301  

La magia.

Una fata in cielo aveva notato che questo piccolo uomo stava rinchiuso tutto il giorno in questa grotta e non poteva conoscere la natura e i suoi abitanti. Cosi decise di mandare da lui delle scarpe da tennis magiche che potessero trasportalo in una dimensione nuova in modo che potesse conoscere la natura e non vivere più da solo. Arrivò in un mondo bellissimo pieno di frutti, fiori, animali, persone e li nessuno conosceva la guerra, il peccato e le bugie. La fata soddisfatta gli costruì una casa vicino alle altre e continuò ad osservare come si trovava l'uomo. L'uomo era finalmente felice e cominciò una nuova vita con i suoi amici. I suoi amici erano felici e lo aiutarono a procurarsi del cibo e cominciarono a giocare tutto il tempo. Alla fine si riunirono in cerchio e l'uomo cominciò a raccontare da dove veniva e cosa aveva fatto in tutto quel tempo.

Anonimo 23 - Classe 1 I

  302

Le scarpe.

Tanti gruppi di persone che praticavano vari sport; lui impaurito si avviò al primo prato dove giocavano a tennis e chiese di giocare, ma le scarpe facevano fare balzi troppo alti e quindi capì che era meglio cambiare. Andò al campo da pallavolo dove aveva visto che era essenziale saltare; iniziò a giocare e grazie alle sue schiacciate la squadra vinse con ampio margine. Dopo aver dato spettacolo a volley andò al campo da basket: era in corso la gara di schiacciate e grazie alle scarpe vinse la gara e il premio di schiacciata più bella; la giornata stava terminando, ma vide un prato dove c'erano persone che saltavano: era il salto in lungo. Arrivato il suo momento saltò, uscì dalla sabbia e fece il record mondiale. Tornò a casa con tante medaglie e coppe e aveva trovato nuovi amici: le scarpe!

Classe 1 I

 303  

Il colle dell'infinito.

Tutto il mondo gli girava in torno e non capiva dove fosse cosi tentò di togliersi le scarpe, ma improvvisamente queste gli schizzarono in fronte e lui svenne. Dopo alcuni giorni si svegliò e cerò di muovere un passo, lo stesso effetto della prima volta. Non contento l'uomo si mise a camminare sulle mani; un giorno senza vedere dove andava cadde dal monte, arrivò a Gradiska. Qui diventò marrone per la vergogna, cosi scappò per sempre e arrivò su una collina di cui non vedeva la fine ... ... ... capì che era arrivato sul colle dell'infinito.

Classe 1 I

 304  

Le scarpe maledette.

Cercò subito di orientarsi, ma poiché non era mai uscito di casa non ci riuscì. Riprovò a fare un passo nella direzione opposta e il risultato fu un polso rotto in quanto era atterrato su alcune rocce. Ora il paesaggio attorno a lui era strano, con cascate che andavano al contrario e fiori che prima appassivano e poi nascevano. Cosi si tolse le scarpe e decise di proseguire scalzo, malgrado tutte le rocce su cui stava camminando. Mentre camminava cadde in una buca molto simile alla sua casa dove incontrò altre persone piccole come lui. Rimase sorpreso; non credeva che al mondo esistessero altre persone come lui. Fece subito amicizia e Tom, un ragazzo di 18 anni, gli spiegò che la sua casa era distante 50km. Non sembrava, ma grazie a quelle scarpe aveva fatto più di quanto avesse mai camminato nella sua vita in due soli passi. Cosi dopo molto tempo imparò con l'aiuto di Tom ad usare bene le scarpe. Si scambiarono gli indirizzi e poi tornò a casa. Appena arrivato buttò via le scarpe e tornò a scrivere sul suo diario di questa avventura.

Classe 1 I

 305  

I due amici.

E vicino a questo paradiso c'era una casa; allora il piccolo uomo si avvicinò e vide che all'interno c'era un ragazzo. Quando lo vide iniziò ad agitarsi, a lui non era mai capitato di conoscere un altro ragazzo. Il ragazzo si accorse della sua presenza e allora il piccolo uomo si nascose. Il ragazzo vide dove si era nascosto; allora andò da lui e gli chiese come ami si trovasse lì e perché mai si stesse nascondendo. Il piccolo uomo rispose che non aveva mai conosciuto un'altra persona; anche il ragazzo era nella sua stessa condizione. Dopo qualche minuto iniziarono a parlare e scoprirono di avere delle cose in comune come ad esempio scrivere i proprio pensieri su un diario. Da quel giorno i due diventarono amici, si vedevano quasi tutti i giorni e si raccontavano quello che gli succedeva mentre non erano insieme.

Classe 1 I

 306  

L'infinito.

Un ruscello a destra e uno a sinistra che si univano dopo pochi metri, animali a destra e animali a sinistra che erano del tutto indifferenti alla sua presenza, bambini a destra e bambini a sinistra che si divertivano. L'uomo non si sentiva per niente a suo agio perché non aveva mai vissuto una situazione del genere. Impaurito e un po' stordito cominciò a correre cercando di scorgere qualcosa all'orizzonte. Purtroppo lo scenario era sempre uguale: verde, acqua, bambini e animali. Si sentiva in gabbia anche se era in un paesaggio infinito, senza orizzonte e soprattutto monotono. Giustamente demotivato e ormai depresso si siede e aspetta, aspetta e di nuovo aspetta... e si addormenta. Dopo poco si sveglia e si trova in un posto buio, ma da lui già conosciuto. Era la grotta, ovvero la sua abitazione e ciò che gli era accaduto solamente un incubo.

Classe 1 I

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Chi è Michael?

Vide un ragazzo appoggiato ad un albero scalzo: "sei arrivato finalmente, è un po' che ti aspetto" esordì il ragazzo. "Mi conosci?" chiese il piccolo uomo. "Non ti ho mai incontrato, ma è da tanto che aspetto il momento in cui lo avrei fatto" rispose il giovane. "Ma tu chi sei?" lo interrogò il piccolo uomo. "Io mi chiamo Michael, ma penso che sia tu quello che non sa bene chi è. Lo sai qual è il tuo nome?" Il piccolo uomo rimase turbato; non lo sapeva. "Anche tu ti chiami Michael" continuò il ragazzo "non ti sei mai chiesto chi sei?" Il piccolo uomo scosse la testa "non capisco" esclamò il piccolo uomo.  "Tu sei la parte di Michael che c'è dietro la facciata che mostra ogni giorno" disse il ragazzo. E il piccolo uomo: "E tu chi sei?" "Io sono la facciata. Abbiamo molte cose di cui parlare. Mi fai leggere il tuo diario?" continuò il giovane. I due cominciarono a parlare e parlare e parlare. Alla fine della giornata il piccolo uomo disse: "vienimi a trovare ancora." "Non preoccuparti - disse il giovane - verrò molto spesso."

Classe 1 I

 308  

La scelta.

E una casa, tante case piene di persone e bambini che giocavano. Terrorizzato da tutta quella gente volle andarsene, ma le scarpe glielo impedivano. Allora cercò di togliersele, ma non ci riuscì, anzi lo trascinarono verso la folla del paese vicino. Sembrava che chi gliele avesse regalate volesse farli conoscere la vita in compagnia che lui aveva sempre rifiutato. Arrivato nel centro del paese dove si stava svolgendo una festa venne accolto calorosamente e ben presto si rese conto che si stava divertendo con le altre persone e quasi non volle più tornare a sulla porta l'aspettava una misteriosa signora dall'aria benevola. Si presentò: era la solitudine ed era stata lei a dargli le scarpe magiche. Voleva farle conoscere la vita senza di lei per renderlo in grado di decidere quale strada scegliere. Diego le fu grato, infatti lui era sempre vissuto da solo, ma promise di cambiare vita e di tornarla a trovare ogni tanto.

BR 86 - Classe 1 I

 309  

Cosa si fa per un amico.

A sinistra vide delle persone e dei bambini che giocavano nel prato. Non riuscì a spiegarsi come mai una persona, un estraneo si fosse recato nella sua abitazione per portargli delle scarpe che l'avrebbero portato via, fuori da una montagna, in quel parco. Dopo pochi istanti si trovò davanti un uomo, non come lui, più grande; gli prese la mano e lo aiutò ad alzarsi e lo portò con se in mezzo ai suoi amici. Era sconcertato per come si era comportato quell'uomo: nessuno l'aveva mai invitato a stare con altre persone. Quel pomeriggio scherzò, cantò con i suoi compari e una volta arrivata sera tornò a casa e si promise che mai più sarebbe stato solo. Cosi il giorno dopo ritornò dai suoi amici e si divertì come il primo giorno. E inoltre capì che per la prima volta aveva trovato dei veri amici che tenevano veramente a lui.

Vampira - Classe 1 I

 310  

Mai più da solo.

Allora spaventato cercò di toglierle, ma non vi riuscì. Sembrava quasi che si fossero attaccate ai suoi piedi! Allora si avvicinò verso casa, ma più cercava di avvicinarsi, più le scarpe lo portavano lontano. L’unica cosa che poteva fare era cercare qualcuno che lo potesse aiutare! L’idea lo spaventava perché non aveva mai ne parlato, ne avuto contatti con nessuno. Però sentiva che doveva andare. Allora si lasciò guidare dalle scarpe e in poco tempo giunse in un centro abitato. Li vide tantissime persone che ridevano e scherzavano insieme. Per lui quelle erano tutte emozioni nuove! Non sapeva cosa significassero! Ma gli piacevano… gli piacevano molto! Tutto di un tratto si sentì solo: terribilmente solo, quella sensazione non gli piaceva per niente. Allora cercò delle persone che potessero aiutarlo in fretta, perché voleva scappare da quel mondo dove tutti si conoscevano ed erano amici, ma era troppo timido per chiedere aiuto a qualcuno. Le scarpe intanto si erano bloccate! Cosi si avviò verso casa. Ma nel tornare mentre stava correndo inciampò in un sasso che sporgeva dal terreno e cadde. Poco dopo si risvegliò, ma non era più in quella stradina dove era caduto: era nel suo letto, quindi era stato un sogno. Quel sogno lo aveva aiutato a capire. A capire che l’amicizia e l’affetto delle altre persone sono molto importanti, che chiudersi in se stessi, cioè nella sua piccola e buia casa, non serve a niente; cosi subito dopo prese il suo diario e lo buttò via, prese la sua valigia e partì  con l’intenzione di essere più aperto con tutti e di non ritornare mai più nel suo piccolo, buio buco isolato.

By xxx - Classe 1 I

 311  

Le scarpe magiche.

Ancora erba e fiori, fece qualche altro passo e come un razzo si trovò su una cosa giallognola, formata da tanti piccoli grani, ne prese in mano una manciata, erano caldi, scottavano, poi attirato dal rumore si avvicinò e quello che sembrava un lago immenso vi si tuffò dentro, l’acqua aveva un saporaccio anche se era limpida sembrava che qualcuno ci avesse gettato dentro tonnellate di sale così dopo essersi asciugato al sole che in quel momento era fortissimo si rimise le scarpe e ricominciò a correre in un campo. Si vede davanti un grosso insieme di edifici, appena si posò su una striscia grigia e dura una cosa su quattro ruote lo investì e in un lampo con le sue scarpe si ritrovò sottoterra, venne al suo funerale e nessuno di quei fiori che vedeva sempre dall’ingresso di casa sua si trovava sulla sua tombe.

Guido Cimurro detto il Tigre- Classe II D

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Le abitudini.

Esitante rimase steso per terra poiché non voleva essere di nuovo scaraventato lontano, senza sapere dove… ma la curiosità era più forte e lo indusse a provare ad alzarsi un’altra volta, ma era sempre la stessa storia; provava e riprovava,finiva usualmente scaraventato via non abituato alle novità, il piccolo uomo si tolse le scarpe, le prese dai lacci, se le buttò sulle spalle e ritornò a casa. Arrivatoci, si mise a scrivere sul diario: “oggi mi è successo qualcosa di insolito: stamattina, ho sentito bussare alla porta e mi sono sentito bene, contento, qualcuno si era ricordato da me; fuori dall’uscio c’erano le scarpe, me le sono provate, mi stavano da Dio (!!!) ed ero allibito; sono uscito ed invece di correre, volavo ed ero elettrizzato! Da tanto tempo non stavo così bene! Qui, sempre da solo, l’unica cosa che facevo era scrivere sul mio diario; pensavo di voler diventare uno scrittore, invece voglio diventare un inventore, un inventore di cose belle, che facciano sorridere la gente! L’abitudinarietà non fa per me (e dire che vivevo solo di quello!),ogni giorno mi farò una “corsetta” verso posti nuovi e sicuramente scriverò le mie avventure sul diario!” Ma era di nuovo lì, in quel buco, di nuovo solo.

Francesca - Classe II D

 313  

L’incontro.

Si trovò seduto in un’immensa prateria in mezzo alla natura: un bel laghetto vicino ad un salice affiancati da aiuole di rose bianche a fianco ad una catena di pioppi vi era un campo da tennis dove altri omini piccini picciò lo aspettavano per fare una bella partita di tennis. Lui non sapeva giocare, ma, come d’incanto, uno degli omini gli si avvicinò e porgendogli la racchetta e la palla simulò una battuta che questo imitò alla perfezione. Giunta la sera, dopo molte partite perse o vinte in allegria e gioia il nostro protagonista si volle riposare accanto al salice. Gli si avvicinò allora un uomo che iniziò a cantare varie riflessioni: parlava di amori ciechi e perduti, parlava di campi di grano con rose, tulipani e papaveri e le orribili guerre vissute su queste meraviglie naturali: si mise a discorrere su omicidi e suicidi, per soldi o per amore, parlò di luoghi o paesaggi che aveva visto e vissuto in un suo passato. Allora il nostro caro piccolo omino si accorse solo allora del significato di tutta un’intera esistenza passata in solitudine, e arrivò alla conclusione che nulla è veramente apprezzabile senza la presenza di qualcun altro che ti possa incidere nella vita facendoti provare amore, dolore, emozioni che da soli sono unicamente sogni o desideri.

Classe II D

 314  

Il campione.

E capì che erano delle scarpe magiche che lo facevano correre ad una velocità pazzesca. Immediatamente pensò che con quelle scarpe poteva farci una fortuna, ma come? Pensò allora di partecipare alle olimpiadi e vincere i 100m piani. Si iscrisse quindi ad una società del paese e vinse gare su gare. Passò immediatamente a società famose fino ad arrivare in nazionale. Nessuno credeva a ciò che vedeva, ma dopo che si furono resi conto delle sue capacità, dovettero arrendersi all’evidenza. La critica e i giornalisti di sport ne parlavano molto male descrivendo le sue doti fisiche, ma arrivò il momento tanto atteso, quello delle olimpiadi. Vinse tutte le gare e giunse alla finale. Era emozionato come non mai, ma affidandosi alle sue scarpe vinse la medaglia d’oro e il titolo olimpico. Tornò a casa ricco, soddisfatto e sempre più voglioso di fama e successo. All’improvviso qualcuno bussò alla porta, era un mago la stessa persona che gli aveva regalato le scarpe. Questo lo rimproverò e gli disse che gli avrebbe tolto tutti i beni ricavati dalle scarpe; l’omino però preso da un attaccamento ai soldi incredibile lo aggredì, scaraventandolo giù da una rupe e così il mago morì e l’omino visse per sempre nella gloria e nel lusso. Il messaggio è che comunque vincono i disonesti e gli immeritevoli, mentre i più forti e onesti quasi sempre perdono ed è per questo che tengono Conceicao in panchina.

Sergio Conceicao 11 - Classe II D

 315  

Un piccolo uomo alla ricerca di sé.

Certo era uno spettacolo decisamente insolito per uno che viveva sempre chiuso nel suo piccolo buco, nel suo rifugio… già, il suo rifugio era tutto ciò che conosceva e… al di fuori di esso? Non si era mai chiesto cosa ci fosse fuori, a parte il solito paesaggio che vedeva quelle poche volte che si arrischiava ad aprire la porta. Ma ora che se ne stava lì, sbalzato all’improvviso in un mondo che non conosceva, lontano dalle sue certezze e dalla sua esistenza, ora, per la prima volta nella sua vita, non sapeva più cosa fare, come comportarsi, non sapeva dov’era e dove doveva andare, anzi, sarebbe meglio dire dove poteva andare, infatti avrebbe potuto scegliere di rimanere lì o di andare da qualche parte. Poteva scegliere! Tutto ad un tratto si rese conto che fino ad allora era stato prigioniero, faceva quello che faceva perché era ciò che sapeva fare, ma non gli era mai venuto in mente di poter fare qualcos’altro. E adesso che si era risvegliato, che gli si erano aperti gli occhi, adesso che era libero, aveva bisogno di qualcuno che lo indirizzasse, da solo non ce la poteva fare questa volta, così si mise alla ricerca del misterioso personaggio che gli aveva regalato la scarpe e che gli aveva regalato la vita, trovò questo strano amico? Questa è un0’altra storia, a cui ognuno dovrebbe saper dare il suo finale.  

Classe II D

 316  

Comunque sia si è prigionieri.

Rimase sdraiato nell’erba umida guardando il sole e facendosi mille domande: cosa significa? Chi mi ha mandato qui? Cosa significa? Non capisco cosa vuol dire! Perché proprio a me? Perché proprio a me? E da questa domanda ne nacquero altre, innumerevoli: ripensò a tutta la sua vita, ripensò alle sue giornate e si chiese a cosa fosse servite vivere, a cosa fosse servito lui piccolo uomo. Così nell’animo di quel piccolo uomo nacque un sentimento nuovo, un nuovo fuoco: non sopportava la vista delle madri con i loro bambini. Loro sono serviti a qualcosa! L’immagine di ragazzi seduti nel prato. Loro hanno una vita davanti! Così un urlo disperato uscì dal suo corpicino. Le persone che stavano intorno si chinarono su di lui e rimasero stupiti che potesse esistere un essere tanto piccolo. Venne preso, rinchiuso in una gabbia, e portato in un museo. Così da prigioniero della sua solitudine, divenne prigioniero della sua popolarità.

Silvia - Classe II D

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Le scarpe della solitudine.

Godendosi il paesaggio rimase steso sull’erba… le ore passavano e lui stava bene in quel luogo, aveva scordato tutto. Poi una nuvola coprì il sole e lui si riprese. Cominciò a chiedersi cosa fosse successo, di chi erano le scarpe e tante altre cose. Camminò a lungo e a un certo punto arrivò sulla riva di un lago; si specchiò e vide la sua immagine più bella, guardò più intensamente e vide una scritta: resta qui e non avrai più niente a cui pensare, la tua vita non avrà più problemi. L’idea lo eccitava ma… no, non era la cosa giusta da fare. La vita va vissuta con i suoi problemi ed i suoi pensieri, non si può crescere senza. Cercò di togliersi le scarpe per tornare a casa, ma non ci riuscì. Provò con forza, ma invano allora iniziò a piangere, e appena scese una lacrima le scarpe si tolsero da sole. Essere infelici di stare in quel luogo era l’unico modo per uniscine. Fu così che si ritrovò di nuovo nel suo buco con la sua penna in mano a scrivere i suoi pensieri sul diario.

Enia - Classe II D

 318  

La bambina.

Un grande albero di mele sotto cui stava seduta una bambina, davanti a lui in lontananza vide una stradina sterrata. Decise di affrontare la sua paura e si diresse verso la bambina. Lei aveva circa dieci anni e stava leggendo un libro con immagini coloratissime, appena vide avvicinarsi l’uomo gli sorrise e gli disse: finalmente sei arrivato! Incuriosito si avvicinò e si sedette vicino a lei. Gli osservò i piedi e aggiunse: lo sapevo che ti andavano bene. Lui risvegliatosi come da un lungo sonno e come se fosse uscito da un tunnel mormorò: chi sei? La bambina: sono la compagnia! Sono venuta a cercarti che non puoi continuare a continuare a vivere cosi, devi farti degli amici, conoscere persone nuove, forse tu non lo sai, ma la compagnia e l'amicizia sono uno degli aspetti più belli della vita, sono sicura che la nuova vita che ti propongo sarà sicuramente meglio di questa, noiosa e cupa che stai vivendo. Seguimi e vedrai. L’omino entrò magicamente nel libro che la bambina stava leggendo, si trovò in un mondo totalmente diverso da quello in cui viveva, aveva fatto la sua scelta, abbandonare la solitudine e la tristezza per l’amicizia e l’allegria.

Vale - Classe II D

 319  

Le scarpe dei folletti.

A circa dieci metri da lui, c’era un folletto: non era molto alto e calzava le sue stesse scarpe. “Ciao come ti chiami?” Gli chiese, ma non l’uomo non rispose. Non aveva un nome. “Hai paura?” Domandò il folletto “non devi avere paura, io sono Panko, un folletto della foresta che è dietro la tua montagna. Ti abbiamo visto molto solo e abbiamo deciso che ti potevi unire a noi… se tu lo desideri.” A quelle parole dal cielo arrivarono tantissimi folletti, tutti calzavano le sue scarpe. Il nostro piccolo uomo rimase stupefatto, ma non contento e decise che era ora di rompere la sua vita solitaria e di unirsi e diventare uno di loro.

Classe II D

 320  

La curiosità porta brutti scherzi.

Invece vide una grande casa, circondata da un grande giardino, in verità, la casa, non era molto grossa, era normale, però ai suoi occhi faceva un atro effetto. Subito pensò di andarsene, ma la curiosità di sapere chi vivesse in quella casa enorme era troppa, e in più, sarebbe sempre potuto scappare con le sue nuove scarpe rosse, cosi decise di entrare: trovò un buco nella recinzione e in un attimo fu dentro. Con cautela su stava avvicinando alle porte di casa, quando un grosso cane nero gli spuntò davanti con l’intenzione di far merenda, lui, in preda al panico, cominciò a correre, ma pure avendo le sue scarpe nuove, non riusciva ne a seminare il cane ne ad uscire dalla recinzione. Sembrava un topo in gabbia, quando ad un certo punto gli tornò in mente Neo85, suo zio che raccontava di uno scienziato pazzo che abitava in una grossa casa e che aveva già fatto fuori centinaia di suoi amici e che regalava alle sue cavie scarpe da tennis. L’omino allora, ormai stanco per la corsa, si lasciò andare e venne mangiato dal cane! (ah ah ah!)

Duce85 - Classe II D

 321  

Il sogno.

E ancora più in là, in fondo, in fondo un bellissimo albero… sembrava che gli dicesse: “vieni vieni qui, sdraiati qui vicino” era un paesaggio meraviglioso e gli sembrava di essere in paradiso. Sotto all’albero c’era anche un tovaglia, stesa sul prato, e sulla quale era stesa ogni prelibatezza; ma stava per avvicinarsi quando sentì delle voci di bambini: si avvicinano, si avvicinano. Il nostro piccolo uomo si chiede: “cosa faccio?” i bambini scherzano, giocano; si avvicinano, lo prendono per mano; con lui iniziarono a fare un girotondo; pian piano si alzano in cielo; ad un tratto si accorge che hanno anche loro quelle scarpe, ma improvvisamente si sveglia e si accorge che questo era solo un sogno.

Classe II D

 322  

Una corsa contro la solitudine.

Una lunga strada. Si sentì attratto da quella distesa di cemento, ma non capiva dove portava. Ma la sua curiosità era tale che iniziò a correre, corse e corse. Ad un tratto però insieme a lui correvano altre persone. All’inizio ebbe paura, ma quei visi erano famigliari e non sembravano volergli fare del male. Lui sorrise e anche loro sorrisero. Cominciarono a chiacchierare e parlarono delle loro speranza, dei loro desideri. Chissà dove portava quella strada? Corsero all’infinito, intanto che correvano, chiacchieravano, rodevano, si confrontavano. Ad un punto la strada portava ad un incrocio: da una parte un paesaggio incontaminato, dove l’uomo non aveva messo piede, dall’altra una città ricca di fermenti e di persone. Il nostro grande uomo scelse al città, ci rimase per il resto della sua vita e non sentì più paura quando qualcuno bussò alla sua porta.

Lillipop - Classe II D

 323  

Un regalo misterioso.

Si accorse che tutt’intorno non era più di dimensioni giganti rispetto a lui, i fiori erano piccoli, fragili, non sembravano più delle gigantesche piante, tutto ora era proporzionato con la sua figura. Si alzò di scatto e notò con meraviglia di avere due gambe muscolose, due braccia lunghe, un bel collo, ora poteva sovrastare tutto, poteva correre sulla soffice erba, che prima sembrava un immensa e oscura foresta… ora era umano, era un uomo come tutti gli altri, il suo più grande sogno si era realizzato, quello che scriveva ogni giorno sul suo diario quando era solo in quel minuscolo buco… lontano da tutti… in quell’oscuro luogo dove non poteva comunicare con nessuno e dove tutto era cosi misterioso e solitario… ora invece poteva ricominciare a vivere veramente, e tutto questo solo grazie a quelle due paia scarpe di tennis che lo avevano condotto in un mondo nuovo, delle quali però non riuscì mai a scoprire chi ne fosse il vero donatore.

Mara82001 - Classe II D

 324  

Un mondo nuovo.

Si alzò piano piano, provò a camminare ma ancora fu spinto da una forza potentissima e ricadde in terra. Ora voleva farcela, si voleva riuscirci a tutti i costi, doveva alzarsi, e camminare, non era abituato ma doveva solo cercare un equilibrio, sfruttare questa sia grande forza a suo favore.  Tutte le cose che aveva scritto sul suo diario del mondo, dei suoi abitanti, durante la sua vita di solitudine, erano solo pensieri, l’immaginazione che volava, ma ora grazie a quella magica forza poteva veramente girare il mondo e scoprire i suoi abitanti; per non vivere più in solitudine… comunque se avesse voluto pensare, cerare la tranquillità e ritrovare se stesso, poteva sempre tornare la nella sua piccola tana…

Leti - Classe II D

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La famiglia riunita.

Animali che girovagavano tranquilli; prese il suo diario e cominciò a scrivere, ma fu interrotto da un rumore sordo, lo seguì e dopo essere entrato nel bosco, sbucò in un piccolo prato con al centro una casa su misura per lui. Fece un giro intorno ad essa e dietro trovò un uomo, altro come lui che cercava di tagliare della legna. Dopo aver passato un primo momento di stupore iniziarono a parlarsi e  scoprirono di essere fratelli: la loro madre aveva abbandonato il fratello più piccolo, non poteva badare ad entrambi, e prima di morire gli aveva rivelato la verità e lui aveva deciso di mandare un cerbiatto a portargli le scarpe magiche che aveva appena inventato. Iniziarono a vivere insieme nella casa in mezzo al bosco, agli animali continuando a scrivere il diario finché un giorno decisero di andare in città a venderlo ad una famosa casa editrice. Fece un grande successo, ma continuavano a vivere in mezzo al bosco, isolati dal mondo.

Classe II D