326
La stradina.
C’era un piccolo ruscello che scendeva dalla montagna. L’acqua era fresca e limpida e mentre scorreva faceva un lieve rumore, un fruscio piacevole. Il prato era verde, ma vi erano sparse delle macchie colorate di fiori soprattutto bianche. Si mise sdraiato con la faccia verso il cielo: era azzurro azzurro, non c’erano nuvole, era molto luminoso. Poi si mise seduto e si accorse che non molto lontano c’era anche un sentiero: aveva la ghiaia bianca e ai lati spuntavano ciuffetti di erba verde, la paura gli era scomparsa e gli venne voglia di incamminarsi per la stradina. Ad un certo punto trovò un paesino piccolo piccolo con tante persone piccole come lui. Si fermò ad osservarlo da lontano e provò una felicità immensa. Poi si decise ad entrare e visse li per sempre.
Giulia - Classe II D
327
La solitudine si può vincere, ma… insieme.
Si
sentiva ancora più piccolo di quello che era già; aveva paura perché non
conosceva il posto, non sapeva dov’era e cosa fare. Si fece coraggio e iniziò
a camminare nella speranza di trovare qualcuno o qualcosa
che l’aiutasse a capire qualcosa. Poco dopo capì di essere in un parco
giochi pieno di bambini felici. Voleva parlare a qualche bambino, ma nessuno lo
aveva in nota, così si sentì ancora più solo di prima. Poi però vide una
bambina seduta da sola su una panchina e decise di andare da lei per farle
compagnia. Lei si spaventò un po’, ma comunque diventarono subito amici. Lui
le raccontò la sua storia e lei rimase stupita. Decise di portarlo a casa con
lei e una volta a casa andarono sul balcone e guardando verso le montagne lui
vide un buco che quello era casa sua. Si sentì triste e gli venne voglia di
scrivere sul suo diario, ma… non ce l’aveva più. Si sentiva ancora più
triste. La bimba lo capì e gli propose di parlare con lei. Cos, da quel
momento, ei fu come il suo diario.
Vally Gummy - Classe II D
328
Le scarpe magiche.
In alto e in basso. Fece un altro passo, e come prima si mosse ad una velocità spaventosa. Queste scarpe però lo portavano dove volevano e infatti alla fine fu condotto ad una casa di gelato. Al suo interno però c’era il proprietario, una donna stupenda dalle vistose protuberanze che lo invitava a sedersi di fianco a lei. Essendo lui però molto più pesante di lei, quando si sedette sulla panca la ragazza volò via e lui non la rivide più. Aveva perso cosi la sua unica probabile amica.
Lo zar sheva - Classe II D
329
Una storia triste.
C’era una casa, una bellissima casa. Ma cosa fare? Andare a bussare? Ma lui era abituato alla solitudine; fatto sta che andò a bussare alla porta. Aprì un uomo assai strano che iniziò a ridere. Egli era un inventore che per certo aveva saputo di lui. Cosi inventò queste scarpe in modo tale che il piccolo uomo potesse girare per il mondo e uscire da quella sua solitudine. Ma come poteva fare il piccolo uomo abituato a stare solo con se stesso, come poteva socializzare con gli altri? Cosi il piccolo uomo tornò nella sua piccola grotta, ripose le sue scarpe in un angolo e sognò quel mondo a cui si sentiva ormai estraneo.
Fralex - Classe II D
330
Il burrone
Un grande burrone profondo, guardò se riusciva a vedere il fondo, ma non vedeva niente, allora gettò un sasso nel baratro, ma non sentì nessun rumore. Allora intimorito si allontanò dal baratro e si guardava intorno. Non riusciva a capire dove si trovasse, in lontananza c’erano dei monti e ad una ventina di metri da lui un bosco. Non riusciva a vedere la sua montagna e non sapeva dove si trovava e non sapeva cosa fare e notò anche che non aveva più le scarpe ai piedi. Allora pensò di dirigersi verso il bosco. Li trovò una capanna e non sapendo cosa fare vi entrò. Non vi era nessuno nella capanna e allora decise di rimanere li. Era molto più confortevole della sua caverna e visse li a lungo e felice.
Neo85 - Classe II D
331
L’uomo e la bambina.
Vide degli alberi. Non aveva mai visto uno splendore tale. Il suo buco l’aveva costretto ad avere una visione del mondo pessimista. Ad un certo punto vide una bambina. La osservava. Lei era sola, ma si divertiva a rincorrere una farfalla. Le sue risa, i suoi urletti lasciavano di stucco l’uomo. Si avvicinò a lei timidamente chiese come mai era cosi felice. la bambina disse che lei non era triste perché non si sentiva sola. Aveva imparato a fuggire dalla solitudine cercando la compagnia delle cose più semplici, quelle cose che da sempre danno la felicità, la felicità che solo un amico ti può dare. I due divennero amici e ogni giorno giocavano a correre e parlavano e spesso ridevano.
Leone - Classe II D
332
Una giornata insolita.
Incredulo per l’eccezionale salto si voltò verso la sua casetta, ma per la troppa distanza vide solamente la sagoma della montagna. Sbalordito si guardò le scarpe e pensò che senza quelle scarpette avrebbe dovuto camminare ininterrottamente per sei giorni e sei notti. Allora si chiese se avrebbe potuto compiere la stessa distanza verso l’alto con un passo aveva potuto coprire quella distanza. Chissà quanta ne avrebbe potuto fare sforzandosi di saltare più in alto che poteva. Dopo un profondo respiro saltò. In pochi secondi arrivò ad una quota impensabile per un ometto alto circa 30cm. Non accennava a fermarsi e pensò a cosa sarebbe successo se non fosse riuscito a aggrapparsi a qualcosa. Per la velocità spaventosa si stampò contro un pianeta, se la cavò con qualche graffio e qualche livido, ma scosso per l’avventura insolita decise di tornare a casa e di scrivere tutto sul suo diario per non dimenticare quella stupenda giornata.
Andrea - Classe II D
333
Un salto nel futuro.
Non riusciva a capire dove fosse atterrato e soprattutto perché si trovava in quel prato gigantesco. Inoltre era spaventato da tutto ciò che lo circondava, tutto era grande e colorato; vedeva degli esseri minuti e contemporaneamente diversi da lui, infatti erano degli omiciattoli piccolissimi, ma erano vestiti diversamente da lui. Incuriosito si avvicina ad uno di questi e gli chiede dove si trovava. All’improvviso scopre di essere capitato nel futuro e solo ora si spiega il perché di tutto ciò che vede. Ciò che vede è frutto di quello che gli omiciattoli chiamano tecnologia. Poco distante da lui nota due omini che tengono tra le mani strani oggetti. Successivamente gli spiegano che sono racchette per giocare a tennis, uno dei più grandi divertimenti detto anche sport. Questo piccolo uomo rimane sempre più stupefatto e vuole scoprire il nuovo mondo. Man mano che prosegue camminando sul morbido manto erboso, vede altri omiciattoli con in mano una cosa, colorata di forma cilindrica. Subito gli spiegano che si chiama palla e anche questa serve per giocare praticare sport. Poco più avanti nota anche delle strane macchine, a lui estranee dentro le quali le immagini si susseguono velocemente. Ha scoperto un’altra cosa nuova: la televisione. È sempre più attirato da ciò che vede, però non ha ancora capito perché si trova in quello strano mondo ovvero il futuro. Poi, pensandoci, capisce che è tutto merito delle scarpe da tennis che tiene ai piedi. L’omiciattolo gli dice che togliendole avrebbe potuto tornare al suo mondo, quello del passato. Lui però, anche se sa che farà fatica ad adattarsi, decide di rimanere nel mondo del futuro, perché non voleva più vivere in solitudine dentro il buco della montagna.
Agata - Classe II D
334
L'omino
Nella lontananza pian piano cominciò a vedere una
figura umana, che diventava sempre più vivida. Incuriosito ed attratto cominciò
ad avvicinarsi a quell'individuo che a sua volta gli veniva incontro. Avvicinati
ad una distanza di pochi passi entrambi si accorsero che stavano indossando le
stesse scarpe.Per alcuni momenti, colpiti dalla timidezza, non si parlavano, poi
uno dei due con voce bassa disse: belle quelle scarpe.
L'altro che per la prima volta aveva sentito una voce che non fosse la
sua rispose: belle anche le tue. Da queste prime sciocche domande incominciarono
a parlare e a discutere dei sentimenti e della vita in generale, che loro
avevano sprecato in tanti anni dentro alla solitudine di una grotta. Da quel
momento quegli uomini che per lungo tempo erano stati da soli si avviarono ad un
bellissimo rapporto di amicizia che li fece rimanere insieme per tutta la vita e
li legò nei momenti più duri ed inaspettati.
Classe II E
335
La solitudine abbandonata.
Cosi decise di continuare a camminare o a volare con
quelle meravigliose scarpe. Dopo un po' di tempo che andava vide un piccolo
paesello e decise di andarlo a visitare e di cercare qualcuno che parlasse con
lui, trovò tanta gente che voleva parlare con lui cosi decise di trasferirsi in
quel meraviglioso paesello.
Classe II E
336
Le scarpe che ... cambiano
la vita.
Rivede la sua piccola casa nella montagna. Si trovava
tra due mondi diversi, uno fatto di campi fioriti pieni di persone felici che si
divertono, l'altro un mondo isolato, calmo, quasi privo di vita. Uno fatto di
gioie, tristezze, soddisfazioni, sofferenze, l'altro di tranquillità, privo di
problemi, dove tutto è lineare. Il piccolo uomo doveva scegliere se continuare
la sua vita monotona o irrompere in un nuovo mondo dove forse sarebbe accettato
o forse abbandonato alle sue sofferenze. Lui cosi piccolo e pauroso risaltava
con le sue scarpine nel suo mondo forse perché troppo timoroso di un mondo cosi
diverso.
Classe II E
337
Scoperta della compagnia
umana.
Vide a circa 2 km un'enorme città. Come fosse per
istinto, decise di proseguire a destra per il prato, ma dopo un'ora di camminata
vide che non molto lontano c'erano delle persone che vivevano nel suo stesso
modo di vita, cioè erano tutte chiuse nella propria casa a scrivere un diario.
Scorgeva dalle finestre delle case, nessuno cercava di comunicare con gli altri
uomini e si sentiva come a casa sua. Dopo aver trascorso u mese in questa città
vide che nel prato da cui era arrivato un gruppo di giovani giocava insieme e si
divertivano molto e questo provocò un cambiamento in lui. Allora decise di
andare nell'altra città che aveva visto in precedenza e quando arrivò era
stremato dalla fame ma la gente di quella città lo accolse e gli fece capire
cosa vuol dire vivere con gli altri.
Classe II E
338
Un giorno cambia la vita.
Un moltitudine di altre scarpe. Erano di ogni genere:
dalla più antiche alle più moderne. Ognuna di queste rappresentava la vita
personale di ogni essere umano esistente sulla Terra. Infilandosene un paio
ripercorse improvvisamente le esperienze di colui al quale appartenevano le
suddette calzature: era una vita felice, spensierata, piena di amici... nel
nostro povero amico si alternavano emozioni e stati d'animo di tristezza,
rancore e soprattutto solitudine che gli fece rimpiangere il suo passato
caratterizzato da una completa assenza di vita sociale, di attenzioni e di
amore. Nel corso di poco tempo, riuscì a trasformarsi completamente: ora aveva
una casa vera, dei veri amici e tanta felicità... non provava più invidia per
la gioia e la fortuna delle altre vite: era finalmente orgoglioso di lui.
Classe II E
339
Il nuovo giorno.
Una grossissima montagna. Pensò di scalarla; sarebbe
stato divertente e per niente faticoso con le sue nuove scarpe magiche. Dopo
qualche balzo si trovava già a metà strada, quando vide un buco proprio uguale
a quello in cui abitava lui. Si stupì: gli sembrava di aver fatto tanta strada
ed ora era al punto di partenza? Non si arrese perché era convinto che ci fosse
un motivo in tutto quello che gli stava accadendo, cosi proseguì la sua
passeggiata. Notò decine di altri
buchi ed in ognuno di questi c'era un altro omino della sua stessa specie. Era
strano, ma nell'incontrarli non rimase sconvolto, bensì con molta spontaneità
fece amicizia con loro. Capì che da quel giorno avrebbe avuto nuove cose da
raccontare al suo diario perché era iniziata la sua vita sociale e il tempo
trascorso solo gli era servito per conoscersi.
Classe II E
340
L'omino e i 7 nani.
Una grande foresta in cui decise di entrare per
scoprire se c'erano altri uomini e posti più sicuri in cui vivere. Ed è
proprio dopo aver camminato per ore ed ore che incontrò una casetta in cui
entrando vide 7 nani e una graziosa fanciulla che i nani chiamavano Biancaneve.
Non vendo mai visto una creatura cosi bella si innamorò subito di questa cosi
uccise un nano per avere un posto nella casetta e visse per sempre felice e
contento e sposato con quella graziosa fanciulla.
Classe II E
341
Crico
Stette seduto per qualche minuto perché era stordito
dal volo ed osservò i monti ed i ghiacciai intorno. Decise cosi di incamminarsi
per i prati e le rocce in cerca del suo Crico o di una nuova vita. Giunse quasi
sera quando il piccolo uomo era ancora disperso tra i campi. Trovò però un
pastore che tornava con il suo gregge dai pascoli ed era diretto ala sua piccola
baita dove viveva tutto l'anno da
solo. Allora il piccolo uomo gli chiese se conosceva un posto dove potesse
passare la notte. Il pastore lo invitò nella sua baita e cosi i due divennero
grandi amici e scoprirono il vero valore dell'amicizia. Il pastore però presto
morì e il piccolo uomo non seppe fare a meno della sua compagnia, cosi dopo
poco anch'egli morì di solitudine.
Classe II E
342
La scoperta della
gioia.
Un campo da calcio contanti bambini che giocavano e
si divertivano facendo un mini torneo. Il piccolo uomo provò una forte emozione
di felicità e gioia nel vedere altre persone e per la prima volta non si
spaventò. Ad un tratto si avvicinò a loro che lo accolsero festosamente. Il
piccolo uomo si rese subito utile, facendo da arbitro ed imparò a sorridere. I
bambini contenti di aver trovato un grande cosi disponibile e gentile lo
presentarono alle loro famiglie seppure con qualche difficoltà poiché l'uomo
non voleva. Dopo qualche giorno il piccolo uomo stupefatto per aver conosciuto
molte cose nuove capì quanto fosse importante vivere con altri e cosi divenne
l'idolo dei bambini.
Classe II E
343
L'uomo e il cane
vittima della società.
C'era un cane che scodinzolava felice nonostante gli
mancasse una zampa. L'uomo osservava divertito il cane il quale correva
agilmente nonostante l'handicap fisico. L'uomo inizia a camminare insieme al
cane ed inizia a visitare paesi e città che non aveva mai visto. Un giorno in
una città chiamata Bergamo incontra un uomo che era il padrone del cane. Subito
il cane riconosciuto il padrone gli corse incontro e il padrone cominciò a
prenderlo a calci perché era ubriaco. Il piccolo uomo si arrabbiò molto e portò
via il cane ormai malconcio. Il piccolo uomo aveva trovato un amico che non
voleva perdere. Pochi giorni dopo il cane morì per i calci ricevuti e il
piccolo uomo per la disperazione si uccise. Questi sono gli effetti che la
società ha sugli uomini.
Classe II E
344
Un mondo incantato.
Erba verde e monti immensi. Ad un tratto quelle
scarpe cominciarono a muoversi nuovamente con rapidi balzi. Volò attraverso i
boschi tra gli alberi, scavalcò le cime delle montagne, passò interi paesi e
nazioni fino a quando con un salto enorme attraversò le nuvole ed atterrò su
di un mondo sconosciuto fatto di luce e nuvole. Era sconvolto e spaventato. Non
riusciva a capacitarsi di quello che era appena successo, ma un istante dopo
aver ripreso fiato ecco che poco alla volta comparvero tante piccole ombre che
solo dopo identificò come suoi simili: piccoli uomini, proprio come lui. Era
infatti tornato a casa tra la sua gente in quel mondo di luce e nuvole dove non
sarebbe stato più solo ma sempre in compagnia di tanti amici.
Classe II E
345
Una grande novità.
Vide una persona molto strana con una paio di scarpe
identiche alle sue. Capì cosi che era lui quello che gli aveva dato le scarpe.
Parlando con quello strano signore venne a sapere che era stato scelto per
sperimentare e migliorare quelle nuove calzature che permettevano di volare. Lo
considerò un grande onore poter collaborare ad un progetto cosi innovativo che
avrebbe permesso all'uomo si fare un grande passo avanti nella sua evoluzione. I
due cominciarono subito nella sperimentazione: capirono i difetti di quelle
scarpe e le migliorarono. Dopo poco tempo tutte le persone nel mondo volavano
con indosso quelle scarpe.
Classe II E
346
Lo strano uomo.
Vide una foresta di abeti e decise di entrarci. Gli
alberi erano molto alti e non facevano passare i raggi solari e quindi c'era
molto buio. Ad un certo punto sentì un rumore e si mise a correre. Finalmente
uscì dal bosco e si ritrovò in un prato enorme. In mezzo a questo prato c'era
una casa e dentro ci trovò un pallone da calcio. Poi entrò un uomo che gli
disse di seguirlo. Arrivarono ad un campo da calcio e l'uomo gli disse "famme
un crosse". Il piccolo uomo sbagliò il cross l'uomo gli spaccò una gamba
e gli rubò le scarpe da tennis.
Classe II E
347
La partita
Un campo da tennis in erba verde e in mezzo un altro
uomo con in mano una racchetta da tennis che lo guardava fisso. All'improvviso
l'uomo in mezzo al campo disse: "piccolo uomo vieni un po' a
giocare."Il piccolo uomo si spaventò ma dopo un attimo di incertezza capì
che quella era la prima persona che incontrava e quindi era finalmente molto
felice di avere a che fare con un altro essere umano. Il piccolo uomo entrò in
campo quatto quatto ma molto felice di potersi confrontare con un altro. La
partita iniziò: il piccolo uomo sbagliò molte battute e l'altro lo rimproverò
molto. Il piccolo uomo pur essendo di Brescia e l'altro di Bergamo non si infuriò
perché era contento di aver trovato un altro essere umano.
Classe II E
348
Le scarpe
C'erano
le sue scarpe da tennis intatte e belle come se le era provate la prima volta.
Di lì passò una mosca che visto il colore delle scarpe ci fece il nido dentro
e l'uomo abituato a non aver nessun tipo di problema non fece nulla per
cacciarla. Subito dopo che la mosca aveva nidificato nelle scarpe passò un
leone per mangiarsi la mosca ma la mosca lo ricacciò a suon di alate ferendo
gravemente il leone. L'uomo piccolo che da dietro un filo d'erba aveva visto
tutta la scena capì che anche le persone piccole possono farsi valere. Ricacciò
la mosca due volte più grande di lui dalle scarpe grazie alle unghie delle dita
dei piedi che infilò nelle sue ali, si rimpossessò delle scarpe e grazie a
quelle scoprì tutte le compagnie del mondo in cui le scarpe lo trasportavano.
Alessandro Alfieri - Classe II E
349
Una nuova vita.
Una foresta grandissima, piena di alberi fioriti. Il
piccolo uomo si trovò del tutto spaesato, in un luogo mai visto, lui che era
abituato a vivere in quel piccolo buco. Dopo qualche secondo decise di
inoltrarsi in quella fitta e buia foresta per scoprire qualcosa. Camminò per
chilometri senza sentire ne voci di persone ne versi di animali fino a quando
dietro una grande quercia vide una grande luce. Era un bambino di circa dieci
anni che sorrideva con amore verso il piccolo uomo. "Sono un angelo venuto
per aiutarti" furono le parole del bambino. L'omino incredulo chiese il
perché. "Sono venuto per
farti scoprire il mondo e tutte le sue meraviglie." L'angelo indicò
all'uomo una stupenda casa e come un miracolo gli trasformò i suoi vecchi
vestiti in nuovi e con un sorriso sparì.
Classe II E
350
Lo sbaglio.
Un’affiatata combriccola di
amici che stava tranquillamente facendo un picnic. A quel punto ripresosi dallo
spavento dopo aver esaminato attentamente la situazione decise di muoversi verso
questi. Ma venne trasportato altrove, precisamente durante un cenone tra amici.
L’uomo cercò ancora di chiarire questa situazione, ma venne di nuovo
scaraventato a centinaia di metri di distanza dove visse altre decine di
esperienze simili. Ad un tratto si ritrovò
nella sua vecchia casa, ringiovanito di qualche anno. Allora capì che
aveva sbagliato e si ritrovò a rivivere tutto una vita travagliato ma con gli
amici.
Classe II F