201
L’uomo che riscoprì il piacere della vita.
L’uomo ancora spaventato non
riuscì a capire in che posto si trovava. Tutto ciò che lui vedeva erano fiori
ed erba in ogni punto. Si girò su sé stesso e non vedendo più la sua montagna
si spaventò credendo di aver perso la sua casa. Appena si rialzò in piedi
quelle strane scarpe lo fecero risollevare da terra e l’uomo ricominciò a
volare. Questa volta venne scaraventato vicino ad un laghetto dall’acqua
limpida dove poté specchiarsi. Guardandosi notò che la sua immagine era
cambiata, il suo volto era pieno di interesse per il mondo, per la vita e per
nuovi amici. Lui non aveva mai avuto amici, era sempre stato solitario, aveva
vissuto solamente nella sua montagna. In quel momento quindi disse alle sue
scarpe: “portemi in un mondo pieno di gente, natura e tutto ciò che una
persona normale può avere”. Così fu e si ritrovò in un paesino nel quale
trovò lavoro ed amici generosi. Tutto questo grazie ad un paio di scarpe che
gli avevano fatto dimenticare per sempre la solitudine.
Classe I D
202
L’amicizia può cambiare la vita.
Alberi in fiore e anche la sua
piccola casetta. Gli sembrò tutto molto strano, non si era mai trovato dalla
sua casa e si sentì come in un sogno, per lui era una cosa nuova, quella
sensazione di libertà gli dava un senso di libertà. Iniziò a correre tra i
prati quando vide una piccola casetta che assomigliava alla sua. Entrò e vide
stupito un uomo come li, molto piccolo e solitario. Si avvicinò e gli domandò
se era stato lui ad avergli portato le scarpe. L’uomo rispose di si, lui lo
ringraziò molto e insieme decisero di vagare per il monte. Diventarono grandi
amici e da quel momento l’uomo del buco della montagna e l’altro si
accorsero che none erano mai stati soli e che da quel giorno sarebbero rimasti
sempre insieme e avrebbero continuato a passeggiare cercando di conoscere nuova
gente anche diversa da loro e con opinioni diverse.
Classe I D
203
I piedi del tennista.
Con le scarpe sempre ai piedi
decise di tornare a casa sua. Con quelle mitiche scarpe ci mise poco meno
“dell’attesa di una battuta”. Per precauzione arrivato a casa si levò le
scarpe e siccome era sul tardi cenò e andò a letto pensando e ripensando a
quello che gli era successo. Fu cosi che decise che sarebbe andato in città e
avrebbe preso lezioni di tennis. Il giorno dopo fu cosi, e arrivato in città
era un po’ impacciato non avendo mai avuto incontri con cosi tante persone. Si
iscrisse alla scuola di tennis e l’istruttore poteva riscontrare in lui buone
capacità e poi con le scarpe speciali era imbattibile. L’omino era contento e
vinceva molti tornei, tanto contento che spadroneggiava la sua abilità con gli
altri tennisti umiliandoli a morte. Un bel giorno accadde qualcosa: era la
finale dell’Australians Cup e il nostro amico era molto sicuro di se quando
all’improvviso si lasciò sorprendere da un alce; non capì perché era
successo, ma continuò a giocare. Si lasciva sfuggire i colpi uno ad uno e non
capiva perché le scarpe non lo aiutassero. Fu cosi che capì di essere stato
troppo spavaldo e poco umile e si rassegnò alla sconfitta quando udì una voce
dal cielo: “bravo, ora non hai più bisogno delle scarpe magiche, hai capito
cos’è l’umiltà.” L’omino si impegnò molto e alla fine vinse
diventando il più grande giocatore del mondo e da quella volta le scarpe non
ebbero più poteri speciali.
Classe I D
204
La solitudine può scomparire se c’è amore e amicizia.
E si chiese come era finito in
quel prato; l’omino era un po’ spaventato perché non era mai uscito dalla
sua casa e non conosceva il mondo. Si girò verso la montagna e si chiese come
avrebbe fatto a tornare a casa. Ad un certo punti sentì avvicinarsi dei bambini
che quando lo videro lo presero con loro e lo portarono nella loro casa.
L’omino rimase con loro per un po’ di tempo, però poi capì che voleva
girare il mondo, allora decise di andare via da lì. Mentre tornava verso la
montagna per prendere i suoi oggetti, lo vide un’aquila che lo prese e lo portò
nel suo nido, ma quando se ne fu andato i suoi cuccioli invece di mangiarlo
chiamarono una colomba che lo portò dal regno delle fate danzanti. Lì si
innamora della bella principessa e voleva sposarla, però il re non voleva perché
non sapeva ballare e non aveva le ali per volare, cosi lo cacciò via dal regno.
L’omino non voleva più stare solo e quando si trovò nella sua casa sulla
montagna si mise a piangere. Pianse per dieci notti e
dieci giorni, pregando di morire. L’undicesimo giorno qualcuno bussò
alla porta: era la sua principessa che aveva rinunciato alle ali per stare con
lui. Cosi l’omino non fu mai più solo.
Giulia - classe I D
205
Un vero amico.
A sinistra vide un uomo che lo guardava con attenzione. Spaventato scappò, ma l’uomo lo inseguì, poi arrivò in città sempre con l’uomo alle calcagna. Ad un tratto si fermò in un bar per bere qualcosa, ma l’uomo entrò anche lui nel locale e si sedette accanto a Evasio (cosi si chiama il nostro protagonista). Allora Evasio impaurito cercò di allontanarsi, ma l’uomo continuava a fissarlo. Era un uomo qualunque, alto, bruno, con gli occhi azzurri. I due rimasero ad osservarsi per circa 5 minuti, poi lo sconosciute interruppe il silenzio e disse: “ciao, perché ti sei spaventato cosi tanto?” Evasio, in un primo momento si chiese se quell’uomo fosse del tutto normale, ma poi cominciò a conversare con lui, incominciò a vederlo tutti i giorni e dopo alcune settimane si accorse di aver trovato un vero amico; e per la prima volta non si sentì solo, ma in compagnia di qualcuno. Cosi comprese che quel giorno in cui era fuggito era in realtà una prova per vincere la solitudine e aprirsi verso gli altri. Ora finalmente era riuscito a farlo.
Herr Gigi - classe I D
206
Il mistero della solitudine.
Il paesaggio era come popolato
dagli alberi: ve ne erano di ogni genere, e dalle più svariate forme. In un
mondo cosi colorato e cosi affascinante il suo sguardo si perse nel vuoto per
l'emozione provata, ma dopo un’accurata ispezione dell’ambiente lo sguardo
del piccolo uomo venne attratto da una misteriosa luce. Cosi incuriosito vi si
diresse e pian piano si accorse che una forza estranea sembrava condurlo proprio
verso quella luce che andava gradualmente affievolendosi; con la stessa forza
con cui venne scaraventato fuori… beh, a quel punto, la luce scomparve e
subito si trovò in un altro mondo… forse aveva varcato una soglia a lui
sconosciuta, ma non sembrava preoccupato, anzi in questo nuovo mondo era come se
avesse una certa famigliarità e nel vedere tantissime forme di vita
che popolavano un mondo cosi grande fu stupito. Lui per tanto tempo era
rimasto solo e non aveva conosciuto la straordinaria emozione quando si è
circondati da un paesaggio di cui non si ha mai avuto l’occasione di ammirare.
Da quel giorno decise di andare a visitare sempre quel mondo perché meritava
veramente di essere esplorato…
Classe I D
207
Le scarpe della scoperta.
Vide un gruppo di persone,
donne, bambini, uomini,vecchi, che erano spaventati quanto lui. Poi uno dei
bambini si avvicinò e gli fece qualche domanda, lui rispose con un po’ di
esitazione:” mi chiamo s. e vivo in una piccolissima grotta.” Pian piano
tutti si avvicinarono a lui e infine con il suo consenso il suo timore e la sua
emozione lo condussero al loro villaggio. Conobbe molte persone e una fra queste
lo colpì particolarmente, M. con lui, dopo un paio d’ore, riuscì a parlare
molto scioltamente perché gli trasmetteva molta fiducia e simpatia. Quando si
fece sera decise di ritornare a
casa sua salutando a malincuore il suo nuovo amico e la gente del villaggio.
Quando arrivò a casa la vide diversa, come vuota e gli sembrò strano visto che
prima non gli dava questa sensazione, lo rilassava e tranquillizzava, ora lo
infastidiva. Allora dopo pochi giorni decise di stabilirsi al villaggio ma anche
questo non lo rendeva completamente felice, non sempre. Decise di parlarne con
M. Egli gli spiegò che le persone devono avere a volte dei momenti di
solitudine per scavare al proprio interno o per esaminare gli aspetti della loro
vita. Tutto gli fu più chiaro e
decise di stabilirsi al villaggio con il suo caro amico, ma quando gli serviva
un momento di riflessione rincalzava le scarpe e tornava nel suo buco. A
proposito, le scarpe le aveva portate M. che lo aveva osservato da tempo e
voleva aiutarlo.
Classe I D
208
Un sogno.
Vide un grande lago. L’acqua
era ferma e limpida, tutt’intorno era tranquillo, si sentiva solo il fruscio
del vento tra le fronde degli alberi un live profumo di mosse e erbe selvatiche.
Il piccolo uomo si avvicinò pian piano al lago. Vi guardò dentro e vide per la
prima volta la sua immagine riflessa nell’acqua argentata, vide i suoi
lineamenti, i suoi capelli scuri e il suo volto non più giovane. Fece più
attenzione nel guardarsi e si accorse con grande stupore che vi era un’altra
sagoma specchiata nell’acqua. Questa sagoma era bianca quasi come la neve ed
era dotata di grandi ali lucenti. L’uomo si voltò e vide un enorme cavallo
alato. Sul muso di esso spuntava un enorme corno d’oro. L’uomo senza esitare
gli si aggrappò e insieme volarono via nel cielo. Si ritrovò sdraiato nella
sua solita casetta-buco, aveva ancora il diario aperto. Si rese conto che era
stato solo un sogno, un sogno fantastico creato dalla sua fantasia.
Classe I D
209
Un piccolo uomo in un grande mondo.
In mezzo all’immensità di quel paesaggio, si rese conto di quanto fosse piccolo. Si sentiva spaesato, lui che era abituato a vivere nella sua minuscola casa; inoltre aveva paura di muoversi perché non voleva fare un altro balzo come il precedente. Quando si fu calmato e ripreso dallo spavento per la caduta, cominciò a guardarsi intorno e realizzò quanto fosse meraviglioso quel mondo in cui era arrivato. Cosi decise di girarlo e di visitarlo. Dovette imparare a controllare le scarpe per utilizzarle al meglio senza mettere a repentaglio la sua incolumità. Quando apprese il funzionamento, cominciò a fare i primi passi, poi si voltò: la sua montagna era sparita dietro l’orizzonte. Ora decise che era il momento di smettere di essere un tipo solitario. Riprese cosi la sua corsa e giunse nei pressi di un boschetto, su uno degli alberi, notò una luce in lontananza. Avvicinandosi vide che era una casa simile alla sua; bussò e una giovane fanciulla aprì. Anche lei solitaria viveva sola in quel buco; per un giorno intero discussero e trovarono molte affinità tra loro. Cosi, insieme decisero di scoprire il resto del mondo insieme, per combattere la solitudine.
Giochela - classe I D
210
Il giro del mondo in un giorno.
Tutt’intorno a lui c’era
qualcosa che non aveva mai visto in tutta la sua vita, come la natura, il
paesaggio. Ad un certo punto fece un altro passo, e come si mosse venne portato
ad altissima velocità in un luogo dove c’erano altissimi palazzi, insegne
luminose e tanta gente che camminava per la strada e auto che viaggiavano ad
alta velocità: tutto quello che mai aveva visto prima. Cosi si mosse ancora e
in una frazione di secondo vide degli omini che inseguivano una palla e tanta
tanta gente che urlava e cantava in una gigantesca costruzione ovale. Poi fece
un altro passo ancora e vide una distesa immensa di acqua con gente che faceva
il bagno. Quelle scarpe gli fecero cosi vedere ciò di più importante che si
era perso nella sua vita. Grazie ad esse poté quindi combattere la sua
solitudine.
Classe I D
211
Un uomo senza una vera vita.
Col cuore in gola per lo
spavento si guardò intorno e vide erba e fiori a destra, a sinistra grandi e
verdi alberi e davanti a se un’intera prateria. Il paesaggio al di fuori della
montagna era stupendo, molto più bello di quanto se lo aspettava e cosi decise
di compiere un ulteriore giro con le sue nuove scarpe. Dopo un po’ arrivò
davanti a una casa tutta di legno, una vera casa; e vide nell’orto una ragazza
molto bella della quale si innamorò subito. Si avvicinò e iniziò a farle un
po’ di domande, poi per cercare di far colpo su di lei, le mostrò le sue
scarpe da tennis. Lei però non disse niente e tornò in casa; lui invece fece
ritorno alla montagna, capendo che, anche se il paesaggio era stupendo il suo
posto era solo lì.
Classe I D
212
Il roditore e le scarpe super veloci.
Un piccolo roditore impaurito
per la sua presenza. Muovendosi molto cautamente si avvicinò al roditore e
decise di portarlo a casa per un po’ di tempo cosi poteva vedere se riusciva a
diventare amico di qualcuno. L’unico problema era che non sapeva dove fossero
e per precauzione prima di incominciare un cammino si tolse le scarpe. Verso
nord, dove si trovava la sua casa vi era un bosco che lui non riconobbe e lui e
il suo nuovo amico vi si addentrarono. Nel bosco non vi era altro che rovi, e
anche una palude. Incontrarono serpenti, orchi, elfi, gnomi e le dispettose
fate. Dopo circa un’ambler (ora nella nostra lingua) il piccolo uomo e il
roditore erano stanchi morti e i piedi di lui stavano implorando pietà. Ad un
certo punto il roditore parlò e consigliò al piccolo uomo di rimettersi le
scarpe. In un primo momento lui non lo ascoltò, ma poi acconsentì. Se le mise
e appena fatto un passo fu scaraventato ad una spaventosa velocità nella sua
casa da dove era partito, ma fu un po’ triste per non aver salutato il suo
nuovo amico, il roditore.
Classe I D
213
La politica dell’industriale delle scarpe magiche.
Invece vide fumo, grandi case,
industrie e un grigiore assoluto. Ancora impaurito per il grosso balzo compiuto,
attonito si guardava intorno e vedeva quel mondo, il mondo della montagna, il
mondo della tranquillità e purtroppo vedeva anche il mondo della città, quel
mondo frenetico, quell’ambiente che non faceva per lui, ma, d’altra parte,
lui si era stancato, perché stare sempre soli in fondo non era poi cosi bello e
allora decise di buttarsi in quel mondo. Fece un enorme balzo e, come per magia,
si trovò ai piedi di un’industria. Vedendo questa enorme costruzione decise
anche lui di aprirne una e investì i soldi accumulati in vent’anni di
solitudine. L’azienda che aprì era di scarpe e si chiamava Nake e avette un
successo davvero fantastico. L’uomo si rese conto solo dopo tanto tempo di
essere in una realtà diversa. In poco tempo si fece tanti amici. La gente ormai
lo amava e lo proclamò sindaco della città. Le sue opere furono davvero
splendide e con queste sue magie fecero contenti tutti. L’uomo ancora
spaventato da questo successo diede l’addio a quel mondo triste, lassù in
montagna, la solitudine ormai non si conosceva più. Tutte le persone vivevano
serene ringraziando e acclamando “l’industriale delle scarpe magiche”.
Classe I D
214
Storia di colui che ha scelto.
Il paesaggio era molto diverso
da quello che vedeva solitamente. Dopo aver osservato attentamente decise che
non voleva rimanere lì. Aveva paura, anzi era terrorizzato. Tentò di risalire
sul suo monte, ma le scarpe lo impedivano, lo portavano nella direzione opposta.
Dopo aver camminato più di quanto non aveva mai fatto, arrivò in un villaggio.
Il paese era pieno di persone e ognuna di loro si divertiva. Quando videro
arrivare il forestiero lo accolsero con ospitalità e allegria. L’uomo dopo
aver superato lo smarrimento iniziale si ambientò e rimase nel villaggio per
qualche giorno. Il sapore del mondo lo ubriacava. Un giorno quando ormai era
diventato un cittadino della Terra guardò dietro di lui e vide il monte.
Dovette scegliere tra il monte e la gente. Scelse il monte, ritornò finalmente
a casa e scrisse sul suo diario impolverato: “ho assaggiato il mondo, ma sono
tornato perché il sole che illumina laggiù è ancora troppo forte per me.”
Classe I D
215
Ai piedi della sua montagna.
Provò a fare un altro passo.
Non successe niente. Fece un altro passo ed ecco che l’omino ricominciava a
volare sopra i boschi, i fiumi, i prati, ed infine eccola laggiù
all’orizzonte, l’omino vide anche una città. Fu un impatto brutale per
l’omino che non aveva mai visto una parte di mondo cosi piena di cemento.
L’omino atterrò proprio nella via principale ed ecco una fiumana dì gente
che gli correva incontro. L’omino impaurito non muoveva un solo muscolo. Un
bambino non più grande di lui gli chiese: “vuoi giocare con me?” l’omino
ne fu sorpreso, ma non era finita qui. Nell'arco della giornata tutti vollero
fare la sua conoscenza. Quando dopo il tramonto l’omino tornò a casa, con le
sue scarpe da ginnastica ai piedi, era esausto. Qualcuno poi bussò alla porta.
Non c’era nessuno fuori, ma quando l’omino guardò le scarpe da ginnastica,
queste non c’erano più! L’omino si sentì sprofondare e pensava a come fare
per tornare dai suoi amici in città. Ad un tratto qualcuno bussò alla porta
e… appena l’omino comparve fuori dal suo buco vide tutti gli abitanti della
città a i piedi della sua montagna.
Classe I D
216
Il piccolo uomo.
Un grande bosco con piante di
ogni tipo e animali che se ne stavano timidamente nascosti tra le foglie; ma lì
tra le alte piante e i fiori profumati giocavano dei bambini, ed alcuni adukti
se ne stavano a discorrere tranquillamente sdraiati per terra. Nessuno di loro
lo aveva notato, nessuno lo vedeva e nessuno poteva immaginare che egli fosse lì;
fece un altro passo e ritornò a casa, dove con sua grande sorpresa lo aspettava
un uomo. Il nuovo arrivato sembrava non essersi accorto di lui, stava aspettando
qualcuno o qualcosa. Il piccolo uomo si tolse le scarpe e si avvicinò a lui; si
misero piacevolmente a chiacchierare,ora poteva vederlo; il piccolo uomo era
felice di conoscere finalmente qualcuno, ed insieme si incamminarono verso il
paese, lasciandosi alle spalle la solitudine.
Classe I D
217
Uno strano messaggio.
Mai aveva visto quel paesaggio
perché mai era sceso da quel suo buco. Piante alte e degli aghi appuntiti si
stagliavano in lontananza ed un dolce e soave profumo aleggiava nell’aria
insieme ai petali dei fiori. Mai aveva visto quelle strane creature dai colori
variopinti, verde, celeste, turchino, violetto, rosso e mai aveva visto creature
più piccole di lui. In questo turbinio si era del tutto scordato delle scarpe
che portava ai piedi, anch’esse cosi colorate, dalla strana forma allungata,
cosi morbide e comode. Chi poteva essere quell’essere che gliele aveva donate?
Che gli aveva fatto conoscere questo mondo meraviglioso? Si mise ad esaminarle e
notò nella suola una specie di dedica, diceva: “dall’amicizia”!
Classe I D
218
Il piccolo uomo, un grande mondo…
Non sapeva cosa fare… era
spaventato, emozionato… il mondo l’aveva sempre visto e conosciuto, ma solo
dal suo piccolo buco nella montagna… non c’era mai stato… infatti usciva
dalla sua casetta solo per procurarsi cibo e non per esplorare… ed ora
improvvisamente e senza motivo era lì. Non aveva la più pallida idea di cosa
avrebbe potuto fare, però a pensarci bene le piccole scarpine gli avevano dato
una velocità incredibile! Poteva andare dove voleva.
Viaggiare senza mai stancarsi! Magari avrebbe potuto incontrare qualcuno
come lui… e avrebbe finalmente avuto un amico. L’idea era fantastica! Però,
lui era un ometto piccolo, solitario e timido! Era impacciato… con quelle
magiche scarpine aveva avuto la possibilità di andare ovunque… ma decise
solamente di ritornare a casa.
Classe I D
219
Il figlio ritrovato.
Era un paesaggio stupendo e l'uomo rimase
meravigliato, non aveva mai visto nulla di simile, abituato com'era alla sua
grigia montagna. All'improvviso comparvero da alcune buche nel terreno dei
piccoli uomini molto simili a lui: l'unica differenza che loro avevano vestiti
colorati, erano allegri e sorridenti e che avevano la pelle verde mentre lui
grigia. Ad un tratto si accese una scintilla negli occhi del piccolo uomo, egli
sembrò riconoscere una di quelle creature verdi: anch'essa provò la stessa
sensazione. Comparve un sorriso di gioia sulla bocca del piccolo uomo: pian
piano cominciò ad avanzare verso quella creatura verde che gli pareva tanto
famigliare. Ad ogni passo l'emozione aumentava e stranamente la sua pelle grigia
cominciò a tingersi di verde: prima le mani e poi le braccia, quando finalmente
lo abbracciò il suo corpo divenne totalmente verde. In realtà il piccolo uomo
era una di quelle creature verdi, ma da bambino si era perso e vivendo in
solitudine la sua pelle era diventata grigia. E ritrovata la madre visse felice.
Rosalino Cellamare - Classe I E
220
Il sogno e l'incubo.
Un mondo completamente diverso un po' triste che
incuteva timore, ma contemporaneamente curiosità. Cosi l'uomo si inoltrò in
quel mondo e cominciò ad osservare quello che lo circondava. Tutto era senza
vita, completamente morto, non c'erano fiori profumati ne erba verde e gli
alberi secchi; e più lui si inoltrava e si allontanava dal prato con erba e
fiori più saliva una nebbia fitta e cupa. Dopo qualche ora si accorse di essere
veramente troppo lontano e decise di tornare indietro, ma quando si girò per
riprendere la strada del ritorno... la strada non c'era più e tutto era immerso
nella nebbia. Disperato per essersi perso cominciò a correre da ogni parte
finché stanco e senza fiato cadde e si addormentò. Il giorno dopo venne
svegliato dal sole nel suo buco e si domandò come avesse fatto a tornare
indietro; in quel momento qualcosa gli suscitò un'ulteriore domanda: ma sarà
stato tutto un sogno, o meglio un incubo?
Classe I E
Un sogno avverato.
In lontananza riuscì a vedere un gruppo molto
numeroso di persone che scherzavano e si divertivano insieme. Vedendo queste
scene l'uomo si spaventò: si rese conto che tutto quello che stava vedendo lo
aveva scritto in precedenza sul suo diario. In poche parole tutti i suoi
desideri di vivere felice insieme agli altri si erano avverati. Si preoccupò
solo di una cosa: vivere cosi in eterno. Allora ritornò nella sua piccolissima
caverna, prese il diario e scrisse che una volta arrivato in quel luogo magico
dove tutti stanno insieme, niente e nessuno lo avrebbe mai più portato via.
D'improvviso le scarpe magiche lo portarono nel prato. Qui rivide le persone di
prima, si avvicinò a loro e prese parte ai loro giochi e alle loro discussioni.
Cosi anche quei momenti diventarono per sempre, in eterno, e la vita di prima
come solitario era solo un brutto ricordo.
Classe I E
Erba e fiori.
Ancora erba e fiori; allora guardò avanti e cosa
vide? Erba e fiori. Sentì però un fruscio e si volto di scatto e c'erano
soltanto erba e fiori; non sapendo cosa fare. In quei momenti ripensò alla sua
lunga vita di eremita lontano dalla civiltà, lontano dalla società e dal
mondo, e soprattutto lontano dalle erbe e dai fiori. Improvvisamente come
trainato da una forza oscura si alzò e la sua vista fu attratta da un bagliore
lontano. Si tolse le scarpe da tennis per paura di finire in un luogo
sconosciuto e camminò verso quel bagliore, ignaro di ciò che sarebbe potuto
succedergli. Continuava nel suo cammino perpetuo e raggiunse il bagliore: dopo
essersi fermato sbigottito notò che il bagliore era a forma di freccia, anzi
una doppia freccia: una gli indicava il mondo, quello da cui era stato per tanto
tempo lontano: il lusso, la guerra, le malattie, la morte, lutti, le
ingiustizie, gli stupri le violenze e... il calcio. L'altra freccia gli indicava
il suo piccolo buco natio. Scelse la prima direzione ed arrivò ad un campo da
calcio, ma vedendo che non vi erano fiori ma solo erba, ritornò al suo mondo di
solitudine, al profumo di erba e... di fiori.
Rosalino Cellamare (canto per cantà) - Classe I E
223
Quello strano.
Ancora erba e fiori; allora decise di alzarsi per
provare le scarpe. Fatti pochi passi udì un grido e vide oltre all'erba e ai
fiori una bella donna che gridava e correva giù per il pendio cadendo
ripetutamente. Allora il nostro amico la inseguì, ma presto stancatosi decise
di fermarsi e aspettare che tornasse. Era li da qualche ora quando sbucarono un
gruppetto di uomini che con parole e minacce lo invitarono ad andarsene ma le
scarpe lo portavano verso gli uomini che credendosi aggrediti lo picchiavano con
pugni, manganelli, e calci. Pieno di risentimento l'uomo tornò nella sua
caverna giurando che non sarebbe più uscito di casa. Detto fatto appese le
scarpe al muro e dolorante andò a letto e quella notte sogno erba e fiori.
Classe I E
224
I passi verso la città.
E, indeciso sul da farsi, tento di girarsi per
cercare di tornare indietro ma ancora si alzò in volo e atterrò in mezzo al
deserto dove non c'era altro che sabbia intorno a lui. Sempre più spaventato
decise di provare un altro passo e si ritrovò su una piccola isola in mezzo
all'oceano. Grazie a quelle magiche scarpe da tennis aveva visitato posti
bellissimi che altrimenti non avrebbe mai scoperto. Però gli mancava da vedere
ancora una cosa: la città. E cosi, ormai più eccitato che spaventato, fece un
altro passo e si trovò in città. In una grande città piena di gente, negozi e
rumore e per lui abituato al silenzio era una cosa completamente nuova, decise
di fare un altro passo per tornare alla sua casa dove prese il diario e da lì,
ne fece ancora un altro e troncò in città dove, dopo essersi tolto le scarpe,
cercò un posto dove poter vivere. Cosi visse tranquillo in un piccolo buco in
città con le scarpe sotto il letto e passando le giornate a scrivere sul suo
diario.
Classe I E
225
Il piccolo uomo e le sue
scarpe magiche.
Spaesato si fermò e solo dopo pochi minuti capì
dov'era: era fuori, ora faceva veramente parte del mondo. Lui piccolo com'era si
sentì spaesato, vedeva che tutto era più grande di lui, i fiori, l'erba...
cominciò a cercare la via del ritorno, ma era impossibile. Allora si fermò un
secondo e pianse, pianse a lungo fino a che una coccinella non gli si fermò sul
dito e cominciò: "amico, perché piangi?" subito il piccolo uomo esitò
a risponderle ma dopo un poco le spiegò, gli disse della casa, di quell'assurdo
viaggio, di quelle scarpe che da allora non lo portarono più da nessuna parte e
gli disse anche che voleva tornare a casa, si a casa perché li fuori non si
sentiva a suo agio, la vita di fuori non faceva per lui. La coccinella decise di
aiutarlo e se lo caricò sulla corazza, poi iniziò a volare e a cercare il
buchino sulla montagna, volarono per molti giorni sino a che la coccinella non
lo vide; vide la casa dell'uomo, ma prima di dirglielo voleva fargli vedere il
mondo cosi volò sulle case dei bambini, sui campi da gioco... gli fece vedere
l'amicizia, il piccolo uomo dopo molto che viaggiarono capì che la coccinella
lo stava portando lontano dalla sua casa, ma guardando la sotto capì cosa si
era perso, non si arrabbiò con la coccinella e le chiese di portarlo la sotto,
cosi andò a vivere con un bambino e appena toccò terra le scarpe scomparirono,
cosi come la coccinella: finalmente aveva scoperto al felicità.
Caffarra Cristina - Classe I E