassettenne che vive ancora
sotto il tetto dei genitori a "subire" quotidianamente
(o quasi) questa situazione?
E no cari lettori
essere figli non è una condizione
temporanea che svanisce man mano che si cresce, che si diventa indipendenti,
che si ha una nuova famiglia
figli si nasce e figli si muore
(non è un proverbio però credo sia una frase significativa
no?)
E' una condizione che permane per tutta la vita. In maniera diversa
forse a seconda dell'età ma comunque permanente.
Perché diversa? Perché credo di poter ben immaginare
che il rapporto tra genitori e figli sia differente, forse migliore
quando il figlio è divenuto a sua volta un genitore. Si inizia
a capire che certi comportamenti oppressivi, certe discussioni avvenute
in passato non erano frutto della pazzia dei propri genitori ma
era dovuto tutto al loro amore. Comportamenti a volte anche esagerati
ma comunque giustificabili.
Anch'io tutt'ora spesso non riesco a capire i miei genitori, certe
imposizioni, certe regole da rispettare
uff che vita da cani
verrebbe da dire! Poi riflettendoci
non è esattamente
così! Ma c'è tempo per capire tutto giusto?
Sicuramente chi è a sua volta genitore è a un livello
più avanzato rispetto al mio.
Essere genitore però non è sinonimo di non essere
più figli!!
Una persona ha sempre bisogno della presenza dei genitori, del loro
affetto, dei loro consigli a qualsiasi età. E poi succederà
che tutto l'amore, tutte le attenzioni, tutti gli insegnamenti ricevuti
verranno trasmessi ai propri figli che a loro volta avranno da lamentarsi
per qualcosa
come una catena.
Anonimo del Liceo Galilei di Macomer
3.6
Gallina vecchia fa buon brodo?
E' ormai dimostrato che i ragazzi maturano più velocemente
dei loro padri, ma pure che questi ultimi non se ne siano ancora
accorti. Sono molti i ragazzi più giudiziosi, più
moralisti, più responsabili di quanto dovrebbero esserlo,
di quanto richieda la loro età. La spensieratezza nei ragazzi
d'oggi non esiste più, ormai eterni adulti i giovani fanciulli
sono costretti a volte nella loro solitudine, a occuparsi non solo
dei loro problemi, ma anche a farsi carico di quelli altrui. Spesso
sono i ragazzi a dover guidare i genitori, a dover ascoltare le
confidenze dei genitori anziché confidarsi con loro, a consolare,
proteggere, curare i loro genitori. Ma pare che la vecchia generazione
non se ne sia ancora accorta. Sempre più radicata, attaccata,
incollata, quasi come un mollusco al suo scoglio, alla cara vecchia
frase "ci sono passato prima di te", per poi contraddirsi
con l'espressione ormai d'epoca "queste cose ai miei tempi
non accadevano". I vecchi delle nostre famiglie pretendono
di dettare le regole "under 25" ovvero "le cose che
i giovani devono osservare" ma gli adulti possono (quasi obbligati)
infrangere.
E siamo proprio sicuri che "gallina vecchia fa buon brodo"?
Ragazzi d'oggi! Dimostrate di essere maturi! Rivendicatevi!
Adulti d'oggi! Confessate! Arrendetevi all'essere immaturi.
Anonimo del Liceo Galilei di Macomer
3.7
Un riferimento
Essere figlio è una situazione temporanea che ti prende
i 2/3 della tua esistenza.
Vuol dire avere un riferimento famigliare, un modello da seguire.
Quando hai un figlio sai che devi indirizzarlo verso la strada della
vita ma quando perdi i tuoi di riferimenti (tuo padre) sai che è
arrivato il tuo momento e che ora sei tu a capo della tua famiglia.
Stefano Vurchio - ITIS - 4 PG - 17 anni
3.8
Si rimane figli
Secondo me si rimane figli per tutta la vita anche se magari è
un peso. I genitori aiutano molto a svolgere la vita e a diventare
un cittadino corretto con i suoi obblighi e i suoi diritti. Anzi
la fatica più grande secondo me non è nella giovinezza
ma quando ormai saremo adulti che dovremo aiutarli perché
diventeranno vecchi e bisognerà dare loro una mano per fare
le cose che non potranno più farsi.
Anonimo - ITIS - 17 anni
3.9
Ricordo
Penso a quando lui non ci aveva ancora lasciato;
penso a quando tu eri ancora una madre;
penso a quando io mi sentivo ancora una bambina.
Penso, ricordo
Piango pensando a come poteva rimanere tutto uguale,
a come eravamo prima di tutto questo,
a come io ero la vostra piccolina.
Ora però mi sento adulta.
So di essere matura,
so di non potermi permettere di fare errori,
so di non poterlo fare perché ho delle responsabilità,
responsabilità verso di te.
Ma è giusto che sia così?
Gianna - ITIS "L. Da Vinci" - III C informatica - 16 anni
3.10
Ieri, oggi e
domani
Sono figlia, ma sarò anche madre
soffro ma non farò soffrire,
sbaglio ma non lascerò sbagliare,
piango, ma non farò mai piangere.
Sono figlia, ma sarò anche madre
sembra facile non far soffrire, sbagliare e piangere,
ma sono sicura che sarò così?
No, non lo sono!
Quindi continuerò a essere la figlia di oggi,
imparando a diventare la madre del domani,
guardando la madre di ieri.
Alessandra - Melloni - 2^A Erica - 15 anni
3.11
Padre
e figlio
Quando nasce un bambino
nasce un padre piccolino,
perché padre lui sarà
e un'altra vita al mondo lui darà.
Emanuele Raggio - Melloni - 4 B Erica - 17 anni
3.12
Figli e dipendenti
Come adolescenti non ancora autonomi e che devono decidere cosa
fare della propria vita, noi ragazzi siamo abituati a sentirci figli
e dipendenti della nostra famiglia senza pensare come saremo in
futuro, soprattutto quando saremo noi stessi genitori.
Io personalmente non mi sono mai posta in modo serio questo quesito,
in quanto lo vedo così lontano dal mio presente che mi risulta
molto difficile identificare questo momento della vita, così
un giorno ne ho parlato con mia madre confrontandomi con lei.
Ho scoperto, come già si poteva intuire, che si cambia radicalmente
diventando genitori, perché si cominciano ad avere nuove
responsabilità relative ad un bimbo totalmente dipendente
da chi lo cresce che non sono affatto limitate. Da allievi che si
era da ragazzi si diventa quasi improvvisamente maestri e modelli
da imitare.
Nonostante tutto ciò, però, io rimango convinta del
fatto che comunque si resta, in un certo senso, anche un po' figli
continuando anche da adulti a chiedere consigli ai propri genitori
e ad affidarsi a loro in caso di necessità con notevole fiducia.
Questo soprattutto perché il legame instaurato tra figli
e genitori è così profondo e solido da mantenersi
un po' in vita non solo da ragazzi, ma anche nell'età matura,
quando ci si separa per avere una propria vita e ci si vede sempre
meno. Penso che questo genere di legame sia molto positivo e utile
per risolvere gli eventuali problemi interni alla famiglia, in quanto
il novello genitore può crescere il suo bambino ricordando
come si sentiva da figlio, cercando di capire quali comportamenti
erano necessari e come reagiva in particolari situazioni. In questo
modo si riesce a comunicare di più, a capirsi di più
e, di conseguenza, si riesce ad aprire la mente ai cambiamenti nell'educazione
e ad avere, così, un rapporto sereno.
Ilaria Barilla - Melloni - 4 B Erica - 17 anni
3.13
Il manuale del perfetto genitore
(Qualche regola
elementare per diventare "genitori modello" in una società
sempre più democratica)
Ecco finalmente il primo manuale che viene incontro ai genitori
preoccupati, che si trovano a dover combattere indisciplina e insubordinazione
di quegli individui per natura irriconoscenti, comunemente chiamati
figli.
Per prima cosa impostate inflessibilmente il vostro metodo educativo,
rendetelo molto rigido, prendendo come esempio quello che vi è
stato impartito dai vostri genitori, dimenticate quindi di essere
stati figli, dimenticate di aver disapprovato molti dei loro comportamenti,
al contrario riutilizzateli; i vostri figli adolescenti, come voi
un tempo, non sono in grado di capire, ma ricordate, voi, come vostro
padre e vostra madre, sapete sempre cosa è giusto e cosa
no per il futuro.
Ricordate, i figli sono per natura irriconoscenti e ingrati, non
si rendono conto del valore che avete nella loro vita, oltre ad
essere gli iniziatori della suddetta vita, siete infatti anche le
persone da cui nel corso degli anni dipenderanno maggiormente, quindi
non dimenticate mai che la vostra è una posizione superiore
e, quando necessario, non esitate a ricordarlo anche a loro, nel
caso ad esempio diano i primi segni di timida indipendenza.
Pretendete da loro sempre più del massimo, non accontentatevi,
o anche loro si accontenteranno. Per spronarli ad ottenere di più
sminuite i loro successi, servirà inoltre a rafforzare il
loro carattere. Dategli sempre dei modelli da imitare e con cui
confrontarsi, ricordategli questo confronto ogni volta che sbagliano
o falliscono. E' consigliabile selezionare accuratamente le amicizie
del proprio figlio, infatti non è ancora in grado di capire
quali sono le più adatte a lui. Se necessario impeditegli
di frequentare compagnie che potrebbero in qualche modo interferire
sulla vostra impostazione educativa.
Da evitare senza alcuna riserva gli atteggiamenti di alcuni genitori
degeneri che concedono impensabili e inammissibili libertà,
come quella di far scegliere ai propri figli la "strada per
il loro futuro", come se questi ragazzini fossero in grado
di decidere liberamente! o addirittura tentano di instaurare un
dialogo con loro! come se si fosse tra amici, tra compagni; ed è
così che il ragazzino finisce per perdere la stima per i
propri genitori, finisce per dubitare della loro autorità.
Sono questi gli atteggiamenti da condannare e mettere all'indice;
o volete forse che i vostri figli confondano i ruoli nella famiglia?
Volete che crescano senza solide basi di disciplina e rigore? Volete
che diventino degli adulti senza alcun principio?
beh, state
comunque certi, che se seguirete questi elementari consigli per
l'educazione dei vostri figli, essi diventeranno, proprio come voi,
dei genitori modello, capaci di affermare la propria autorità
all'interno della loro futura famiglia, capaci di avere il pieno
controllo sulla vita dei loro figli, capaci di divulgare gli insegnamenti
che voi stessi gli avete dato; solo in questo modo potrete creare
una nuova generazione di genitori in tutto e per tutto uguali a
voi.
Anonimo del Liceo Galilei di Macomer
3.14
Il figliol prodigo
Un uomo era sposato e viveva con sua moglie, suo padre e suo figlio.
Quand'era giovane suo padre l'aveva aiutato per fare un bel matrimonio.
Ora suo padre poteva camminare solamente con un bastone e la moglie
non poteva sopportare la sua presenza, allora disse a suo marito
di mandare via suo padre. L'uomo aveva paura della moglie perché
era dura di cuore e subito si diresse da suo padre per dirgli che
doveva lasciare la casa. Il vecchio non aveva niente e non sapeva
dove andare; chiese a suo figlio almeno una coperta per il freddo.
L'uomo chiamò il figlio e gli disse di andare a prenderla.
Il bambino prese la coperta più grande e bella e con un coltello
la tagliò in due.
Allora il vecchio si arrabbiò e disse l'accaduto al figlio
che, rispettivamente disse a suo figlio di dare al nonno la coperta
intera. Il bambino allora disse che avrebbe trattato suo padre come
lui aveva trattato suo nonno e questo fece riflettere l'uomo che
si scusò e disse al padre che lui sarebbe potuto tornare
a casa o in un'altra abitazione dove sarebbe stato ben servito.
Anonimo del Liceo Galilei di Macomer
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