226
La bellissima scarpa.
Si rialzò incredulo dell'accaduto e riprovò a fare
un passo, ma si trovò sempre nello stesso punto, cosi ne fece un altro e cosi
via ma non accadde nulla. Questo fatto lo turbò molto, perché non riusciva a
capire cosa gli era appena successo. Ritornato alla sua piccola casa si toglie
le bellissime scarpe da tennis e le rimette davanti alla porta. Il giorno
seguente ritrova le scarpe nello stesso punto, con accanto un bigliettino:
incuriosito lo prende e lo legge. C'era raffigurata l'immagine di un altro
piccolo uomo come lui. Subito dopo qualcuno gli bussa alla porta e con suo
grande piacere si ritrova il piccolo uomo dell'immagine, i due si conoscono e
tra loro nasce un'amicizia profonda e insieme scrivono i loro pensieri che prima
era una cosa che facevano da soli.
Classe I E
227
La solitudine e l'amicizia.
Guardando in alto vide la usa montagna con il suo
piccolo buco e capì che era troppo difficile per un piccolo uomo come lui
scalare quella montagna e tornare nella sua casa. Cosi si diresse verso un
villaggio che scorgeva in lontananza per chiedere aiuto. Appena vi entrò trovò
la classica confusione di un giorno di mercato e lui, abituato alla solitudine e
al silenzio del suo buco. Si spaventò e cercò di scappare, ma una mano amica
lo fermò; lentamente si girò e vide un grande uomo che lo guardava sorridendo.
Il grande uomo disse: ti sono piaciute le scarpe da tennis e vedo che sono
proprio della tua misura. Ti vedevo spesso affiacciarti dalla tua casa per
scrutare il mondo e ti ho voluto conoscere, ma quando non sei venuto subito ad
aprirmi ho pensato che preferissi stare da solo anche se la cosa mi sembrava un
po' strana. Poi quando ti ho visto cadere mi sono preoccupato molto anche se la
cosa mi faceva un po' piacere cosi avrei potuto conoscerti. Il piccolo uomo
risalì e tornò a casa con l'aiuto del grande uomo felice perché aveva trovato
un amico.
Classe I E
228
La dimensione parallela.
Era arrivato in un posto stupendo che non si era mai
immaginato. Infatti non provava quel gran freddo che aveva in montagna; sotto i
suoi piedi non aveva più soltanto rocce e provava un grande senso di libertà
perché era sempre abituato a stare nel suo piccolo buco. Quindi questo posto
incantato e le sue magiche scarpette scomparvero in pochissimo tempo e si ritrovò
nel suo gelido e stretto buco. La mattina seguente alla stessa ora sentì
bussare, corse fuori non vide nessuno, ma trovò un altro grande pacco. Anche
questa volta lo aprì e trovò una bicicletta. Ma non era una solita bicicletta,
aveva una forma un po' strana. Infatti montato sopra i pedali iniziarono a
pedalare da soli e la bici spiccò il volo ad una velocità pazzesca. Si ritrovò
nel mondo dell'altra volta, ma stavolta non era solo. Infatti trovò un popolo
che abitava in quella dimensione. Questi gli fecero un incantesimo e rimase in
quella dimensione.
Classe I E
229
Anche la solitudine si può
curare.
Invece, un altro pacco che fece crescere sempre più
la sua curiosità: chi aveva mandato quei doni a lui cosi solo e isolato? Dopo
qualche attimo di indecisione decise di aprire il regalo e trovò un completino
da giocatore di tennis. Lo indossò e si sentì investire da una forza
incredibile. Era diventato velocissimo e con una grande potenza sia nelle gambe
sia nelle braccia. Diventato cosi veloce e in grado di volare questa forza
sconosciuta lo trasportò in città dove, vincendo gara su gara diventò il
numero uno del tennis mondiale. Il successo però non gli cambiò i modi di fare
ne i sentimenti, rimanendo sempre gentile, cortese, e servizievole con qualsiasi
altra persona, cercando di non isolarle come era accaduto a lui.
Alexes - Classe I E
230
L'uomo solitario.
Per lui era un paesaggio nuovo, sconosciuto, i fiori
emanavano un profumo inebriante, da lui mai percepito; non sapeva cosa fare,
dove andare, era confuso e disorientato, provava una sensazione nuova, la
solitudine. Voleva tornare a casa, Ma non sapeva come le scarpe da tennis da lui
indossate infatti non gli permettevano di fare alcun movimento, poteva solo
scrutare l'immensa campagna fiorita davanti a se. All'improvviso sentì un
rumore, erano dei passi, sentiva lo strusciare dell'erba alle sue spalle, aveva
paura, grande paura, era indifeso e immobilizzato, chiuse gli occhi per qualche
secondo, quando gli riaprì vide davanti a se un viso sconosciuto, l'uomo si
chinò ai suoi piedi e li tolse le scarpe. Ora poteva muoversi, poteva scappare,
ma non lo fece, i due si scambiarono un'occhiata fugace e poi l'uomo ce dal
nulla era apparso nel nulla sparì.
Er pupo - Classe I E
231
Un grande uomo piccolo.
Il paesaggio era monotono, ma all'uomo che non aveva
mai visto altro che la propria montagna, parse straordinario e si mise a correre
come un matto per la steppa erbosa. Dopo dieci minuti di euforia si accorse che
comunque egli andava a vedere sempre gli stessi fiori e gli stessi fili d'erba.
Allora decise fermamente di continuare a camminare in una direzione: forse cosi
sarebbe tornato alla sua montagna e al suo caro buco. Allora camminò per 7
giorni e 7 notti sinché non si accorse che il sole si ingrandiva sempre di più
ad ogni passo che compiva. Allora si mise a correre con tutte le sue forze
finche il sole si posò davanti a lui. Nel sole c'era un buco, e l'uomo vi ci
entrò e vide che era tornato al suo buco nella montagna; allora vide il suo
diario, si tolse le scarpe e scrisse: "grazie tu che mi hai dato le scarpe
da tennis: ora che ho visto il mondo posso vivere felice nella mia
montagna."
Marco F. - Classe I E
231
Le magiche scarpe da tennis.
Provò a fare un altro passo, ma venne scaraventato
in aria un'altra volta. Volò ancora per qualche minuto, ma questa volta atterrò
in un paesino di montagna con piccole casette di legno. Per lui quelle casette
erano enormi, perchè era abituato a quel piccolissimo buco in cui viveva. A
quel punto capì che l'unico modo
per fermarsi era quello di togliersi le scarpe, ma pensò che in quel modo
avrebbe potuto viaggiare in tutto il mondo così decise di tenersele e iniziò a
girovagare. Visitò tutto quello che c'era da visitare. Passarono anni e lui
iniziò a stancarsi di continuare a volare e di non poter più camminare così
provò a togliersi le scarpe, ma non ci riuscì perchè ogni minimo movimento
veniva spinto in aria. Lui disperato di non poter tornare nella sua casina iniziò
a piangere, a piangere tanto forte che un uomo poco distante da lui lo sentì,
si avvicinò e gli chiese che cosa era successo. Gli raccontò tutto e poi scoprì
che l'uomo con cui stava parlando era colui che gli aveva donato le scarpe così
gliele tolse e l'uomo potè tornare alla sua casetta.
232
Non si può vivere da soli.
Stanco, cercò di ritornare alla caverna, ma le
scarpe glielo impedirono, appena si mosse lo costrinsero a correre nella
direzione opposta ancora, ancora sempre più veloce e più lui opponeva
resistenza più frenetica era la corsa. Dopo giorni e giorni arrivò ad una città,
lì per la prima volta vide gli abitanti del mondo di cui tanto scriveva ma che
non conosceva per niente; da quel giorno cominciò a viaggiare e grazie alle sue
scarpe, conobbe il mondo in tutte le sue parti, ma non si volle più fermare e
continuò per tutta la sua vita a vagare sempre in cerca di novità. Quelle
scarpe erano il dono di un mago, non può esistere al mondo una sola persona che
vive in solitudine senza amici, con nessuno se non con un pezzo di carta; la sua
vita non avrebbe un senso: è vero anche l'uomo infatti appena conosciuta la
vera vita non se ne è più voluto staccare.
Classe I E
233
L'uomo che amava la
solitudine.
Vide un gruppo di case; tutto questo per lui era
nuovo, misterioso, affascinante; subito fu molto diffidente e impaurito da
questo nuovo ambiente che non aveva mai visto e conosciuto, ma poi decise di
visitare questo paesino che sembrava allegro. L'uomo osservò attentamente tutto
il paesaggio e le persone sembrarono molto simpatiche; a un certo punto si
accorse che le stesse scarpe che lui aveva ai piedi sono esposte su un banco di
un vecchio calzolaio; l'uomo chiese se quelle scarpe gliele aveva donate lui e
il calzolaio annuì. Disse "sono contento che tu sia venuto a visitare il
paese, a prendere un po' d'aria fresca, queste scarpe le ho fabbricate apposta
per te; sono magiche; l'ho fatto perchè! Volevo che uscissi da quella specie di
tana in cui vivi; non ti senti solo
senza amici con cui parlare, che fai tutto il giorno?" e l'uomo rispose
"io nella montagna sto bene
perchè ormai la mia unica amica è la solitudine ormai ci convivo da tutta la
vita; anche se mi sono accorto che la vita qui in paese è migliore, più
allegra; ma gli altri abitanti mi accetteranno volentieri perchè non sono visto
molto bene dalla gente" e il calzolaio rispose: "certo saranno felici
di conoscerti! Vedrai che la tua vita cambierà; capirai i veri valori e non te
ne pentirai!". Così da quel giorno l'uomo visse per sempre in paese e
dimenticò la solitudine.
Classe I E
234
Un montanaro in città.
Il piccolo uomo prese a correre per il campo e
provava una strana sensazione, come non l'aveva mai provata prima. Si sentiva
libero da ogni cosa e preoccupazione. Ad un certo punto arrivò in visita ad una
città, e pensò che non ne aveva mai visto una, perciò decise di entrarvi e
cominciò ad aggirarsi per le vie senza meta. Era confuso e il caos che c'era
intorno a lui lo turbava; pensò che più che uomini, le persone sembravano
formiche. Non gli piaceva la città e voleva tornare a correre nel prato ma non
riusciva a trovare un'uscita in mezzo a quel labirinto di vie. Quando
finalmente, dopo molto tempo che camminava riconobbe i palazzi che aveva visto
entrando per la prima volta in città, vide con stupore che al posto del prato
verde c'erano altre costruzioni. Così si rassegnò a vivere per sempre in quel
posto così diverso dai monti in cui abitava prima.
Er barcarolo va'a'a' - Classe I E
235
La dimensione parallela.
Era arrivato in un posto stupendo che non si era mai
immaginato. Infatti non provava quel gran freddo che aveva in montagna; sotto i
suoi piedi non aveva più soltanto rocce e provava un grande senso di libertà
perché era sempre abituato a stare nel suo piccolo buco. Quindi questo posto
incantato e le sue magiche scarpette scomparvero in pochissimo tempo e si ritrovò
nel suo gelido e stretto buco. La mattina seguente alla stessa ora sentì
bussare, corse fuori non vide nessuno, ma trovò un altro grande pacco. Anche
questa volta lo aprì e trovò una bicicletta. Ma non era una solita bicicletta,
aveva una forma un po' strana. Infatti montato sopra i pedali iniziarono a
pedalare da soli e la bici spiccò il volo ad una velocità pazzesca. Si ritrovò
nel mondo dell'altra volta, ma stavolta non era solo. Infatti trovò un popolo
che abitava in quella dimensione. Questi gli fecero un incantesimo e rimase in
quella dimensione.
Classe I E
236
Il piccolo uomo e il grande
mondo.
Impaurito, il piccolo uomo, si alzò da terra ancora
un po' stordito dalla caduta e tutt'intorno vide fiori colorati, grandi alberi e
sopra di lui un grande cielo azzurro. Impressionato dalla grandezza di tutte
queste cose e probabilmente spinto da un'irrefrenabile bisogno di conoscere, il
piccolo uomo decise di esplorare questo grande mondo. Di fronte a lui c'erano
delle case e decise quindi di andare verso queste. Una volta entrato in paese
vide tante macchine, gente che urlava, bambini che piangevano. Spaventato da
tutto questo frastuono decise di cercare un posto silenzioso e trovò rifugio in
un viottolo dove ancora sconvolto si sedette a terra e si addormentò: a
svegliarlo fu la pioggia che quella sera scendeva a dirotto, e lì per terra
bagnato, si sentiva solo, senza niente e nessuno che poteva proteggerlo; e sentì
la nostalgia del suo buco. Questo mondo a lui una volta sconosciuto, cominciava
a prendere forma e non era poi così fantastico come pensava. Si alzò dunque e
se ne tornò sconsolato a casa, la sua casa, un piccolo buco dove lui poteva
davvero esser felice con solo i pensieri e 4 mura, non aveva bisogno di cose
materiali. A lui per esser sereno, bastava solo la fantasia, perchè a volte
sognare è l'unico modo per vivere, per coloro che niente posseggono, che non
hanno libertà concrete; l'unico modo per sentirsi felici è sognare perchè
nessuno può toglierci questa libertà
Bertolotti Silvia - Classe I E
237
L'uomo del buco.
Una grande città. Si rialzò e incuriosito prese a
camminare verso la città finchè vi entrò, guardava estasiato tutti quei
negozi e grattacieli ma soprattutto guardava la gente. Egli infatti in tutta la
sua vita non ne aveva mai vista tanta tutta in una volta, era spaventato da
questa massa e prese a correre, a correre finchè non entrò in un porticato di
una casa dove non c'era nessuno. Dopo poco arrivarono due bambini che guardavano
l'intruso con aria impaurita, il piccolo uomo li guardò e si spaventò ma i due
bambini si avvicinarono e presero a parlare all'uomo che subito era impassibile
poi si sciolse e cominciò a parlare della sua vita sofferta dentro il buco e
anche i bambini raccontarono la loro vita sofferta; l'uomo era finito dentro un
orfanotrofio. Parlarono e parlarono e l'ometto provò una nuova sensazione:
l'amicizia e tutto questo grazie alle scarpe misteriose.
Classe I E
238
Il significato
dell'amicizia.
Così finalmente vide il mondo che lo circondava ed
era bellissimo. Non lo aveva mai visto considerando che l'unico rapporto che
aveva con l'esterno era guardare attraverso quella minuscola porta. Da quel
preciso momento si rese conto che la sua vita così non poteva continuare,
allora, comprò una magnifica villa di cinque piani e la divise con quante
persone potevano abitarvi; socializzò, si fece amico tutti quanti gli abitanti
di questa casa. In poco tempo appianò la montagna dove viveva e ne fece un
villaggio in cui lui conosce tutti e sono tutti amici; si sposò con una ragazza
del luogo e formò famiglia. Tutto questo senza mai dimenticare di quel paio di
scarpe magico che come tale, gli aveva fatto conoscere il valore dell'amicizia.
Classe I E
Sogno
Una farfalla che gli disse "vieni con me, questo
è il mondo dei sogni". Il piccolo uomo la seguì e andò in un posto
simile alla sua casa. Il piccolo uomo entrò dentro e trovò se stesso,
incominciò a sbracciare e a gridare per farsi sentire dalla sua copia ma la
farfalla gli disse: "non ti può sentire, siamo in un sogno. Guarda quello
sei tu adesso solitario senza amici. Ora ti porto dall'altra tua copia e
vedrai." Si diressero dall'altra parte del mondo, immaginarono e videro
l'altra copia che giocava con altri amici e si divertiva: "Quello sei tu
con gli amici. Se vuoi puoi esser così ma non devi avere paura." Il
piccolo uomo stava per parlare, ma un vento fortissimo lo riportò nella realtà.
Arrivato a casa uscì con le scarpe da tennis ed iniziò una nuova vita.
Classe I E
240
Un piccolo uomo che pensa di
vivere nel modo giusto.
Lui questo paesaggio non lo aveva mai visto e gli
piaceva molto, così la paura si trasformò in curiosità e allora decise di
continuare la visita del mondo fuori dal suo buco e capì come era bello e
interessante: si arrabbiò per il
tempo che aveva perso in quel buco a far niente solo perchè aveva paura di
tutto quello che non conosceva; così decise di viaggiare tutto il mondo
scoprendo le sue meraviglie e anche le cose negative
perchè aveva capito che le cose prima di giudicarle, occorre prima
conoscerle e poi se sono sbagliate, cercare di correggerle.
Classe I E
241
L'uomo e l'aquila.
L'uomo si alzò in piedi e cominciò a vagare per i
prati finchè trovò un gnomo che gli chiese che cosa ci facesse in giro. L'uomo
rispose che si era perso e non sapeva più ritornare a casa sua. Lo gnomo lo
prese con sè e lo portò al suo villaggio, là lo presentò a tutta la
popolazione. L'uomo raccontò a tutti della sua avventura e gli abitanti
decisero di condurlo dal "Grande Capo" che lo aiutò a tornare a casa
sua. Quando l'uomo arrivò al suo buco, si accorse che questo era diventato il
nido di un'aquila. L'uomo decise di uccidere l'aquila e quando riuscì nel suo
intento si barricò dentro casa sua e non aprì più a nessuno.
Classe I E
242
Ho ritrovato la felicità.
Tanta gente che felici ridevano e mangiavano sul
prato e sembrava che lo chiamassero: era proprio così,
lo stavano chiamando. Lui con il cuore in gola da questa esperienza che
sembrava quasi un sogno, fece un passo e si chiedeva se fossero state le scarpe
a condurlo lì. Più si avvicinava e più aumentava la paura. Tutto così
misterioso, però non era un sogno,
lui si trovava in mezzo alla gente per la prima volta, dopo trent'anni quando i
suoi genitori erano morti in un incidente aereo
e lui fu catapultato su quel posto senza vita. Le persone che si trovavano lì,
stupiti della sua comparsa quasi improvvisa,
lo accolsero molto benevolmente, gli diedero i vestiti e decisero di ospitarlo a
casa loro finchè non avesse imparato la lingua. Sembrava che quello fosse il
giorno più bello della sua vita, non si sarebbe più trovato da solo ma felice
in mezzo a gente che gli avrebbero dimostrato affetto.
Classe I E
243
Volo con un sogno.
E a sinistra l'entrata verso una grande città. Preso
dalla curiosità andò a dare un'occhiatina. Vide dappertutto gente, tanta gente
che si muoveva sui veicoli o a piedi. Sembravano tante minuscole formiche. In
cielo non riusciva a vedere tutto nei minimi particolari, così decise di
scendere nella strada e a dire il vero... per poco non veniva travolto da una
macchina!!! Sentì in lontananza della musica e un vocio insolito di bimbi e
decise di scoprire che cosa fosse... era il Luna Park!! Contento e soddisfatto
delle sue nuove scarpe che l'avevano portato in mezzo a tutta quella gente, fece
un giro in tutte le giostre e si diverti un mondo! Ormai era sera e era ora di
tornare a casa, ma ad un certo punto l'uomo guardò la luna e si chiese come
sarebbe stata la vita lassù. Le scarpe con un balzo lo portarono su quel
pianeta a lui sconosciuto. Regnava la solitudine....ad un tratto sentì un
rumore, il rumore della sveglia che
gli diceva di alzarsi e di vivere un'altra giornata nel suo piccolo buco della
montagna.
Francesca - Classe I E
244
L'uomo che non conosceva
l'amicizia.
Che cosa fare? Non era abituato a quei paesaggi. Un
gruppo di bambini si mise a giocare proprio davanti ai suoi occhi. Giocavano con
uno strano oggetto rotondo e poi a un gioco piuttosto infantile; ma a lui questo
non interessava; vedeva come quei bambini si divertivano e ridevano; ciò che
lui non aveva mai fatto. Ma in quel momento la sfera gli scivolò da un fianco;
un bambino corse per prenderla e lo vide. Con un grande sorriso lo invitò a giocare. Giocò e mangiò
con loro poi verso sera lo portarono nella loro casa (mai ne aveva visto una così
grande) e fu accettato da tutti persino da un animale peloso che si veniva a
strofinare sempre su di lui. Ma non ci mise molto ad ambientarsi perchè è più
difficile abituarsi alla solitudine che all'amicizia.
Chicca '86 - Classe I E
245
Una gita per il mondo
Un fiume che porta a una meta indefinita. L'uomo non aveva mai visto
questo paesaggio: per tutta la sua vita era stato chiuso nella sua piccola casa
e solo ora incomincio' a provare nuove sensazioni.
Non ancora ripreso dallo schock, l'uomo viene trascinato nuovamente dalle scarpe
e questa volta lo portarono a fare un giro piu' lungo, a visitare il mondo.
Per la prima volta vide gente come lui (forse un pò più
grossa) e i loro modi di fare.
Osservò il mondo con occhi nuovi, fino a che le scarpe lo riportarono a casa, a
quella casa che non riconobbe più.
Classe I F
246
Il cambiamento della vita di
un uomo, dalla completa solitudine all'amicizia con altre persone
Vide un paese popolato da tante persone. Queste persone mostrano una
grande felicità nello stare insieme. L'uomo solitario decide così di recarsi
in quel paese, dove avrebbe potuto conversare, confrontarsi con altre persone.
L'eremita camminò fino a quando arrivò nel paese, gli abitanti lo accolsero
con un pò di schermo, poichè era
diverso da loro. In pochi giorni però l'uomo riuscì ad ambientarsi e così
cominciò a parlare con diverse persone del paese. Da quel giorno l'uomo cambiò
e non fu più il solitario che era prima ; ora era diventato una persona molto
loquace. Da quel giorno l'uomo divenne un abitante del paese poichè si era
trovato molto bene in compagnia e decise di restarci.
247
L'omino solitario
Alcuni simpatici animaletti che giocavano; alzò lo sguardo e,
vedendo il sole, la sua anima e il suo corpo si scaldarono e pensò che il
calore che stava sentendo era molto più piacevole del clima umido in cui viveva
da tanto tempo. Ad un certo punto un piccolo scoiattolo si avvicinò all'uomo
che con gentilezza lo accolse tra le sue piccole mani. Il piccolo uomo guardò
lo scoiattolo che aveva bisogno di un amico
con cui giocare, e si accorse che il diario a cui confidava i suoi pensieri non
emanava tanto calore quanto quell'animaletto che ora teneva tra le mani : il piccolo uomo si accorse che il calore che emanava quel
piccolo scoiattolino, non era come quello del sole, non era come quello del
fuoco, era un'altro calore: il calore dell'amicizia.
Classe I F
248
Non c'è pace a questo mondo!
una città? Con qualche balzo vi si trovò
all'interno, proprio sulla strada principale; subito si spaventò sentendo il
rumore delle macchine e degli autobus; lo smog infestava tutto quanto, la gente
camminava frenetica urlando parolacce
al cellulare. Si sentì come travolto dalla massa. Poi si girò
e vide una figura triste ed ingenua. Aveva il viso sporco di nero e i
capelli spettinati, accanto a lei
c'era un cagnolino che cercava di mordersi la coda. Con i suoi occhioni grandi
guardava la gente che passava e tendeva la mano per ricevere qualche moneta, ma
tutti erano completamente indifferenti. Aveva visto abbastanza e se ne andò.
Con i suoi lunghi salti si trovò presto in un altro luogo, in una pianura.
Tutto gli sembrava tranquillo, quando all'improvviso sentì un fischio e poi un
grande botto. Subito una pioggia di proiettili gli si sprigionò addosso; scappò
terrorizzato. Continuò per tanto tempo a viaggiare da una parte all'altra del
mondo e ogni volta rimaneva deluso. Un giorno arrivò su un'isola deserta e pensò
di poter finalmente vivere in pace, ma ricevette una gran botta morale "
era sul set della 2^ edizione di Survivor.
Classe I F
249
Le scarpe da tennis
Vide anche delle montagne e una città; questa era una cosa nuova per
lui che era vissuto sempre dentro quel buco e quindi ne rimase abbagliato; così
grande e così laboriosa lo folgorò nell'animo e lo fece svenire.
Appena si svegliò si ritrovò in
una stanza e fu attorniato da gente che lo guardava incredula. Probabilmente lo
avevano trovato e lo avevano portato in casa per curarlo e assisterlo ma non
parlava la sua lingua e erano molto diversi da lui.
Era la prima volta che incontrava degli esseri
umani, gli piaceva stare in mezzo a loro , gli piaceva essere osservato.
Entusiasta da questa nuova realtà si alzò in piedi per abbracciare una tra
queste persone ma appena si mosse, le scarpe fecero effetto e magicamente si
ritrovò nel suo buco.
Classe I F
250
L'uomo che perse e ritrovò
la voglia di pensare
Vide una città, cupa e triste; per prima cosa si tolse le scarpe e
le gettò lontano, successivamente entrò nella città.
La città era enorme ed abitata da milioni di persone; egli era diverso dagli
altri : tutte le altre persone correvano da una parte all'altra della città.
Egli era fermo, in mezzo alla strada, aveva paura, non amava quella confusione,
voleva tornare nella sua abitazione sulla
montagna. All'improvviso una persona gli chiese un'informazione, egli si spaventò,
corse fuori dalla città, ritrovò le scarpe da tennis; le indossò e iniziò a
correre. Tornò nella sua casa solitaria, poichè, solo
Lì poteva pensare.
Classe I F