26
Ma non vide nulla. Ritornò spaventato nel suo buco e vide
un grazioso bambino. Quel piccolo fanciullo aveva un’aria importante, era
piccolo, tondo e la luce dorata dei capelli illuminava il suo viso. Il bambino
prese per mano l’uomo e insieme volarono in cielo.
Il bambino portò l’uomo in un mondo magico, il sole
splendeva e i campi dorati profumavano di libertà.
L’uomo cominciò a correre solo allegramente e così fece
per tutta la vita.
Era solo ma era felice.
Classe I G
27
L’incontro con vegeta
Ad un certo punto sbucò dalla foresta Vegeta, appena
ritornato dalla battaglia per salvare la terra. L’omino si diede alla fuga, ma
Vegeta col suo teletrasporto lo raggiunse subito e gli diede una serie di pugni
e l’omino rimase a terra ormai sconfitto.
Ormai consapevole di morire, l’omino chiese a Vegeta:
“Perché mi hai picchiato?” e Vegeta rispose: “tu sei Freezer nemico della
terra, io ti devo distruggere!”. L’omino che non aveva neanche la forza di
lanciare un sasso a dieci metri di distanza, rispose: “Ma io sono Grilin, un
povero rimbambito pelato che vive in una caverna!”.
Vegeta, accortosi della debolezza di Grilin, si scuso e
ritornò alla ricerca del nemico. Ad un tratto Grilin sentì un boato
potentissimo in direzione di Vegeta. Attorno al paladino si era formata una nube
densissima. Freezer aveva attaccato Vegeta, ma fortunatamente senza gravi
conseguenze. Vegeta si riprese subito e con un big attack e un final flash
distrusse Freezer.
Classe I G
28
Scarpette
Tantissime persone che come lui indossavano un paio di
scarpe come le sue. Aveva tutti gli occhi addosso ed era imbarazzatissimo. Notò
però che non era l’unico, infatti dopo di lui ne arrivò un altro e un altro
e un altro ancora. Piano piano quel grande prato si riempì di piccoli uomini.
Era spettacolare come nel giro di pochi minuti si fossero riuniti così tanti
individui e per di più con le stesse identiche scarpe. Si guardarono tutti
ammutoliti negli occhi come se nessuno sapesse cosa stesse succedendo.
All’improvviso alla fine del campo si alzò un cartello
con scritto: Meeting.
Era l’incontro mondiale di tutti i piccoli uomini, molto
piccoli che trascorrevano le loro giornate scrivendo i loro pensieri su di un
diario nelle loro grandi montagne con un piccolo buco.
Classe I G
29
L’amicizia
Lì vicino c’era una festa. Il piccolo uomo un po’
spaventato si avvicina e comincia a conoscere e a fare amicizia con alcuni
ragazzi.
Tra questi ragazzi conosce anche Alessandro B. che molto
gentilmente gli dice che è stato lui a mettere le scarpe da tennis davanti alla
porta della sua abitazione perché voleva che anche lui conoscesse l’amicizia.
Al piccolo uomo piacquero molto le parole di quel
bellissimo ragazzo.
Da quel giorno in poi l’uomo fu sempre grato a quel
misterioso ragazzo che sembrava un angelo che gli fece conoscere la cosa più
bella del mondo: l’amicizia.
Classe I G
30
Le scarpe da Tennis
Si mise a correre e correre con le sue scarpe velocissime e
giunse in una città. Qui vide come gli umani avevano sempre una gran fretta e
pensavano più ai valori astratti che concreti. Inoltre apprese il consumismo e
tutte le guerre e le cose brutte esistenti al mondo. Allora rifiutò le scarpe,
che pensava fossero fonte di male, se le tirò via e nel tentativo di tornare a
casa calpestò una punta avvelenata
e morì angosciato.
Classe I G
31
L’importanza dell'amicizia
Un campo secco e spoglio. Lui si trovava al centro su di
una roccia e doveva decidere se camminare fra i fiori o fra l’arida terra.
Andare a destra significava entrare nella vita normale, a sinistra ritornare a
quella di sempre. Non sapeva cosa fare, non sapeva le novità che lo
aspettavano, i cambiamenti di cui aveva paura. Dopo un attimo di esitazione sentì
una voce: “sono Al Bi, sono io che ho messo le scarpe davanti alla tua porta,
voglio che la tua vita cambi, che tu conosca nuove persone, scendi dalla roccia
e cammina verso destra, verso di me”. Così l’uomo si voltò e vide un
bellissimo ragazzo con un’aria magica e con una luce che gli illuminava il
viso. Attorno a lui vi era una gran folla di gente che lo esortava di
raggiungerli. Così fece l’uomo e da quel momento capì l’importanza
dell’amicizia, di avere persone accanto e fu sempre grato al suo misterioso
salvatore Al Bi che non si fece più vedere.
Classe I G
32
L’uomo nano
La botta era stata violenta, tanto violenta che il piccolo
uomo senza accorgersene era morto e quei prati pieni di fiori in cui si era
ritrovato erano i Campi Elisi. L’uomo si guardò le gambe e le scarpe che
all’improvviso scomparvero per lasciar posto ad un prolungamento simile ad una
proboscide di un elefante. Dopo molti tentativi di muoversi, risultati vani, il
piccolo uomo, strisciando come un serpente si recò in un una grotta su di una
montagna, proprio ai limiti dei Campi Elisi e qui trovò un gruppo di uomini
nani come lui con i quali socializzò e diventò amico, e trascorse una felice
“vita”.
Atride Agamennone – classe I G
33
Aveva un piccolo mondo a pochi
minuti da casa e non lo sapeva
Classe I G
34
Solitudine:
"The End"
Cercò di capire cos’era successo e apprese che in testa
aveva un’aureola. Egli era morto, sì, era proprio morto.
Ora si trovava in paradiso. Pensò che la sua morte era
dovuta alla solitudine e così pensò bene di trascorrere le sue giornate non più
scrivendo ma trascorrendole insieme alle persone che avevano avuto la sua stessa
morte. Così la solitudine scomparve per sempre dalla terra.
Peppino Emergency – classe I G
35
Una inutile solitudine
Un paesaggio fantastico. L’uomo si alzò e cominciò a
girovagare. Da ogni parte andasse vedeva fiori e paesaggi bellissimi. Ad un
tratto notò, dopo un boschetto, un paesino. Entrato nel paese, tutte le persone
lo salutarono, gli offrirono da mangiare e gli diedero un buon letto per
riposarsi. L’uomo rimase stupefatto da quella accoglienza. Passò delle
giornate indimenticabili, divertendosi e conoscendo tutte le persone.
Si sentiva realizzato, felice.
Ad un tratto si svegliò e capì che era stato solo un
sogno. Ma questo sogno gli aveva fatto capire che la solitudine non serviva a
niente, che aveva passato tanti anni da solo, triste, ma senza motivo. Così
prese una decisione: abbandonò la caverna e si avviò in un paese in cerca
della tanto aspettata felicità.
Classe I G
36
The secret garden
Appena vide l’erba, provò a mangiarla, perché se no
sarebbe morto di fame, in quanto era senza cibo. Subito dopo entrò in uno stato
di estasi. Sognò di essere con altri uomini e donne e capì come ci si poteva
sentire in compagnia. Uscito da questo stato indossò le sue mitiche scarpe
“Nike super plus air max R9 Jordan” e pensò che se con quelle era volato
fino lì, poteva visitare tutto il pianeta in pochissimo tempo e così iniziò a
correre fino a trovare una compagnia dove fu accettato dagli altri, inizio a
breakkare, a rappeggiare, a skateare insomma a diventare uno di noi.
Classe I G
37
Neon Genesis Evangelion
Vide che c’era una misteriosa metropoli con un cartello
di benvenuto. Era arrivato, senza neanche accorgersene, nel futuro, precisamente
nel 2050, nella città fortezza di difesa: Neo Tokyo 3.
In questa città c’era la sede della NERV, una base che
costruiva robot alimentati da energia elettrica, i così detti Evangelion 01, 02
e 03. Questi erano stati costruiti per difendere la città da mostruose entità
chiamati Angeli perché venivano dal cielo. La sede di questa organizzazione era
a circa 50 chilometri sotto il livello della città e quando arrivavano gli
Angeli i palazzi scendevano sotto terra e uscivano gli Eva 01, 02 e 03 (i
robot). Un giorno però mancava, a causa di una malattia, il pilota dell’Eva
01 così il piccolo uomo, nome in codice Freedragon decise di pilotarlo e
divenne il capo del piano d’emergenza Project Eden e difese sempre la città.
Pelide Achille – classe I G
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Una nuova vita
Vide tantissimi alberi, e tra questi scorse un enorme
sentiero. Lui decise di percorrerlo.
Dopo circa 10 giorni l’uomo arrivò in una città, dove
c’erano circa due centinaia di persone che lo aspettavano. Appena lui si
avvicinò a loro, lo accolsero, e quel giorno si divertì talmente tanto che capì
che la solitudine non serviva più a niente.
Ad un tratto sentì un malore, aprì gli occhi e si svegliò,
era tutto un sogno ma quel sogno gli era veramente servito a capire che la
solitudine non serviva, era meglio vivere in una città, farsi grandi amici e
confidare a loro i suoi pensieri senza doverli scrivere su un diario. Appena si
alzò dal letto, decise di trasferirsi e cambiare vita.
Classe I G
39
Da una grande solitudine una
grande amicizia
Quelli però non erano i soliti fiori, avevano un profumo
diverso, inebriante. Il piccolo uomo indifeso svenne. Dopo un po’ si riprese
impaurito anche perché fino a quel momento era stato sempre rinchiuso in quella
caverna. Venne trovato da alcuni ragazzi che lo curarono. Dopo un po’ di
timidezza iniziale si fece amico con loro e tutti i giorni si ritrovavano per
giocare. Finalmente aveva capito che c’era un
buon motivo per non stare più rinchiuso là dentro, che da una grande
solitudine era passata ad una grande amicizia. Abbandonò definitivamente quella
caverna lasciandosi alle spalle tutti i neri ricordi. Un giorno si sposò, ebbe
due figli e andò a vivere in una grande città. Non raccontò mai nulla né a
sua moglie, né ai suoi figli ma ringraziò per sempre quei vecchi compagni che
lo avevano fatto felice.
Classe I G
40
La sconfitta della solitudine
Sempre nello stesso prato c’erano sei piccoli uomini che
lo notarono subito e lo invitarono a vivere con loro. Il piccolo uomo, un po’
pensieroso, poi accettò e con gli altri uomini si diresse verso la sua nuova
casa. Là il piccolo uomo passava il suo tempo a giocare a carte, a pulire, a
cucinare, a bere (anche alcolici), in poche parole cominciò a vivere una sua
vita dopo tanti anni di vita solitaria, e fu così che nacquero i 7 nani. E dopo
un po’ di tempo trovò anche una piccola donna con cui avrebbe passato tutta
la vita finché la morte non li avrebbe separati.
Classe I G
41
Il sapore della vita
Vedeva fiori e campi che si estendevano per miglia e
miglia. Il vecchietto all’inizio era spaventato e disorientato, ma da lì a
poco iniziò ad assaporare quella situazione che ora pareva ai suoi occhi un
magnifico sogno… vide qualche cosa muoversi nel prato e senza paura si avvicinò,
da lì iniziarono a volare farfalle blu, rosse, bianche e scostando un fiore ne
vide una piccola e impaurita, la prese e la tenne con sé. Ora capì che il
mondo fuori era bellissimo e che doveva ringraziare chiunque avesse messo quelle
scarpe da tennis fuori dalla sua porta.
Classe I G
42
Scarpette magiche
Era finito in una prateria con moltissimi fiori che
circondavano una grande casa. Il piccolo uomo abitò questa enorme casa per
tutta la sua vita con il ricordo dei giorni vissuti nel piccolo buco della
montagna.
Simone Arsicci – classe I G
43
Non è poi così male
Un grande mare infinto e, lungo la spiaggia, grattaceli di
acciaio e vetro. Spaventato dal caso si nascose. Poi si tuffò nel mare e vide
diverse varietà di pesci e di uccelli. Riaffiorò e poi volò nello spazio tra
i pianeti e le stelle.
Guardo fuori dalla mia finestra, fuori la nebbia, il tè
sul comodino è diventato freddo. Ora la finestra è appannata dalla pioggia ed
io sto piangendo. Però so che potrò volare, già, con le scarpe da tennis ai
piedi. Non è poi così male, già, per sognare non è poi così male.
Luca Cappellazzi – classe I G
44
Le scarpe dei desideri
Era arrivato in un paradiso. Si diede un pizzicotto sulla
guancia. No, non stava dormendo, non era mai stato così sveglio in tutta la sua
vita. Ad un certo punto però si accorse che qualcuno lo stava osservando, ombre
scure si muovevano tra gli alberi e l’inquietudine si impossessò di lui. Ed
ecco che con sua grande sorpresa si accorse che i mostri che tanto lo
spaventavano non erano altro che degli innocui elfi. Erano tutti vestiti uguali
ma, cosa più strana, avevano tutti quanti scarpe da tennis come le sue. Gli
elfi gli fecero cenno di fare un passo verso di loro ma appena questo fu fatto,
l’uomo riprese a volare. Ma questa volta riuscì a controllare il volo. Nel
frattempo gli elfi lo raggiunsero e gli dissero che quelle non erano semplici
scarpe da tennis. Erano scarpe magiche che oltre ad andare veloce potevano
realizzare qualunque desiderio. L’uomo che aveva sempre vissuto da solo e in
mezzo alla natura desiderò vivere in una bella città con tanti amici. Aperto
gli occhi si accorse che il suo desiderio era stato esaudito. Si scostò che le
coperte di dosso. Aveva sognato ma con sua grande sorpresa trovò le scarpette
ai piedi.
Luca Alessi – classe I G
45
L’omino solitario
Vide un gruppo di persone che si dirigeva correndo verso di
lui. Raggiuntolo gli chiesero come stesse e gli dissero che erano accorsi perché
lo avevano visto cadere. Erano ragazzi e ragazze erano felici di vederlo
incolume. L’omino si rialzò e pensò di tornare al suo buco, era molto
emozionato di vedere delle persone e le invitò a seguirlo nel suo buco.
L’omino era felice di avere degli sopiti. Quei ragazzi erano cordiali e
simpatici. Venuta sera lo invitarono a seguirlo in città. L’omino scoprì
quanto fosse inutile vivere sempre da soli. Si fece una nuova vita: sposò una
donnina piccola come lui e visse contento. Ogni tanto però, torno al suo buco
solitario, per pensare e godersi un po’ di solitudine.
Classe II A
46
Boris Boris
E anche al centro.
Immediatamente si tolse le scarpe convinto che fossero
quelle la causa della sua sventura, ma in realtà non era così. Il piccolo uomo
era in grado di viaggiare e le scarpe erano il suo velivolo. Qualcuno da lassù
gli aveva dato in dono quelle scarpe per permettergli di osservare e visitare i
meravigliosi posti di cui era composto il mondo. Comparve accanto a lui un uomo,
un angelo e gli spiegò come si erano svolti i fatti. Quest’angelo lo aveva
prescelto, gli era apparso in sogno e gli fece quel dono. Boris, il piccolo
uomo, cominciò a viaggiare scoprendo posti magnifici, paesi dell’Asia, le
praterie in America. Un giorno però si accorse di quanta tristezza circolava
nel mondo: i bambini dell’Africa le ingiustizie verso i più deboli, e capendo
che nulla poteva contro quel mondo decise con grande tristezza che quello non
era ciò che immaginava, e alla fine preferì la solitudine a quello che tutti
definivano mondo.
Classe II A
47
Non dire gatto se non ce l'hai nel
sacco
Degli animali ed altri elementi della natura. Inoltre vide
arrivare della gente che calorosa lo accolse socievolmente. Tutti intorno a lui
gli sembravano familiari ed ognuno lo trattava con affetto. Non era mai stato
così bene e in quegli attimi capì che doveva conoscere il mondo in quanto la
idea che aveva era sbagliata. Divenne così un uomo felice e conobbe tante
persone. Purtroppo arrivo Rambo, che non era così amichevole come gli altri, lo
picchiò e lo derubò così l’uomo tornò al buco di montagna. La montagna era
stata distrutta così decise di porre fine alla sua vita.
Classe II A
48
Il piccolo ladro
Una piccola orfanella. Subito gli disse: “e tu chi
sei?” Ella rispondette: “L’orfanella!” Poi pensò un attimo e le chiese:
“Ma che c’entri tu nella storia?” L’orfanella rispose: “No, niente.
Passavo di qui!” Allora il nano dopo aver riflettuto per ore le chiese:
“Senti orfanella, vuoi diventare mia amica?” Restò deluso mentre vedeva
l’orfanella scappare e disse: “E’ un’ingiustizia! Solo perché sono
piccolo e nero! E che maniere!” così il nano si incamminò verso casa e dopo
trentadue ore di cammino massacrante ci arrivò e ci trovò anche la polizia che
lo arrestò per il furto delle scarpe da tennis: così, mentre la polizia lo
portava via, disse: “e che maniere! Solo perché sono piccolo, nero e ladro!
E’ un’ingiustizia!” Così quando uscì dal carcere si inserì nella
criminalità organizzata e uccise l’orfanella. E visse solo, felice e
contento…
The Real Slim Shady - Classe II A
49
Allegro o felice?
In alto e in basso, ma era solo un’illusione, niente era
vero.
In realtà si trovava nel fiume ai piedi della montagna.
L’acqua era tiepida, si sentiva protetto mentre guardava intorno il paesaggio
vide le sue scarpe che venivano trascinate dall’acqua. Allora cominciò a
inseguirle, ad un certo punto le scarpe si fermarono…accanto a un campo da
tennis. L’omino iniziò a giocare da solo, poi arrivò l’altro concorrente,
un tifoso, un altro e un altro ancora, in pochi minuti il campo da tennis era
pieno di spettatori e tifosi. L’omino si cominciò a sentire in compagnia, ad
un certo unto un signore vecchio e sorridente cominciò a presentarsi e disse “Ciao, io mi chiamo felice e tu?”
L’omino rispose “Felice?! Che nome è?” “E’ un nome come il tuo, cioè?””non
lo so…allegro!” Ok! Benvenuto, amico nostro!
Classe II A
50
La tua armonia
L’uomo non si era mai reso conto di quanta meraviglia
offrisse il mondo e cominciò ad osservare i fiori ed ogni cosa una ad una con
attenzione.
Ad un certo punto incontrò persone ed osservò attentamene
anche loro. Incuriosito, dopo aver provato l’esperienza di conoscenze della
natura, mise da parte la timidezza e cominciò a farsi tanti amici tra questi
amici c’ero io, abituata a stare in mezzo alla gente e stando insieme io
imparai ad apprezzare qualche momento di solitudine mentre lui di compagnia.
Classe II A