126 

Una scelta difficile

…invece una grande città, piena di case, palazzi e persone che come lui calzavano quelle bellissime scarpe da tennis. Destra o sinistra? Natura silenziosa, di solitudine o città viva e accogliente? Ritorno al passato o balzo verso il futuro? Scelse di vivere in modo nuovo, con qualcuno almeno…le scarpe però, le stesse che gli avevano dato il coraggio e la fiducia, che lo avevano portato lì, ora non gli permettevano di muoversi. Se le tolse e le gettò via. Andò verso la città, cercava di parlare con qualcuno ma non sapeva farlo. In più, che lo vedeva lo evitava, perché non sapeva farlo. In più, chi lo vedeva lo evitava, perchè non era uguale a lui, non aveva le sue stesse scarpe. Decise di tornare al mondo che aveva rinnegato, capiva che la città non era pronta per lui e lui non era ancora pronto per la città.

Classe III A

 127 

Le ali dell'amicizia

Era atterrato in una nuova dimensione, un nuovo mondo dove la solitudine non apparteneva a nessuno.
Era il pianeta dell’allegria, dell’amicizia, del ben vivere insieme. Il piccolo uomo era invasato da sentimenti di stupore e voglia di conoscere quel mondo pullulante di persone. Gli uomini di quel pianeta avevano un aspetto differente da una forma antropomorfica, era un incrocio tra uomini e uccelli perché possedevano le ali per volare e sognare insieme. Arrivato i piccoli abitanti gli diedero il benvenuto facendogli bere la “pozione dell’armonia del convivere” e così divenuto uno di loro; ogni giorno annotava nel suo diario pensieri differenti da quando abitava nella montagna, più felici, con un ingrediente che addolciva la sua vita “gli amici”.

Classe III A

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Una nuova vita

Un mondo molto diverso da quel suo piccolo spazio buio. Panorami stupendi, colori vivaci, i dolci suoni e i buoni profumi della natura. Si tolse le scarpe e si mise a correre lungo i prati in libertà. Ad un certo punto vide una bellissima ragazza e fece subito amicizia. La sua solitudine era finalmente terminata aveva trovato la tanto attesa felicità.

Classe III A

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L'utilità delle farmacie

In lontananza un gregge di pecore con il pastore che tranquillamente fischiava coricato sul prato.
Non sapendo dove si trovava, chiese cortesemente al pastore quanto distava il paese più vicino. Il pastore rispose che si trovava a non più di 1 Km di distanza e che l’avrebbe facilmente raggiunto. Nel paese vi era silenzio, solo una vecchia farmacia dove il giovane acquistò un cerotto per medicarsi la ferita, procuratasi con il volo. Finalmente guarito sentì uno strano suono: una sveglia. La luce del mattino inondava la sua stanza e solo dopo poco si accorse che si trattava solo di un sogno.

Classe III A

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La vita

Vide un cadavere ed il suo sogno di libertà si infranse subito. Dopo poco arriva un drogato che gi chiede un millino per la dose quotidiana. Lui allibito, chiede: “Cos’è la dose?” il drogato risponde: “E’ una cosa mitica; vieni e prova!”. Così, egli provò e dopo 2 minuti morì di overdose ma la sua vita era già segnata poiché in quegli istanti gli sarebbe venuto un embolo. Che brutto morire senza aver provato le brezza del sesso!

Classe III A

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La vita è bella... (Tal saprò dir!)

Un grosso ospedale. Entrò e volle vedere, tramite la porta, come era fatto il suo corpo. Il medico vide che aveva un cancro molto molto grosso, ormai in metastasi.
Il medico ridendo della sua brutta sorte gli disse: “Dio cat mor te et t’hofat!
Basta perchè mi sono rotto i coglioni!!

Classe III A

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Mai più solitudine

Montagne innevate, alberi e laghi e tanti bambini felici e sorridenti. Alcuni giocavano, altri guardavano incuriositi un libro. Trasportato dalla bellezza del luogo e dall’allegria dei bambini il piccolo uomo abbandonò le sue scarpe e si unì al gruppo di coloro che sfogliavano il libro e riconobbe il suo diario. Come poteva essere giunto fin lì? Non ci pensò molto, in fondo negli ultimi minuti della sua vita tutto ciò che era accaduto era strano, impensabile. I bambini capirono dal suo sguardo che lui già conosceva quel libro e immaginarono che dovesse essere il suo. A loro non sembrava possibile che potesse esistere un uomo tanto solo, anzi, non sapevano che cosa potesse essere la solitudine. Ma lui sì, lo sapeva, ma improvvisamente, quasi senza rendersene conto, iniziò a giocare e a parlare coi bambini, finì per essere coinvolto completamente dimenticandosi della caverna, del buco e della solitudine.

Classe III A

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L'amicizia

A sinistra vide una gran folla di persone che parlano, scherzano e ridono tra loro. Ad un tratto, due ragazzi dall’aspetto buono e gentile si avvicinano a lui con fare dolce si presentano, vanno a bere qualcosa e scoprono di avere molti interessi comuni, c’è molto feeling!
Le ore passano, ma non sembrano accorgersene stanno così bene insieme che gli sembra che il tempo si sia fermato. Per la prima volta l’uomo prova una nettissima sensazione di contentezza, di armonia con l’intero mondo. Ha scoperto una cosa bellissima, che d’ora in poi riempirà la sua vita “l’amicizia”!

Classe III A

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L'occasione 

Si fermò a guardare i fiori e si accorse che uno cresceva isolato dagli altri, era bello, sì, ma i fiori che crescevano vicini e folti, erano molto più belli. L’omino rimase molto a guardarli, gli faceva pena il fiorellino isolato… Si riconobbe nell’immagine di quella creaturina, era triste trovarsi solo quando poteva essere con gli altri… Gli venne voglia di provare a vivere in “gruppo”… Dopo due mesi la caverna era ancora abitata… L’omino era tornato lì, era troppo pieno delle sue idee e delle sue convinzioni, non sapeva rapportarsi con la gente, aveva sempre immaginato il mondo diverso da quello che era in realtà, era rimasto deluso da ciò che aveva visto, e aveva scoperto, si rifiutava di accettare la realtà.

Bea Guarnirei – classe III G

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Un brutto sogno

A poca distanza da lui vide alti alberi, di cui quasi non riusciva a vedere la cima. Tra gli alberi filtravano i raggi del sole, un sole splendido, luminoso, che non aveva mai visto nella grotta.
Era terrorizzato ma stranamente quel luogo gli piaceva, sentiva il calore dei raggi sul suo corpo.
Si rialzò e si ricordò delle scarpette che lo avevano portato fin lì. Erano ancora ai suoi piedi, bellissime. Provò a camminare verso quegli alberi, nel bosco e dopo pochi metri vide una cosa straordinaria, immensa e mai vista. Una vasta città si prospettava all’orizzonte. Egli si incamminò verso i primi edifici ma un rumore assordante lo sorprese. Un treno a grande velocità gli passò a fianco. Si impaurì talmente tanto che cadde a terra svenuto. Si svegliò, era nel suo letto, tutto sudato, fortunatamente era stato tutto un sogno. Decisamente la sua solitudine era più rassicurante e piacevole di qualsiasi città di umani.

Classe III G

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Malchol 

Vide una donna nuda, anche lui era nudo, come mai? Si voltò e vide un cancello, c’era scritto Eden, era forse tornato indietro nel tempo? Aveva forse alzato un po’ troppo il gomito? Probabile. Si avvicinò alla donna che gli offrì un po’ di erba, la fumarono.
“Ciao, io mi chiamo Adamo!”
“Ciao, io mi chiamo Eva. Sembra proprio di essere in paradiso!”.
La conversazione continuò fino al mattino, quando si risvegliò in un letto d’ospedale. La diagnosi era: ricovero per come etilico.

Marco Reggiani – classe III G

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La scuola 

Vide una casa che non era una vera casa perché infatti era una scuola. Molto impaurito si diresse verso quella costruzione e decise di entrare; dentro trovò una grande folla che entrava ed usciva dalle varie stanze, che si fermava a parlare e a ridere. L’omino era molto spaventato perché non aveva mai visto così tanta gente tutta insieme, ma allo stesso tempo era molto incuriosito perché queste persone sembravano davvero felici. “Ma come possono essere così felici se stanno tutti insieme?” Si interrogò il piccolo uomo, così decise di domandare ad un ragazzo che passava: “Che cos’è questa?” Chiese il piccolo uomo, “una scuola” gli disse un po’ stupito il ragazzo. “Ma perché la gente è così serena e felice?”. “Le persone che condividono ogni giorno nuove esperienze sono per forza felici” rispose a sua volta il ragazzo sempre più incuriosito da quelle domande e se andò. L’omino capì che era finalmente giunto il momento di dire i suoi pensieri al mondo.

Classe III G

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Alla scoperta del mondo 

Vide tanti cerbiatti e altri animali selvatici che brucavano l’erba nel prato, un cielo e tante nuvole che correvano e sembravano fare a gara con gli stormi di uccelli che liberi svolazzavano nel cielo. Si voltò e vide alle sue spalle le montagne e fra tutte spiccava alta e imponente la sua montagna, con il suo piccolo forellino ovvero la sua “casa”. Tutto d’un tratto capì che quel paesaggio, quella natura, quel luogo era tutto ciò che aveva sempre sognato e scritto sulle pagine del suo diario. Decise così di non tornare mai più a casa, perché quel posto gli pareva ormai troppo piccolo rispetto alle sue idee. Grazie a quel regalo, decise di correre verso quel piccolo puntino fumante che era situato dalla parte opposta delle montagne, ovvero la città.
Fu grazie a quel regalo donatogli da uno sconosciuto che lui incominciò a vivere, il vero senso della vita, apprezzando ogni minima cosa, e imparando a non accontentarsi mai di qualsiasi cosa ed esperienza.

Classe III G

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Alla ricerca del paese perduto

Vide tante varietà di animali, un gran numero di alberi carichi di una miriade di frutti di varie qualità. Poco più in là scorse un gruppo di ragazzi che giocavano a palla in un prato verde intenso. In un primo momento decise di rimanere nel prato in cui era atterrato, immerso fra i colori e fra i profumi inebrianti dei fiori, ma sentendo le grida felici dei ragazzi decise di raggiungerli. Quando i ragazzi lo videro arrivare in un primo momento si spaventarono poi lo accolsero a giocare assieme a loro. Arrivò sera e tornò nel suo alloggio. Ora era triste nella sua solitudine. Durante la notte sentì bussare alla porta, erano i ragazzi conosciuti al pomeriggio che lo invitarono ad andare con loro al paese assieme a tutti gli altri così abbandonò il suo buco per andare e vivere assieme alla comunità.

Classe III G

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Il buco della montagna

Vide una città, tante persone che camminavano, che correvano da una parte all’altra tutti preoccupati. Decise di andare a visitare la città. Quando fu all’interno della città si accorse che le persone erano diverse da quelle che si era immaginato e decise di tornare nel buco. Quando però si ritrovò nel buco da solo, dopo aver visto tutte quelle cose e tutte quelle persone che anche se frenetiche e scontrose avevano sentimenti buoni nel loro cuore, decise di tornare nella città cercando di essere colui che avrebbe portato i sentimenti.

Classe III G

 141  

Erba

Ma soprattutto le erbe attrassero la sua attenzione, colse alcune foglie dalla forma che lontanamente ricordava quella di una stella, le raccolse andò alla ricerca di un foglio o di un biglietto. Ancora vagava sulla montagna quando vide un nano vestito da alpino che rincorreva con espressione beata una bottiglia di Acqua Levissima. Si mise anch’egli a rincorrere la bottiglia, cadde rovinosamente e si ritrovò in un torrente. La corrente non era rapida, vide un pezzo di legno, salì sopra e si appisolò cullato dai flutti; poi improvvisamente tutto scomparve, si ritrovò nel vuoto, sotto le rocce sulle quali si abbatteva la cascata; cercò una Red Bull ma non l’aveva, decise di recitare la sua ultima preghiera ma non ebbe il tempo di iniziarla, il suo corpo venne smembrato dalle rocce.

Classe III G

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Quella cavolo di emicrania!!!

Piano piano si calmò, dopotutto non c’era niente di così spaventoso perché lui quel paesaggio l’aveva sempre immaginato ma nel suo diario non era ma riuscito a pensare che tutto fosse così grande, che si respirasse così bene. Poi vide un’ombra, si girò, e incontrò un altro essere simile a lui. Fecero conoscenza e quello lo portò nel suo villaggio. Era tutto così animato, pieno di gente, pieno di odori e tutti sembravano felici. Guardò le sue scarpe, non voleva toglierle per paura di tornare indietro, era lì nostalgico, gli mancava la sua bella casetta, il suo buco così caldo, soffice ma adesso comunque gli sembrava di stare bene e così decise di rimanere.
Ormai erano trascorsi quattro mesi, aveva una casa grande, tanti amici ma sentiva che qualcosa non lo soddisfaceva. A cosa gli era servito andarsene se ora era peggio di prima? Era sempre più solo anzi era soffocato dalle altre persone. Aprì l’armadio, riprese le scarpe da tennis e fuggì via; era di nuovo solo ma poteva volare e così fece finché si risvegliò. Era in mezzo ad un grande prato verde e ai piedi aveva un paio di scarpe da ginnastica… ed aveva un gran mal di testa…

Classe III G

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Un piccolo uomo

Vide un grande
lago. Il sole splendeva nel cielo, c’era un leggero venticello caldo che gli accarezzava il viso e cominciarono a travolgerlo la sensazione del dolce tepore e il fastidioso riflesso del sole a cui non era abituato che lo costrinse a ripararsi gli occhi. La sua prima reazione sarebbe stata fuggire, tornare nella sua grotta, in un mondo in cui si sentiva protetto, ma la curiosità fu più grande, la curiosità di vedere quel mondo di cui aveva tanta pura. Decise di rimanere ancora un po’ a guardare ciò che non conosceva. Vide ai bordi del lago gli abitanti di un piccolo paesino ai piedi della montagna, li vedeva tutti felici, contenti e sebbene vivessero una vita semplice erano soddisfatti e appagati. Provò ad avvicinarsi a loro pur temendo di essere allontanato; questi lo accolsero con un grande sorriso, lo invitarono a fermarsi con loro per partecipare al falò che avrebbero fatto quella sera. Il piccolo uomo decise di fermarsi e si rassegnò: avrebbe avuto molte cose da scrivere sul suo diario!

Classe III G

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Il nuovo mondo

Vide tanti alberi, animali un cielo azzurro con tanti uccelli che volavano cinguettando, un sole splendente che illuminava tutto il paesaggio, dopo il prato verde vide un gruppo di ragazzi che giocavano a pallone.
In un primo momento rimase stordito da queste visioni, ma si accorse che le cose che vedeva erano quelle che aveva sempre sognato e disegnato sui muri: aveva notato che aveva desiderato una realtà che esisteva veramente! Ma si sentiva in disagio, non riusciva ad entrare in questa nuova realtà così l’idea di rientrare nella “casa” lo sopraffasse: decise di tornare nel buco.
A un certo punto il pallone con cui stavano giocando i ragazzi lo colpì alla schiena e quelli gli dissero: “Ehi? Ritiraci il pallone”. Lui guardò il pallone quasi allibito perché per la prima volta gli avevano rivolto la parola. Poi gli dissero: “Dai unisciti a noi! Vieni a giocare!”. Lui accettò e così accettò la sua nuova vita, il suo nuovo mondo fuori dal buco.

Classe III G

 145  

Sogno o realtà? Perfidi maghi e barcollanti ubriaconi in una fantastica avventura

Il piccolo uomo, che si chiamava Dilio, si rese conto che esisteva un mondo che non aveva mai visto. Si rese conto della vastità del mondo e di come fosse stata insulsa la sua vita prima. Ma, improvvisamente, apparse un mago estremamente perfido chiamato Bobidi insieme a tre individui chiamati Stoppa, Quaglia e Bozza che dicevano: “perfido Bobidi”, i quali lo sbeffeggiarono per i calzini bianchi. Dilio si spaventò e corse nel bosco dove incontrò un ubriacone di nome Reggiani che urlava il suo nome sincopato: “Diliooo Di Di Dilioo”. Poi si svegliò sudato nel letto (se così si può definirlo) nel suo buco nella montagna, si accorse che aveva sognato. Improvvisamente sentì bussare alla porta…

Guastardo – classe III G

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In un altro mondo

Tantissimi alberi. Subito non si trovò affatto a suo agio poiché era sempre rimasto rinchiuso in un buco nella montagna. Fece qualche lungo respiro e si distese all’ombra di un albero. Quando riaprì gli occhi vide attorno a sé i Gummy, piccoli orsetti che vivevano sotto gli alberi. Uno di questi piegò un ramoscello e tutti insieme scesero nella loro casa. Lo fecero riposare e gli offrirono una cioccolata calda ma quando videro le scarpette subito rimasero allibiti: erano le mitiche scarpette di Michael Jordan le quali usate correttamente ti permettevano di saltare fino al canestro (cosa per me impossibile), ma in questo caso le scarpette avevano fatto un salto spazio-temporale e lo avevano catapultato in un altro mondo. Purtroppo non c’era niente da fare: era costretto a rimanere lì per sempre, diventando però il campione di pallacanestro.

Classe III G

 147  

Delitto e castigo

Il mondo era davvero luminoso, inebriante, così pieno di odori, luci e sensazioni. Improvvisamente lo colse un gelo al cuore, la sua mente si azzerò ed ebbe una serie di visioni spaventose, di cose e avvenimenti a lui sconosciuti, vedeva altre persone e leggeva la disperazione nei loro occhi, fuoco e distruzione. Un colpo violento lo scaraventò a terra, schiuse gli occhi e realizzò che l’uomo non era degno di vivere in un mondo così ricco di splendore, si tolse le scarpe, le gettò via e tornò nel suo buco, il suo amato giaciglio e passò il resto della sua vita a dimenticare ciò che aveva sognato.

Alice Avanzi - classe III G

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Il salto alla vita

Una capanna. Lui non capiva era molto disorientato, era in un certo senso entusiasta di scoprire e di toccare con mano quel mondo che aveva potuto solo immaginare durante tutto quel tempo, e in un altro non si sentiva pronto. Nonostante fosse così combattuto, le scarpe si muovevano, verso quella capanna. L’omino cercò in tutti i modi di fermarsi ma le scarpe continuavano. Arrivò alla capanna e lì trovò un uomo. Egli lo accolse volentieri e dopo qualche minuto riuscì a farsi raccontare la sua storia.
Così data la sua condizione lo portò in città, lì vide tantissime cose, i palazzi, i negozi, la gente che non aveva mai conosciuto. Curioso, fermava la gente e si accorse che era molto più affabile e gentile di come pensava. Così gli piacque molto il mondo e restò ospitato dal vecchio della capanna. Dopo quella notte, quando si svegliò non vide più le scarpe…

Classe III G

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Serse cosmi

Vide un perfido mago il cui nome corrispondeva a Babidi. Questo usando un linguaggio molto scandito gli urlò: “vengo lì vicino a te non aver paura!!”
Un po’ sospettoso e timoroso si avvicinò al perfido Babidi, il quale senza apparente motivo gli rifilò un “gancio” al naso tramortendolo. L’uomo riprese i sensi ponderò ciò che era appena successo e carico di nuova energia riprese il volo promettendo a se stesso che avrebbe debellato il male nel mondo nonostante la sua misera esperienza.
Così nacque Serse Cosmi.

Classe III G

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La casetta rossa

C’era una casetta rossa (ma non un rosso qualsiasi, tutti potrebbero pensare a un rosso scuro, quasi bordeaux, invece era proprio rosso). L’omino decise di entrare per vedere se qualcuno avesse potuto dargli una mano per tornare nella sua abitazione. Aprì la porta ed entrò e vide una bellissima ragazza o almeno così gli sembrò visto che non ne aveva mai vista una da vicino. Lei gli sorrise e lui si dimenticò della sua casetta e rimase lì per sempre. Ripensò spesso alla sua vecchia vita ma non con rimpianto, l’unica cosa che gli mancava era la tranquillità.

Classe III G