176
Storia di un nano
niente, perchè nella caduta uno
spuncione di roccia gli aveva perforato in modo non troppo piacevole il suo
bulbo sinistro. Lo cercò invano per circa un'ora e la cosa più simile ad un
occhio che trovò era una strana biglia di colore verde marcio; la raccolse e se
la mise al posto dell'occhio: in quel momento si accorse che il mondo intorno a
lui stava lentamente svanendo, come se fosse improvvisamente coperto da una
densa coltre di fumo. Col cuore a mille si coprì l'occhio sinistro con le mani
e tutto tornò alla normalità. Sempre coprendosi l'occhio con le mani ritornò
alla sua caverna e si estrasse con fatica la biglia dalla testa e la gettò via
nel cestino, ma mentre la strana biglia di color verde marcio cadeva, quasi come
spinta da una forza sovrannaturale gli si riconficcò nell'occhio e il
mondo tornò a svanire Mentre si rendeva conto di quello che stava accadendo, il
fumo aveva ormai invaso tutto, tanto che era quasi impossibile vedersi al di là
del naso, e non riuscendo più a coprirsi l'occhio, prese a camminare
all'impazzata e uscì senza accorgersene dalla caverna. Con le scarpe spiccò un
salto ma questa volta verso un burrone e lì morì.
Classe I A
177
La decisione
vi era una città con molta
gente. In un passo si decideva la sua vita, poteva tornare indietro nella
solitudine solo con se stesso, con i suoi pensieri, oppure poteva andare verso
l’ignoto, verso nuovi orizzonti. Ripensando alla sua vita però vedeva solo
momenti tristi, senza nessuno che lo consolasse, ma nessuno lo infastidiva e
certe volte stava bene da solo. Alla fine però decise di trovare la felicità
nella città, infatti la trovò e visse felice e contento fino alla fine dei
suoi giorni con una principessa.
Classe I B
178
Brutta storia
Era stato buttato fuori dal suo buco. Era atterrato tutto storto, i nervi erano tutti schiacciati e la spina dorsale spezzata. Completamente paralizzato riverso per terra in una pozzanghera di vomito feci e sangue, ma si sentiva bene! Si rialzò all’improvviso, stava bene, ma il dolore rimaneva. Le scarpe cominciarono a restringersi e le ossa dei piedi cominciarono a frantumarsi. Tutte le vene, le cartilagini furono stritolate e riempite di frammenti. Un oggetto contundente lanciato a gran velocità, un meteorite, lo colpì in piena testa, trapanando il cervello. I suoi sfinteri corporei impazzirono, ma lui rimase cosciente. Coperto di escrementi vari, suoi e di passanti che non lo cagavano nemmeno, anzi lo cagavano e basta. Finalmente un giocatore di baseball dopo essersi sfogato sessualmente con lui, lo prese a mazzate fino a che non morì.
Albertone Bananalunga - Classe I B
179
Chi nasce solo muore solo.
Invece un piccolo essere che gli
disse: “chi rimane solo non merita di stare al mondo.” Il piccolo uomo
ancora a terra si agitò molto e non sapeva se era uno scherzo o no, quindi si
decise e gli chiese: “ma cosa stai dicendo?”. Il piccolo essere rispose:
“semplicemente la verità” e con la sua mazza da baseball in allumino lo
picchiò a sangue facendolo morire poco tempo dopo.
Classe I B
180
Che schifo la solitudine.
Poco lontano da lui in un
campetto avvolto da grandi faggi, un gruppetto di ragazzini giocava a calcio
correndo qua e la e gridando in uno strano modo. Si avvicinò e continuò ad
ascoltare le grida di quei bambini finche si ricordò che quelle erano risate.
Da tempo non ne sentiva più, sempre chiuso nel suo buchino, dove sempre triste
e annoiato viveva solitario. Una strana forza lo attirava verso i fanciulli e
improvvisamente dalla sua bocca uscirono le parole “posso giocare?”. I
fanciulli accettarono e giocò e si divertì moltissimo. Da quel giorno decise
di non escludersi dalla società e di frequentare tanta gente.
Classe I B
181
Specchio.
Nel cuore. Vide ciò che gli uomini chiamavano amore, vide gli uccelli, il loro canto risveglia la vitalità sopita. Vide la gente, avvertì quel calore che trasmettevano, vide una città, un ideale più grande di lui, un sogno che un sospiro avrebbe fatto crollare. Si fermò stupefatto, i suoi occhi brillavano di gioia, viveva impietrito l’immensità di quell’attimo. Chiuse gli occhi… li riaprì, l’antro buio ricomparse davanti a lui, fu un sogno, ma cambiò la sua vita.
Massimo Dall’asta - Classe I B
182
La storia di un topo.
Si alzò e vide di fronte a se
un gigantesco lunapark; per un attimo rimase fermo immobile poi avanzò verso il
lunapark. Entrato vide giostre grandissime e bambini giganti. Il piccolo uomo
spaventato cercò rifugio in un box, ma fu catturato dal proprietario del
lunapark che lo trasformò nell’attrazione principale; l’attrazione si
chiamava “schiaccia il topetto”. Un bel giorno però un brutto bambino riuscì
a schiacciarlo con un piede e fu cosi che il topetto finì i suoi giorni.
Classe I B
183
L’uomo solitario scopre l’amicizia.
E dopo aver provato le scarpette
magiche decide di tornare alla sua lontana casa sulla montagna. Il giorno
seguente dopo aver riposato la notte, si infila nuovamente le scarpe e dopo
alcuni passi raggiunge una grande città e rimane sbalordito dalla grandezza
delle costruzioni,; dopo essersi tolto le super scarpe raggiunge il centro della
città; conobbe numerose persone e si stabilì nella cittadina vivendo felice e
contento per il resto della sua vita.
Classe I B
184
Il fumo fa male.
Si trova davanti un’astronave
e degli alieni che lo obbligano a salire con loro sulla nave stellare. Lo
gnometto fu sottoposto a molteplici analisi da parte dei visitatori spaziali,
poi lo scaraventarono fuori dalla nave facendolo precipitare contro casa sua che
crollò su di lui con tutta la montagna. Fu recuperato ancora vivo da un
elicottero del pronto soccorso che lo portò in ospedale. Durante il viaggio
cade dalla barella e finisce su una doccia acuminata, dei bambini iniziano a
punzecchiare lo gnometto moribondo con degli spilli acuminati e lo buttano giù
da un burrone uccidendolo tra atroci sofferenze. Lo gnometto si sveglia nel suo
letto e si promette che non fumerà più una canna in vita sua; poi qualcuno
alla porta bussò, trovò le scarpe, se le mise e il suo sogno diventò realtà.
Classe I B
185
L’eremita sfortunato.
Si svegliò di colpo, era
svenuto per l'emozione. L’uomo stava ancora bussando alla porta, si fece
coraggio ed aprì. Era un rappresentante della società autostrade che era
venuto ad offrirgli una proposta molto vantaggiosa. In cambio di 10.000.000 di
dollari avrebbe dovuto abbandonare la sua casa per far posto alla nuova
autostrada che doveva passare di li. L’uomo accettò; con i soldi costruì una
fabbrica di scarpe da tennis che gli piacevano tanto; finì però in prigione
perché i sistemi di sicurezza della fabbrica non erano conformi alle leggi di
stato.
Classe I B
186
Le scarpe della sfortuna.
1: Ma dietro vide un
incantatore di serpenti che, infuriato perché atterrando l’omino aveva ucciso
i suoi serpenti, inizia a suonare il flauto e comanda alle scarpe di pestarsi i
piedi da sole e poco dopo di sfilarsi dai piedi e calpestare l’omino, fino a
farlo svenire dal dolore. Quando l’omino si svegliò si trovava appeso ad un
pincopanco su un burrone sostenuto dalle scarpe che saltano via e con lui che
cade nel vuoto e si spiaccica contro le rocce, ma ancora cosciente rimpiange di
essersi infilato le scarpe. Poco dopo un bambino dalla cima del burrone lancia
un sasso per vedere quanto sia profondo il baratro, ma cosi facendo inciampa
nelle scarpe e cade. Atterra dopo aver sbattuto sulle rocce, sull’omino ancora
cosciente, uccidendolo e morendo a sua volta. 2: compiendo un altro passo si
alza in volo, ma si scontra contro un aereo che lo fa cadere in acqua con le
ossa del corpo fratturate, ma ancora vivo. Salvato da un bagnino e portato in
ospedale viene curato, ma con lesioni cerebrali. Una volta uscito
dall’ospedale arrivano i parenti e va in chiesa e si sposa in regolare
matrimonio con le due scarpe da tennis.
Classe I B
187
Il
regalo.
Era felice li nel prato
perché aveva ricevuto un regalo bellissimo. Si incamminò verso un laghetto
vicino pieno di pesci colorati e con una cascata che sembrava un leggerissimo
velo e che al posarsi sul suolo d’acqua formava una schiuma che sembrava panna
montata. Ad un certo punto si accorse che questo non era quello che voleva,
desiderava dell’altro, ma non sapeva neanche lui cosa perché non conosceva
altro che il suo piccolo mondo naturale. Allora disperato con le sue scarpe
volanti volò vicino alla cascata, si tirò via le scarpe e si gettò sulla
scogliera sottosante. Povero omino, come mi dispiace, ma forse lo avrei fatto
anch’io.
Classe I B
188
Piccolo
uomo.
Vide un burrone. Tentò di
alzarsi, ma era troppo spaventato: il burrone era profondo e lui era proprio sul
ciglio. Si fece coraggio e fece un saltò sperando che le sue scarpe
l’avessero aiutato a spiccare il volo. Purtroppo non fu cosi e scivolò, ma
riuscì ad aggrapparsi ad una roccia che sporgeva. Si era molto spaventato e non
si accorse di un serpente che si stava arrampicando sulla sua schiena. Quando lo
morse vide tutta la sua vita passargli davanti: il buco nella montagna, il suo
diario… si accorse troppo tardi che nella sua vita non aveva mai avuto amici e
fu contento di morire.
Classe I B
189
La
gioia di provare qualcosa.
Guardò allora il cielo,
era di un azzurro intenso. Inebriato dal paesaggio s’immaginò il mondo
esterno, la società, le persone, le azioni, i comportamenti degli uomini, le
gioie e i dolori che la vita offre a tutti. Ritornato improvvisamente alla realtà,
grazie al cinguettio di un pettirosso decise di scoprire e vivere quel mondo che
si era immaginato precedentemente e che corrispondeva ai pensieri che
giornalmente riportava nel diario. Fece allora un passo e si ritrovò in un
luogo pieno di gente come lui. Si sentì disorientato e perso in quella baraonda
urlante gioiosa, ma anche triste. Cercò allora di capire le emozioni che
trasparivano dai personaggi che lo circondavano e comprese che tutti esultavano
per emozioni, sentimenti, realizzazioni, delusioni, sconforti, ecc avuti durante
la giornata. L’omino allora provò un senso di vuoto e solitudine e decise che
a partire da quel momento egli avrebbe girato il mondo per acquisire quelle
emozioni, ma anche quelle delusioni che caratterizzavano la società vista.
Chissà se ci sarà riuscito.
Classe I B
190
Teschio.
Ci sono tanti teschi e
sotto di lui una linea infinta che divide i due paesaggi. La scarpa sinistra è
diventata nera, la scarpa destra nera. Decide di seguire la linea per vedere
dove finisce. Andando avanti torva un castello di fuoco sospeso in aria,
rovesciato nel campo di teschi e decide di entrarci; dentro trova un orso di
peluche gigante che sputa fiamme e con gli artigli l’orso salta addosso
all’uomo e lo mangia; la pancia dell’orso allora si gonfia ed esplode, da
dentro esce l’uomo con un lancia razzi. Con la morte dell’orso il castello
scompare e si ritrova in un palazzo pieno di soldi e donne.
Classe I B
191
Storia
di un piccolo uomo.
Il mare calmo e pulito,
con gabbiani che volavano nel cielo limpido e azzurro. Era un mondo bellissimo,
con alberi pieni di tanti fiori che emanavano un profumo inebriante.
All’improvviso si fece buio, il cielo si riempì di nuvole, tuoni e lampi,
l’omino si rifugiò nella caverna buia e dentro faceva molto freddo, ma
all’improvviso sentì il pianto di un animale. Andò a controllare e vide un
piccolo pappagallo tutto bagnato e spaventato, lo prese, lo mise vicino a se per
scaldarlo, ma questo lo beccò. Allora l’uomo che non sapeva come comportarsi
perché era sempre rimasto solo, scoprì che l’uccellino era svenuto per la
febbre. Decise di aiutarlo e lo vegliò tutta la notte. La tempesta durò sino
al mattino e l’uccellino era ormai guarito. Riconoscente all’omino
l’uccellino gli fece esplorare il bellissimo posto e incontrò una donna
piccolina; lui se ne innamorò. Lui si dichiarò, ma lei scappò e lui la inseguì
e ancora oggi lei scappa e lui la insegue.
Classe I B
192
Meglio
soli che male accompagnati.
Essendo molto piccolo
l’omino si stupì per l’altezza dei fiori; erano alti quasi come lui; dopo
aver camminato un po’ tra l’erba alta arrivò ad un fiumiciattolo sovrastato
da un ponte e dall’altra parte del ponte una donnina, piccola come lui, che lo
osservava sorridendo. L’omino le si avvicinò e lei gli disse: “vedo che hai
trovato le mie scarpe”. L’omino stupito la ringraziò e la seguì sino ad un
piccolo villaggio pieno di piccoli uomini e donne. L’omino che non aveva mai
visto tanta gente, ma pian piano ci fece l’abitudine. Il caso volle che quello
fosse proprio un giorno di festa nel paese, e quelle personcine quando facevano
festa ne combinavano di tutti i colori: bevevano, facevano dispetti e volte
arrivavano a picchiarsi e l’omino che non era abituato si ubriacò e
oltretutto prese anche un sacco di botte. Il giorno dopo quando si svegliò
l’omino si ritrovò un occhio nero e un gran mal di testa e pensò che se
continuava cosi sarebbe finito male, allora decise di ritornare al suo buco
nella montagna che almeno li avrebbe vissuto una vita tranquilla.
Classe I B
193
Le
superscarpe.
Ma le scarpe non c’erano
più. Cominciò a cercarle in ogni posto finché le trovò dietro un albero.
Decise di riinfilarle, fece un passo e partì ancora una volta a velocità della
luce e si schiantò contro un grosso masso, ferendosi gravemente al cranio.
Quando rinvenì vide di fianco a lui le scarpe che si stavano movendo da sole,
capì allora perché veniva scaraventato di qua e di la senza che lui volesse.
Cosi prese un accendino e le incendiò: le scarpe per il bruciore iniziarono e
correre finché arrivate ad un fiume si gettarono per spegnere il fuoco.
Dopodiché ripresero la corsa, decise a picchiare il povero uomo che non fece in
tempo a scappare e venne violentemente aggredito e a sua volta bruciato dalle
superscarpe. Mentre lui si rotolava a terra le calzature lo prendevano a calci
finché morì dissanguato. Le scarpe allora iniziarono ad abitare nella piccola
grotta dell’omino e vissero felici e contente.
Sebastian Magnani - Classe
I B
194
Le scarpe da tennis.
Non era mai stato in questo
luogo. Qui c’era pace e tranquillità, situazioni gìà note all’uomo. Ad un
certo punto vide in lontananza dei bambini girare, scherzavano, saltellavano e
sorridevano. Tom il protagonista li osservò per breve tempo. Lui non aveva
avuto un’infanzia felice e invidiava questi bambini. Ma allo stesso tempo
aveva paura di farsi vedere, perché lui era sempre solo e aveva paura degli
altri. Nel frattempo due signori vennero a prendere i bambini, e insieme
andarono via mano nella mano. Vedendo questa scena, Tom si commosse, gli vennero
le lacrime agli occhi nel vedere quanto bello fosse stringere per mano le
persone a cui vuoi bene. Così andò in paese e lì incontrò una fanciulla
bellissima, candida come la neve, nonostante la sua impacciatezza le parlò e
nel tempo lei gli insegnò molte cose sulla vita, sull’amore. Insieme ebbero
due bambini così Tom potè capire cosa voleva dire volersi bene. Ma un giorno
Gabrielle sua moglie scomparve quasi per magia senza lasciare traccia come se
fosse un angelo. Forse era proprio lei che gli aveva regalato le scarpe da
tennis.
Classe I D
195
Le scarpe sante.
Così impaurito per il grande
pericolo corso con le sue nuove scarpe ai piedi iniziò a correre e arrivò in
una piccola baita. Stanco per la corsa si fermò e bussò alla porta: aprì una
giovane ragazza, Heidi, la quale molto ospitale lo invitò ad entrare. La
ragazza gli fece capire che la vita era un bene prezioso e andava vissuta con
gioia e armonia, stando insieme a persone e magari anche divertendosi. Peter così
se ne andò e iniziò a correre, arrivò fino a Roma, e lì dopo aver incontrato
il Papa prese i voti per diventare prete. Poi come parroco tornò nel paese di
montagna, e mettendosi al servizio della comunità fece opere di bene e fece
diventare cristiani i protestanti. Ciò venne apprezzato dal papa che in breve
gli domandò di diventare Vescovo ma egli non volle perché finalmente conosceva
la gente; tutti lo salutavano e la parola solitudine era ormai solo un brutto
ricordo.
Classe I D
196
La gioia della solitudine.
Tutt’intorno a lui un mare di
fiori che si perdeva all’orizzonte. Con meraviglia si guardò le scarpe,
dovevano essere loro ad averlo fatto venire fin qui. Si alzò in piedi e,
cautamente, fece un passo. Un altro volo ed un altro atterraggio brusco, e si
trovava in mezzo ad una strada, l’immondizia ai lati contro i muri grigi, il
cielo nero. Rabbrividì e fece un ‘altro passo, questa volta riuscì a non
cadere nell’atterraggio e si guardò intorno. Gente sorridente, bambini che
giocavano. Era in mezzo ad una piccola città, proprio come aveva sognato. Si
tolse le scarpe e seguì una donna, che gli offrì di dormire a casa sua. E così
fece vivendo felice per qualche anno ma poi si accorse che tutta questa gente
era troppo….. soffocante. Voleva tornare alla sua montagna nel suo buco, a
scrivere nel suo amato diario così una notte prese di nascosto le scarpe e fece
un passo, il più lungo possibile. Si trovava a casa. Entrò nel suo buco, tutto
era come lo aveva lasciato. Corse a prendere di nuovo il diario perché aveva
tante cose da scrivere.
Classe I D
197
Le scarpe della “libertà”.
Tutt’intorno, non riusciva a
capire dove si trovava; era un mondo nuovo per lui. Uccelli che volavano in
cielo, i fiori che spandevano il loro profumo. Come aveva fatto ad arrivare lì?
Indossava ancora le scarpe da tennis. Ma ora camminava normalmente; raggiunse un
piccolo gruppo di alberi… e nascosto tra il fogliame, vi era un pozzo. Era
molto assetato e decise di attingere un po’ d’acqua. Ma non appena fece per
alzare il secchio una voce uscì “ ciao, Ramis!” lui tutto spaventato
indietreggiò; aveva parlato pochissime volte ad altre persone. “ chi sei?”
curioso, tremante “ sono la libertà! Io ho messo le scarpe da tennis davanti
a casa tua. Mi facevi compassione e così ho deciso di salvarti”: Ramiz rimase
senza parola. Il primo istinto fu quello di tornare indietro ma poi si rese
conto che i prati erano meglio e guardò il cielo quasi a ringraziare la libertà.
Classe I D
198
Una grande festa.
Il paesaggio sembrava incantato:
ruscelli,animali selvatici, alberi in pieno splendore. Il piccolo uomo decise di
ispezionare il luogo. Entrò persino dentro la tana di uno scoiattolo e
immediatamente si trovò nel centro della terra. Lì trovò altri uomini come
lui e stranamente indossavano le magiche scarpe da tennis. Rimase immobile per
qualche istante ma poi tutti lo accolsero con un grande applauso:” era ora, ti
aspettavamo. Ti va di festeggiare con noi? Questa festa è dedicata agli uomini
che si sentono soli e si chiudono in sé stessi”. E il piccolo uomo, sempre
con un po’ di esitazione, accettò. Si divertirono molto, risero, mangiarono
fino a scoppiare. Il tempo sembrava essersi fermato. Ma la cosa più bella è
proprio questa: gli proposero di vivere insieme a loro e inoltre gli dettero un
nome o per meglio dire un soprannome: il piccolo uomo della montagna.
Classe I D
199
Il ladro di scarpe.
Il piccolo uomo si alzò di
scatto anche se si sentiva stordito, impaurito e non capiva quale forza
misteriosa l’avesse portato in quel luogo. Iniziò a camminare, si sentiva
pesante, assetato, ma per sua fortuna poco dopo trovò una fonte d’acqua
fresca e pura. Dopo essersi abbeverato si specchiò nella limpida acqua azzurra
e vide i suoi vestiti stracciati, sgualciti, il suo aspetto era cambiato, i suoi
capelli che un tempo erano neri erano diventati bianchi. Spaventato si allontanò
dalla fonte, ma poi incuriosito da questa trasformazione, con timore e un
pizzico di coraggio ecco che si rispecchiò e vide il suo aspetto ancora
diverso. Ma non gli piaceva, non riusciva ad accettarsi in quel modo: era
diventato vecchio ! non riusciva a capire cosa gli stesse capitando ma
all’improvviso si ricordò di aver indossato un paio di scarpe da ginnastica e
di aver fatto un volo. In quel preciso istante sentì una voce: accetta le
conseguenze di quello che hai fatto.
Classe I D
200
L’omino solitario che sognò la folla.
Il sole splendeva e gli alberi
verdeggiavano: tutto era favoloso. Si incamminò attraverso i prati e le
colline, ma dopo qualche passo ricominciò a volare. Questa volta però non
atterrò in un prato isolato, anzi si ritrovò in un villaggio colmo di
abitanti. Spaventato dalle grida e dalle persone stesse, egli si nascose dietro
ad un albero, continuando ad osservare ciò che stava succedendo davanti ai suoi
occhi. Non era mai stato a contatto con cose diverse da alberi, pettirossi e
caverne e dove si trovava in quel momento si sentì veramente spaesato. Decise
così di cercare la via per ritornare a casa, ma proprio in quel momento si
accorse di una splendida fanciulla che stava cogliendo fiori in un prato. Ad un
tratto l’uomo sentì un rumore assordante: stava iniziando a piovere e il
sogno era finito.
Classe I D